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16 ottobre 2013 - 12 Cheshwan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“…gli disse: prendi il tuo figlio, il tuo unico, quello che ami, Itzhak, e va’ alla terra di Morià…”(Bereshith 22, 2). Ha detto l’Admor Rabbì Chaìym di Tzanz: Due monti sono particolarmente importanti per il popolo d’Israele, dove sono avvenuti due eventi fondamentali della nostra storia. Uno è il monte Morià, dove nostro padre Avraham stava per sacrificare suo figlio Itzhak a Dio, superando la prova più difficile della sua vita. Il secondo è il monte Sinai sul quale è stata donata la Torah. Ed ecco che ci sorprende vedere che il Beth ha-Mikdash - il Santuario non è stato edificato sul monte Sinai, il monte della Torah, bensì sul mote Morià, il monte della akedah - sacrificio. Questo perché? Perché ciò che è veramente importante per noi è la messiruth nefesh – la dedizione assoluta, ed è per questo che ai tempi dei patriarchi il monte Morià è stato consacrato.
 
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David
Assael,
ricercatore
In un’intervista al New York Times, Enrico Letta mette insieme l’incredibile impasse della politica statunitense con l’imponente ascesa, che noi che scriviamo su queste pagine ben conosciamo, di questa destra europea xenofoba e sovente antisemita, che ha ottenuto un ulteriore conferma dai recenti sondaggi francesi. Il premier italiano può, così, parlare di una crisi della governance democratica, che rischia di essere scavalcata da altri modelli politici e sociali, come mostrano alcune tendenze presenti nel nostro continente: dal filoslavismo di Viktor Orban, all’avvicinamento di Erdogan alle aree arabofone del pianeta. Mi pare, quella di Letta, una perfetta diagnosi, noi tutti, proprio oggi che si commemora  il rastrellamento nazista del ghetto di Roma, sappiamo che la democrazia non è irreversibile.
 
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Gattegna al premier Letta:
"Stop alla diffusione
dei deliri di Priebke"
“Sulla morte di Priebke abbiamo preferito far calare il nostro silenzio non volendo fare del gerarca nazista un martire”.
Lo ha affermato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nell’incontrare il presidente del Consiglio Enrico Letta assieme a una delegazione della Comunità ebraica di Roma e di sopravvissuti alla Shoah.
“Diverso invece il discorso relativo al funerale. In questo caso – ha spiegato Gattegna – abbiamo fatto sentire con forza la nostra voce perché riteniamo che Roma, la città delle Fosse Ardeatine, non meriti l’affronto del funerale e della sepoltura di uno dei suoi massimi carnefici”.
“La nostra preoccupazione è adesso il testamento lasciato da Priebke ai posteri. Deliri revisionisti e negazionisti che possono urtare la sensibilità di chi, specie nelle nuove generazioni, non ha ancora gli strumenti culturali pienamente affinati per distinguere i veleni dell’odio dalla falsità storica. Ci opporremo con forza e determinazione alla sua diffusione apologetica”.
 
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Voci a confronto
Scontri ad Albano Laziale, dove il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro (che parla in un’intervista a Repubblica) autorizza lo svolgimento dei funerali del capitano nazista Erich Priebke nella cappella dei lefebvriani. Si presentano militanti neofascisti, la gente del paese e tanti oppositori al fascismo protestano, si arriva a momenti di grande tensione con l’intervento delle forze dell’ordine (tra gli altri Messaggero). “L’oblio dei fatti sarebbe una sciagura. Noi dobbiamo pensare al futuro, facendo attenzione a che non si ripetano gli errori del passato: come quello di consentire alle dittature di salire al potere in Europa, in Italia e in Germania – adesso sono a rischio Ungheria e Grecia -, la democraticità dei Paesi va salvaguardata. Il modo migliore per farlo è ricordare ed educare i giovani” così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, intervistato dall’Unità. “Ma lui sarebbe felice di sapersi odiato. Seppelliamolo in silenzio e senza perdono” spiega lo scrittore Aharon Appelfeld, sopravvissuto alla Shoah, intervistato dal Corriere. Intanto il presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre esprime la sua indignazione per le dichiarazioni del consigliere comunale Maurizio Marrone capogruppo di Fratelli d’Italia, secondo cui “gli Alleati sarebbero stati cinque volte peggio di Priebke” (La Stampa). Dedicato alla mancanza di decenza e di buonsenso della gestione dei funerali di Priebke è anche il Buongiorno di Massimo Gramellini sul quotidiano torinese. Ricorre oggi il settantesimo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943. Lo rievoca in un intervento sul Corriere Andrea Riccardi “Ricordare quel dolore non sarà mai retorica” e sull’Unità Tobia Zevi. Gli appuntamenti per la giornata di oggi sono ricordati su Repubblica (a partecipare alla cerimonia in sinagoga sarà anche Andrea Bartali, il figlio di Gino, appena nominato Giusto tra le Nazioni rivela Adam Smulevich sulla Gazzetta dello Sport). Domani si terrà un Consiglio comunale in ricordo della Shoah (Messaggero). Approvato alla Commissione Giustizia del Senato l’emendamento che prevede la nascita del reato di negazionismo (Repubblica). Il Corriere della Sera ricorda che entra in carica oggi il nuovo segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, incaricato tra l’altro di gestire gli accordi con Israele. Il quotidiano di via Solferino intervista anche l’artista dissidente iraniana in esilio Shirin Neshat, che esprime la sua visione sulle ultime evoluzioni politiche del paese. Sul Giornale Fiamma Nirenstein rievoca l’attentato alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982 presentando il volume ad esso dedicato di Arturo Marzano e Guri Schwarz.
 
