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28 febbraio 2017 - 2 Adar 5777
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storia

Quegli eroi che salvarono i tesori d’Italia

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Alessandro Marzo Magno / MISSIONE GRANDE BELLEZZA / Garzanti

Arriva domani, mercoledì 2 marzo, nelle librerie, ma se il nuovo libro di Alessandro Marzo Magno profuma ancora di inchiostro fresco, la sua nuova impresa completa già la straordinaria stagione di impegno di un giornalista fuoriclasse.
Impegno per la gioia di vivere e di conoscere, impegno per la collettività, impegno per un’Italia che probabilmente non se lo merita, ma resta sempre il posto più bello del mondo.
img header Proprio alla bellezza, alla vera, grande bellezza che costituisce l’unico solido patrimonio, l’unica effettiva ricchezza della collettività italiana, è dedicato questo suo “Missione Grande Bellezza: Gli eroi e le eroine che salvarono i capolavori italiani saccheggiati da Napoleone e da Hitler” (Garzanti editore). Dopo il mondo del libro e delle prime tipografie che da Venezia e dalle altre città italiane irradiavano cultura in Europa e nel mondo, dopo il mito del cibo italiano, dopo il fascino della moda che fa riferimento all’Italia, era giusto arrivare al nostro inestimabile artistico e culturale e alle emozionanti storie di chi è riuscito a porlo, fra mille rischi e difficoltà, al riparo dalle devastazioni.
Veneziano doc e cittadino a parte intera della Mitteleuropa, Marzo può permettersi di amare l’Italia come nessuno di noi saprebbe farlo. Un privilegio ormai riservato solo agli stranieri colti e a rarissimi intellettuali capaci di saltare gli orrori e il degrado per concentrarsi sulle cose preziose che tutto il mondo ci invidia.
E come nel caso degli altri suoi libri lo fa con una miscela di capacità nel racconto, di curiosità per le persone e per la vita, e di rigore nella documentazione e nella ricerca storica.
L’Italia – spiega l’editore - è un enorme museo a cielo aperto: nelle sue città, fra le sue colline, lungo le sue spettacolari coste sono nati alcuni dei più grandi capolavori artistici della nostra civiltà. Ma sono tante le opere create in Italia che hanno vissuto destini travagliati: rubate in guerra, a volte restituite a volte no, spesso perdute. Non c'è da stupirsi quindi che i più temuti personaggi della storia, da Napoleone fino a Hitler, abbiano preso di mira lo stivale d’Europa e i suoi tesori. Ma in loro difesa si sono battuti eroi, spesso sconosciuti, che hanno rischiato la vita per riportare in patria parte del bottino, e di cui oggi Alessandro Marzo Magno ricostruisce le gesta. Antonio Canova in missione a Parigi per conto del papa, l’ambiguo Rodolfo Siviero, agente segreto dall’oscuro passato, che ha dedicato tutta la vita al recupero delle opere trafugate dai nazisti. E poi ancora le Monuments Women italiane: Palma Bucarelli a Roma, Noemi Gabrielli a Torino e Genova, Fernanda Wittgens a Milano. Quasi come in un thriller, grazie alla capacità dell’autore di farci leggere il passato come una straordinaria avventura del presente, rivivono le storie coraggiose di quelle donne e di quegli uomini che hanno recuperato e messo in salvo la bellezza del nostro paese. Duecentocinquanta pagine, debitamente annotate, che valgono saggi molto più pesanti eppure si divorano come un romanzo.
E una lezione difficile da dimenticare che ci fa comprendere come il futuro della nostra Italia dipenda essenzialmente dalla nostra capacità di dimostrare il coraggio di chi ci ha preceduto. E soprattutto, che non può esserci benessere e non può esserci bellezza, se non nell’amore per la libertà.

gv

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EPISTOLARI

Gustav Malher e la musica in lettere

img headerGustav Mahler / CARO COLLEGA / Il Saggiatore

“Caro collega - Lettere a compositori, direttori d’orchestra, intendenti teatrali”, volume di grande interesse edito dal Saggiatore, raccoglie le lettere che il maestro Gustav Mahler inviò, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, a importanti personalità della sua epoca.
Le corrispondenze epistolari hanno il dono prodigioso di far rivivere al lettore la storia di uno dei musicisti e compositori che più hanno segnato la contemporaneità, e di proiettarlo nell’articolata vita musicale della colta élite mitteleuropea di fine Ottocento.
Di origini ebraiche, scrivendo a Bruckner, Dvořák, Strauss, Busoni, Schönberg, Walter, Bülow e Cosima Wagner, il grande musicista fonde costantemente vita e arte, preoccupazioni professionali e riflessioni estetiche.
Le corrispondenze si estendono dagli anni dell’apprendistato fino al grande successo americano della Metropolitan Opera House. Nelle lettere si sente vibrare la voce di Mahler: velata di timidezza ma pregna del più sincero entusiasmo nei primi anni di carriera, quando ventenne si presenta al mondo della musica, si fa sempre più sicura nel gestire i continui problemi e imprevisti che un affermato direttore d’orchestra deve affrontare.

