Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       3 Gennaio 2022 - 1 Shevat 5782
DAL 9 GENNAIO IL VIA LIBERA A CHI ARRIVA DA ALCUNI PAESI, TRA CUI L'ITALIA  

Vaccinati e guariti, Israele riapre (in parte) i suoi confini

Chi vola dall'Italia potrà, a partire dal prossimo 9 gennaio, entrare in Israele, sempre se vaccinato o guarito dal Covid. Lo hanno annunciato nelle scorse ore le autorità di Gerusalemme, riducendo in parte il blocco degli ingressi agli stranieri imposto a novembre per arginare la variante Omicron. In particolare la decisione è stata di aprire ai paesi cosiddetti arancioni, con l'obbligo per chi arriva di compilare un modulo online in ingresso, eseguire un test molecolare o rapido prima di imbarcarsi sull'aereo, fare un molecolare all'atterraggio in Israele con quarantena fino all'esito negativo di quest'ultimo. L'Italia è annoverata tra i paesi arancioni, da qui la possibilità per chi parte dal paese di atterrare all'aeroporto Ben Gurion.
Israele manterrà invece il blocco su Stati Uniti, Gran Bretagna, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Tanzania, Messico, Svizzera e Turchia, che sono annoverati nella lista rossa.

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PAGINE EBRAICHE GENNAIO 2022 - SEGNALIBRO

La vocazione del rav Soloveitchik

Il primo tentativo in lingua italiana di un bilancio complessivo sulle opere scritte e sugli insegnamenti orali di un grande Maestro del Novecento. Si presenta così Antropologia halakhica. Saggi sul pensiero di Rav Joseph B. Soloveitchik (ed. Salomone Belforte), raccolta di saggi etico-filosofici e halakhico-politici a cura del professor Massimo Giuliani. L’autore, collaboratore da molti anni di Pagine Ebraiche, è professore di Pensiero ebraico all’università di Trento; di Cultura e religione ebraica all’università di Urbino, e di Filosofia ebraica presso il Diploma universitario in studi ebraici UCEI.

L’influenza di un maestro di Torà può essere valutata sia dal numero sia dalla qualità dei suoi studenti, anche se la sua importanza e l’originalità del suo pensiero non dipendono da questi numeri né da tale qualità. Nel caso di rav Joseph Dov Ber Ha-Levi Soloveitchik (Pruzhany, Bielorussia 1903-New York, NY 1993) questi due criteri si sommano, però, confermando il giudizio pressoché unanime da parte degli storici del giudaismo contemporaneo per i quali, anche grazie all’avere ordinato, in quanto responsabile della Yeshiva University, circa duemila rabbini ortodossi, Soloveitchik “ha costituito l’autorità (e non solo un’autorità) in materia di legge ebraica per la quasi totalità degli ebrei ortodossi nordamericani, persino per coloro che, da destra, oggi tendono a sminuire o denigrare il suo contributo”.
In quanto erede della grande tradizione rabbinica lituana il Rav, come era da tutti chiamato, è stato un halakhista di raffinata sottigliezza esegetica ed ermeneutica, anche se non un poseq [decisore halakhico] nel senso stretto del termine; al contempo fu un acuto filosofo della religione, che aveva lavato i panni nell’Arno della gnoseologia di Kant, del proto-esistenzialismo di Kierkegaard e dell’antropologia religiosa di Rudolf Otto.
La sua ambizione però era e restò sempre quella di essere un morè, un talmid chakham nella linea prestigiosa del padre Moshe e del nonno Chajjim di Brisk, di essere cioè uno studioso e un maestro di Torà capace di coniugare il rigore e la fedeltà alla verità (emet) di Moshe rabbenu con la compassione e l’inclinazione alla pietà (chesed) di Aron ha-kohen.
Lo storico Jonathan D. Sarna, della Brandeis University, ha tratteggiato con precisione la sua fisionomia intellettuale nel panorama dell’ondata immigratoria ortodossa giunta negli Stati Uniti tra gli anni Trenta e Quaranta del XX secolo. Scrive Sarna che Soloveitchik, arrivato oltre Atlantico con il padre nel 1932 dopo aver conseguito il dottorato in filosofia a Berlino, «rappresentò un’eccezione, rispetto agli altri grandi rabbini e saggi ortodossi, per il fatto di non aver cercato di ricreare in America il mondo della sua gioventù est-europea », il mondo degli shtetlach e delle yeshivot lituane.
A Boston, dove aveva scelto di vivere, Soloveitchik iniziò la sua attività professionale e vocazionale (nel senso del tedesco Beruf) di educatore, di maestro e di guida spirituale dell’ortodossia americana influenzandola in profondità almeno sino agli inizi degli anni Ottanta, allorquando – annota sempre Sarna – uno spostamento a destra dell’ebraismo ortodosso indebolì la cosiddetta modern orthodoxy, che ebbe proprio in Soloveitchik il suo punto di riferimento almeno fino al di lui pensionamento, avvenuto nel 1984.

