ZELENSKY RISPONDE A LAVROV
"Antisemitismo e menzogne sulla tv italiana,
Mosca ha dimenticato la lezione della Storia"
Le dichiarazioni antisemite e senza contraddittorio del ministro degli Esteri russo Lavrov hanno fatto il giro dal mondo. E naturalmente sono arrivate alle orecchie del primo ministro ucraino Zelensky, ebreo, nipote di combattenti anti-nazisti e la cui famiglia fu duramente colpita dalla Shoah. “Il ministro degli Esteri russo ha affermato apertamente e senza esitazione che i più grandi antisemiti sarebbero stati tra gli ebrei stessi. E che pure Hitler avrebbe avuto sangue ebraico. Come è possibile sostenere una tesi del genere alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo?”, si è domandato in un intervento trasmesso nelle scorse ore.
A detta del presidente ucraino i veleni diffusi da Lavrov sarebbero “la prova che le autorità russe hanno dimenticato tutte le lezioni della seconda guerra mondiale, o forse non le hanno mai imparate”. Zelensky si è poi chiesto: “Adesso che questa posizione è nota, l’ambasciatore israeliano rimarrà a Mosca? Le relazioni con la Russia saranno le stesse?”.
Il ministro degli Esteri d'Israele Yair Lapid ha stigmatizzato con forza le parole del suo omologo. “Le osservazioni del ministro degli Esteri Lavrov sono sia imperdonabili e oltraggiose che un terribile errore storico. Gli ebrei non si sono uccisi da soli nella Shoah. Il livello più basso di razzismo contro gli ebrei – il suo pensiero – è accusare gli ebrei stessi di antisemitismo”.
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AL CICLISTA ITALIANO IL COMPITO DI GUIDARE IL TEAM
Israele torna al Giro, nel segno di capitan Nizzolo
Sarà un italiano a guidare la Israel Premier Tech (già Israel Cycling Academy e Israel Start Up Nation) nella sua quinta partecipazione al Giro d’Italia che prenderà il via venerdì prossimo, con una nuova partenza dall’estero, da Budapest.
Scelta migliore non poteva essere fatta visto il percorso e la carriera di chi si è scelto di designare come capitano di una squadra che, pur giovane, ha già mostrato di essere ambiziosa. Nella carriera del 33enne Giacomo Nizzolo, tra i velocisti più forti in gara, ci sono infatti ben due titoli di campione nazionale (2016 e 2020), un alloro europeo (2020) e la vittoria di due classifiche a punti al Giro (2015-2016).
Un palmares che ha convinto il team di Sylvan Adams a puntare tutto (o quasi) su di lui, mettendogli al fianco una rosa di corridori costruita per sostenerlo al meglio in quelle volate dalle quali ci si aspetta possa uscire, almeno una volta, vincitore. Nel “treno” che dovrà supportarlo spicca tra gli altri il nome dell’inglese Alex Dowsett, che nel 2020 regalò al team la prima storica vittoria in una frazione del Giro. Una certa libertà d’azione sarà poi concessa ad Alessandro De Marchi, l’altro italiano della Israel, che nel 2021 vestì per 48 ore la maglia rosa regalando agli appassionati israeliani una soddisfazione forse ancora più indimenticabile. Da lui, ha detto il direttore sportivo Oscar Guerrero, è lecito aspettarsi qualche attacco. Soprattutto nella seconda e terza settimana.
Per la prima volta da quando partecipa al Giro, al via non ci saranno atleti israeliani. Le altre cinque scelte sono infatti il belga Jenthe Biermans, l’austriaco Mathias Brändle, il canadese Alexander Cataford, lo svizzero Reto Hollenstein e il tedesco Rick Zabel.
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L'INIZIATIVA AL MONTE STELLA
Dalla Russia a Milano, voci di libertà
La repressione della libera informazione in Russia ha costretto decine di giornalisti a lasciare il paese. L’invasione dell’Ucraina ha aggravato ulteriormente la situazione. “Dopo il 24 febbraio è entrata in vigore da noi una censura militare e nel giro di poche settimane sono stati chiusi tutti i media indipendenti” il racconto della giornalista di Novaja Gazeta, Zoya Svetova. Arrivata dopo due giorni di viaggio da Mosca, dormendo nell’aeroporto di Dubai, Svetova ha voluto testimoniare di persona, su invito dell’associazione Gariwo, le condizioni sempre più precarie dell’informazione libera in Russia. Dal Monte Stella di Milano la giornalista ha ricordato, assieme a Galina Timchenko, fondatrice del sito russo indipendente Meduza, cosa significa per i colleghi cercare di non farsi imbavagliare dal regime di Putin.
