PAGINE EBRAICHE DI SETTEMBRE IN DISTRIBUZIONE
Europa ebraica, la sfida del futuro
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Dall’Ucraina alla Germania, dalla Francia alla Croazia, dal Belgio all’Ungheria. Passando anche dal “laboratorio” Bosnia. Un viaggio in realtà molto diverse per tastare il polso agli umori dell’ebraismo europeo nel periodo di attesa, rinnovamento e trasformazione che stiamo attraversando. Dove sta andando l’Europa? Quali i valori e i principi da preservare? A quali minacce è necessario opporsi?
È il tema del dossier “Europa del futuro” sul numero di Pagine Ebraiche di settembre in distribuzione. Un itinerario polifonico e con molti spunti da raccogliere; oltre le sfide comuni ad emergere sono infatti singole specificità sulle quali vale la pena soffermarsi. L’Ucraina e la sfida degli aiuti umanitari, ad esempio. Uno dei temi di maggiore attualità, con il mondo ebraico che resta in prima linea. Ma anche la Germania e l’elaborazione di un passato doloroso il cui riverbero resta significativo. La Francia e la qualità del suo impegno (non sempre all’altezza) contro il radicalismo islamico. Le battaglie per la difesa dei diritti religiosi, sotto attacco a partire dalla Shechitah, in Belgio.
Il giornale si apre dando appuntamento alla prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica, in programma il 18 settembre con Ferrara città capofila. Rinnovamento, un tema decisivo. Soprattutto, si evidenzia, “in un periodo storico in cui appare urgente un cambio di passo”. Sia sotto il profilo della tutela e la preservazione dell’ambiente a livello globale, sia per quanto riguarda le relazioni internazionali e in particolare la gestione del conflitto scatenato dalla Russia. Un centinaio, in tutto il Paese, le località coinvolte.
Si prosegue con l’approfondimento dei principali temi sollevati durante l’ultima edizione del laboratorio giornalistico UCEI Redazione Aperta. “Gran parte della storia ebraica si è fondata sul concetto di un popolo, di una nazione. Ma questa visione è ancora valida oggi?” una delle domande che si è posto il demografo Sergio Della Pergola, tra gli ospiti. Attorno a questo interrogativo, il suo pensiero, “si gioca molto del futuro d’Israele, della Diaspora, dei rapporti tra queste due realtà”.
Dalla caduta dell’Unione Sovietica il sociologo Leonid Finberg si è impegnato per diffondere nella sua Ucraina una coscienza democratica e liberale. Allo stesso tempo ha promosso la conoscenza della cultura ebraica attraverso la letteratura. Lo ha fatto attraverso la direzione del Centro per gli studi di storia e cultura dell’ebraismo dell’Europa orientale dell’Accademia di Kyiv-Mohyla e grazie alla sua casa editrice Dukh i Litera. “Contro gli invasori, pubblico libri” racconta nella sua intervista con il giornale dell’ebraismo italiano.
Depotenziare la minaccia della Jihad islamica, ripristinare la propria deterrenza e tenere fuori dallo scontro Hamas. Nell’ultima missione militare a Gaza Israele si era data questi tre obiettivi. Tutti e tre sono stati raggiunti. Ne parliamo nelle pagine di Eretz, con uno sguardo anche alle prossime elezioni di novembre. Tra una sinistra “in cerca d’identità e voti” e la sfida “del grande centro” opposti entrambi all’ex premier Netanyahu. Orizzonti si concentra invece sulla Germania: tra “la memoria distorta di Abbas” su Monaco ’72 durante l’incontro con il cancelliere Scholz e un simbolico “ritorno” dell’ambasciatore d’Israele a Berlino a Bebelplatz. In Economia, tra i vari argomenti, si parla invece di un altro tema di attualità: l’intesa sul nucleare iraniano che, da tempo, inquieta Israele.
Il ritratto del mese è dedicato a Vito Volterra, uno dei pochi docenti a rifiutarsi di giurare fedeltà al regime, di cui a breve i Lincei celebreranno il centesimo anniversario dalla presidenza dell’istituto. Un’iniziativa volta ad illustrare “tutti gli aspetti della sua complessa personalità”.
L’apertura della cultura è riservata Lezioni di Torà, volume in cui sono raccolti alcuni pensieri del Rebbe di Lubavitch. “Ascoltare o leggere una sichà (discorso) del Rebbe significa intraprendere un vero e proprio viaggio. Significa accettare una sfida continua a muoversi e ad avanzare senza tregua; quando il punto di partenza non è mai il punto di arrivo”, sosteneva il rav Jonathan Sacks. Si prosegue parlando di un libro di Alessandro Marzo Magno sulla storia di Venezia, con molti spunti da raccogliere. Ad essere raccontato anche “un amore proibito ai tempi del Ghetto”. Tra i libri presentati in Cultura anche la testimonianza sulla sua vita, sotto forma di intervista, di una delle figure più rappresentative dell’ebraismo italiano e romano: Franca Eckert Coen. Spazio anche al Cinema, con l’ultimo lungometraggio di Leon Prudovsky: My Neighbor Adolf. Grandi applausi, per la sua opera, al Festival del Cinema di Locarno. In Sport le speranze e gli inciampi del grande talento del calcio israeliano: Manor Solomon.
