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IL NUMERO DI PAGINE EBRAICHE DI GIUGNO IN DISTRIBUZIONE

Israele, la svolta politica e le ferite da ricucire

I confini tra arabi ed ebrei che nella democrazia israeliana sembravano ormai sbiaditi a favore di una graduale ma inesorabile integrazione sono tornati a farsi sentire. A dividere. Un problema di enorme importanza per il futuro dello Stato ebraico, chiamato a confrontarsi, mai come oggi, con tensioni interne che rischiano di lasciare un segno duraturo. Una delle principali sfide per il nuovo governo che andrà verosimilmente a formarsi tra qualche giorno. Ne parliamo nel grande dossier sul numero di giugno di Pagine Ebraiche in distribuzione, con molte voci e interviste. 
La pagina del ritratto è dedicata a Isaac “Bougie” Herzog, che di Israele diventerà a breve l’undicesimo presidente. Il passaggio di testimone con Rivlin – rivelatosi un grande uomo di Stato, come ricordiamo nelle pagine di Eretz soffermandoci su alcuni importanti risultati raggiunti – avverrà il prossimo 9 luglio. Di Israele si parla anche con riferimento al recente dramma sul monte Meron, con errori e responsabilità che andranno ulteriormente indagate, e alla nomina di David Barnea a nuovo capo del Mossad. Le sue priorità: Iran e Hezbollah. 
La parte alta del giornale si apre con un approfondimento sugli impegni e le principali sfide che attendono le istituzioni dell’ebraismo mondiale (con l’Italia che resta protagonista). Con la mobilitazione in corso per dare un futuro a Eitan Biran, unico sopravvissuto del crollo della funivia Stresa-Mottarone. E con i progetti della Fondazione Beni Culturali Ebraici per le due Gorizie, capitali europee della cultura nel 2025. 
L’intervista del mese è a Gianfelice Facchetti, attore, drammaturgo e regista. Figlio di Giacinto, storica bandiera dell’Inter e capitano della Nazionale italiana, nel suo ultimo libro racconta lo stadio di casa, San Siro, in una dimensione anche valoriale. Nel segno anche di una suggestiva triangolazione familiare che inizia da Arpad Weisz, un maestro troppo a lungo dimenticato, per arrivare fino a suo padre. 
In Orizzonti cerchiamo di capire qualcosa di più su Tom Nides, il futuro ambasciatore americano a Gerusalemme. In Economia una valutazione sull’impatto dell’ultimo conflitto con Gaza. Tra Cultura ebraica e Opinioni molti, come di consueto, gli interventi. 
La Cultura si apre con la presentazione della biografia intellettuale di un grande pensatore del Novecento, Leo Strauss. E prosegue con uno sguardo sul contributo delle donne ebree alla Resistenza: un tema di grande interesse, al centro di una recente indagine. Si parla anche di Mario Lattes, eclettico dell’arte e della scrittura di cui cadrà a breve il 20esimo anniversario dalla morte. In evidenza anche l’ultima mostra del Meis dedicata al matrimonio ebraico.
Conclusione con lo Sport con un bilancio sul Giro d’Italia appena corso dalla Israel Start-Up Nation

