L'ATTESA PER L'INCONTRO DI WASHINGTON

Dal pericolo Iran ai negoziati con Riad, 
l’impegno congiunto di Israele e Usa

In una Israele che si prepara a celebrare Shavuot, la festa che celebra il dono della Torah al popolo ebraico, sui media i temi principali gravitano attorno al Bilancio biennale appena approvato dalla Knesset e alle nuove minacce provenienti dall’Iran. In queste ore infatti il regime di Teheran ha annunciato di aver testato con successo un missile balistico con una gittata potenziale di duemila chilometri. Un’arma capace quindi di raggiungere Israele. 
“Il nostro messaggio ai nemici dell’Iran è che difenderemo il Paese e le sue conquiste”, la retorica del ministro della Difesa iraniano Mohammadreza Ashtiani. Per gli analisti questo messaggio sarebbe una risposta alle recenti dichiarazioni del capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi. In una conferenza pubblica Halevi aveva avvertito che, a fronte del progredire del programma nucleare iraniano, a Israele potrebbe non rimanere altra scelta che un’azione militare preventiva. Il capo dell’esercito aveva anche ricordato come il regime di Teheran sia coinvolto “in tutto ciò che ci circonda e con chiunque sia contro di noi”. 
Dal finanziamento di Hezbollah in Libano ai terroristi della Jihad islamica a Gaza, il progetto di destabilizzazione iraniano è evidente. “Abbiamo la capacità di colpire l’Iran. Non ignoriamo ciò che sta cercando di fare intorno a noi. E l’Iran non può ignorare ciò che possiamo fare contro di lui”, l’avvertimento di Halevi. Parole che evidenziano l’atmosfera sempre più tesa su alcuni fronti del Medio Oriente. Una escalation che, spiega il sito Axios, sarà al centro di un importante incontro la prossima settimana a Washington tra il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi e il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan (nell’immagine con il presidente israeliano Isaac Herzog). 
Al centro ci sarà appunto la questione iraniana, ma anche un altro tema chiave per gli equilibri della regione: i rapporti tra Israele e l’Arabia Saudita.

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LA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO

Fondazione Museo della Shoah,
numeri e sfide del bilancio sociale

Mantenere alti livelli di servizio, migliorando “la qualità formativa dei nostri utenti” e promuovendo al tempo stesso “una strategia di condivisione attenta allo sviluppo di collaborazioni sostenibili, sia da un punto di vista economico che sociale”. È la strada indicata da Mario Venezia, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, nel corso della presentazione del bilancio sociale relativo al 2022. Un utile strumento per una valutazione su quanto svolto tra didattica, mostre, convegni, presentazioni di libri, cineforum, produzione di documentari e altre attività ancora.
Alcuni numeri in evidenza: cinquantacinquemila visitatori in Fondazione (di cui quasi 8mila studenti), quasi tre volte il dato del 2021; 12 presentazioni di libri; due edizioni del cineforum; 6300 studenti coinvolti attraverso i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento; quasi 400mila spettatori delle prime visioni del documentario Storie della Shoah in Italia. I complici. "Tramandare valori e ideali quali diritti inalienabili dell’uomo e preservare la memoria storica, traendo da questa insegnamento per il futuro, sono e devono essere le solide radici da cui far partire un significativo sviluppo socio-culturale", si sottolinea nel documento. “C’è ancora necessità di fare e imparare. Bisogna raccontare la Shoah per come è stata” il messaggio in apertura di serata di Venezia, apparso molto soddisfatto per i risultati raggiunti. 
L'incontro ha visto una significativa partecipazione istituzionale, con tra gli ospiti i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Andrea Abodi (Sport e Giovani)

