IL DIPLOMATICO INDICATO DAL MINISTERO DEGLI ESTERI 

Alon Bar, la scelta d'Israele
per l'ambasciata in Italia

In attesa della conferma da parte italiana, Israele ha scelto chi la rappresenterà a Roma: Alon Bar, attualmente a capo dell'establishment politico-strategico del ministero degli Esteri, è stato infatti indicato come nuovo ambasciatore israeliano in Italia. Bar, scelto dal comitato per le nomine del Ministero degli Affari Esteri, dovrebbe così prendere il testimone dall'attuale ambasciatore Dror Eydar, il cui mandato terminerà in estate. Diplomatico di lungo corso, Bar ha seguito da vicino diverse questioni delicate per Gerusalemme. Esempio più recente la sua missione, il 9 maggio scorso, in Turchia per incontrare la controparte di Ankara e preparare - come ha raccontato il giornalista Barak Ravid - la visita in Israele del ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. Una missione prevista per il prossimo 26 maggio, diretta a proseguire il percorso di riavvicinamento tra i due paesi. 
Sul piano dei rapporti con l'Europa, Bar è intervenuto nella crisi tra Polonia e Israele, criticando Varsavia per la sua controversa legge che ha reso molto difficile ai sopravvissuti alla Shoah ottenere la restituzione delle proprietà sequestrate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Al diplomatico era stato affidato l'incontro con l'ambasciatore polacco in Israele Marek Magierowski, convocato per protestare formalmente contro la norma. In quell'occasione Bar, si leggeva in una nota, aveva evidenziato come il provvedimento interessava “il 90 per cento delle richieste presentate dai sopravvissuti o dai loro discendenti per recuperare le proprietà depredate”. Si chiedeva quindi a Varsavia di tornare sui propri passi e modificare la norma. Appello inascoltato, con la conseguente crisi diplomatica tra i due paesi e con la norma varata dal parlamento polacco..

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PAGINE EBRAICHE, VERSO LA FIERA DI TORINO

"Sopravvissuti a tre grandi crisi, 
Salone del Libro più forte che mai"

Due giorni prima dell’apertura del Salone internazionale del Libro di Torino il direttore della manifestazione, Nicola Lagioia, non si risparmia. Il luogo dell’incontro è un segno della disseminazione, fortemente voluta e portata avanti con determinazione: alla fermata del tram non più in uso, trasformata in parco urbano da Torinostratosferica, la conversazione è vivace, informale. “Siamo sopravvissuti a tre grosse crisi, e siamo qui - ribadisce più volte Lagiogia - e mi sento di poter dire che oggi il Salone è più forte che mai”. Uno sguardo agli anni scorsi, che certo facili non sono sono stati, qualche frecciata a chi non è stato forse tanto capace di sostenere ma soprattutto di capire il Salone, e mille idee, progetti, aneddoti.
Sono tempi inquieti, in cui si mescolano turbolenze e speranze, ma la bibliodiversità resta il filo conduttore della comunità di lettori e lettrici che sta convergendo in questi giorni su una città che ha mostrato di essere capace di passare dall’Eurovision al SalTo22, come viene chiamato dai frequentatori più affezionati, senza scomporsi.
Lagioia oltre a raccontare un po’ di dietro le quinte ha dato un senso forte dell’emozione e della convinzione con cui il progetto viene portato avanti un anno dopo l’altro, e ha concluso - prima che ci si spostasse da un estremo all’altro del Precollinear Park per un aperitivo dedicato a sostenere il progetto di “città migliore possibile senza regole, calcoli di fattibilità, preconcetti” di Torinostratosferica - sognando che da fiera dell’editoria il Salone diventi un vero e proprio centro capace di promuovere cultura, non solo lettura. Oltre a questa edizione Lagiogia ha davanti a sé ancora il SalTo23, un’altra edizione.
Per ora tutto è quasi pronto per “Cuori selvaggi”, il titolo scelto per l’edizione 2022: un fil rouge che accompagnerà gli appuntamenti, le conversazioni, gli spettacoli, le letture, i concerti.

