Regole, complottismi
e compagnie
Più volte ho avuto l’impressione che nel mondo ebraico la tendenza alla ribellione contro le restrizioni, i vaccini e il green pass sia molto più rara che nel resto della società. Naturalmente potrei sbagliarmi, dato che la mia visione del mondo ebraico è parziale e periferica, ma supponendo che la mia ipotesi sia corretta vale la pena di analizzarne le cause.
Prima di tutto c’è l’esempio positivo di Israele e la nostra conoscenza diretta di quello che accade là: difficile, per esempio, essere diffidenti verso la terza dose avendo parenti e amici che l’hanno fatta e stanno benissimo.
In secondo luogo c’è la nostra abitudine al rispetto delle regole, che non riguarda solo gli ebrei osservanti: chiunque organizzi eventi comunitari, attività per i giovani, feste, conferenze, ecc. non può non tener conto per lo meno della kasherut, dello shabbat e delle feste. Anzi, forse paradossalmente proprio le persone non osservanti sono quelle più abituate ad accettare vincoli e restrizioni di cui personalmente non vedono la ragione, con la consapevolezza che solo così si potrà avere una comunità unita perché la violazione delle mitzvot impedirebbe la partecipazione di tutti. Insomma, siamo tutti un po’ abituati all’idea che non c’è niente di male a fare qualche sacrificio per il bene della comunità.
Inoltre credo che abbia una grande influenza sul nostro modo di sentire il fatto che quasi sempre l’opposizione ai vaccini e al green pass si fonda su teorie complottiste che molto spesso sono antisemite, o per lo meno danno per scontati molti pregiudizi antisemiti. E anche chi non è antisemita evidentemente non si scandalizza più di tanto e non sente più di tanto il bisogno di tenersi alla larga da certe compagnie. Abbiamo visto nell’ultima settimana che le compagnie in questo caso sono proprio pessime. È vero che anche noi ebrei non sempre prestiamo la dovuta attenzione all’identità dei nostri compagni di strada ma a tutto c’è un limite, e chi è stato vittima del fascismo non può non preoccuparsi di fronte ad atti di squadrismo come quelli a cui abbiamo assistito. Dimmi con chi non ti scandalizzi di andare e io ti dirò chi sei. Chi non comprende che una sede sindacale devastata è infinitamente più pericolosa di un’iniezione non può meritare la nostra fiducia.
Anna Segre
(15 ottobre 2021)