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Giornata della Cultura Ebraismo in piazza
Tradizione, cultura e valori dell’ebraismo. In decine di città italiane questo inizio di autunno ha visto il mondo ebraico protagonista con la celebrazione lo scorso 29 settembre della Giornata europea della cultura ebraica. Da Napoli, città capofila dell’evento, salendo e scendendo lunga la penisola migliaia di persone hanno avuto l’occasione di conoscere e scoprire il legame tra ebraismo e natura, tema di quest’anno dell’iniziativa. Sessantasei le località coinvolte per questa 14esima edizione che ha visto coincidere l’inaugurazione di un altro grande evento: il Festival di Milano Jewish and the city.
 
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  davar
16 ottobre
Roma non dimentica
La Comunità ebraica di Roma, la città, le istituzioni, si ritrovano in sinagoga per ricordare il 16 ottobre 1943, quando oltre mille ebrei furono con brutalità strappati dalle loro case per essere deportati ad Auschwitz. Commozione alla presenza degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita. Ad intervenire, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il sindaco Ignazio Marino e l'ambasciatore dello Stato di Israele Naor Gilon. In sala anche i presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini. Nel corso della cerimonia è stato letto un messaggio di papa Francesco, che ha esortato al massimo impegno di tutti nella lotta all'antisemitismo e ai veleni dell'odio.
Il presidente UCEI ha affermato: “I nazisti furono assassini di esseri umani, i loro seguaci di oggi sono assassini della memoria. Ma non si illudano, non vinceranno mai. Come il nazismo e il fascismo furono sconfitti e crollarono sotto il peso della barbarie che avevano organizzato, anche i loro eredi spirituali sono destinati ad essere spazzati via con ignominia e disonore”. 
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16 ottobre
Il presidente UCEI Gattegna: "Lotta contro ogni razzismo"
“Oggi non siamo qui solo per ricordare il passato. Siamo qui per proseguire la lotta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, per difendere le conquiste di libertà e di uguaglianza che dal 1948, con la promulgazione della Costituzione repubblicana, hanno portato l'Italia ad essere un Paese all'avanguardia nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini, senza distinzione alcuna” ha dichiarato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Come italiani siamo orgogliosi del cammino che abbiamo percorso per risalire verso la civiltà dall'abisso della dittatura fascista e delle infami leggi razziste del 1938.
Quelle leggi furono il preludio di Auschwitz, ma Auschwitz non riguarda solo gli ebrei, fu ed è qualcosa che riguarda tutta l'umanità”.

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16 ottobre
Il rabbino Di Segni: "Siamo qui per condividere un impegno"
“Trasformare questo paese amato, queste strade percorse da una catena ininterrotta di generazioni legate ed affezionate ad ogni pietra, in una terra che all’improvviso ti vomita come corpo estraneo o ti divora è stato un crimine istituzionale, un tradimento che aggrava ulteriormente il peso dei delitti perpetrati” ha dichiarato il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Su quei fatti che oggi ricordiamo è ormai trascorsa una vita completa, anche questa non semplice e senza preoccupazioni, ma almeno senza gli apici dell’orrore vissuto, almeno da queste parti.  E’ bene e doveroso che se ne mantenga viva la memoria, che tutti insieme si operi per guarire e riparare, le vecchie ferite e quelle nuove, che purtroppo oggi si aprono anche davanti ai nostri occhi. Siamo qui insieme a condividere un impegno”.

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16 ottobre
Il presidente della Cer Pacifici
"In prima linea per la Memoria"

“L'Italia che ha partorito il fascismo ha il dovere di coltivare i valori della Memoria per se stessa e per l'Europa” ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Vi è una speranza e su questo abbiamo il dovere di essere ottimisti. Sono i nostri giovani. Quelli che Lei prima di tutto ha l’opportunità di incontrare nelle scuole e con cui spesso ho il privilegio potermi confrontare. Sono una maggioranza, spesso senza voce e senza vetrina, perché le azioni positive non fanno mai notizia. Sono quei giovani che grazie all'impegno di docenti sensibili e responsabili hanno approfondito in questi anni i temi della Memoria. Hanno raccolto il "Testimone della Memoria" facendo proprie le testimonianze dei nostri sopravvissuti, a cominciare da quelli che non sono più fra noi”.