Ada Treves

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IL GESTO DELL'AMBASCIATORE ISRAELIANO NELLA CAPITALE UCRAINA 

Kiev, il simbolico ritorno della bandiera d'Israele

Tra le ambasciate che stanno tornando operative a Kiev, dopo l'evacuazione dovuta all'aggressione russa, c'è anche quella d'Israele. Nelle scorse ore l'ambasciatore Michael Brodsk ha infatti simbolicamente issato di nuovo la bandiera con la stella di Davide nei pressi della sede diplomatica. L'ambasciatore come tutto il corpo diplomatico dal 21 febbraio aveva lasciato Kiev, continuando però a lavorare per aiutare le persone in fuga dalla città e dal paese. In questi mesi Gerusalemme ha duramente condannato l'aggressione russa, soprattutto attraverso il suo ministero degli Esteri, con il Premier Naftali Bennett invece più cauto nelle sue uscite. L'esecutivo si è poi impegnato a fornire aiuti umanitari all'Ucraina, con la realizzazione anche di un ospedale da campo. Sul fronte militare invece, la politica - sulla linea della cautela vista la presenza in Siria della Russia - era stata a lungo quello di evitare coinvolgimenti diretti e quindi escludere l'invio di forniture, anche difensive, ai combattenti ucraini. Una politica modificata adesso, a poche settimane dalla scontro diplomatico con il Cremlino per le vergognose e antisemite affermazioni del ministro degli Esteri Sergej Lavrov su Hitler e gli ebrei. Israele ha infatti consegnato nelle scorse ore duemila elmetti e cinquecento giubbotti protettivi a organizzazioni di emergenza e civili in Ucraina. 

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DOPO IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO ITALIANO 

Risarcimento delle vittime dei crimini nazisti,
il nuovo Fondo e le risposte dell'UCEI

Con un decreto legge promulgato lo scorso 30 aprile, il governo italiano ha istituito un Fondo per il ristoro dei danni subiti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona compiuti dal Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale, nel periodo tra il Primo settembre 1939 e l'8 maggio 1945. A darne notizia, spiegando chi ha diritto ad accedervi ed entro quali termini, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha diffuso una ulteriore comunicazione per dare risposta alle domande ricevute a riguardo (clicca qui).

Ticketless - La saga dei Carmi
Il libro che domenica scorsa si è presentato nel bel cortile della Sinagoga di Casale Monferrato è in qualche modo anche il mio libro. L’album fotografico e le note che lo accompagnano si deve allo sforzo e alla bravura di Bruno Carmi (Alla vita. Le-Chaym, Museo Ebraico di Casale). È una saga famigliare: una famiglia Moskat monferrina, ridisegnata con le parole e le immagini.
Negli anni della mia prima infanzia a Casale Monferrato con la mia famiglia mi recavo per Kippur. La solennità di quella ricorrenza l’ho respirata tra le mura dell’accogliente casa dei genitori di Bruno, la sua Mamma, Nella, il suo indimenticabile Papà, Dario, di cui è fisso nella memoria lo sguardo dell’uomo buono. Con Bruno è nata subito un’amicizia speciale. Una famiglia unita, un calore, quello che Rosselli chiama “senso religioso della famiglia” annettendolo tra i valori superiori dell’etica ebraica. La si percepiva attraversando quelle stanze. Noi bambini venivamo accolti in quella casa con un affetto e una naturalezza inconfondibili. 
Alberto Cavaglion
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Periscopio - La gente a cui il mar s'aperse 
Nel diciottesimo Canto del Purgatorio, dopo avere sviluppato e concluso il dibattito teologico – particolarmente intenso e profondo – sulla natura dell’amore e sul rapporto tra esso e il libero arbitrio, Dante e Virgilio si imbattono nella schiera degli accidiosi, che ricevono il loro castigo per contrappasso, costretti a correre senza tregua lungo la quarta Cornice della montagna. “Ratto, ratto, che ‘l tempo non si perda/ per poco amor” (103-104), gridano le anime: in vita hanno sprecato il loro tempo, ma hanno ben capito l’errore: bisogna correre, fare presto, perché l’accidia è una mancanza di amore. 
Francesco Lucrezi
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