Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
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Il segno di riconciliazione tra il Creatore
e il creato è l’arcobaleno (keshet – arco). La scelta di questo simbolo
è dovuta al fatto, secondo rav Chyd”à, che il diluvio distruttivo è
avvenuto nel mese di Kislew, sotto il segno della costellazione del
sagittario (keshet). Inizio e fine si rincorrono sempre, vita e morte
si susseguono in un circolo continuo, dopo l’oscurità viene la luce. Le
nostre scelte, se conformate sulla via della Torah, sono determinanti
per il mantenimento di questo equilibrio…
Lezikhron nefesh haRav Hagaon ‘Ovadyà Yosef z.tz.l
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Anna
Foa,
storica
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7 ottobre 1943, nella Roma occupata i
carabinieri vengono disarmati perché considerati fedeli al re e a
Badoglio. 2000 circa sono i carabinieri arrestati e deportati nei campi
tedeschi e polacchi, altri seimila riescono a fuggire, molti di loro
finiranno per entrare nelle brigate partigiane. La richiesta del
disarmo e dell’arresto dei carabinieri parte da Kappler ed obbedisce ad
un ordine scritto del maresciallo Graziani, del 6 ottobre, il cui punto
tre recitava: “Gli ufficiali resteranno nei rispettivi alloggiamenti,
sotto pena in caso di disobbedienza di esecuzione sommaria e di arresto
delle rispettive famiglie”. I carabinieri sono disarmati da soldati
tedeschi, ma la responsabilità dell’operazione è italiana, del generale
Casimiro Delfini. Una vicenda fino a pochi anni fa totalmente
dimenticata, rimossa dalla nostra memoria storica. Tolti di mezzo i
carabinieri, i tedeschi poterono infine occuparsi degli ebrei. Solo
nove giorni dopo, infatti, ci fu la razzia del 16 ottobre.
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Cultura a porte aperte |
"Non è una Natura senza cuore, non è una
Creazione senza Giustizia, quella che siamo venuti a celebrare qui
oggi. Ci muove l’antico messaggio che gli ebrei si tramandano nei
millenni, secondo il quale tutta la Creazione, e l’essere umano che vi
sta al centro, devono essere scrupolosamente tutelati e rispettati".
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel
discorso pronunciato a Napoli in occasione della Giornata europea della
Cultura ebraica 2013 alla presenza del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano.
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Voci a confronto
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“Era il 7 novembre del 1943. Roma era stata
appena occupata dai tedeschi, eravamo dopo l’8 settembre. lo e altri
due compagni, Renato Mordenti e Marcello Bollero, avevamo deciso con
altri gruppi di antifascisti di fare delle scritte per inneggiare
all’anniversario della Rivoluzione d’ottobre, che cadeva appunto in
quel giorno. la lotta armata ancora non era nata a Roma”. Repubblica
ricorda Carlo Lizzani, scomparso lo scorso 5 ottobre, pubblicando un
brano tratto da “Guida alla Roma ribelle” (Voland), inedito che uscirà
in novembre, in cui il grande regista racconta come sfuggii ai mitra di
una pattuglia nazista.
A Roma, il presidente della Lazio Claudio Lotito critica la scelta
dell’Uefa di chiudere lo stadio Olimpico in seguito a cori razzisti
(Corriere dello Sport). “Invito i tifosi a rispettare le regole. Ma
chiudere lo stadio è un provvedimento abnorme. Il club non ha
responsabilità”, afferma il presidente, sottolineando che così vengono
puniti i tanti tifosi puliti della squadra.
Terribili le notizie che arrivano dal Medio Oriente: in Iraq un camion
bomba è esploso all’interno di un edificio che ospitava una scuola
elementare uccidendo quattordici bambini. Solo nel mese di settembre,
come racconta Francesco Battistini sul Corriere della Sera, sono state
circa mille le vittime di attentati in un paese in cui le stragi e gli
attentati sembrano non fare più notizia.
In Egitto il 6 ottobre è un giorno di celebrazioni, si ricorda la
Guerra di Yom Kippur del 1973. Anche ieri si sono svolte manifestazioni
in ricordo di quella data e gli egiziani avrebbero dovuto celebrare le
proprie forze armate. Il caos però l’ha fatta da padrona, però, con i
Fratelli musulmani a protestare in piazza proprio contro l’esercito e i
soldati a sparare sulla folla. Il bilancio è di almeno 44 morti e
decine di feriti (Messaggero e Corriere).
“Israele dice sì alla ferrovia che farà concorrenza al canale di Suez”
titola il Secolo XIX riguardo all’approvazione del progetto di
costruire una linea ferroviaria che congiungerà Eilat a Tel Aviv, 340
chilometri, in sole due ore di viaggio.
Mentre il best seller Cinquanta sfumature di grigio rimane in testa
alle classifiche di libri più venduti, c’è chi in America ne fa una
parodia in salsa Yiddish (Fifty Shades of Oy Vey, di E. L.
Jamesbergstein) come racconta su la Stampa Elena Leowenthal.
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Giornata della Cultura
Ebraismo in piazza |
Tradizione, cultura e valori dell’ebraismo.
In decine di città italiane questo inizio di autunno ha visto il mondo
ebraico protagonista con la celebrazione lo scorso 29 settembre della
Giornata europea della cultura ebraica. Da Napoli, città capofila
dell’evento, salendo e scendendo lunga la penisola migliaia di persone
hanno avuto l’occasione di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo
e natura, tema di quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località
coinvolte per questa 14esima edizione che ha visto coincidere
l’inaugurazione di un altro grande evento: il Festival di Milano Jewish
and the city.
