QUI BERLINO - IL VERTICE TRA I PRESIDENTI RIVLIN E STEINMEIER
“Contro Iran e indagine internazionale,
Israele confida nell’aiuto europeo”
“In questo momento, la comunità internazionale deve contrastare in modo fermo e senza compromessi il progetto nucleare dell’Iran e il suo sostegno alle organizzazioni terroristiche che minacciano Israele e la regione. Confidiamo inoltre che i nostri amici in Europa siano al nostro fianco nella nostra lotta contro l’abuso della Corte internazionale di giustizia dell’Aia, nei confronti dei nostri soldati e cittadini”. È il doppio messaggio lanciato da Berlino dal Presidente d’Israele Reuven Rivlin, nella prima delle sue tre tappe europee. Incontrando il collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, Rivlin ha parlato della minaccia iraniana e ringraziato la Germania per essersi opposta a quella che ha definito una “decisione scandalosa ” da parte della Corte penale internazionale. Il riferimento è all’apertura dell’indagine da parte della Corte contro Israele per presunti crimini compiuti nei territori palestinesi. “Lo Stato d’Israele è uno stato forte, ebraico e democratico che sa come difendersi e come indagare su se stesso quando è necessario. Siamo orgogliosi dei nostri soldati, dei nostri figli e figlie, nipoti e nipoti. Ci proteggono dai nostri nemici e noi li proteggeremo da questa decisione. Lo Stato d’Israele non accetterà rivendicazioni contro l’attuazione del suo diritto e dovere di proteggere i propri cittadini”, le parole di Rivlin, arrivato in queste ore a Vienna per incontrare i vertici del governo austriaco (domani l’incontro in Francia con il presidente Emmanuel Macron).
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IL VERTICE INTERNAZIONALE DEI SINDACI
“L’antisemitismo lo si combatte uniti”
Alle spalle, mentre parla, si intravede la sala dove negli Anni Sessanta si tennero le prime sessioni di uno dei più importanti processi contro criminali nazisti responsabili della soluzione finale. Davanti a sé una vetrata che mostra il palazzo in cui, nel 1848, si riunì l’assemblea costituente volta a favorire la nascita di uno Stato tedesco unitario e che avesse a cuore il rispetto dei diritti umani fondamentali. Luoghi e capisaldi della Storia che mettono, chi ha responsabilità politica, di fronte a un bivio: “Impegnarsi per la luce, oppure al contrario far avanzare il buio”. È uno dei concetti chiave su cui si è soffermato Uwe Becker, sindaco di Francoforte, nel fare gli onori di casa ai molti colleghi che, dal resto d’Europa e dal mondo, hanno scelto di unirsi a lui e al Combat-Anti Semitism Movement per un evento unico nel suo genere.
Da Buenos Aires ad Amsterdam, da Bruxelles a Toronto, da Riga a Tirana: l’appello congiunto dei sindaci, avvenuto nell’ambito del primo “Mayors Summit Against Anti-semitism”, è stato finalizzato a un impegno ancora più serrato contro l’odio attraverso l’azione repressiva dei comportamenti nocivi ma anche lo sviluppo di percorsi educativi e culturali all’altezza delle molte sfide del presente.
“Per combattere l’antisemitismo bisogna definirlo in modo chiaro” la riflessione di Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, che ha parlato di minaccia “in forte crescita” e ricordato gli sforzi compiuti in questo senso dai vertici della UE. Compreso l’invito a tutti gli Stati membri a far propria la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance.
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IL NUOVO CONSIGLIO DELLA COMUNITÀ
Venezia ebraica, Dario Calimani alla presidenza
“Giovani, sfida esistenziale”
“Il progetto è quello di coinvolgere in modo attivo i giovani. Di preparare a fondo una generazione che prenda su di sé la responsabilità non solo del proprio futuro ma di tutta la Comunità”.