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ISRAELE E L'ACCORDO DI COALIZIONE RAGGIUNTO 

Governo Bennett-Lapid, c’è l'intesa
Ora serve la fiducia della Knesset

Premono sull’acceleratore Yair Lapid e Naftali Bennett. Nella notte i due leader, rispettivamente di Yesh Atid e Yamina, sono riusciti a raggiungere il loro primo obiettivo: firmare un accordo di coalizione tra loro e con altri sei partiti della Knesset. È un’intesa fragile che unisce mondi molto diversi: dalla destra (Yamina) che rappresenta la voce degli insediamenti in Cisgiordania, alla sinistra che ne chiede lo smantellamento, dal movimento islamico ultraconservatore (Raam) al partito che della laicità ha fatto la sua bandiera (Yisrael Beitenu). Eppure l’accordo, seppur tra estenuanti trattative e compromessi, si è trovato.
La maggior parte dei quotidiani israeliani sottolinea oggi proprio il valore dei frutti di questo dialogo politico: in una società sempre più polarizzata, come denunciato dal Presidente Rivlin, questa intesa trasversale viene interpretata come un fattore positivo. Il problema però è la sua instabilità. Le perplessità e critiche interne non mancano e possibili defezioni sono dietro l’angolo. Per questo il duo Lapid – Bennett vuole chiudere in fretta e far votare il prima possibile alla Knesset la fiducia al governo. Temono che da qui al 14 giugno, data del possibile voto, la coalizione che dovrebbe dare vita al “governo del cambiamento” si sfaldi. E alcuni cedimenti già ci sono stati, in particolare all’interno del partito di Bennett. Uno dei suoi, Nir Orbach, ha già dichiarato l’intenzione di votare contro la fiducia. E senza il suo voto, il 61esimo su 120, l’esecutivo Lapid-Bennett morirebbe prima ancora di nascere. Salvo salvataggi di chi della coalizione non fa parte, come l’altro partito arabo all’interno della Knesset, la Lista unita.

(Nell'immagine, Yair Lapid e Naftali Bennett assieme al leader del partito arabo Ra'am, Mansour Abbas, che ha appena firmato il sostegno al loro governo)

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IL MEIS RIAPRE IL 4 GIUGNO CON UN NUOVO ALLESTIMENTO

Mazal Tov!, il matrimonio ebraico in mostra

Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara è pronto a tornare ad accogliere il pubblico, dopo mesi di chiusure, con una nuova mostra che lega la tradizione alla fiducia per il futuro. A partire dal 4 giugno apre “Mazal Tov! Il matrimonio ebraico”, una mostra che racconta uno dei riti più antichi e affascinanti dell'ebraismo. A curare l'esposizione, Sharon Reichel e il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto, mentre l'allestimento è dell'architetto Giulia Gallerani. “Questa mostra è differente dalle esposizioni di stampo storico realizzate dal Meis - ha sottolineato il Presidente Dario Disegni, durante la visita in anteprima riservata alla stampa - abbiamo voluto raccontare il presente e il futuro dell'ebraismo italiano. Il messaggio che vogliamo lanciare è che la cultura, la civiltà e la tradizione ebraica non sono un ricordo del passato ma riguardano la vita di oggi”. 
Un percorso espositivo, dunque, che gioca con il tempo, legando passato, presente e futuro. “Abbiamo voluto creare una mostra accostando oggetti preziosi tramandati, per secoli ad altri semplici, effimeri ma pur sempre significativi. Abbiamo voluto evidenziare come il tempo possa agire cambiando o preservando un rito che ha migliaia di anni”, ha spiegato il direttore del Meis Spagnoletto. 

Le prime sale illustrano le due fasi e le pratiche che compongono il cerimoniale nuziale: i Qiddushin (o Erusin) e i Nissuin. Anticamente celebrati separatamente, essi si svolgono attualmente insieme, uno immediatamente conseguente all'altro. A renderli caratteristici, l'ambientazione sotto la chuppah, il baldacchino di tessuto che unisce simbolicamente sotto lo stesso tetto i due sposi; la firma della Ketubbah, l'atto nuziale nato anche con lo scopo di tutelare i diritti della donna e che con il tempo è stato arricchito da finissime decorazioni, e la rottura del bicchiere, immortalata da tantissimi film e immagini. Per raccontare in maniera chiara ed esaustiva tutti i passaggi si è scelto di accostare opere e strumenti comunicativi diversi: in mostra verranno esposte le preziose Ketubbot del '600 e del '700 custodite dalle Gallerie Estensi di Modena (Biblioteca Estense Universitaria); il teatrino dell'artista genovese Emanuele Luzzati proveniente dal Museo Ebraico di Bologna e il filmato di un matrimonio contemporaneo. L'esposizione prosegue con una riflessione sul riconoscimento del matrimonio ebraico da parte dello Stato Italiano e il racconto - attraverso cimeli di famiglia - delle tradizioni che con il tempo hanno caratterizzato le nozze: la dote, i regali per lo sposo e per la sposa (che possono variare da una edizione completa del Talmud ad un orologio griffato) e la produzione di componimenti d'occasione.

