LE RIAPERTURE DOPO IL TERZO LOCKDOWN

Israele, un primo assaggio di normalità

Dopo tre lockdown e una campagna di vaccinazione anti-covid da record, Israele è entrata in queste ore in una nuova fase. Quella delle riaperture. Da oggi infatti molte restrizioni sono state allentate e così milioni di israeliani hanno potuto nuovamente accedere a negozi e centri commerciali. Una riapertura possibile grazie al numero di vaccini somministrati: oltre il 45 per cento degli israeliani ha ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer-Biontech, il 30 la seconda. E proprio i vaccinati, così come i guariti dal Covid, hanno avuto un'ulteriore incentivo a uscire in queste ore di casa. Per loro infatti il ministero della sanità ha previsto un Green Pass con cui è possibile accedere a luoghi di culto, eventi culturali, palestre, hotel e piscine. Si tratta di un documento - stampato o su app – che dimostra l'avvenuta vaccinazione o l'essere guariti dalla malattia. Chi ne è sprovvisto e cerca comunque di entrare nei luoghi con limitazioni sarà multato, avvisano le autorità. E sono previste multe anche per i gestori che non operano in conformità con i regolamenti che impongono, per esempio, il posizionamento di cartelli all’ingresso - in ebraico, arabo e inglese - con informazioni ai visitatori sulla presentazione del Green Pass, di un documento che attesti la vaccinazione o del certificato di guarigione. 
Oggi inoltre un milione tra studenti delle scuole elementari e alunni degli ultimi due anni di scuola superiore sono tornati in classe nelle città d'Israele con un tasso di contagi sotto controllo. Gli studenti delle medie torneranno invece il mese prossimo, dopo quasi un anno di apprendimento a distanza.

LA NUOVA INDAGINE DELL'ANTI-DEFAMATION LEAGUE 

Dalla Gran Bretagna all’Ungheria,
l’antisemitismo come arma politica

Il governo russo ha usato l’antisemitismo, “esagerando la sua diffusione” in Ucraina, come arma per screditare Kiev. Il governo ungherese vi ha fatto ricorso – attraverso le immagini del magnate ebreo Soros – per attaccare le politiche dell’Unione europea sull’immigrazione. In Polonia, esponenti del partito Diritto e Giustizia hanno usato la retorica antisemita per attaccare gli avversari in campagna elettorale e ottenere voti. In Gran Bretagna, il partito laburista ha a lungo e consapevolmente tollerato l’antisemitismo interno per tenersi stretto il voto dell’estrema sinistra. In Germania così come in Ucraina, i partiti nazionalisti e populisti hanno banalizzato e distorto le responsabilità storiche dei rispettivi paesi nella Shoah per costruire il proprio consenso elettorale.
A entrare nel merito di questi episodi, l’ong ebraica americana Anti-Defamation League, che ha pubblicato negli scorsi giorni un report dedicato all’Europa intitolato: “Scegliere l’antisemitismo. Strumentalizzazione e tolleranza dell’antisemitismo nella politica europea contemporanea”. Un’indagine che pone l’accento sull’uso da parte di alcuni partiti della retorica antisemita per ottenere consenso elettorale. “A differenza degli incidenti antisemiti di violenza, vandalismo o insulti, l’uso politico dell’antisemitismo non prende di mira gli ebrei stessi. – si legge nel report – Invece, la propaganda antisemita si rivolge a un pubblico nazionale o straniero come mezzo per ottenere sostegno politico. Dimostrare tolleranza per l’antisemitismo è un’altra tattica per attirare il sostegno politico. I dati dei sondaggi mostrano che queste strategie hanno una base razionale”. L’Adl cita a riguardo un suo sondaggio del 2019 secondo cui un europeo su quattro nutre dei pregiudizi contro gli ebrei. Ci sarebbe dunque un ampio bacino disposto se non a condividere, almeno a prestare l’orecchio alla retorica antisemita.

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LA VISITA DI BERGOGLIO A CASA DELLA TESTIMONE EDITH BRUCK

"Memoria è vivere, scrivere è respirare"

“Ricordare è una sofferenza, ma non mi sono mai sottratta. Anche illuminare una sola coscienza vale la fatica e il dolore di tenere vivo il ricordo di quello che è stato. Per me la memoria è vivere e la scrittura è respirare”.
In una intensa intervista con L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, Edith Bruck tracciava con queste parole l’impegno di una vita di testimonianza, scrittura, poesia. L’occasione era la pubblicazione del suo ultimo libro, Il pane perduto, uscito con La nave di Teseo in occasione del Giorno della Memoria. Diversi e complessi i temi che la poetessa ungherese di nascita ma italiana d’adozione ha affrontato nel colloquio con Francesca Romana de’ Angelis, ricevendo un apprezzamento tra gli altri da papa Bergoglio. Ne è scaturita la richiesta di un incontro, avvenuto nelle scorse ore nell’appartamento romano di Bruck. “Sono venuto qui da lei – ha detto il papa incontrandola – per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono Signore a nome dell’umanità”.