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16 ottobre
Il sindaco "Roma s’inchina.
Senza Memoria non c’è civiltà"

“Per queste ragioni vogliamo tenere viva la memoria di quanto accadde il 16 ottobre 1943 a Roma.  Perché senza memoria non c’è civiltà. Non c’è cultura. Non c’è umanità. La memoria è lo strumento più forte di cui disponiamo per combattere l’indifferenza, perché riesce a far vivere ricordi e avvenimenti” ha dichiarato il sindaco di Roma Ignazio Marino, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943 presieduta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “A Lello Di Segni ed Enzo Camerino, gli unici due deportati del 16 ottobre del 1943 ancora in vita.  Dinnanzi a voi, e ai tanti deportati che ormai non ci sono più o che non hanno potuto essere qui questa mattina, la Città di Roma si inchina e vi ringrazia”.
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16 ottobre
La vicinanza dei leader religiosi
"L'odierna commemorazione potrebbe essere definita come una memoria futura. Un appello alle nuove generazioni a non appiattire la propria esistenza a non lasciarsi trascinare da ideologie a non giustificare mai il male che incontriamo, a non abbassare la guardia contro l'antisemitismo e contro il razzismo qualunque sia la loro provenienza". Lega passato a futuro papa Bergoglio nella sua lettera, letta questa mattina al Tempio Maggio Roma in occasione delle celebrazioni del 16 ottobre 1943, in memoria del rastrellamento e deportazione nazista degli ebrei romani. "L'indicibile atrocità della Shoah non può essere dimenticata”. A inviare un messaggio di vicinanza e solidarietà anche la Tavola Valdese. “Nella giornata del 16 ottobre, data che chiunque abbia memoria storica, senso della democrazia e rispetto per la vita associa alla deportazione degli ebrei romani e quindi alla tragedia della Shoah, voglio esprimere la simpatia e l'affetto della Chiesa valdese nei confronti dell'intera comunità ebraica nel giorno in cui essa commemora tante vittime innocenti”, scrive il moderatore della Tavola, il pastore Eugenio Bernardini, in una lettera inviata al presidente UCEI Renzo Gattegna.
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16 ottobre
Ricordare e non dimenticare
Scorrono le immagini al Portico di Ottavia nel silenzio della folla. Un fiume di persone che, dopo aver percorso silenziosamente le vie dell’antico ghetto, guarda i volti di chi non è tornato. La Comunità ebraica di Roma ricorda con dolore e commozione il 16 ottobre, data in cui settant’anni fa i nazisti cercarono di cancellarla, rastrellando e deportando oltre mille persone (1024 e solo sedici tornarono da Auschwitz). Le loro fotografie, tra cui quelle di ventidue bambini, scorrono sul muro del Portico d’Ottavia in occasione della marcia organizzata ieri dalla Comunità ebraica romana.
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dialogo
Rabbini in Vaticano
Venerdì scorso una delegazione formata da una trentina fra rabbini e dirigenti comunitari romani, guidata dal rabbino capo Riccardo Di Segni, dal presidente della Comunità Riccardo Pacifici e dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, si è recata in visita al Vaticano per incontrare il nuovo pontefice, papa Francesco. Siamo stati accolti in un’ala del palazzo alla sinistra della Chiesa, all’ultimo piano, e dopo esser passati attraverso una lunga teoria di corridoi sfarzosi siamo entrati in un grande salone riccamente adornato.

Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano
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pilpul
Noi di Albano
Nella mia conciliante visione della vita penso che anche Priebke debba trovare un luogo dove collocare il suo corpo terreno. Ma come nativa di Albano Laziale, medaglia d'argento della Resistenza, sono orgogliosa per la protesta contro questi falsi cristiani, autentici antisemiti, dei lefrebvriani.

Matilde Passa, giornalista



Riprendiamoci la nostra storia
In una chiacchierata tra due figlie di cugini, mia sorella Gaia e mia cugina Iskà Bassi Hoppenheim nasce un’idea. L’idea di un viaggio. Ad Auschwitz. Che c’è di così particolare in questo? Molte famiglie, scuole, enti organizzano viaggi nei campi di sterminio nazisti. Forse nel nostro caso c’è qualcosa di diverso che merita una condivisione.

Gadi Piperno
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Ticketless - Vercelli
L’autunno, si sa, con la malinconia, accentua il male che i francesi chiamano dell’autobiografia. Spronato dal libro, davvero toccante, di Anna Foa (Portico d’Ottavia, 13 Laterza), dove si narra la storia di una cinquecentesca casa ebraica passata attraverso la razzia del 16 ottobre 1943, sono sceso dal treno, per fermarmi a Vercelli, la città dove da bambino per qualche tempo ho abitato. Non ho resistito alla tentazione di ritrovare la mia Casa. E poi, mi sono detto, dopo aver tanto frugato, in questa rubrica, dentro le case degli altri, perché non dedicare un Ticketless ad una casa che sento anche mia?

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il male radicale
“Se ne è andato un essere vivente, non un essere umano”. Rimarcando l’esclusione del defunto criminale nazista dalla famiglia del genere umano, Riccardo Pacifici ha meritoriamente inteso ricordare come non sia possibile parlare di “uomini” laddove i più elementari, fondamentali elementi di umanità siano così atrocemente e pervicacemente disprezzati e vilipesi.

Francesco Lucrezi, storico
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