
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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L'arcobaleno
di colori della bandiera della Pace tanto sventolata e abusata in
questi giorni non si addice al monocolore mentale di chi la sventola o
la mostra sul proprio balcone, sia esso cittadino privato o personaggio
istituzionale. Tra i colori della Pace e della protesta non trovano
spazio le ragazze nigeriane, il conflitto russo-ucraino, i morti in
Siria, i cristiani in fuga da Mosul e dall'Africa musulmana, i morti di
Libia, i migranti disperati tra i flutti di Lampedusa.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Le
reazioni delle società occidentali al rinnovato conflitto fra Israele e
Hamas hanno introdotto un elemento inedito di cui credo bisognerà
tenere conto nel prossimo futuro. Di certo sono allarmanti le
manifestazioni di un rinnovato antisemitismo, che ha trasferito a
tratti nelle strade di Parigi, di Londra o altrove lo scontro
mediorientale.
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Scuola colpita a Gaza, Tzahal apre un’indagine |
Circostanze
ancora da chiarire rispetto alla tragedia che ha colpito ieri una
scuola dell’Onu a Gaza. Nel corso del conflitto tra esercito israeliano
e Hamas, un’esplosione ha investito l’edificio situato a Beth Hanun,
nel nord della Striscia, uccidendo diciassette persone tra cui diversi
bambini e personale delle Nazioni Unite. Sui quotidiani italiani
diverse ricostruzioni dell’accaduto. Due le tesi riportate, come scrive
Fiamma Nirenstein sul Giornale: “Tzahal sostiene un missile palestinese
che ha sbagliato strada, i palestinesi un proiettile proveniente da un
carro armato israeliano”. “Scambio di accuse tra Israele e Hamas”,
titola La Stampa. A riepilogare i fatti di Beth Hanun per il quotidiano
torinese, il corrispondete Maurizio Molinari che riporta le parole del
segretario generale dell’Onu. “Non sappiamo ancora chi ha commesso
questo attacco – afferma Ban – ma quanto avvenuto sottolinea
l’imperativa necessità che le uccisioni abbiano fine, e finiscano ora”.
Incertezza dunque sulle responsabilità dell’attacco alla scuola
dell’Unrwa, l’ente Onu per i rifugiati palestinesi. E se per lo stesso
Ban Ki-moon non è ancora chiara la vicenda, l’esposizione di Repubblica
sembra invece suggerire una responsabilità israeliana, seppur con
l’inciso che “il massacro della scuola non ha ancora un responsabile
certo”. Sul Corriere della Sera, Davide Frattini racconta la drammatica
situazione vissuta all’interno dell’edificio di Beth Hanun e riporta
come proprio in due scuole dell’Unrwa, i funzionari Onu avevano trovato
razzi nascosti dai miliziani di Hamas. In merito, dura la condanna di
Ban Ki-moon: “È inaccettabile. I responsabili trasformano un luogo di
accoglienza in un possibile obiettivo militare. Trovo anche allarmante
che le munizioni restituite alle autorità locali siano adesso sparite”.
Nelle pagine milanesi del Corriere e del Giornale, la manifestazione
della Comunità ebraica della città in piazza San Carlo per dimostrare
il suo supporto a Israele in questi giorni difficili e il desiderio di
trovare finalmente la pace. Dal palco il presidente della Comunità
milanese Walker Meghnagi sottolinea il diverso atteggiamento dei due
attori del conflitto, Israele e Hamas. “Noi usiamo i missili per
difendere i nostri figli – ha affermato Meghnagi – Hamas i suoi figli
per difendere i missili”. Tra le autorità presenti, riporta il giornale
“il presidente della Provincia Guido Podestà e il governatore Roberto
Maronie, il consigliere Ruggero Gabbai, in rappresentanza del sindaco
Giuliano Pisapia”. Tra i presenti, la parlamentare Daniela Santanché.
Una manifestazione pacifica, con bandiere israeliane, non priva di
tensione a causa di un gruppo di dimostranti filopalestinesi che arriva
a gridare “nazisti” e “assassini” alle persone in piazza San Carlo.
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meriam in italia
"Vittoria contro l'oscurantismo"
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
"A nome di tutti gli ebrei italiani voglio dare il benvenuto a Roma a
Meriam Yahia Ibrahim Isha. La ritrovata libertà di cui torna a godere
dopo anni di atroci vessazioni rappresenta la vittoria del coraggio,
della determinazione e della speranza contro l’oscurantismo di chi
vorrebbe imporre modelli di vita non compatibili con le società
democratiche. Un tema di drammatica attualità in queste ore che vedono
nuove minacce profilarsi per tutti i cristiani ostaggio della barbarie
integralista di chi ancora oggi uccide travisando i più autentici
valori religiosi. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo
italiano il più sincero apprezzamento per aver portato a termine questa
operazione in modo brillante e tempestivo”.
