
Paolo Sciunnach,
insegnante
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Nello Zohar, il Libro dello Splendore, uno
dei testi più importanti della Qabbalah, il mondo in cui viviamo viene
chiamato "Alma DeShikra", ossia "mondo della menzogna".
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Anna
Foa,
storica
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Che ci sia una crescita dell’antisemitismo,
è indubbio, e i più recenti attacchi antisemiti a Roma, dalle scritte
ai pacchi contenenti teste di maiale, ben lo provano e non mancano di
suscitare sdegno e preoccupazione. Gli autori di queste provocazioni
vogliono metterci all’angolo, farci smettere di pensare per reagire ai
loro attacchi. Per questo, per non dargliela vinta, dobbiamo continuare
a usare il nostro cervello, senza sentirci obbligati a difendere
l’esistente. Guardare avanti, tentare nuove strade, come se i nazisti e
i negazionisti non ci fossero. Agire, non solo reagire. Fare la mossa
del cavallo. Sembra facile, ma è difficilissimo. Idee, suggerimenti?.
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ROMA - Si chiude oggi la mostra Last Folio:
un viaggio fotografico con Yuri Dojc, esposta alla Biblioteca Nazionale
di Roma e portata in Italia grazie alla collaborazione dell'ambasciata
della Repubblica Slovacca con l’ambasciata del Canada. Testimonianza
fotografica di una comunità ebraica, quella slovacca, spazzata via
dalla Shoah, la rassegna si chiude affidandosi alle parole di Dojc e
della curatrice e ideatrice di Last Folio Katya Krausová, che
racconteranno oggi nel pomeriggio presso la Biblioteca Nazionale, il
percorso che li ha portati a realizzare questo progetto di Memoria
attraverso le immagini. Ad accompagnarli in questo viaggio, le letture
di Francesca Gatto e il flauto di Jana Formaneková, oltre alla
proiezione delle foto e del documentario della Krausová sul viaggio di
Dojc attraverso la Slovacchia.
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Memoria, parole in musica
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Stasera il concerto “I violini della
speranza” organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e
dall’Associazione BrainCircleItalia. Al significato dell’evento ha
rivolto un pensiero anche il pontefice Jorge Bergoglio (il Messaggero).
Alle celebrazioni del Giorno della Memoria prenderà parte anche il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Stampa).
Prosegue l’indignazione per gli oltraggi antisemiti degli scorsi
giorni, con tre pacchi contenenti teste di maiale recapitati al Tempio
maggiore di Roma, all’Ambasciata di Israele e al Museo di Roma in
Trastevere che ospita la mostra “I giovani ricordano la Shoah”: “un
episodio ripugnante, offensivo, con intenti intimidatori” ha
sottolineato il presidente UCEI Renzo Gattegna – Sono vigliacchi perché
mandare pacchi anonimi è troppo facile” (La Stampa). Fortissimo sdegno
è stato espresso dal Ministero degli Esteri israeliano (Repubblica).
Preoccupazione è stata espressa anche dall’American Jewish Committee
(Lisa Palmieri-Billig su La Stampa).
“La società più civile può scoprirsi all’improvviso crudele,
inospitale, aggressiva, può avere leggi democraticissime e protettive
ma allo stesso tempo negare i benefici a chi è considerato diverso – il
monito che lancia il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni sul Tempo
in occasione del Giorno della Memoria – Sono perfettamente convinto
della unicità della shoà, ma l’insegnamento che ne deriva non riguarda
gli ebrei come vittime e una società scomparsa 70 anni fa, è un
discorso attuale in una società che cambia e che si fa fatica e seguire
nelle sue evoluzioni tumultuose e nei germi anche micidiali che può
covare al suo interno”.
“Aiutare i giovani a non restare indifferenti significa sottrarli un
domani dall’accusa di essere stati dei ‘volenterosi carnefici di
Hitler’, citando il libro di Daniel Goldhagen. Ma il nostro sforzo
sulla Memoria non passa solo attraverso il ricordo delle brutalità e
delle violenze fisiche. Il progetto originario, e già prima
dell’avvento del nazismo, era annullare e mortificare la nostra
identità ebraica" scrive sul Corriere della Sera il presidente della
Comunità ebraica di
Roma Riccardo Pacifici.
