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25 luglio 2014 - 27 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
L'arcobaleno di colori della bandiera della Pace tanto sventolata e abusata in questi giorni non si addice al monocolore mentale di chi la sventola o la mostra sul proprio balcone, sia esso cittadino privato o personaggio istituzionale. Tra i colori della Pace e della protesta non trovano spazio le ragazze nigeriane, il conflitto russo-ucraino, i morti in Siria, i cristiani in fuga da Mosul e dall'Africa musulmana, i morti di Libia, i migranti disperati tra i flutti di Lampedusa.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Le reazioni delle società occidentali al rinnovato conflitto fra Israele e Hamas hanno introdotto un elemento inedito di cui credo bisognerà tenere conto nel prossimo futuro. Di certo sono allarmanti le manifestazioni di un rinnovato antisemitismo, che ha trasferito a tratti nelle strade di Parigi, di Londra o altrove lo scontro mediorientale.
 
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Scuola colpita a Gaza, Tzahal apre un’indagine
Circostanze ancora da chiarire rispetto alla tragedia che ha colpito ieri una scuola dell’Onu a Gaza. Nel corso del conflitto tra esercito israeliano e Hamas, un’esplosione ha investito l’edificio situato a Beth Hanun, nel nord della Striscia, uccidendo diciassette persone tra cui diversi bambini e personale delle Nazioni Unite. Sui quotidiani italiani diverse ricostruzioni dell’accaduto. Due le tesi riportate, come scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale: “Tzahal sostiene un missile palestinese che ha sbagliato strada, i palestinesi un proiettile proveniente da un carro armato israeliano”. “Scambio di accuse tra Israele e Hamas”, titola La Stampa. A riepilogare i fatti di Beth Hanun per il quotidiano torinese, il corrispondete Maurizio Molinari che riporta le parole del segretario generale dell’Onu. “Non sappiamo ancora chi ha commesso questo attacco – afferma Ban – ma quanto avvenuto sottolinea l’imperativa necessità che le uccisioni abbiano fine, e finiscano ora”. Incertezza dunque sulle responsabilità dell’attacco alla scuola dell’Unrwa, l’ente Onu per i rifugiati palestinesi. E se per lo stesso Ban Ki-moon non è ancora chiara la vicenda, l’esposizione di Repubblica sembra invece suggerire una responsabilità israeliana, seppur con l’inciso che “il massacro della scuola non ha ancora un responsabile certo”. Sul Corriere della Sera, Davide Frattini racconta la drammatica situazione vissuta all’interno dell’edificio di Beth Hanun e riporta come proprio in due scuole dell’Unrwa, i funzionari Onu avevano trovato razzi nascosti dai miliziani di Hamas. In merito, dura la condanna di Ban Ki-moon: “È inaccettabile. I responsabili trasformano un luogo di accoglienza in un possibile obiettivo militare. Trovo anche allarmante che le munizioni restituite alle autorità locali siano adesso sparite”.
Nelle pagine milanesi del Corriere e del Giornale, la manifestazione della Comunità ebraica della città in piazza San Carlo per dimostrare il suo supporto a Israele in questi giorni difficili e il desiderio di trovare finalmente la pace. Dal palco il presidente della Comunità milanese Walker Meghnagi sottolinea il diverso atteggiamento dei due attori del conflitto, Israele e Hamas. “Noi usiamo i missili per difendere i nostri figli – ha affermato Meghnagi – Hamas i suoi figli per difendere i missili”. Tra le autorità presenti, riporta il giornale “il presidente della Provincia Guido Podestà e il governatore Roberto Maronie, il consigliere Ruggero Gabbai, in rappresentanza del sindaco Giuliano Pisapia”. Tra i presenti, la parlamentare Daniela Santanché. Una manifestazione pacifica, con bandiere israeliane, non priva di tensione a causa di un gruppo di dimostranti filopalestinesi che arriva a gridare “nazisti” e “assassini” alle persone in piazza San Carlo.
 
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  davar
meriam in italia
"Vittoria contro l'oscurantismo"
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
"A nome di tutti gli ebrei italiani voglio dare il benvenuto a Roma a Meriam Yahia Ibrahim Isha. La ritrovata libertà di cui torna a godere dopo anni di atroci vessazioni rappresenta la vittoria del coraggio, della determinazione e della speranza contro l’oscurantismo di chi vorrebbe imporre modelli di vita non compatibili con le società democratiche. Un tema di drammatica attualità in queste ore che vedono nuove minacce profilarsi per tutti i cristiani ostaggio della barbarie integralista di chi ancora oggi uccide travisando i più autentici valori religiosi. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo italiano il più sincero apprezzamento per aver portato a termine questa operazione in modo brillante e tempestivo”.

