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27 novembre 2017 - 9 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Halakhah è ben più di un elenco di leggi religiose. Essa possiede il suo proprio Logos, un suo metodo di pensiero e costituisce un sistema indipendente. La Halakhah non necessita del buon senso comune così come non lo esigono la matematica ed i sistemi scientifici.  
 
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Anna
Foa,
storica
Si fa un gran parlare delle fake news, del loro pericolo, del rischio che comporta l’essere inondati di notizie false senza avere la capacità di distinguere il falso dal vero. Tutto molto vero e molto giusto. Vorrei ricordarvi che un falso simile a quelli di cui stiamo parlando è già esistito ed ha portato a conseguenze terribili per gli ebrei e per il mondo tutto: I protocolli dei savi di Sion.
 
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“Israele, riconoscimento necessario”
“Da tempo noi sosteniamo l’idea che in quella regione sia giusto avere due Stati autonomi che vivano in sicurezza. Il tema, però, è che per arrivare a questa soluzione occorre prima un riconoscimento del diritto a esistere di Israele da parte palestinese”.
È quanto sottolinea la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in una intervista a Repubblica, che arriva a 24 ore dalla pubblicazione di un colloquio dello stesso giornale con il leader palestinese Abu Mazen improntato al vittimismo e in cui unilateralmente si accusava Israele delle persistenti difficoltà tra i due popoli. La Presidente dell’Unione parla anche di Leila Khaled, prima donna a partecipare a un dirottamento aereo che sarà protagonista nei prossimi giorni di varie iniziative tra Roma, Napoli e Cagliari. “Io vorrei sapere cosa dice questa signora nei suoi interventi pubblici nel nostro Paese, mentre so per certo che da un oratore israeliano è difficile che escano parole d’odio viscerale e di proselitismo che in tempi come questi possono anche fomentare le tante teste calde che si sfogano nel web. Ecco – afferma Di Segni – anche questo può essere un esempio di stile diverso e di maturità nel presentare la questione israelo-palestinese e la volontà di trattare per arrivare a una piena e sicura convivenza”.

“La speranza della mia famiglia ormai è solo quella di trovare i resti di mia sorella, trasferirli in Italia, portare un fiore sulla sua tomba e recitarle una preghiera”.
Parla così alla Stampa Fabio De Palo, il fratello minore di Graziella De Palo, la giornalista freelance sparita nel nulla assieme al collega Italo Toni il 2 settembre 1980, mentre si trovavano in Libano per un reportage sui campi-profughi palestinesi organizzati dall’Olp. Forse, scrive il quotidiano torinese, c’è ancora un uomo che sa qualcosa di quel lontano e tragico episodio. “È un settantenne dall’aspetto giovanile – si legge – e si chiama Bassam Abu Sharif. È stato il braccio destro di Yasser Arafat per decenni, ha fatto stabilmente parte degli organismi dirigenti del Fronte di Liberazione Nazionale della Palestina in ruoti di vertice. Un personaggio chiave negli intricati rapporti tra Palestina e governo italiano in quegli anni cruciali, quando si era appena consumato, nel ’72, il sequestro e l’omicidio degli atleti israeliani da parte di terroristi palestinesi durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera”.

Ancora uno shock dalla Polonia, dove in una manifestazione della destra radicale a Katowice sono state esposte delle forche con le foto di sei eurodeputati dell’opposizione Piattaforma civica. La loro colpa? Aver votato a favore di una risoluzione con quale il Parlamento Ue ha ammonito Varsavia per il mancato rispetto dello stato di diritto. Sottolinea Wlodek Goldkorn su Repubblica: “Le immagini e le parole possono diventare fatti. È già successo, può succedere ancora. La manifestazione di sabato sera a Katowice, quelle forche, quelle foto, l’esposizione delle facce dei ‘colpevoli’, non sono semplicemente l’esibizione di qualche fanatico ma la prova di quel che sta avvenendo in Polonia. La trasformazione di un Paese che sta nel cuore dell’Europa e che dell’Europa fa parte”.

Oggi a Roma secondo appuntamento con il summit Iran-Italia organizzato da The European House – Ambrosetti.
Scrive il Sole 24 Ore a proposito del summit, volto ad approfondire le possibilità di cooperazione tra i due paesi: “Su un piatto della bilancia un memorandum d’intesa per oltre trenta miliardi siglati da aziende italiane con le omologhe iraniane nel corso del 2016. Sull’altro la politica internazionale e le frizioni nella regione del Golfo. Oltre all’attesa per le decisioni che il Congresso Usa dovrà prendere su richiesta del presidente Trump, che ha inserito ancora una volta l’Iran tra i paesi considerati sponsor del terrorismo internazionale”.

