LA CERIMONIA INSIEME ALL'ARMA DEI CARABINIERI
“7 ottobre '43, non dimentichiamo mai"
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/6c2bbe29-2fd4-29f3-dd7a-4e4c2d3b33a9.png)
Furono oltre duemila i Carabinieri romani arrestati dai nazisti il 7 ottobre del 1943. Paracadutisti e SS entrarono in azione con la collaborazione del maresciallo Rodolfo Graziani, che poche ore prima aveva firmato l’ordine di disarmo. Per molti di loro, circa 600, la deportazione fu fatale. Mentre per chi fece ritorno, dopo anni di sofferenze, non ci fu nemmeno il riconoscimento della qualifica di “prigioniero di guerra”.
Troppo ingombranti, per i nazisti, i membri dell’Arma. La fedeltà ai loro valori di umanità e solidarietà. Un intralcio alle mire persecutorie nei confronti degli ebrei di Roma sfociate nella drammatica alba del 16 ottobre.
La deportazione dei Carabinieri è passata spesso in silenzio. Una lacuna colmata solo in tempi recenti, grazie anche al contributo di figure come Piero Terracina che a lungo si sono battute in questa direzione. A ricordarla ormai tradizionalmente, ogni 7 ottobre, una cerimonia che si tiene presso la Scuola Allievi. Uno dei luoghi in cui quella barbarie andò a compiersi.
“Oggi – le parole pronunciate stamane dal comandante generale Teo Luzi – siamo qui per ricordare. È indispensabile non dimenticare perché i ricordi sono le nostre radici. Ricordare il passato è necessario per comprendere il passato e progettare il futuro”. Un eroismo dal quale imparare, sul quale porre le basi per “una società migliore”. Era ben chiaro, ha affermato la presidente UCEI Noemi Di Segni che ha accompagnato Luzi nella deposizione di una corona, “che i Carabinieri non sarebbero venuti meno al loro giuramento, al loro dovere di tutelare la popolazione civile, anche quella ebraica, di rispettare i valori più profondi, ancor prima di un ordine, sapendo che un ordine, una legge, un decreto, sono tali se assolvono alla loro essenziale funzione di tutela e di sicurezza, e non se emanati per legittimare un eccidio”. Tra i partecipanti la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, che ha dato lettura del salmo 130, il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, delegazioni della Comunità romana e del Benè Berith.
![](https://moked.it/files/2021/10/Carabinieri-2-1-e1633603539531.png)
Proprio il Benè Berith, nella persona del suo presidente Sandro Di Castro, ha conferito a Luzi, quale massimo rappresentante dell’Arma, il riconoscimento annuale della Menorah d’oro. L’ha fatto ricordando quanto l’ebraismo attribuisca un valore all’espressione di gratitudine verso chi si è speso nel segno del Bene.
Eroi molto spesso anonimi ma cui talvolta è stato possibile dare un nome. Come nel caso di Giuseppe Ippoliti, brigadiere originario di Sonnino che insieme alla moglie Teresa Zani salvò due sorelle ebree, Edith e Trude Fischhof. Proprio quest’oggi un discendente ha ricevuto a Latina, nel corso di una cerimonia cui è intervenuto anche l’ambasciatore israeliano Dror Eydar, gli attestati concernenti la loro iscrizione tra i “Giusti tra le Nazioni”.
Leggi
|
|
L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE UCEI
“Ieri e oggi, i Carabinieri un punto di riferimento"
Signor Comandante Generale del Corpo d’Armata Teo Luzi, autorità, Rav Di Segni, Presidente Dureghello, cari amici,
Con commozione e riverenza intervengo all’odierna cerimonia dedicata alla commemorazione della deportazione dei carabinieri di Roma avvenuta 78 anni fa.
Nelle nostre vite personali e istituzionali ci sono date che conosciamo a memoria e fanno parte del nostro stesso dna, alcune gioiose altre tragiche. Il 7 ottobre appartiene a queste – una data che fa parte della memoria indelebile della nostra storia italiana, sulla quale oggi ritornare assieme a voi tutti. Sono gli allievi che vivranno il domani nelle loro responsabilità al servizio dell’Arma e questa data è un punto di riferimento imprescindibile per ogni percorso formativo.