Non è la prima volta che Dario Calimani assume l’incarico di presidente della Comunità ebraica di Venezia. Lo era già stato dal 2001 al 2006. È tornato ad esserlo da qualche ora, su indicazione del Consiglio appena eletto nell’ambito delle recenti elezioni comunitarie. “Lo scenario da allora è molto cambiato. Intanto ero più giovane anche io”, scherza Calimani. Quello con le nuove generazioni, si fa poi più serio, è un canale aperto da mesi. “Il dialogo, dal quale ho avuto riscontri molto positivi, è stato avviato ad ottobre. Al centro una consapevolezza che ho cercato di far crescere: l’ebraismo non può essere vissuto all’acqua di rose. Serve al contrario impegno in ogni aspetto: dal Tempio alla gestione”.
Apprezzato collaboratore di queste testate, Calimani ha un passato di docente universitario presso l’ateneo veneziano e all’attivo diverse pubblicazioni sui grandi scrittori inglesi contemporanei e del passato. Tra gli altri è autore di saggi di rilievo su T.S. Eliot e Harold Pinter. Ma anche approfondito la figura di William Shakespeare, affrontando da ottica decostruzionista i suoi sonetti e pubblicando un’importante edizione del Mercante di Venezia. Dal 2002 al 2010 è stato Consigliere UCEI con l’incarico di referente del Collegio rabbinico e responsabile del corso di laurea in studi ebraici. In questa veste ha ottenuto il riconoscimento formale dal ministero dell’Università. In preparazione, annuncia, ha un libro su Memoria e antisemitismo i cui capitoli prendono forma a partire da alcune vicende personali.
Alla vicepresidenza sarà affiancato da Paolo Navarro Dina e Sandra Levis (entrambi designati a far parte della Giunta). Completano il Consiglio Carlo Fano, Luigi Giraldo, Daniela Israelachwili e Alvise Primus.
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QUI ROMA - IL CORDOGLIO DEL MONDO EBRAICO
Fortuna Halfon Nahum (1932-2021)
“Sono andata via dalla Libia lasciando il cuore, però poi il cuore me lo sono formato qui”. Fortuna Halfon Nahum è stata, dal suo arrivo a Roma, una delle figure di riferimento della comunità degli ebrei di Libia qui formatasi dopo l’esilio forzato del ’67. Colonna portante di quel mondo, protagonista dal suo arrivo in Italia di una complessa ma anche appassionante vicenda di integrazione e ricostruzione, era molto coinvolta nella vita comunitaria. In particolare nelle attività dell’Associazione Donne Ebree d’Italia (cui è stata anche Consigliera). E in quelle del Tempio Beth El, accanto al marito Bondì Nahum. La sua vicenda personale è stata spesso al centro dell’attenzione. Come quando, nel 50esimo anniversario dall’arrivo degli ebrei libici a Roma, fu tra le protagoniste di uno degli appuntamenti di “Zikaron basalon”, iniziativa comunitaria che proprio a quel tema aveva scelto di dedicare una serie di riflessioni.
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Ticketless - Shtisel 3
Sarà questo anticipo di primavera. Sarà perché da Israele arrivano segnali incoraggianti sull’efficacia del vaccino. Sarà perché la fiducia nel governo Draghi è grandissima, la sua nascita per effetto domino ha prodotto una piccola rivoluzione nel caos della politica italiana.
Saranno tutte queste cose insieme, ma da qualche giorno si guarda con più fiducia al futuro. Nella sventurata ipotesi che ci aspetti un ulteriore periodo di reclusione, tranquilli.
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Cisgiordania e Gaza, l'arrivo dei vaccini
Una delle domande più frequenti che mi vengono poste al termine degli spettacoli di Beresheet LaShalom è se esistono in Israele altre associazioni che si dedicano alla pace e al dialogo con i Paesi circostanti. Rispondo sempre con una punta di orgoglio che ce ne sono molte, varie e in diversi campi: dal Parents Circle, famiglie delle due parti che hanno perso un figlio o uno dei propri cari e attraverso la riconciliazione si prodigano per incoraggiare il dialogo, alle Women Wage Peace, il movimento femminile che coinvolge donne dai due lati del Giordano con iniziative femminili locali per promuovere la partecipazione delle donne alle decisioni di pace e della sicurezza.
Angelica Edna Calò Livne
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