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libri negazionisti - la denuncia

Yad Vashem ad Amazon: "Si eliminino
le pagine di odio in vendita in rete"

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Su Amazon si può trovare in vendita di tutto. Forse troppo. E di ieri l'ultima polemica tra il gigante online e il museo dell'Olocausto di Gerusalemme. Robert Rozett, direttore della biblioteca dello Yad Vashem, come è chiamato in lingua ebraica («un monumento e un nome»), ha inviato una lettera a Jeff Bezos chiedendogli di agire senza indugio per «arginare la diffusione dell'antisemitismo in un momento che vede questo fenomeno nuovamente in espansione nel mondo». A questo scopo, nella missiva si chiede a Bezos di ritirare dalla vendita alcuni testi per lo meno controversi Perché il colosso americano del web, tra i suoi tanti articoli, offre anche libri che propagandano il negazionismo, ovvero quelle opere a-scientifiche che pretenderebbero di dimostrare la «truffa della Shoah», negando il fatto che sei milioni di ebrei sono passati perle camere a gas nei tragici anni della Seconda guerra mondiale. Rozett non ha ancora ricevuto risposta ma dice che in passato simili richieste erano state respinte perché, avevano fatto sapere i responsabili di Amazon, «non possiamo limitare la libertà di informazione».

Paolo Salom, Corriere della Sera, 27 febbraio 2017

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memoria

Ecco cosa realmente fu
'il campo modello' Terezin

memoria

Le quattro porte
della foresta

Maria Teresa Milano / TEREZÍN / Effatà Editrice


Questo libro si apre con una delle vicende più agghiaccianti della Shoah, il tentativo da parte di Hitler di creare a Praga un “Museo della razza estinta”, in cui raccogliere reperti – libri, oggetti, documenti, opere d’arte – che documentassero la vita e la cultura degli ebrei dopo la loro distruzione. Il museo doveva sorgere nel luogo dove si trovava e si trova tuttora il Museo ebraico, fondato all’inizio del secolo, accanto all’antico cimitero, lasciato a questo scopo intatto dai nazisti. Un progetto, sottolinea l’autrice, Maria Teresa Milano, che derivava direttamente dai musei etno-antropologici volti a documentare civiltà scomparse o semi-scomparse, se non fosse che in questo caso chi raccoglieva i reperti era anche l’autore della distruzione.

Anna Foa (brano tratto dall’introduzione)
Pagine Ebraiche, febbraio 201
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Elie Wiesel / LE PORTE DELLA FORESTA / Giuntina

Le domande fondamentali che Elie Wiesel si è posto per tutta la sua vita di testimone della Shoah. Un romanzo che fa riflettere, in un continuo alternarsi di desolazione e speranza, frustrazione e fiducia nella capacità di affermare la nostra umanità. Gregor, il protagonista di Le porte della foresta (Giuntina), deve affrontare quattro prove, una per stagione, come quattro sono le stagioni della vita. Il suo è un percorso concentrato in un solo tragico anno che assume i caratteri del viaggio iniziatico: l’incontro con “il maestro”, il nascondimento del proprio io per guardare e comprendere l’altro, la lotta attiva per cambiare il mondo, la memoria che si tramuta in saggezza. Nel suo viaggio, Gregor deve affrontare e sconfiggere il male e la morte.

Pagine Ebraiche
febbraio 2017



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LETTERATURa

Scarti d’Autore

img headerGiuseppe Marcenaro / SCARTI / Il Saggiatore

Certe letture assomigliano a una mano di poker. Raccogli le cinque carte, le guardi per la prima volta. Sono cattive? Uscirai dal gioco, o ne cambierai molte, e se non migliorano, ti sfilerai. Hai carte promettenti? Ci penserai bene, cercherai di sostituire quelle che meno si avvicinano al risultato migliore possibile, e te la giocherai. E se il mazziere ti consegna una scala reale servita? E te ne rendi conto poco a poco, ansioso, spizzandole una alla volta - pollice e indice millimetrici, occhi eccitati e famelici - fino a scoprire che davvero hai una mano di quelle che ti stanno per far dire “Servito” alla domanda “Quante carte?”.
Bene, l’ho pronunciato io quel verbo raro a poker quanto in libreria - dopo aver letto con crescente piacere e adeguato timore le trecento pagine divise in novantaquattro parti di questo libro eccezionale. Vero divertissement per lettori curiosi, SCARTI - di Giuseppe Marcenaro (Il Saggiatore, 19 Euro) è un album di figurine degno della Coppa dei Campioni della Scrittura, un omaggio al rallentatore delle partite che hanno disputato fuori dal loro campo di gioco.
Il sottotitolo dice già quasi tutto: “Appunti, lettere, scartafacci. Viaggio nel regno dimenticato della letteratura”. L’introduzione - che una volta tanto va letta prima di immergersi nel mare d’inchiostro cui affluisce - è una specie di saggio, in forma di amichevole confessione, sull’importanza della letteratura non meno che sulla sua marginalità. Scritta con umorismo, passione vera e nessuna auto indulgenza, è una dichiarazione d’amore tanto all’effimero quanto al duraturo
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Valerio Fiandra

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