I nostri giovani non possono neanche lontanamente comprendere il tuono di uno sparo, la violenza di un comando urlato in tedesco, l’obbedienza obnubilata al comando della tortura, l’odio sistemico sottoscritto e legalmente vidimato. Sono giovani millenium spensierati, forse fortunati per le generazioni in cui sono nati, ma tra loro ci sono anche quelli orientati e indottrinati al nuovo odio. La guardia deve restare alta. Quel passato non deve in alcun modo ripetersi né dimenticarsi e questo potrà avvenire grazie a giovani, sensibili, interessati all’altrui vita, attenti al prossimo e informati.
La deportazione, preceduta dal disarmo, fu il preludio a quanto avvenne nell’antico Ghetto, appena pochi giorni dopo, all’alba del giorno 16, e la deportazione dei 1024 correligionari. Arrestando oltre 2mila carabinieri, obbedendo al doppio ordine di Kappler, del maresciallo Graziani, i nazisti riuscirono a liberarsi di una vera e affidabile barriera ai loro piani persecutori.
Era ben chiaro che i Carabinieri non sarebbero venuti meno al loro giuramento, al loro dovere di tutelare la popolazione civile, anche quella ebraica, di rispettare i valori più profondi, ancor prima di un ordine, sapendo che un ordine, una legge, un decreto, sono tali se assolvono alla loro essenziale funzione di tutela e di sicurezza, e non se emanati per legittimare un eccidio.
In seimila circa riuscirono a sfuggire all’arresto, finendo in diversi casi per entrare nelle brigate partigiane. Il loro contributo fu determinante nella Liberazione del paese.
Oggi ci inchiniamo alla Memoria di tutti loro. Di chi perse libertà di vita e di chi perse la stessa vita per rispondere all’imperativo di coscienza.
Eroi silenziosi ma non sconosciuti che oggi ricordiamo nel clima di stretta collaborazione e amicizia che ci lega all’Arma dei Carabinieri, cui rinnoviamo la nostra più profonda gratitudine, ogni giorno e in ogni data.
Avere oggi un punto di riferimento valoriale, non una sola persona, non un gruppo spontaneo di amici, ma un’intera Arma e organizzazione, riconosciuta anche a livello internazionale che risponde a questo dovere di memoria istituzionale, è davvero commovente.
Noemi Di Segni, Presidente UCEI
Leggi
|
|
LA COMMEMORAZIONE CON I PRESIDENTI DI UCRAINA, GERMANIA E ISRAELE
“Babij Yar, è tempo di ricordare. E di farlo insieme"
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/09ba301d-9568-75e7-f61e-756550e5536f.jpg)
Babij Yar è una voragine nei pressi di Kiev. Un enorme burrone, “si potrebbe perfino dire grandioso, profondo e ampio come una gola di montagna”, scriveva Anatolij Kuznecov. Un luogo a lungo noto solo agli abitanti del posto. “Poi di colpo, in un solo giorno, diventò famoso”, l’amaro commento di Kuznecov in apertura del suo celebre libro intitolato propri Babij Yar. Qui, tra il 29 e il 30 settembre 1941, 33771 ebrei furono assassinati dalle SS con l’aiuto della polizia ucraina. Della maggior parte di loro non è rimasta alcuna traccia. “Nessun nome, nessun ricordo. È tempo di ricordare, ed è per questo che siamo tutti qui oggi” il monito del Presidente d’Israele Yizhak Herzog nel corso della cerimonia organizzata per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio, per decenni passato sotto silenzio. “Questa valle fu testimone di tre terribili crimini. Il primo fu il massacro: la cancellazione di esseri umani. Il secondo e il terzo sono stati l’insabbiamento e la negazione: la cancellazione delle prove e la cancellazione della memoria” ha dichiarato Herzog durante la commemorazione, con al fianco i presidenti di Ucraina e Germania Volodymyr Zelensky e Frank-Walter Steinmeier. I tre presidenti insieme hanno inaugurato il progetto del Babyn Yar Holocaust Memorial Center, un centro in via di realizzazione che racconterà la storia degli ebrei dell’Europa orientale assassinati e sepolti in fosse comuni. Un capitolo "tragico ma importante" nella storia condivisa da Ucraina, Israele e popolo ebraico, ha evidenziato Herzog.