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#israeledifendelapace
Rasan Alian torna al fronte
Favorevoli
all’indipendenza dello Stato di Israele sin dalla prima ora, i drusi -
una popolazione minoritaria di origini musulmane che vive nel nord di
Israele e nel Libano - servono regolarmente nell’esercito israeliano,
ma il Colonnello Generale Rasan Alian è stato il primo a diventare
comandante della Brigata Golani, una delle unità di fanteria più
decorate dell’esercito, in un segnale forte e bello di unità nazionale
e di integrazione. Ferito in battaglia, ha subito dichiarato di voler
tornare al più presto fra i suoi uomini, che stanno operando a Gaza,
fra mille pericoli. “La Brigata che ho l’onore di comandare è formata
da uomini coraggiosi, abbiamo uno spirito forte, e anche se ognuno di
noi soffre per le ferite dei compagni non ci lasciamo fermare, né
rallentare nella nostra lotta al terrorismo". Leggi
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#israeledifendelapace - qui milano
Speranza e solidarietà in piazza
Ritrovarsi
in piazza per esprimere solidarietà ai popoli e desiderio di pace. Così
a Milano centinaia di persone si sono date appuntamento a due passi da
Piazza del Duomo con il pensiero rivolto alla crisi tra Israele e Gaza.
“Siamo qui oggi per una manifestazione pacifica, perché Israele possa
vivere in pace con il popolo palestinese. Perché il problema è e rimane
Hamas e in nessun modo il popolo palestinese” ha sottolineato Walker
Meghnagi, presidente della Comunità ebraica, promotrice la
manifestazione. Tanti giovani, canti, bandiere bianco-azzurre e
striscioni. A intervenire, tra gli altri il consigliere comunale e
presidente della Commissione Expo Ruggero Gabbai, il presidente della
Provincia Guido Podestà e il governatore della Regione Lombardia
Roberto Maroni, presente anche il vicepresidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach.
Forte la solidarietà espressa a Israele, bersaglio dei razzi e degli
attacchi dell’organizzazione terrorista che, viene sottolineato, tiene
in ostaggio il suo stesso popolo.
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redazione aperta - qui trieste Israele, quale politica culturale
È
arrivato il tempo dei saluti, per Ofra Farhi, addetto culturale
dell’ambasciata israeliana in Italia, che sta concludendo in queste
settimane il suo mandato. La partecipazione ai lavori di Redazione
Aperta, il laboratorio aperto che ogni anno riunisce a Trieste la
redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
per due settimane di lavoro comune, diventa l’occasione per un
bilancio. Quattro anni e mezzo di lavoro intenso, appassionato, che
Ofra ha raccontato in un fiato, con l’energia travolgente che la
contraddistingue, incantando tutti con il suo pragmatismo e con gli
strardinari risultati ottenuti.
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Che fare? |
“Che
cosa farebbe l’Italia se piovessero in continuazione razzi su Roma,
Milano, Torino?” È una domanda che mi capita di rivolgere spesso ai
miei interlocutori in questi giorni, e che avrei voluto rivolgere a
Michele Serra dopo aver letto la sua Amaca di mercoledì.
Anna Segre, insegnante
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I veleni del web |
Sul
web e sui social network sembra che le parole abbiano perso
completamente il loro valore e il loro significato politico, storico e
culturale. Come già i mass media adottano termini e concetti
inappropriati quando trattano di Israele e del conflitto in corso – lo
sottolineava qualche giorno fa anche il professor Sergio Della Pergola
su queste pagine – in rete si legge sempre più spesso di utenti che,
sfoggiando la propria rabbia contro Israele (o piuttosto la propria
ignoranza), adoperano con nonchalance termini come “nazista” o “oltre i
nazisti” per riferirsi allo stato israeliano e ai suoi abitanti,
incriminano il conflitto e le operazioni aeree e via terra dello Tzahal
come “pulizia etnica” o “genocidio”, o addirittura c’è chi parla di
Endlösung, e paragonano l’esercito israeliano alle Einsatzgruppen.
Francesco Moises Bassano, studente
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Lo Stato ebraico |
È
difficile da credere, ma è successo davvero. Università. Dipartimento
di Lingue (uno dei migliori d’Italia). Sessione estiva. Esame di
“Teoria della Traduzione”. Corso di Laurea Magistrale in “Traduzione”.
Laura Salmon, slavista
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Una crescente consapevolezza |
Nonostante
tutto, la curiosità verso l’ebraismo non si arresta di fronte ai giorni
di tensione. La sinagoga di Bologna si è riempita per visite e concerti
in occasione della seconda serata di Bolanià, la manifestazione di
cultura ebraica inaugurata quest’anno. Ad avermi colpito non è stata
solo l’affluenza e la voglia di condividere, il desiderio di dare e di
ricevere.
Ilana Bahbout
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