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L'INTERVENTO SUL SITO DELLA COMUNITÀ DI MILANO
Lettera a Meloni e La Russa, la nota del presidente
Il sito della Comunità ebraica di Milano Mosaico ha dato diffusione alla seguente nota del presidente della Comunità Walker Meghnagi:
“In questi giorni è apparso un mio messaggio strettamente personale sul Secolo d’Italia, che è stato utilizzato strumentalmente come sostegno al convegno organizzato da Fratelli d’Italia.
A un invito a cui non ho aderito, ho risposto che sto seguendo con attenzione l’evoluzione della destra che, seppur dimostri vicinanza alla Stato di Israele e abbia fatto passi avanti nella consapevolezza della storia della Shoah, ha ancora una forte necessità di fare i conti con le sue pericolose frange estremiste, condannando senza ambiguità gli orrori del fascismo...".
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La mano nera
![](https://gallery.mailchimp.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/684501fb-3074-4ec0-8345-cc215031842f.png) Con molto rammarico, negli ultimi tempi, ho diradato i rapporti con un caro amico, squisita persona, degnissima figura di curioso intellettuale. Mi ha detto che Giorgia Meloni è una affidabile amica degli ebrei, e io gli ho risposto delicatamente ma fermamente opponendogli le mie perplessità.
Giorgia Meloni, è vero, si sta proponendo come rappresentante di un nuovo schieramento di destra, di destra liberale, portatrice di nobili ideali di patriottismo e libertà e di una fumosa politica sociale fatta di parole al vento. Sul suo patriottismo sovranista fuori tempo non abbiamo dubbi. Qualche perplessità ci rimane invece sulla sua idea di libertà. Libertà di chi? Libertà per chi? Libertà quando? Quali libertà? Ci può portare qualche evidenza storica realizzata del suo concetto di libertà?
Ma ciò che più attanaglia la nostra mente confusa è la posizione di Giorgia Meloni, dei suoi colleghi di partito e dei suoi elettori su un punto che a noi ebrei sta molto a cuore: il rapporto con il fascismo.
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La questione principale
![](https://gallery.mailchimp.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/51f7919c-bbfe-4a37-afb6-ec9536603d0f.jpg) Un Vice Comandante della Polizia Municipale si è reso noto a livello nazionale per aver postato su Facebook “Rossoneri ebrei”, “Finalmente si torna nella posizione naturale di dominio sugli ebrei”, ecc., essendosi poi scusato dicendo che il suo era un linguaggio da ultrà calcistico senza contenuto antisemita. A noi non importa nulla del caso specifico, e non ci interessa nemmeno giudicarlo, perché per farlo dovremmo avere dei poteri specifici d’indagine. Quello che ci stupisce, invece, è che in un Paese di legulei veri, di legulei presunti e di aspiranti legulei, la questione principale (che non riguarda questa persona, che non siamo in grado di giudicare), non passi in secondo piano ma, peggio, sia del tutto ignorata.
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La Costituzione italiana e l'aiuto militare all'Ucraina
![](https://gallery.mailchimp.com/97ebe9f08a07fbd119338f996/images/f792dea6-320b-4498-b2f0-f42d5cdf7826.jpg) È davvero contrario alla nostra Costituzione, come molti con veementi proteste sostengono, l’invio di armi all’Ucraina? Armare chi si difende è porsi comunque sulla via proibita della guerra?
Tento di dare una risposta, premettendo che non sono uno “scienziato” della materia (né giudice costituzionale, né professore di diritto costituzionale) ma un semplice docente di storia e filosofia che prova a legare la funzione del dettato costituzionale non all’applicazione letterale del suo testo ma al ruolo politico, civile e morale di fondo che il documento fondativo dello Stato italiano viene ad assumere.
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