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Memoria viva |
Ogni anno il Giorno della Memoria riporta
l’attenzione dell’opinione pubblica sulla Shoah e sulle sue vittime. Ma
la cadenza delle celebrazioni non basta.
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27
gennaio - il discorso del presidente ucei
"Dalla
Memoria costruiamo società più libere e progredite"
“Nei
giorni scorsi, accompagnando il presidente del Senato Pietro Grasso e
il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Maria
Chiara Carrozza e oltre un centinaio di studenti delle scuole italiane
in visita nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau ho potuto
constatare personalmente che il comportamento dei ragazzi non lasciava
spazio a dubbi, non dimenticheranno mai le immagini che si sono
presentate davanti ai loro occhi e le parole dei sopravvissuti. Le
commemorazioni del 27 gennaio non siano quindi viste come un qualcosa
di rituale o scontato. Allontanare questa insidia, scacciare il
distruttivo veleno della retorica, è il compito primario di chi, nella
Memoria, vede un punto di partenza irrinunciabile per la costruzione di
società più libere e progredite”. Così il presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel corso delle solenni
celebrazioni per il Giorno della Memoria al Quirinale. “Come è potuto
accadere? E se è accaduto solo 70 anni fa chi può garantirci che non
possa ripetersi anche in forme diverse e contro altre collettività? Noi
rappresentanti delle comunità ebraiche italiane – ha affermato Gattegna
– sentiamo di poter svolgere uno speciale ruolo e di avere un preciso
dovere a favore del nostro paese e della società di cui siamo parte
integrante”. In conclusione un omaggio al Capo dello Stato per il
grande insegnamento di modestia, disinteresse e amore per l'Italia
trasmesso nel momento in cui, ha sottolineato il presidente UCEI, si è
trovato nella condizione di dover accettare un secondo mandato “ben
consapevole delle enormi fatiche e delle difficoltà che avrebbe dovuto
affrontare”.
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27
gennaio - qui roma
"La
Memoria, il nostro futuro"
“Gli
autori di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia
usata in quei pacchi non hanno nulla a che vedere con la Roma e i
romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica,
educazione e cultura sono fraternamente accanto agli uomini e alle
donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un
abbraccio di solidarietà e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni
forma di antisemitismo”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano a proposito degli ultimi episodi di pregiudizio
antiebraico accaduti a Roma. Numerosi – nelle parole del capo dello
Stato – i riferimenti al valore della Memoria e alla straordinaria
attualità della sua lezione, continui gli apprezzamenti per l'amicizia
e il lavoro svolto negli anni del suo duplice mandato al fianco del
presidente UCEI Renzo Gattegna. Tra i vari spunti una riflessione sul
modo più appropriato di vigilare e di intervenire contro ogni forma di
antisemitismo, razzismo e violenza. Napolitano ha affermato infatti di
aver apprezzato un recente intervento di Gattegna in cui il presidente
dell'Unione aveva spiegato che gli ebrei italiani, a proposito del
dibattito apertosi nell'opinione pubblica e nella comunità degli
storici sull'opportunità di introdurre un reato che punisca il
negazionismo della Shoah, “devono vedere con favore ogni contributo di
pensiero proveniente da studiosi di valore e devono respingere con
decisione le tesi e le azioni di chi vorrebbe approfittare del
dibattito per banalizzare e svalutare la Memoria”.
Ad intervenire anche il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza,
a lungo soffermatasi sull'importanza dell'educazione alla Memoria e
alla reciproca comprensione tra culture e identità differenti nelle
scuole italiane. “L'esperienza di queste ultime giornate ci dimostra
quanto sia fondamentale rafforzare questi valori” ha spiegato il
ministro riferendosi alle inquietanti minacce che hanno interessato,
tra gli altri, anche il Museo di Roma in Trastevere dove ha sede una
mostra – “I giovani ricordano la Shoah – che racconta, attraverso le
realizzazioni degli studenti italiani, dodici anni di collaborazione su
questo specifico fronte tra UCEI e Ministero”.
