L'ANTICIPAZIONE DI PAGINE EBRAICHE

La tragedia di Edgardo Mortara e il cinema
Spielberg resta in campo, Bellocchio corre da solo

Steven Spielberg farà il film su Edgardo Mortara, il bambino ebreo che papa Pio IX sottrasse con la forza ai suoi genitori al crepuscolo dello Stato pontificio. Il lavoro preparatorio prosegue a marce spedite e con crescente intensità si sta puntando la meta. L'idea è di realizzare qualcosa di memorabile.
L’annuncio, a quanto apprende la redazione di Pagine Ebraiche, dovrebbe arrivare nella giornata di mercoledì, una volta esaurita l’onda mediatica relativa alla cerimonia dei Golden Globes. Sarà anche l’occasione per fare chiarezza sulle molte voci e indiscrezioni trapelate in queste settimane.
Spielberg non avrebbe infatti gradito alcune ricostruzioni apparse sulla stampa italiana e internazionale in cui si accredita la tesi che il grande regista più volte premio Oscar avrebbe abbandonato il progetto preferendo dedicarsi ad altro. Una tesi che ha fatto infuriare alcuni tra i suoi più stretti collaboratori, propensi a credere che sia stata diffusa ad arte nel tentativo di sgombrare il campo al collega italiano Marco Bellocchio, che prossimamente dovrebbe iniziare le riprese di un suo film su Mortara, prodotto dalla Rai, che avrà come titolo “La conversione”.
Secondo Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, “il punto di vista di Bellocchio su una narrazione storica così complessa sarà quello di un artista con un approccio agnostico”.
A Spielberg non manca certo la creatività. Per ricostruire fedelmente il contesto ha scelto però di affidarsi al massimo esperto al mondo su questa vicenda: il Premio Pulitzer David Kertzer, autore della pluripremiata biografia Prigioniero del papa re (Bur Rizzoli).

LA REAZIONE DI GERUSALEMME ALL'ESPLOSIONE NEL GOLFO DI OMAN

"Attacco contro la nave israeliana,
ci ricorda il pericolo Iran"

“È un’azione dell’Iran, è chiaro”. Per il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ci sono dubbi. Dietro l’esplosione che ha danneggiato una nave di proprietà israeliana ci sarebbe il regime di Teheran. “L’Iran è il più grande nemico di Israele, sono determinato a fermarlo. Lo stiamo colpendo in tutta la regione”, ha aggiunto Netanyahu. La dinamica dell’incidente, scrivono i quotidiani israeliani, è ancora poco chiara. La nave cargo MV Helios Ray stava navigando nel Golfo di Oman, diretta a Singapore, quando c’è stata l’esplosione che ha creato due fori sul lato destro e due sul lato sinistro dell’imbarcazione. L’equipaggio è rimasto illeso, ma la nave è stata portata a Dubai per le riparazioni e per capire l’origine del danno. A condividere la tesi di Netanyahu, il capo dell’esercito israeliano Aviv Kochavi, che già prima del Premier aveva puntato il dito contro l’Iran. Kochavi ha infatti definito quanto accaduto nel Golfo di Oman “un promemoria che l’Iran non solo è una minaccia nucleare, ma anche (un paese) che diffonde e porta avanti il terrorismo e operazioni contro obiettivi civili”. Da Teheran, che sta cercando di riaprire il dialogo con gli Stati Uniti sull’accordo nucleare, è arrivata la smentita. “Respingiamo con forza questa accusa. La sicurezza del Golfo Persico è estremamente importante per l’Iran”, la replica di un portavoce del regime degli Ayatollah. Per l’emittente israeliana News 13 le autorità di Gerusalemme hanno invece alcune prove che portano verso il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, che avrebbe sparato due missili contro la nave di proprietà d’Israele.

L'INIZIATIVA DELL'ADEI-WIZO 

Da Haifa a Eilat, minoranze da scoprire

Chi conosce Israele da vicino, o meglio ancora da dentro, sa bene che questo è il paese più assimilabile ad un mosaico. Anche solo prendendo in considerazione la popolazione ebraica, vivono qui da anni, decenni, quando non da secoli interi, persone provenienti dai più vari e lontani angoli del mondo. Ma al di là degli ebrei, e degli arabi palestinesi che erano già qui al momento della fondazione dello stato, ci sono un numero notevole di altre minoranze, religiose e culturali, riconosciute dallo Stato d’Israele ma molto spesso sconosciute ai più. Un esempio eclatante sono i Samaritani, che di certo a leggerne il nome sembra si stia parlando al passato remoto, e invece sono poche centinaia ma vivi e vegeti, professano la loro religione, celebrano i loro riti e vivono le loro vite all’interno di due piccole comunità. E senza arrivare a gruppi così piccoli, a dire il vero anche le minoranze numericamente più rilevanti sono ben poco conosciute.