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LA NOMINA VISTA DA GERUSALEMME
"Liz Truss, una buona notizia per Israele"
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Molto vicina a Israele e con all’attivo diverse dichiarazioni fuori misura, Liz Truss è al centro dell’attenzione della stampa ebraica inglese e di quella israeliana che si chiedono come valutare il suo imminente ingresso a Downing street 10. Dopo aver vinto la corsa interna ai conservatori, Truss in queste ore diventerà la nuova Premier di Gran Bretagna. La terza donna a ricoprire questo incarico, che eredita da un Boris Johnson costretto alle dimissioni per diversi scandali legati al periodo della pandemia. La nomina di Truss è stata salutata dal Primo ministro israeliano Yair Lapid con calore. “Mi congratulo con la mia nuova amica, una vera amica di Israele, Liz Truss, che è stata eletta primo ministro della Gran Bretagna”, la dichiarazione del capo del governo di Gerusalemme. Il Regno Unito e Israele sono uniti da un comune “impegno per la libertà e da una visione comune per un futuro migliore”, ha poi aggiunto. Su questa collaborazione, chiunque guiderà il governo d'Israele dopo le elezioni del Primo novembre potrà stare sicuro: Truss ha dimostrato nei fatti di voler costruire un forte legame con l’alleato israeliano.
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PRESENTATA A ROMA LA BIBLIOGRAFIA DEL GRANDE SCRITTORE E TESTIMONE
Primo Levi: libri, interviste, lettere
Il grande atlante della sua vita
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“Una lunga avventura di esplorazione in territori immensi, finora cartografati solo in parte”.
Lo studio di Primo Levi raggiunge un nuovo traguardo. Merito di un ulteriore contributo di qualità: una bibliografia curata per l’editore Einaudi da Domenico Scarpa in cui ad essere censiti, oltre ai suoi libri, sono circa 470 voci relative a singoli scritti pubblicati in vita, 100 testi o frammenti apparsi postumi, oltre 300 tra conversazioni e interviste, più una serie di carteggi (molti dei quali inediti). Nel titolo, “Il primo Atlante”, un omaggio a una poesia del 1980 in cui Levi gioca “con i nomi, le forme e i colori delle tavole geografiche che lo hanno fatto sognare da ragazzo”. Consulente letterario del Centro studi Primo Levi di Torino e autore e/o coautore di numerose opere dedicate a Levi, Scarpa ha firmato le Notes on the texts per i Complete Works (Liveright, 2015), l’Album Primo Levi (Einaudi, 2017), la raccolta delle Lezioni Primo Levi (Mondadori, 2019) e svariate antologie, cicli teatrali, mostre e documentari televisivi. Assieme al curatore, ad intervenire all’evento di lancio svoltosi presso il salone Spadolini del Collegio Romano, anche il presidente di Einaudi Walter Barberis; Paola Italia, docente di Filologia della letteratura italiana all’Università di Bologna; Fabio Levi, presidente del Centro internazionale di studi Primo Levi; Miguel Gotor, assessore alla Cultura del Comune di Roma. Tra i presenti Dario Disegni, che è presidente del Meis e della Comunità ebraica torinese ed è stato a capo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni nel centenario della nascita di Levi.
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LA CERIMONIA ALLA SCUOLA EBRAICA DI MILANO
'Monaco '72, valori traditi: difenderli spetta ai giovani'
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Un momento di ricordo, ma anche un’occasione per riaffermare assieme ai giovani la necessità di difendere i propri valori. Su questo doppio binario si è mossa la commemorazione organizzata nell’aula magna della Scuola ebraica di Milano in ricordo della strage di Monaco 1972. Un’iniziativa molto partecipata e promossa dalla Comunità, assieme al Maccabi, per non dimenticare i volti, i nomi e le storie degli undici membri della delegazione israeliana brutalmente assassinati dai terroristi palestinesi ai Giochi olimpici di cinquant’anni fa. “Ancora oggi, dopo mezzo secolo, nelle diverse manifestazioni sportive gli israeliani dedicano le proprie vittorie a quelle undici vittime del terrorismo palestinese”, ricorda il vicepresidente della Comunità ebraica Ilan Boni. “Quegli uomini furono assassinati perché israeliani e perché ebrei. Non possiamo dimenticarlo. Anche perché, cinquant’anni dopo, accade ancora di essere minacciati perché ebrei e di avere per questo una libertà limitata rispetto agli altri". Ai giovani si è rivolto il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello: “È importante che siano qui oggi, che conoscano la storia di Monaco, di come in quel 5 settembre 1972 siano stati colpiti il mondo ebraico e Israele e sia stata uccisa la sacralità dello sport. Il nostro invito ai ragazzi è di farsi testimoni nel futuro di questo passato”. L’attacco terroristico "tradì l’idea delle Olimpiadi, che dovevano essere un momento di sana competizione sportiva, di condivisione, di unione fra i popoli" rileva Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. "Con questa iniziativa, a cui abbiamo subito aderito come UCEI, ribadiamo l’importanza di quei valori”.