Leggi
|
|
L'IMPEGNO DEL MINISTRO DEL TURISMO
L'obiettivo di Israele: riaprire ai turisti a novembre
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/0cb2f8ad-4fbf-09ca-f4e8-e29344dd5205.png)
Far entrare in Israele i turisti vaccinati a partire da novembre. È l’obiettivo del governo di Gerusalemme, che sta lavorando a un piano per riaprire le porte ai cittadini stranieri dopo un anno e mezzo di frontiere praticamente chiuse. A guidare l’iniziativa il ministro del Turismo Yoel Razvozov, che vorrebbe portare a casa già dalla prossima settimana un’intesa per far ripartire un settore, quello turistico, in sofferenza. “Non è chiaro come gli israeliani possano volare e viaggiare in tutto il mondo e tornare in Israele senza problemi e i turisti invece non possano venire qui” lamentano le voci del settore alberghiero, raccolte dal giornale The Marker. Secondo quanto scrive il Jerusalem Post, i turisti per entrare in Israele dovranno soddisfare i criteri attualmente fissati per gli israeliani per essere considerati completamente vaccinati – doppia dose di vaccino e aver ricevuto un vaccino riconosciuto dalle autorità sanitarie israeliane.
Leggi
|
|
GLI ISCRITTI DI ROMA E MILANO ALLE URNE IL 17 OTTOBRE
Al voto per l'UCEI: liste, candidati, programmi
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/bc63be6e-bfb8-676c-0c30-e2dfa66ed7b7.png)
Domenica 17 ottobre sono in programma le elezioni per il nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ad esprimersi nell’urna gli iscritti delle due Comunità più grandi del Paese, Roma e Milano, che eleggeranno rispettivamente 20 e 10 Consiglieri. Completeranno l’organismo i rappresentanti (uno per ciascuna) delle altre 19 Comunità italiane e i tre membri di spettanza dell’Assemblea Rabbinica Italiana. Tutte le liste, i candidati, i programmi.
(Nell'immagine: una riunione del Consiglio UCEI)
Leggi
|
|
LA SCOMPARSA DEL GRANDE STORICO DEL NAZISMO E DEL FASCISMO
Enzo Collotti (1929-2021)
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/8b7f3a6d-9bfb-30c1-00a8-dc67bb3c0c8f.png)
È scomparso all’età di 92 anni Enzo Collotti, tra i più autorevoli storici del secondo conflitto mondiale, dei crimini del nazifascismo e della Resistenza.
Tra le sue numerose opere La Germania nazista. Dalla Repubblica di Weimar al crollo del Reich hitleriano, L’Europa nazista. Il progetto di un Nuovo Ordine Europeo (1939-1945), Il fascismo e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia.
Testi fondamentali per fare chiarezza, per sgombrare il campo da equivoci e menzogne che ancora inquinano il dibattito pubblico. Ricordava infatti Collotti: “Il problema della persecuzione contro gli ebrei nell’Italia fascista è stato a lungo sottovalutato dalla storiografia italiana, che per troppo tempo lo ha considerato un tema marginale, secondario, come se si trattasse di un argomento estraneo e si dovesse considerare unicamente il risultato di una imposizione della Germania nazista”.
Professore emerito dell’Università di Firenze, era nato a Messina nel 1929, si era laureato in Giurisprudenza con una tesi sul tema del lavoro nella Costituzione italiana e aveva insegnato anche presso gli atenei di Bologna e Trieste.
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/3a5d04c6-e574-cbad-283d-043667aa6b5c.png)
La sua morte lascia un vuoto, nella comunità degli storici e non solo. “Viene a mancare un maestro, un amico” sottolinea Ugo Caffaz, antropologo e anima da sempre del Giorno della Memoria in Toscana che lo aveva visitato appena pochi giorni fa.
In occasione del suo 80esimo compleanno la Comunità ebraica di Firenze, in segno di gratitudine per il lavoro svolto, aveva voluto omaggiarlo con un attestato di benemerenza le cui decorazioni ricordavano quelle della ketubah, il contratto matrimoniale. A consegnarglielo era stata l’allora presidentessa Daniela Misul. Vi si legge: “Al prof. Enzo Collotti, che ha dedicato la sua vita di studioso alla storia della Germania nazista, della Shoah e della Resistenza, in occasione dei suoi ottant’anni con la riconoscenza e gli auguri della Comunità ebraica di Firenze”.
(In alto: Enzo Collotti durante una video intervista della Regione Toscana, in basso l'attestato di benemerenza nelle mani dell'allora presidentessa degli ebrei fiorentini Daniela Misul)
Leggi
|
|
L'INIZIATIVA PROMOSSA DALLA FONDAZIONE BENI CULTURALI EBRAICI IN ITALIA
“Antiche catacombe ebraiche di Venosa,
fermento che alimenta conoscenza"
![](https://mcusercontent.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/ba1a979e-3e25-1aa6-e251-f7983fb0de44.jpg)
Le antiche catacombe ebraiche di Venosa sono da tempo l’oggetto di un forte impegno per la tutela e valorizzazione di un sito dalle molte potenzialità.
