Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     15 Ottobre 2021 - 9 Cheshvan 5782
IL PARTITO SOVRANISTA RINUNCIA ALLA PARTECIPAZIONE CONCORDATA 

16 ottobre 1943, Roma ricorda
Il passo indietro di Fratelli d'Italia 

Ieri sera l’annuncio di una partecipazione che, appena divenuta di pubblico dominio, ha suscitato molte reazioni. Stamane, in stretta prossimità dell’evento, il passo indietro: un rinvio a data da destinarsi “per evitare qualsiasi incomprensione in occasione della celebrazione di un anniversario così importante per la storia d’Italia e di Roma”.
Né Giorgia Meloni né la delegazione di Fratelli d’Italia attesa davanti al Tempio Maggiore di Roma si è oggi presentata alla solenne cerimonia di deposizione delle corone in ricordo delle vittime del 16 ottobre ’43, il giorno in cui oltre mille ebrei romani furono rastrellati e deportati nei campi di sterminio.
 


Il partito sovranista, al centro in queste settimane di inquietanti casi di cronaca legati ai suoi rapporti con l’estrema destra neofascista ed eversiva, ha deciso all’ultimo di non intervenire. Di evitare questo passaggio concertato insieme alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello in occasione di quella che Fratelli d'Italia, accreditato dai sondaggi di un consenso crescente a livello nazionale, ha definito “una cordiale telefonata”.
Malumori profondi, alla notizia della visita, all’interno dell’ebraismo romano e italiano. Molte le voci di protesta che si sono levate e che hanno costretto a un ripensamento del programma. Così FdI in una seconda nota diffusa stamane: “Con il presidente della Comunità Ruth Dureghello avevamo concordato di partecipare alle commemorazioni e alle deposizione di una corona di fiori con una delegazione di parlamentari per poter esprimere di persona la vicinanza e l’amicizia di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei. Purtroppo, però, ci è stato fatto sapere che all’interno della Comunità non tutti erano d’accordo nel portare questa testimonianza alla vigilia delle elezioni”.

Alla cerimonia, caratterizzata da un momento di raccoglimento silenzioso, è seguita una tappa a Largo 16 Ottobre, davanti e dentro la Casina dei Vallati. L’occasione è stata data dalla presentazione di una mappa interattiva realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma che vi ha sede, “16 ottobre 1943. Geografia della Deportazione”, curata da Marco Caviglia, Isabella Insolvibile e Amedeo Osti Guerrazzi. Uno strumento innovativo, rivolto in particolare ai giovani ma non soltanto a loro, che permetterà di “navigare” all’interno del tessuto urbano della città, per esplorare i luoghi degli arresti, i comandi della polizia nazista, le tappe della deportazione.
“Chi ha interesse può venire a trovarci durante l’anno, in ogni momento. Quando non c’è attenzione mediatica, quando non ci sono giornalisti” la sottolineatura del presidente della Fondazione Mario Venezia, che ha voluto dedicare questa giornata al ricordo dell’attivista per la Memoria Carla Di Veroli. “La Shoah è un fatto anche italiano. L’assunzione di responsabilità non è stata fatta però a sufficienza” ha commentato Noemi Di Segni, presidente UCEI. “Fare Memoria – ha poi aggiunto – significa anche agire con coerenza nei testi di leggi e norme”. Rivolgendosi ai molti giovani presenti, ha poi ricordato come “ciascuno di noi debba pensare con attenzione alle parole che dice e scrive”.
La presidente Dureghello si è soffermata sull’impatto di quel 16 ottobre sulla sua famiglia, su come i nazisti andarono a colpire anche in quartieri lontani dall’antico ghetto. “Per molti anni abbiamo raccontato solo una parte della storia”, la sua osservazione al riguardo. La mappa risponde proprio a un’esigenza di informazione e completezza. “Noi oggi – ha affermato – siamo qui a presidiare Memoria, cultura e civiltà del Paese”. In precedenza, parlando con i giornalisti, si era espressa sul rinvio dell’occasione d’incontro con Fratelli d’Italia per evitare “incomprensioni” e “ambiguità”.
La razzia – interviene anche rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – si svolse in tutta la città. “Una storia non ancora conosciuta fino in fondo e in cui – il suo pensiero – ogni dettaglio ha un suo significato”. Dal rav è arrivato anche un monito all’esercizio della vigilanza. Tre le azioni da compiere in tal senso: “Conoscere, stare attenti, ammonire”.
“La mappa interattiva dovrà servire a restituirci la percezione di cosa è avvenuto. La Memoria è fatta anche delle singole persone, dalle singole famiglie”, la riflessione dell’ex sindaco Walter Veltroni. D’accordo Smadar Shapira, Consigliere per gli Affari Pubblici dell’ambasciata israeliana: “Fare Memoria della Shoah è un compito di responsabilità. La nostra è una sfida anche educativa”.