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IL PROGETTO DI TECHNION E POLITECNICO
Sabbioneta, le tracce della Storia
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Trentacinque studenti di architettura – iscritti al Politecnico di Milano e al Technion Institute of Technology di Haifa e provenienti da Italia, Israele, India, Cina e Giappone – sono i protagonisti di un workshop internazionale sul tema “Conservation and Musealization of the Park of the Walls of Sabbioneta” organizzato e svoltosi presso il Polo Territoriale di Mantova dell’ateneo lombardo. Numerose le istituzioni che hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa attraverso visite, lezioni e seminari. Tra le altre la Fondazione Franchetti di Mantova con la Comunità ebraica, il Centro di Documentazione Verona Città Fortificata Unesco, il Museo di Castelvecchio, CSAC dell’Università di Parma e l’amministrazione comunale. L’obiettivo congiunto di Politecnico e Technion è realizzare “la propria vision, riconoscendo l’importanza di mettersi in gioco su un tema internazionale – la città di Sabbioneta, patrimonio Unesco assieme a Mantova – costruendo un gruppo di lavoro e di ricerca multidisciplinare”. Non secondario è “l’aspetto di crescita personale degli studenti e di convivenza che li ha portati a scoprire assieme il territorio e le sue peculiarità”.
(Nell’immagine: i partecipanti in visita nell’ex Ghetto e alla sinagoga di Mantova in compagnia del presidente della Comunità ebraica cittadina Emanuele Colorni e di Loredana Leghziel)
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VERSO LA GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA
Rinnovamento e tutela dell'ambiente
L’argomento della Giornata Europea della Cultura Ebraica di quest’anno, il Rinnovamento, è particolarmente in linea con le tematiche di tutela ambientale ed ecologica che, da sempre, costituiscono un aspetto essenziale della cultura ebraica. Piantare un albero, nell’ebraismo, è un atto talmente sacro che, secondo una massima rabbinica, se anche vedessimo arrivare il Messia, prima di andargli incontro, dovremmo terminare di farlo, perché la sua stessa venuta dipenderà proprio dalla volontà e dalla capacità dell’uomo di piantarne.
Agli alberi, nell’ebraismo, è dedicata una festa, Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi, in cui si celebra il rinnovamento della natura, dopo l’inverno, attraverso il significato simbolico degli alberi e dei frutti che essi stessi producono. Tutto questo risulta sorprendentemente lungimirante, se si pensa che un numero sempre crescente di studi scientifici sta evidenziando il ruolo salvifico degli alberi che, specialmente in contesti urbani, possono rappresentare una componente importante nelle strategie di riduzione dell’inquinamento atmosferico, grazie all’imponente opera di assorbimento degli inquinanti gassosi e alla ritenzione dei particolati atmosferici.
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Proclami e fatti
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No, proprio non ci sto. Non ci sto a pensare che il fascismo non sia più di moda e che una parte dell’attuale politica italiana non presenti il rischio di un ritorno di contenuti e stilemi fascisti. Non ci sto a non preoccuparmi e non ho nessuna sicurezza che il peggio non possa avvenire una seconda volta. E questo malgrado ci rassicurino illustri figure del mondo politico e del mondo culturale.
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Paradigmi
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La fretta è cattiva consigliera? Conservo ancora la mail di una giornalista di un’importante testata italiana, risalente al 2010, dove attribuiva una sua frase poco felice nei riguardi delle sinagoghe, presente in un suo articolo, ai tempi ristretti imposti dal Blackberry nella compilazione del testo. Nel nostro caso, la crisi e i tempi contratti dalla pausa estiva hanno condotto ad una scelta rapidissima dei candidati, tale da non consentire di operare una selezione nemmeno approssimativa.
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Racconti e cammino, strumenti di memoria
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La ventiquattresima camminata “Attraverso la Memoria”, svoltasi domenica 4 settembre al Colle delle Finestre, ha portato anche quest’anno tante persone di diversa provenienza (italiani, francesi, israeliani, americani, tedeschi, anche venezuelani; ebrei e non ebrei) a ripercorrere i sentieri attraverso i quali, dal 9 al 12 settembre 1943, al seguito dei soldati italiani cercarono la salvezza quasi mille ebrei in fuga dalla résidence forcée di St.Martin Vésubie dopo l’armistizio dell’Italia con le Forze Alleate.
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