Fondazione Museo della Shoah,
numeri e sfide del bilancio sociale
Mantenere alti livelli di servizio, migliorando “la qualità formativa dei nostri utenti” e promuovendo al tempo stesso “una strategia di condivisione attenta allo sviluppo di collaborazioni sostenibili, sia da un punto di vista economico che sociale”. È la strada indicata da Mario Venezia, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, nel corso della presentazione del bilancio sociale relativo al 2022. Un utile strumento per una valutazione quantitativa e qualitativa di quanto svolto tra didattica, mostre, convegni, presentazioni di libri, cineforum, produzione di documentari e altre attività ancora.
Alcuni numeri in evidenza: cinquantacinquemila visitatori in Fondazione (di cui quasi 8mila studenti), quasi tre volte il dato del 2021; 12 presentazioni di libri; due edizioni del cineforum; 6300 studenti coinvolti attraverso i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento; quasi 400mila spettatori delle prime visioni del documentario Storie della Shoah in Italia. I complici. “Tramandare valori e ideali quali diritti inalienabili dell’uomo e preservare la memoria storica, traendo da questa insegnamento per il futuro, sono e devono essere le solide radici da cui far partire un significativo sviluppo socio-culturale”, si sottolinea nel documento. “C’è ancora necessità di fare e imparare. Bisogna raccontare la Shoah per come è stata” il messaggio in apertura di serata di Venezia, apparso molto soddisfatto per i risultati raggiunti.
L’incontro ha visto una significativa partecipazione istituzionale, con tra gli ospiti i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Andrea Abodi (Sport e Giovani). Due i “documenti fondamentali” richiamati da Nordio. Gli atti del processo contro Adolf Eichmann e quelli relativi al processo tenutosi in precedenza contro Rudolf Höß, il comandante di Auschwitz. “Di Höß – ha detto il ministro – è importante leggere anche le memorie, che scriveva tra una pausa e l’altra: ciò che più impressione è l’asetticità del suo stile, il suo modo di raccontare come si potessero uccidere e far sparire 10mila, 20mila, 30mila persone…”. Secondo Abodi, il tema della Memoria andrebbe di pari passo con il “bisogno di una supremazia del rispetto, con cui acquisire anche degli anticorpi necessari”. In questo senso, lo sport si presenterebbe come “un canale formidabile” per interpretare al meglio “il senso profondo di questo impegno”.
L’incontro, organizzato in collaborazione con l’attivista Claudia Conte, è proseguito con la presidente UCEI Noemi Di Segni. “La sfida, nel misurare la capacità di fare Memoria, consiste nel saperla realizzare, fornire e offrire. Un immenso grazie a chi ha lavorato tecnicamente alla realizzazione di questo bilancio. Credo che, in ambito di ebraismo italiano, sia il primo ente a riuscirci. È quindi un esempio per noi tutti”, il suo messaggio. Un apprezzamento è arrivato anche dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, che ha lodato la capacità espressa in varie forme di “avere una visione” e “trasformarla in attività concreta”. Secondo Dureghello “è giusto parlare di rispetto, ma ci vuole anche responsabilità: la responsabilità è di tutti e lo stiamo dimostrando”. Sulla stessa lunghezza d’onda Dario Nardella, il sindaco di Firenze, che ha sottolineato come “le città siano le prime realtà investite di questo compito”. In questa direzione, una delle sue proposte è stata quella “di avviare un gemellaggio tra la Fondazione Museo della Shoah e il Memoriale italiano di Auschwitz, che da qualche anno è stato ricollocato proprio a Firenze”. A presentare genesi e dati del bilancio è stato poi colui che ne ha curato la stesura, Riccardo Giovannini. Con a seguire alcuni interventi volti a illuminare le diverse aree d’attività della Fondazione, dagli storici Marcello Pezzetti e Isabella Insolvibile alla regista Silvia Scola, per arrivare alla testimonianza di due volontari: Bruno Sabatello (giovani) e Cesare Moscati (senior). È intanto al via la terza edizione del cineforum, con la proiezione al cinema Farnese del documentario “Il viaggio più lungo, gli ebrei di Rodi” di Ruggero Gabbai. L’evento, in programma martedì 30 maggio alle 18, vedrà la presenza del Testimone della Shoah Sami Modiano.