(Nelle immagini: la deposizione delle corone davanti al Tempio Maggiore; il raccoglimento a Largo 16 Ottobre 1943; il benvenuto di Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah; la testimonianza di Emanuele Di Porto, salvatosi dal rastrellamento)

Adam Smulevich

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I RABBINI ITALIANI AL VOTO ANCHE PER LA CONSULTA

Ari, eletto il nuovo Consiglio

Si sono svolte negli scorsi giorni le votazioni dell’Assemblea Rabbinica Italiana per l’elezione di cinque rabbini componenti il Consiglio dell’Ari e per la designazione di cinque rabbini tra i quali il prossimo Consiglio UCEI eleggerà i tre componenti della Consulta Rabbinica.
Le votazioni, cui ha partecipato un’ampia maggioranza degli iscritti, hanno portato all’elezione di rav Alfonso Arbib, rav Ariel Di Porto, rav Riccardo Di Segni, rav Giuseppe Momigliano e rav Gad Fernando Piperno. Nei prossimi giorni il Consiglio si riunirà per eleggere le cariche previste dal regolamento e formulare nuovi programmi e progetti.
Per il perdurare della situazione di emergenza sanitaria le votazioni si sono svolte eccezionalmente in una duplice modalità – in presenza, per i rabbini delle Comunità di Milano e Roma – e via posta per gli altri membri dell’Ari.
Il regolamento prevede che partecipino alle votazioni per il rinnovo del Consiglio tutti i membri dell’Assemblea Rabbinica, rabbini e maskilim. Sono però eleggibili solo gli iscritti in possesso del titolo di rav; per la Consulta hanno diritto di voto tutti i rabbini iscritti all’Ari ma sono eleggibili solo coloro che svolgono o hanno svolto in passato il ruolo di rabbino capo.
Informa l’Ari che i nomi dei rabbini designati dalle votazioni per la Consulta Rabbinica saranno comunicati congiuntamente ai risultati delle prossime elezioni UCEI.

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GLI ISCRITTI DI ROMA E MILANO AL VOTO DOMENICA 

Elezioni UCEI: liste, candidati, programmi

Domenica 17 ottobre sono in programma le elezioni per il nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Ad esprimersi nell’urna gli iscritti delle due Comunità più grandi del Paese, Roma e Milano, che eleggeranno rispettivamente 20 e 10 Consiglieri. Completeranno l’organismo i rappresentanti (uno per ciascuna) delle altre 19 Comunità italiane e i tre membri di spettanza dell’Assemblea Rabbinica Italiana. 
Tutte le liste, i candidati, i programmi. 

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A destra e a sinistra
Sarebbe bene intendersi sul nesso fra democrazia e rappresentanza istituzionale. In troppi, mi pare, sono inclini a pensare che la prima coincida con la “volontà popolare”. Questa, spesso urlata per le piazze e alimentata da slogan tanto efficaci sul piano della propaganda quanto poco concreti su quello dell’effettivo governo, rischia di condurre in breve tempo proprio all’annichilimento della democrazia stessa. Allora bisogna dirlo in maniera chiara e non equivoca: la democrazia non è quella cosa lì. In Italia siamo arrivati a stabilire un sistema democratico dopo una sanguinosa guerra civile e di occupazione. Un equilibrio che è stato precario per molto tempo, ma che si è fondato e ha messo radici su regole certe, scritte e condivise nella Costituzione. Una carta fondamentale che è, apertis verbis, antifascista. A questo punto bisogna intendersi su cosa sia il fascismo, nella prospettiva costituzionale.
Gadi Luzzatto Voghera
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Il divieto per i kohanim
Nella nostra parashà – Lekh Lekhà – leggiamo un fatto piuttosto curioso: “E Malkì Tzdeq re di Shalem, che era un sacerdote del D-o altissimo, estrasse del pane e del vino” (Bereshit 14;18)
Si narra nel midrash che Malkì Tzedeq non fosse altri che Shem, figlio primogenito di Noach e che fosse un Sacerdote: un Kohen.
 
Rav Alberto Sermoneta
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Regole, complottismi e compagnie
Più volte ho avuto l’impressione che nel mondo ebraico la tendenza alla ribellione contro le restrizioni, i vaccini e il green pass sia molto più rara che nel resto della società. Naturalmente potrei sbagliarmi, dato che la mia visione del mondo ebraico è parziale e periferica, ma supponendo che la mia ipotesi sia corretta vale la pena di analizzarne le cause.
Prima di tutto c’è l’esempio positivo di Israele e la nostra conoscenza diretta di quello che accade là: difficile, per esempio, essere diffidenti verso la terza dose avendo parenti e amici che l’hanno fatta e stanno benissimo.
In secondo luogo c’è la nostra abitudine al rispetto delle regole, che non riguarda solo gli ebrei osservanti: chiunque organizzi eventi comunitari, attività per i giovani, feste, conferenze, ecc. non può non tener conto per lo meno della kasherut, dello shabbat e delle feste.
Anna Segre
Lo sciopero dei portuali
Quando penso a uno “sciopero” mi viene automaticamente in mente il film I compagni di Mario Monicelli (1963). Forse perché sentii qui per la prima volta questa parola. Una pellicola di Monicelli poco conosciuta che da piccolo io e mio padre guardavamo spesso. Il contesto è la Torino di fine Ottocento. In una fabbrica tessile l’ennesima morte di un operaio spinge i lavoratori a richiedere ai propri “padroni” una riduzione dell’orario di lavoro da quattordici a tredici ore giornaliere. Il gruppo raggiungerà una certa coesione e forma ideologica soprattutto grazie all’arrivo in città del professor Sinigaglia – un cognome indubbiamente ebraico – il quale esorterà gli operai allo sciopero ad oltranza.
Francesco Moises Bassano
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