Un’occasione per fare il punto sul cammino percorso arriverà con la prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica (10 ottobre). Nel corso della manifestazione, durante un incontro dedicato che vedrà l’intervento di alcuni protagonisti di questo sforzo, sarà infatti presentato Le catacombe ebraiche di Venosa: recenti interventi, studi e ricerche. Un testo di grande interesse, con vari contributi all’interno: a pubblicarlo l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale con la curatela di Giancarlo Lacerenza, Jessica Dello Russo, Maurizio Lazzari e Sabrina Mutino.
“Lo sviluppo della complessa attività di studio, di recupero e di valorizzazione delle catacombe di Venosa, ora in pieno fermento, rappresenta un contributo di grande significato per la conoscenza della storia e della cultura della comunità ebraica italiana e dell’apporto da essa arrecato, lungo l’arco di oltre due millenni, alla civiltà del Paese”, sottolinea il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni.
L’evento, che ha il patrocinio della Fondazione stessa oltre che della Comunità ebraica di Napoli, si aprirà con i saluti della sindaca Marianna Iovanni; di Francesco Canestrini, ex Soprintendente SABAP Basilicata; Annamaria Mauro, direttrice della Direzione Regionale Musei Basilicata; Andrea Manzo, Direttore DAAM dell’Università di Napoli L’Orientale. Seguiranno una visita guidata alla sezione ebraica del Museo archeologico nazionale Mario Torelli e l’apertura straordinaria, sempre con visita guidata, alle catacombe.
Leggi
|
|
IL NUOVO LIBRO DI FIAMMA NIRENSTEIN
“Anche le vite ebraiche contano"
Più che un libro, una lettera che esprime stupore. Ma anche indignazione, angoscia, rabbia. “Ero arrabbiata – racconta l’autrice – mentre lo scrivevo di getto, circondata da un mucchio di fogli sparsi, con accanto i libri scritti da me e quelli di altri autori che come me si sono occupati di antisemitismo nel corso degli anni. Anni in cui l’antisemitismo sarebbe dovuto sparire, e invece è cresciuto e si è fatto esplicito…”.
È l’amara constatazione con cui si apre Jewish Lives Matter. Diritti umani e antisemitismo, l’ultimo saggio di Fiamma Nirenstein da oggi in libreria con l’editore Giuntina. Un titolo forte, ad effetto, che ricalca lo slogan impostosi su scala globale dopo l’orrendo omicidio di George Floyd e con la mobilitazione contro il razzismo che in tutto il mondo ha preso il via da allora.
Una iniziativa importante, necessaria. Ma ricca anche di zone oscure e spesso connotata, ricorda Nirenstein, da “un tratto antisemita che mostra delle serie falle nella scelta antirazzista stessa”. Ad esempio quando “compara la violenza della polizia a quello che chiama ‘il genocidio’ del popolo palestinese” o “collega la persecuzione dei neri all’esistenza di Israele, sentina di tutti i mali”. Accuse ridicole, ma che hanno finito per riverberarsi con effetti nefasti. Una delle tanti fonti di delegittimazione d’Israele. “La nuova fase storica dell’antisemitismo”, come la chiama Nirenstein. Un problema che avrebbe ormai superato ogni livello di guardia.
Leggi
|
|
Islam, una realtà plurale
![](https://gallery.mailchimp.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/f0d41ff8-b027-482a-aed1-ac00bf1d4522.jpg) È diffusa l’immagine dell’Islam come un blocco compatto, un monolite, irriducibile ai valori morali e politici costruiti dall’Occidente – tra mille contraddizioni – nel corso di molti secoli. Ma è proprio così? L’Islam è davvero quel monolite descritto nella prosa semplificata di alcuni analisti?
Se ci riferiamo ai sistemi politici e alla prassi di governo non possiamo non vedere come nel mondo islamico sia presente una pluralità di opzioni. Per comprendere questa pluralità non serve assumere come pietra di paragone i sistemi democratici dell’Occidente.
Se si assume questo punto di vista si rischia di negarci in partenza la comprensione di ciò che si muove all’interno dell’Islam. Se evitiamo lo scoglio del confronto e cerchiamo di comprendere il mondo islamico per quello che è, ci rendiamo conto che al suo interno convivono in maniera conflittuale teorie e prassi di governo profondamente diverse tra loro.
|
|
|
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|
|
|