IL SEMINARIO ONLINE  

La pandemia e il linguaggio dell'odio

Un webinar dedicato a studenti universitari per analizzare la pervasività del fenomeno dell'odio online, con particolare attenzione all'antisemitismo, in particolare in questo momento di crisi sanitaria e sociale. È l'iniziativa dell'Università degli studi dell'Insubria in collaborazione, tra gli altri, con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Quattro i relatori dell'incontro: il docente dell'Insubria Antonio Angelucci, che ha parlato de “La piramide dell’odio”; Stefano Pasta di MediaVox, intervenuto sul problema degli haters sul social network Twitter;  Giovanni Fasoli dello Iusve, che ha parlato della “topologia della violenza digitale”; e il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, che ha riflettuto su “Il ruolo dei Giusti per combattere l’odio”. A portare i propri saluti per l'UCEI, il vicepresidente Giorgio Mortara. “Per contrastare in modo intelligente pregiudizi e stereotipi non è sufficiente rispondere con la logica, ma è necessario proporre un metodo. Questo è l’obiettivo che si è posta l’UCEI per la formazione civica e democratica dei giovani, sfruttando le competenze di coloro che collaborano al dipartimento cultura ed educazione. - ha dichiarato Mortara - 'Prevenire il pregiudizio' è il titolo del progetto finalizzato alla presentazione nella scuola forme di confronto e dialogo tra giovani di diverse tradizioni e sensibilità religiose. I saggi proposti costituiscono una premessa necessaria al fine di una sperimentazione didattica orientata verso la collaborazione e la convivenza tra le persone”.

LA TESTIMONIANZA IN TV     

“La mia vita in sedia a rotelle,
in Israele ho trovato quel che cercavo”

Fabio Sonnino è una figura molto amata tra gli Italkim, gli italiani di Israele. Animatore tra le altre di quella porta d’incontro al dialogo tra culture e religioni diverse che è il Roma Club Gerusalemme. Lo sport che crea condivisione e responsabilità.
Nel suo libro Il contorsionista (ed. Armando), uscito alcuni anni fa, racconta la sua vita di disabile. Gli inciampi e le sfide di una quotidianità in sedie a rotelle. Ma anche il rovesciamento di paradigma, su questa condizione, che vede Israele e l’Italia per molti versi agli antipodi. Esperienza su cui è soffermato nelle scorse ore, ospite della trasmissione Rai “O anche no” condotta da Paola Severini Melograni. 

Giusti
Il 6 marzo si celebra in Europa la Giornata dei Giusti dell’Umanità. L’istituzione di questa giornata è stata l’esito di una lunga battaglia portata avanti dall’associazione Gariwo e dal suo presidente Gabriele Nissim. Da molte parti l’idea stessa di Giusto dell’Umanità è stata contrapposta a quella sostenuta da Yad Vashem dei Giusti delle Nazioni, cioè quei Giusti che hanno salvato almeno un ebreo durante la Shoah.
Anna Foa
Oltremare - Sconfitte
Da qualche giorno sono tornate le notizie culturali di effettiva attualità durante i notiziari e telegiornali israeliani. Mancavano da mesi, ma sembravano anni, con l'eccezione della pubblicazione di nuove canzoni, più ma spesso meno legate alla pandemia (nell'occasione ho scoperto che non sono solo i film ad essere già vecchi di almeno due o tre anni quando finalmente arrivano sui grandi schermi: anche le canzoni apparentemente non vengono scritte di getto, registrate in una cantina e via, alla radio).
Daniela Fubini
Controvento - Paternità imposta
Leggo con interesse un articolo uscito qualche giorno fa su La Repubblica, in cui si racconta di una sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che concede a una donna separata l’impianto di un embrione congelato fecondato dell’ex marito. Il quale però si oppone alla nascita di un figlio ora che il matrimonio non sussiste più, e lui si è fatto un’altra famiglia. Ma sarà comunque tenuto a riconoscerlo, e a mantenerlo, se la nascita andrà a buon fine.
Viviana Kasam
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