Raccolta differenziata al Portico d’Ottavia. Da oggi, scrive il Corriere Roma, nuovi bidoncini con il lucchetto e i sacchetti con il microchip saranno consegnati ai ristoratori, circa una ventina in 250 metri di strada. Racconta Alberto Ouazana, ristoratore e presidente dell’associazione Portico d’Ottavia: “Ogni esercente avrà i sacchetti dove è segnata l’identità dell’utente, per individuare quanto ognuno produce. In base a questo si farà la mappatura della zona”.
 
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  davar
L’intervista alla Presidente UCEI 
“Israele, l’Autorità palestinese
riconosca il Diritto e la Storia”

Presupposto essenziale per l'avvio dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi è il riconoscimento di questi ultimi del diritto di Israele a esistere. A sottolinearlo in un'ampia intervista pubblicata oggi da Repubblica la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Parole che suonano come una risposta chiara alle accuse espresse dal leader palestinese Mahmoud Abbas in un'intervista pubblicata ieri sullo stesso quotidiano. “Nelle loro cartine geografiche Israele neppure c’è, - sottolinea la Presidente UCEI parlando dell'atteggiamento dei palestinesi - ma invece le due realtà devono trattare senza intrusioni di altri Paesi e arrivare a riconoscersi nel nome della pace globale”. Di seguito il testo dell'intervista.

"Da tempo noi sosteniamo l’idea che in quella regione sia giusto avere due Stati autonomi che vivano in sicurezza”. Noemi Di Segni è la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane. “Il tema, però, è che per arrivare a questa soluzione occorre prima un riconoscimento del diritto a esistere di Israele da parte palestinese” dice dopo aver letto l’intervista di Repubblica ad Abu Mazen, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, che si augura che “l’Italia riconosca lo Stato palestinese secondo le raccomandazioni espresse dal Parlamento tre anni fa”.

Presidente Di Segni, questo per lei è possibile?
Sì, ma vi sono delle precondizioni come il riconoscimento di Israele da parte palestinese a voce alta: nelle loro cartine geografiche Israele neppure c’è, ma invece le due realtà devono trattare senza intrusioni di altri Paesi e arrivare a riconoscersi nel nome della pace globale. L’Italia non può arrivare a un risultato prima che vi siano altri passaggi. Per il nostro Paese, ma anche per Israele, nel rapportarsi a quel tema c’è anche un altro problema: sappiamo che nel mondo palestinese vi sono divisioni interne, e quindi sarebbe utile sapere con quale parte si dialoga, sperando di parlare con chi si riconosce nei valori di convivenza e pace. In questi giorni in Italia ne abbiamo una dimostrazione diretta.

A cosa si riferisce?
In questi giorni è stata invitata a parlare nel nostro Paese Leila Khaled (membro del Fronte Popolare perla liberazione della Palestina e prima donna, nel 1969, a partecipare a un dirottamento aereo, ndr). Io vorrei sapere cosa dice questa signora nei suoi interventi pubblici nel nostro Paese, mentre so per certo che da un oratore israeliano è difficile che escano parole d’odio viscerale e di proselitismo che in tempi come questi possono anche fomentare le tante teste calde che si sfogano nel web. Ecco, anche questo può essere un esempio di stile diverso e di maturità nel presentare la questione israelo-palestinese e la volontà di trattare per arrivare a una piena e sicura convivenza.

Gabriele Isman, La Repubblica
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qui torino - il progetto per le comunità
Fondamenti di ebraismo al via
“Cultura, patrimonio di tutti”

Ha preso ufficialmente il via da Torino il progetto Fondamenti di ebraismo, promosso e coordinato da Dario Calimani e dal rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Formazione e Cultura UCEI. Si tratta – come è stato spiegato – di un progetto culturale, uno stimolo e un’occasione importante per mettere in relazione le Comunità ebraiche italiane non solo in senso telematico.
Ad accogliere con entusiasmo questa iniziativa il presidente della Comunità ebraica Dario Disegni e il rabbino capo rav Ariel Di Porto, che vedono questo corso come una “necessità” e allo stesso tempo una “opportunità” per l’ebraismo italiano. In apertura anche il saluto di Giulio Disegni, vicepresidente UCEI, che ha ricordato come il dialogo sia il fondamento stesso del progetto.
“Torah e popolo ebraico”, questo il titolo della prima lezione, tenuta da rav Della Rocca. Anche questo aspetto non è casuale: infatti, spiega Calimani, il primo passo per creare una “rete” passa attraverso l’incrocio tra rabbini e comunità: “Ogni rav verrà coinvolto in una comunità diversa dalla propria, creando così un movimento fatto di cultura e incontro tra le persone”.
Ecco quindi la parola a rav Della Rocca, che dedica questa prima lezione a rav Giuseppe Laras, da poco scomparso. Una lezione che analizza il binomio Torah-popolo ebraico per metterne in luce l’interdipendenza a partite dall’analisi linguistica del termine Torah.