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qui
biella
Tra
Torah e scienza
Sala
di culto e matroneo gremiti in sinagoga a Biella per la lezione che il
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana rav Elia Richetti ha
voluto dedicare al tema “Tra Torah e scienza”. Domenica 3 novembre un
nuovo appuntamento con rav Richetti per parlare di Shabbat.
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Immigrazione
- Occorre agire
Apprezzo
l’articolo di David Bidussa, che nella reazione collettiva alla
tragedia di Lampedusa coglie uno scatto di identità forte nel richiamo
ai valori di dignità e di responsabilità, nella partecipazione di chi
l’ha vissuta, di chi l’ha comunicata al mondo attraverso immagini e
scritti, di chi l’ha solo ascoltata e vista “da lontano”, come la
maggior parte di noi.
“Ma - scrive David Bidussa - c’e’ un passaggio che non mi pare di aver
colto anche in coloro che richiamano alla dignità” e questo è il
percorso che porta al pentimento, di cui spiega la forza e la
profondità del sentire. Mi scuserà Bidussa, ma nelle sue parole non mi
pare di aver colto una nota per me altrettanto importante, che dalla
responsabilità guarda al futuro, alla partecipazione attiva,
individuale e collettiva, che fa di un insieme di persone un popolo
civile. E’ il passaggio che dalla memoria porta al cambiamento. Che
fare ora, perché non si ripeta questa tragedia ? Il dramma che si sta
consumando in questo nostro paese, guidato da élite politiche che si
sono mostrate in questi anni troppo spesso inadeguate e incivili di
fronte ai problemi, alle difficoltà e alle tragedie della popolazione,
è che il senso di partecipazione attiva sembra essersi affievolito fino
a scomparire in un senso di impotenza collettiva. L’osservazione della
realtà sembra avvenire sempre piu’ attraverso le lenti di una
televisione che fa confondere in chi la guarda le immagini di un
reality show con quelle di realtà che si consumano a fianco della
nostra casa, nel nostro territorio. Fino a far scomparire quella
straordinaria umanità che ha da sempre contraddistinto i nostri
connazionali, facendoli emergere tra le popolazioni per generosità, per
la capacità di immedesimarsi nei drammi di altri, di condividere pane e
tetto con perseguitati, ebrei, resistenti, anche a rischio della
propria incolumità nelle tragedie del secolo scorso. E la Costituzione
di questo ha dato conto, nel bellissimo articolo 10, dove l’accoglienza
dei rifugiati è trattata ancora una volta con la maestria dei Padri
costituenti. Vedo due binari per poter rispondere con responsabilità e
dignità alla terribile ferita che ci ha colpito a Lampedusa: il primo è
collettivo, è un richiamo a rivedere quelle norme tristemente note come
“legge Bossi-Fini” che antepongono una barriera di burocrazia alla
possibilità di salvare rifugiati politici scaricati sulle nostre coste
da mercanti di uomini della peggior specie: questa impostazione non
appartiene ad alcun paese civile dell’Unione Europea, che come l’Italia
si sia confrontato con problemi di drammatiche ondate migratorie. Prima
la vita e l’organizzazione per un’accoglienza civile, questa la regole
condivisa, poi il controllo di polizia. Il secondo binario investe la
sfera individuale e familiare: è la possibilità data a tutti noi, che
abbiamo una casa e un reddito di qualsiasi tipo, di accogliere
temporaneamente una di queste persone, cui per un caso della storia è
toccato in sorte di trovarsi oggi dalla parte del mare. Perché lo Stato
si accinga a ristrutturare i campi di accoglienza e la popolazione
italiana ritrovi l’umanità solidale che le appartiene.
Valeria Termini,
Università Roma Tre, Autorità per l'Energia
(nell'immagine la
professoressa Termini con la redazione del Portale dell'ebraismo
italiano www.moked.it e di Pagine Ebraiche al seminario Mercati e
Valori - Firenze, giugno 2013)
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Oltremare
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Suoni italiani
Ascolto
molto la radio, qui in Israele: ottima abitudine tutta merito della
maestra dell’ulpan, che consiglió nell’ormai lontano 2008 l’ascolto
quotidiano del giornale radio, per abituare l’orecchio all’ebraico
corretto (e sporcarlo poi liberamente, ma dopo, con quello parlato
fuori da Reshet Bet). Non può sapere che sono diventata una
ascoltatrice sistematica, da allora.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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In
cornice - Figure di sabbia
Perchè
Ilana Yahav riscuote tanto successo – come abbiamo visto anche a
Jewish&the city? Anche grazie a una strana combinazione di
superantico e ultramoderno. Creare figure sulla sabbia e con la sabbia
e’ quanto di più primitivo e naturale possiamo pensare – chiunque l’ha
fatto; Yahav utilizza a fondo Internet, Youtube i Social network per
pubblicizzare il suo lavoro, come solo nelle ultime generazioni.
Daniele Liberanome,
critico d'arte
Tea
for two - Caffè
Se
c’è una cosa che caratterizza il jewish mood, quella è la smodata
passione per i caffè, luoghi dal fascino tostato. La cultura ebraica da
sempre nasce davanti a tazze fumanti e banchi di legno, da Odessa a
Parigi passando per Berlino.Tanto che Israele è diventata una delle
patrie incontrastate di tavolini e sedie di ferro battuto.
Rachel Silvera, studentessa
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