I valori traditi a Monaco ’72
“Difenderli spetta ai nostri giovani”

Un momento di ricordo, ma anche un’occasione per riaffermare assieme ai giovani la necessità di difendere i propri valori. Su questo doppio binario si è mossa la commemorazione organizzata nell’aula magna della Scuola ebraica di Milano in ricordo della strage di Monaco 1972. Un’iniziativa molto partecipata e promossa dalla Comunità, assieme al Maccabi, per non dimenticare i volti, i nomi e le storie degli undici membri della delegazione israeliana brutalmente assassinati dai terroristi palestinesi ai Giochi olimpici di cinquant’anni fa. “Ancora oggi, dopo mezzo secolo, nelle diverse manifestazioni sportive gli israeliani dedicano le proprie vittorie a quelle undici vittime del terrorismo palestinese”, ricorda il vicepresidente della Comunità ebraica Ilan Boni. “Quegli uomini furono assassinati perché israeliani e perché ebrei. Non possiamo dimenticarlo. Anche perché, cinquant’anni dopo, accade ancora di essere minacciati perché ebrei e di avere per questo una libertà limitata rispetto agli altri”. Ai giovani si è rivolto il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello: “È importante che siano qui oggi, che conoscano la storia di Monaco, di come in quel 5 settembre 1972 siano stati colpiti il mondo ebraico e Israele e sia stata uccisa la sacralità dello sport. Il nostro invito ai ragazzi è di farsi testimoni nel futuro di questo passato”. L’attacco terroristico “tradì l’idea delle Olimpiadi, che dovevano essere un momento di sana competizione sportiva, di condivisione, di unione fra i popoli” rileva Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Con questa iniziativa, a cui abbiamo subito aderito come UCEI, ribadiamo l’importanza di quei valori”.
Ai partecipanti all’evento Hasbani ha inoltre portato il saluto dell’ex maratoneta olimpico Shaul Ladany, sopravvissuto alla Shoah che in quel tragico 5 settembre scampò per miracolo al commando terrorista palestinese.
Nel corso della cerimonia, organizzata con la collaborazione del Maccabi Milano rappresentato da Yehonatan Avrilingi, sono state accese undici candeline in memoria delle undici vittime: David Berger, Ze’ev Friedman, Yossef Gutfreund, Eliezer Halfin, Yossef Romano, Amitzur Shapira, Kehat Shorr, Mark Slavin, André Spitzer, Yakov Springer e Moshe Weinberg. Per non averli protetti la Germania ora ha chiesto scusa ufficialmente scusa. Così come per aver omesso per cinquant’anni le proprie responsabilità. Tornando alle iniziativa milanesi, tante le personalità della società civili e delle istituzioni che hanno voluto essere presenti. Con alcuni messaggi di sostegno arrivati da lontano, tra cui quello dell’olimpionica Yael Arad, del presidente del Maccabi mondiale Amir Peled e del presidente della società fondata dal Coni, Sport e Salute, Vito Cozzoli.