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LA MOSTRA A CASALE

Aspettando il Golem, cinquanta tavole per la fantasia

Domenica prossima il complesso ebraico di Casale Monferrato tornerà ad ospitare una mostra legata a CasaleComics&Games, la manifestazione che coinvolgerà per l’intero fine settimana la città con diverse esposizioni nel centro storico. In vicolo Salomone Olper, alle ore 11, si inaugurerà Aspettando il golem, mostra dedicata a uno straordinario team di disegnatori di Orecchio Acerbo, casa editrice di narrativa per ragazzi famosa non solo per i tanti riconoscimenti ottenuti in questo settore (una bacheca colma di Premi Andersen) ma anche per avere in catalogo molte opere legate a storia e tradizione ebraica.
In Sala Carmi oltre 50 tavole originali di Alice Barberini, Isabella Labate e Maurizio Quarello, lavori di grande poesia attraverso cui saranno ripercorse la storia del Golem di Praga, ma anche le vicende di bambini chiamati a difendere la loro fantasia dal lato più oscuro della storia.
Sottolinea al riguardo Ada Treves, curatrice della mostra insieme a Paolo Cesari: “Non si scherza con Orecchio Acerbo: il loro intento è riversare in ogni albo bellezza e significato con illustratori capaci di illuminare le parole. Sanno quanto è importante proprio perché hanno un pubblico acerbo. Lettori che con i loro libri crescono a ogni pagina”.

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LA COLLABORAZIONE CON ORECCHIO ACERBO

Voci preziose, storie da raccontare

Chi non ha un nome non esiste. Le parole sono creatrici sin dall’inizio. Già “In principio” – Bereshit – dare un nome alle cose significò crearle.
È impossibile quindi non notare il nome della casa editrice protagonista di “Aspettando il Golem”, la mostra organizzata quest’anno in occasione di Casale Comics nei locali della Comunità ebraica di Casale Monferrato. Fondata nel 2001 a Roma, Orecchio Acerbo produce, per sua stessa ammissione: “Libri per ragazzi che non recano danno agli adulti / libri per adulti che non recano danno ai ragazzi”. E fra le indicazioni per la somministrazione – 12/15 libri l’anno, 1/2 volte al mese – compaiono “Stati di grave bulimia televisiva. Sindrome acuta di insufficienza immaginatoria. Distonia o rimbecillimento da abuso di videogiochi. Irritazioni cellulari da SMS. Coaudiuvante nel trattamento delle dipendenze da psicofamiliari (anfemammine, erononnine, coccaziine ecc.). Intolleranze alimentate (razziali, politiche, religiose ecc.). Elettroencefalodramma da iperattività. Squilibri emotivi connessi a stress per mancanza di mancanze. Stati apatici da eccesso di conformismo. Danni nel campo visivo. Abbassamento della soglia di solidarietà”. Vanno notate anche le precauzioni per l’uso, che sottolineano come: “Il prodotto andrebbe somministrato all’adulto e al bambino contemporaneamente”.
Non si scherza con Orecchio Acerbo, casa editrice per giovani lettori che riversa in ogni albo bellezza e significato. Storie importanti, illustratori capaci di illuminare le parole. Passione, cura, capacità di ascolto. Fanno sul serio. E sanno quanto è importante, proprio perché hanno un pubblico acerbo. Che con i loro libri non può che crescere a ogni pagina.
Torniamo a Rodari, che in una delle sue – serissime – filastrocche racconta di aver incontrato “Un signore maturo con un orecchio acerbo” e di avergli chiesto una spiegazione:

Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio,
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire.


Voci preziose, storie che chiedono di essere raccontate, emozioni e bellezza. E una attenzione particolare a storie importanti, difficili, dolorose, raccontate sempre con una delicatezza che permette di superare ogni ostacolo e di convincere anche i tanti che purtroppo pensano ancora che per i bambini vadano bene solo le storielle amene. Il problema, con Orecchio Acerbo, è che citare un titolo, un autore, un illustratore significa fare torto agli altri, e soprattutto perdere di vista il valore più importante di una casa editrice coerente in ogni particolare e per cui ogni dettaglio, davvero, conta. A partire dal logo, una virgola e una parentesi che con estrema semplicità riproducono, appunto, un orecchio. Sono la somma di attenzione, cura, del peso dato a ogni pagina, ogni storia, ogni autore, ogni incontro, a portare a un risultato unico.
Ogni parola è importante.

Ada Treves social @ada3ves

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