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L'INIZIATIVA DI OGGI A UN MESE DALLA SCOMPARSA 

Rav Vittorio Della Rocca, ricordi e testimonianze

A un mese dalla scomparsa, numerose testimonianze caratterizzeranno una serata in ricordo del rav Vittorio Haijm Della Rocca.
L’evento, in programma oggi alle 18.30, potrà essere seguito in streaming sul canale social e sulla webtv UCEI e vedrà la partecipazione, tra gli altri, della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, insieme a Vito Anav, Luca Barbareschi, Angelica Edna Calò, Sergio Della Pergola, Luigi Di Salvia, Raffaele Genah, Maurizio Molinari, Angela Polacco, Angelo Sermoneta, Paola Sonnino e Tiziana Sonnino. A introdurre e moderare la serata Simonetta Della Seta.
Un’occasione per ripercorrere la carriera rabbinica ma anche la profonda umanità del “Morè”, come era conosciuto tra gli ebrei romani di cui è stato per più generazioni un punto di riferimento.

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LA COMMEMORAZIONE ORGANIZZATA DALLA COMUNITÀ LIVORNESE

"Livorno, con rav Azulay un legame inscindibile"

Compatibilmente con le misure anti Covid, numerosa è stata la presenza di pubblico alla Hilulà (celebrazione) svoltasi stamani a Livorno, in vista dell’imminente anniversario della scomparsa terrena del grande Maestro rav Chaim Yosef David Azulay, a lungo vissuto a Livorno dove venne anche sepolto (nel 1960 i suoi resti vennero traslati in Israele). Dinanzi a quella che è stata la matzevà (pietra tombale) dell’illustre Maestro, il rabbino capo di Livorno rav Avraham Dayan ha recitato dei salmi e detto alcune parole, intervenendo poi, dinanzi al cimitero, per parlare diffusamente del rav Azulay, della sua immensa opera e del suo indissolubile legame con Livorno.

Gadi Polacco

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Il vero eroismo
Quando ho dei dubbi e delle incertezze torno a rileggere le parole di Inge Scholl, sorella di Hans e Sophie Scholl che diedero vita al movimento di opposizione al nazismo “Rosa Bianca” e che furono giustiziati il 22 febbraio 1943. Anni dopo, ripercorrendo la loro storia, si chiedeva:
“Possiamo veramente chiamarli eroi? Non hanno fatto nulla di sovraumano. Hanno difeso una cosa semplice, sono scesi in campo per una cosa semplice: per i diritti e la libertà dei singoli, per la loro libera evoluzione e per il loro diritto a una vita libera. Non si sono sacrificati per un’idea fuori del comune, non perseguivano grandi scopi. Ciò a cui aspiravano era che gente come te e me potesse vivere in un mondo umano. Il vero eroismo consiste forse proprio nel difendere con costanza la vita quotidiana, le cose piccole e ovvie”.
Così tanto per sapere da dove riprendere un discorso interrotto. In caso di incertezza.
 
                                                                          David Bidussa
La specificità dell'antisemitismo
Le diverse forme di ostilità e di intolleranza nella storia delle civiltà, presentano non pochi punti di contatto che coinvolgono i meccanismi primari di funzionamento dei processi mentali, che da angolature diverse sono stati oggetto di studi specifici e comparati dalle singole discipline che se ne occupano. Si tratta però di fenomeni e processi distinti non sempre assimilabili, né sovrapponibili, pena il rischio di banalizzazioni e arbitrarie ricostruzioni.
David Meghnagi
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Storia e memorie
Sussiste, nel dibattito di senso comune, come – anche se con minore frequenza – nell’ambito disciplinare delle scienze storiche e della storiografia, la perenne tentazione, che attraversa ogni riflessione nel merito di quell’oggetto oscuro delle nostre scienze umane che è l’universo degli studi di contemporaneistica, di liquidare la complessità di fenomeni quali i regimi politici del Novecento dentro un quadro interpretativo falsamente semplificatorio. 
Claudio Vercelli
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