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27
gennaio - musica
Il
suono dei violini sopravvissuti
La
musica è una vittoria sul silenzio, sull’oblio. I violini restaurati
dal liutaio israeliano Amnon Weinstein, che da circa vent'anni gira per
l'Europa cercando gli strumenti confiscati agli ebrei e ridona loro la
voce, saranno i veri protagonisti del concerto “I violini della
speranza” che questa sera a Roma all’Auditorium Parco della Musica al
valore musicale - grazie anche ai solisti Shlomo Mintz e Francesca Dego
- aggiunge il valore simbolico. Organizzata dall’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane insieme all’Università Ebraica di Gerusalemme e
all’Associazione BrainCircleItalia, sotto l’egida della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, il concerto oltre agli eccezionali solisti
vedrà sul palcoscenico i componenti della JuniOrchestra, la formazione
giovanile dell’Accademia di Santa Cecilia, parte di quella generazione
che deve ora prendere in mano il testimone, e tenere alta la Memoria,
per non dimenticare il passato, per poter pensare al futuro.
Riprendiamo un approfondimento sul concerto, pubblicato nel dossier
Memoria viva, parte del numero di Pagine Ebraiche in distribuzione in
questi giorni.
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Il
ruolo di un rav |
C'è
umiltà nell'invito di un rav, un maestro in italiano, ai lettori di
Pagine Ebraiche di dire quello che i rabbini dovrebbero fare. Azzardo
una risposta: dare esempio di vita (in Italia e in Israele), piuttosto
che interrogarsi sul ruolo del capo culto. Se non erro, Rashi non si è
mai fatto pagare per l'esempio e l'insegnamento che impartiva. E non
credo del resto che cercasse pagamenti di certificati di kasherut, o
per il vino che produceva. Gli bastava l'apprezzamento dei suoi
clienti, ebrei e francesi.
Vittorio Dan Segre, pensionato
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Il
silenzio di Pio XII |
Subito
dopo il 16 ottobre 1943, mia madre venne a sapere da Guido Coen che
aveva messo al sicuro i suoi due figli, Alvaro e Luciano, alla
scuola-internato San Leone Magno. Guido le consigliò di andare a
parlare col Procuratore dei Fratelli Maristi, che era anche il preside
dell’istituto. Mia madre ottenne dal preside Alessandro Di Pietro, il
consenso a ricevermi. Qualche giorno dopo verso sera, quando il
coprifuoco era prossimo, mia madre mi prelevò dalla padrona
dell’azienda farmaceutica presso cui ero nascosto, e mi portò alla
scuola.
Sergio Minerbi, diplomatico
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Oltremare
- Il grigio |
Il
grigio è lontano da qui, oltre il mare e in mezzo alla terra, quella
terra che era casa, e che ha prodotto il mostro peggiore degli ultimi
100 anni.
Il grigio è onnipresente, nella memoria che non è ricordo, perché noi
che siamo nati dopo, noi giovani o quasi, il ricordo del vissuto non
l'abbiamo. Ma abbiamo la memoria, che abbraccia anche l'assenza.
Fotografie in bianco e nero, nomi di famigliari che hanno solo passato
e nessun presente.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea
for two - Ansie di giornata |
Esistono
momenti di meravigliosa calma piatta e momenti come questi. Momenti nei
quali l'identità ebraica diventa angosciante. Un ebreo italiano in
media in queste ultime settimane avrà pensato: "Oddio c'è una frattura
interna pazzesca, litighiamo troppo, l'Italia è a conoscenza del fatto
che litighiamo troppo, la comunità è in deficit, Gad Lerner scrive
sulle teste di maiale mandate per posta, Scarlett Johansson è criticata
per aver prestato il volto in una campagna israeliana e quindi non si
esporrà più...".
Rachel Silvera, studentessa
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