Massimo Giuliani

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LA NOTA DELL'ARI 

"In sinagoga, rispetto delle regole sanitarie
e massima prudenza"

Un forte senso di responsabilità. È quanto chiede l'Assemblea dei rabbini d'Italia, comunicando le nuove disposizioni da seguire per poter accedere nelle sinagoghe. Un accesso possibile soltanto a chi è in possesso di Green pass. Chi desidera entrare in sinagoga nei giorni di Shabbat, spiega l'Ari, dovrà consegnare a mano o inviare copia del certificato verde alla sinagoga in tempo utile prima dell'inizio di Shabbat (secondo gli orari di ciascuna comunità). All'interno delle sinagoghe, è obbligatorio indossare mascherine FFP2 in maniera corretta, coprendo naso e bocca. Le mascherine chirurgiche non saranno più utilizzabili. Come già previsto in precedenza, è necessario mantenere sempre il distanziamento di almeno un metro.
“Vista la situazione, - evidenzia l'Assemblea rabbinica - è necessario avere la massima prudenza, tutelando con i propri comportamenti la propria salute e non provocando pericoli per gli altri”.

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IL CONSIGLIERE SAUL MEGHNAGI NOMINATO COORDINATORE

Cultura, Memoria e Antisemitismo,
la Commissione UCEI al lavoro

Agire contro l'antisemitismo con attività culturali in positivo, facendo conoscere l'ebraismo e il ruolo delle comunità ebraiche. Valorizzare il contributo del pensiero ebraico all'interno del dibattito sui grandi temi valoriali del Paese. Avviare percorsi di formazione sull'ebraismo rivolti sia all'esterno sia all'interno, con particolare attenzione ai giovani. Realizzare nuovi progetti dedicati al tema della musica ebraica. Costruire percorsi comuni per raccontare Israele. Sono alcune delle tematiche toccate dalla Commissione Cultura, Memoria e Antisemitismo dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, insediatasi a fine dicembre. Nell'occasione i componenti della Commissione hanno eletto come Coordinatore della stessa il Consigliere UCEI Saul Meghnagi.

 

APERTE LE ISCRIZIONI PER LA QUINTA EDIZIONE DELLA RUN FOR MEM

Il 23 gennaio a Novara, di corsa per la vita

Correre per la Memoria, correre per la vita, correre per il futuro. Quinto appuntamento, domenica 23 gennaio 2022 a Novara, con la Run for Mem. La corsa per un ricordo consapevole, organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione, quest'anno, con la Comunità ebraica di Vercelli, Biella, Novara.
Cinque chilometri di percorso con tappe in diversi luoghi simbolo della città piemontese per mantenere viva la Memoria. Una risposta simbolica a quel corteo no vax che, proprio a Novara, aveva strumentalizzato in modo vergognoso la Shoah, con i manifestanti che avevano oltraggiato la storia travestendosi da deportati nei lager.
Clicca qui per compilare il modulo d'iscrizione

 

Coscienza civica
In Russia è stata sciolta l'Associazione internazionale Memorial. È un fatto gravissimo, che fa seguito ad anni di persecuzioni, con cui il regime di Putin ha voluto annientare la riflessione sul totalitarismo comunista e la lotta per i diritti umani.
Memorial è nata nel 1989 ad opera di alcuni importanti dissidenti, fra cui il premio Nobel Andrej Sacharov. Ecco come uno dei suoi fondatori, Arsenij Roginskij, suo presidente mancato prematuramente nel 2017, rifletteva sul confronto fra la memoria della Shoah in Occidente e quella dello stalinismo all'Est, un tema che gli era caro come russo e come ebreo:
"Dopo il 1945, in Europa occidentale la riflessione sulla catastrofe del nazismo e della guerra ha fatto sì che i valori della democrazia, della libertà e dei diritti dell’uomo diventassero la base del viver sociale. Da noi non è avvenuto niente di simile. La catastrofe del Terrore, che è stato per la società un trauma per molti versi simile non è stata mai stata rielaborata, nemmeno dopo il crollo del regime sovietico. Il risultato è che la memoria storica della Russia è frammentaria, lacunosa e contraddittoria".
Anna Foa
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Oltremare - Magneti
Il mio frigorifero è fermo a fine 2019. All'esterno, si intende. I cibi che contiene sono di gran lunga più recenti. Anzi, a guardar bene, le più recenti facce che sorridono colorando il bianco della porta che apro decine di volte al giorno, risalgono a fine  marzo di quel lontano anno, precedente alla attuale era. E non è che la gente da allora abbia smesso di sposarsi, celebrare Bar Mizva, eventi di lavoro o altri momenti felici.
Daniela Fubini
Storie di Libia - Herzel Fadlun
Herzel Fadlun, ebreo di Libia, nato a Tripoli. Dedica questa intervista a tutti gli ebrei libici e alla loro sofferenza causata dal trattamento discriminatorio subito allora per mano araba. Herzel viveva con i genitori e otto fratelli in Corso Sicilia. Suo padre era il titolare di una ditta di spedizioni e trasporti. Grazie alle carrozze, ai camion e ai vari mezzi di cui disponeva la sua azienda, moltissime famiglie ebraiche poterono lasciare la campagna e i paesi intorno a Tripoli per raggiungere la capitale, dove fu allestito un enorme caseggiato denominato Fendeq Shemlali per alloggiarli in attesa di essere imbarcati per raggiungere Israele. Questa fu la più grande Aliyah mai fatta. 
David Gerbi
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Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
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