Alice Fubini
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qui pisa - il Festival
Nessiah nel nome di Lele Luzzati
Un nuovo viaggio a 360 gradi all’interno del mondo ebraico, tra le molte sfaccettature e complessità. Con un omaggio speciale ad Emanuele Luzzati, l’indimenticabile illustratore e scenografo genovese che a 10 anni della scomparsa continua ad affascinare piccoli e grandi con le sue opere teatrali, editoriali e d’animazione. E con i suoi meravigliosi colori.
È iniziato nel suo nome il Festival Nessiah, organizzato per il 21esimo anno consecutivo dalla Comunità ebraica di Pisa con la direzione artistica del Maestro Andrea Gottfried.
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qui casale monferrato
Foa, storia d'un ebreo piemontese
Pier Franco Irico è un uomo capace di indagare il passato con la stessa acribia dell’astronomo che piazza il suo telescopio su un fazzoletto di terra per dare un’occhiata a intere galassie, lontane nel tempo e nello spazio. La sua piazzola di osservazione è Trino Vercellese, città di cui conosce non solo gli abitanti attuali, ma soprattutto quelli più illustri degli ultimi 10 secoli. Da lì, con pazienza certosina, esplora vite dimenticate tra gli archivi. Stavolta è toccato a Benedetto Foa, a cui ha dedicato un volumetto edito dal Comune e Anpi dal titolo Un uomo vitale e presentato alla Comunità ebraica di Casale Monferrato.

Alberto Angelino 
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Parma si prepara a far musica 
Si svolgerà a Parma il 12 dicembre, alla Casa della Musica, il momento conclusivo del Concorso di Composizione musicale ispirato alla tradizione ebraica. Come ricordato sull’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, i finalisti presenteranno nell’occasione i propri lavori, ispirati ai cinquant’anni dalla riunificazione di Gerusalemme. L’iniziativa è promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme alla Comunità ebraica di Parma e alla Casa della Musica, in collaborazione con Parma OperArt e sotto la direzione artistica di Riccardo Joshua Moretti.
Per i lettori internazionali anche il ricordo di rav Giuseppe Laras, Maestro dell’ebraismo italiano e per un quarto di secolo alla guida della Comunità ebraica milanese, scomparso negli scorsi giorni. Il suo impegno e i suoi insegnamenti sono stati ricordati anche in Parlamento, insieme alla figura dell’imam Abd al Wahid Pallavicini, venuto a mancare nelle stesse ore.
Anche la Comunità ebraica di Roma promuove l’attenzione al tema della violenza sulle donne: la facciata del Tempio maggiore è stata illuminata di arancione nella Giornata mondiale contro il fenomeno.
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pilpul
Oltremare - Carta canta
Qualche anno fa il popolo israeliano, tutto intero e senza distinzioni di origine, lingua madre e età, ha cominciato a trovarsi nel portafoglio banconote color verde brillante virtualmente identiche, ma una da 20 e una da 50 Nuovi Shekel. All’epoca, si alzò l’urlo unanime “proteggete gli anziani” – i quali sarebbero quelli più indifesi di fronte alla improvvisa somiglianza cromatica delle banconote.
Ora gli americani, che anche con un Trump come presidente restano una potenza mondiale, sopravvivono parecchio bene da alcune centinaia di anni pur avendo una famosa moneta, il dollaro, le cui banconote, tutte verdi oliva e assolutamente identiche salvo una faccia di Presidente al centro che cambia a seconda del valore della carta, si distinguono davvero solo in base al numero, per nulla cubitale, ai quattro angoli del rettangolo.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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Il Tempio dei Giovani
La commemorazione avvenuta il 27 novembre al Tempio dei Giovani e la diffusione dell’evento data da Moked mi dà l’opportunità per chiarire non solo come nacque l’iniziativa, ma quale ne fu lo spirito.
Qualche anno prima della rifondazione del Tempio della casa di Riposo - rimasto chiuso dopo il trasferimento della Casa di Riposo della Comunità di Roma a Via Fulda – proposi a Bice Miglia direttrice del Centro di Cultura ebraica l’iniziativa di offrire agli ebrei romani un modo diverso di vivere Yom Kippur, farne cioè un’occasione di preghiera, di studio e di confronto tra i partecipanti.
Nacque quello che poi divenne “Il nostro Kippur” al quale, a parte la mia presenza, un ottimo contributo fu dato dai giovani del Benè Akivà. Le prime edizioni si svolsero nei locali del Centro di Cultura in Via del Tempio, per poi approdare con il tempo nei locali degli Asili (dove si tiene tuttora).


Scialom Bahbout, rabbino capo di Venezia 
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