(Nell'immagine, un momento della visita in anteprima riservata ai giornalisti con il Presidente, il Direttore e la curatrice Sharon Reichel e una foto dell'allestimento scattata da Francesco Mancin e Bruno Leggieri)

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IL CONFERIMENTO DEL TITOLO DI CAVALIERE AL DELEGATO DELLA COMUNITÀ 

Livorno ebraica, l'omaggio all'impegno per la Memoria

Circa due settimane fa Jonathan Bello, 45 anni, delegato della Comunità ebraica di Livorno per le attività legate alla Memoria nella zona di Cecina e Rosignano, ha ricevuto una telefonata inattesa.
“Era dalla prefettura: pensavo fossero rogne, magari una multa da pagare”, scherza con tipico humor livornese. E invece era una convocazione per il 2 giugno: “Venga da noi, è stato fatto cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica”.
Un riconoscimento – “del tutto inatteso e quindi ancora più emozionante”, sottolinea lui – per i 12 anni di lavoro sul tema del ricordo consapevole che l’hanno portato a confronto con numerose scuole del territorio. “Ogni anno, con Progetto Memoria, cerchiamo di proporre uno spunto, un’angolatura diversa. La sfida – racconta – è quella di trasmettere qualcosa di importante ai giovani”.
A premiarlo, assieme ai rappresentanti dello Stato, anche il presidente della Comunità ebraica cittadina Vittorio Mosseri. Al suo fianco, a condividere questo momento gioioso, anche il rabbino capo Avraham Dayan. Sottolinea Bello: “È stata una giornata indimenticabile. Voglio dedicarla a tutti quelli che hanno sofferto, anche nella mia famiglia, e non possono essere qui a raccontare”.

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L'INIZIATIVA PER I GIORNALISTI 

Informazione religiosa, il bando del premio De Carli

Giornalisti professionisti, pubblicisti, praticanti o corrispondenti esteri che operano nell’ambito dell’informazione religiosa, nei settori della carta stampata, dell’emittenza radiofonica, televisiva e dei nuovi media, in testate sia nazionali che estere. A loro si rivolge la sesta edizione del premio Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa (clicca qui per il bando) promosso dal comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose” insieme alla Pontificia Università della Santa Croce e all’Associazione Iscom.

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L’antisemitismo degli intellettuali
A chi è abituato a frequentare certi ambienti è capitato molto spesso di trovarsi, a proposito del giudizio su Israele – in minoranza, soverchiato, almeno numericamente, da chi abitualmente assume una posizione di ostilità nei confronti dello Stato ebraico. Finora ho attribuito questa diversità di giudizio alla diversa appartenenza politico-culturale: mentre la mia cultura fa riferimento alla democrazia laica che, sia detto tra parentesi, non ha più in Italia una adeguata rappresentanza politica, quella di molti miei interlocutori è ancora legata alle reminiscenze dell’egemonia del PCI sulla cultura italiana e da lì non riescono a muoversi.
Valentino Baldacci
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Spuntino – Darsi da fare
All'inizio del brano di questa settimana D-o si rivolge a Mosè "shelach lekhà" ( = manda per te, Deut. 13:2) offrendogli la libertà di prendere una decisione. Rashì commenta "leda'atkhà" = a tua discrezione, se vuoi procedi pure, assumendotene tutta la responsabilità. Secondo Rabbenu Bechaye c'è chi spiega "le-to'altekhà" = a tuo beneficio, se pensi che ti convenga allora mandali. Si tratta della spedizione delle spie ("meraglim") in Terra di Israele per un sopralluogo. Al loro ritorno il resoconto sul viaggio è poco incoraggiante (Deut. 13:32): "è una terra che divora i suoi abitanti".
Raphael Barki
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