#israeledifendelapace
Tregua, la proposta Kerry
al vaglio delle parti

Almeno cinque giorni di tregua e alcune questioni di stringente attualità sulle quali confrontarsi al più presto. È la proposta formulata dal Segretario di Stato americano John Kerry per una sospensione del conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas al governo della Striscia di Gaza. Una bozza di piano è al vaglio di un gabinetto per la sicurezza convocato in queste ore dal governo israeliano. Ogni eventuale accettazione della proposta è però legata ad analoga decisione da parte di Hamas. Altrimenti, è probabile che si vada verso un rafforzamento delle operazioni con l’obiettivo di localizzare e distruggere non solo gli armamenti ma anche la città sotterranea consacrata al terrore che è stata costruita utilizzando i fondi internazionali destinati alla popolazione civile. Una risposta di Hamas alla proposta Kerry è attesa nelle prossime ore, al massimo nella giornata di sabato).
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#israeledifendelapace
Rasan Alian torna al fronte
Favorevoli all’indipendenza dello Stato di Israele sin dalla prima ora, i drusi - una popolazione minoritaria di origini musulmane che vive nel nord di Israele e nel Libano - servono regolarmente nell’esercito israeliano, ma il Colonnello Generale Rasan Alian è stato il primo a diventare comandante della Brigata Golani, una delle unità di fanteria più decorate dell’esercito, in un segnale forte e bello di unità nazionale e di integrazione. Ferito in battaglia, ha subito dichiarato di voler tornare al più presto fra i suoi uomini, che stanno operando a Gaza, fra mille pericoli. “La Brigata che ho l’onore di comandare è formata da uomini coraggiosi, abbiamo uno spirito forte, e anche se ognuno di noi soffre per le ferite dei compagni non ci lasciamo fermare, né rallentare nella nostra lotta al terrorismo".
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#israeledifendelapace - qui milano
Speranza e solidarietà in piazza
Ritrovarsi in piazza per esprimere solidarietà ai popoli e desiderio di pace. Così a Milano centinaia di persone si sono date appuntamento a due passi da Piazza del Duomo con il pensiero rivolto alla crisi tra Israele e Gaza. “Siamo qui oggi per una manifestazione pacifica, perché Israele possa vivere in pace con il popolo palestinese. Perché il problema è e rimane Hamas e in nessun modo il popolo palestinese” ha sottolineato Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica, promotrice la manifestazione. Tanti giovani, canti, bandiere bianco-azzurre e striscioni. A intervenire, tra gli altri il consigliere comunale e presidente della Commissione Expo Ruggero Gabbai, il presidente della Provincia Guido Podestà e il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, presente anche il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach.
Forte la solidarietà espressa a Israele, bersaglio dei razzi e degli attacchi dell’organizzazione terrorista che, viene sottolineato, tiene in ostaggio il suo stesso popolo.
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#israeledifendelapace - qui vienna
Rivivere l'allarme razzi     
"In Israel you have 15 seconds to save your life”, in Israele avete 15 secondi per salvarvi la vita. Questo recita lo striscione che vari gruppi di ragazzi appartenenti all’associazione “Jewish Youth of Austria for Israel” hanno srotolato giovedì davanti ai passanti impietriti dalla loro ultima iniziativa. Un’azione molto semplice e molto efficace: a Vienna, in diversi luoghi molto frequentati della città di colpo è risuonata la sirena, quella stessa sirena che in Israele in queste ore annuncia l’arrivo di un missile.
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antisemitismo - rapporti ungheria-Italia 
L'ambasciatore sgradito
“Rifiutate di accettare la sua nomina ad ambasciatore d'Ungheria in Italia”. È questa la richiesta inoltrata dall'Anti-Defamation League, ente americano impegnato nella lotta all'antisemitismo, al governo italiano perché respinga la candidatura di Péter Szentmihályi Szabó a rappresentare il suo paese in Italia. “Il signor Szabó è un noto antisemita”, afferma l'AntiDefamation League. Da qui l'evidente incompatibilità con il ruolo diplomatico di chi annovera nel suo passato scritti in cui si accusano gli ebrei di essere “agenti di satana” o di aver tratto vantaggio dall'“industria dell'Olocausto”. Affermazioni vergognose, che non sono passate inosservate e, alla notizia della sua presunta nomina in Italia – non ci sono conferme ufficiali a riguardo – l'Adl si è subita attivata. “Noi speriamo che il governo italiano – scrive Abraham Foxman, direttore nazionale dell'Adl (nell'immagine), in una lettera al ministro degli Esteri Mogherini - troverà il modo appropriato di incoraggiare il governo ungherese a procedere,come ambasciatore nella vostra capitale, con un rappresentante più adatto di un uomo di odio”. Una proposta appoggiata oggi dall'editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista.
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QUI MILANO - LA NOTA DELL'ADEI
Noa, concerto annullato
"No a strumentalizzazioni"

“In merito a quanto riportato ieri dall’Ansa e alle dichiarazioni del signor Pompeo Benincasa l’Adei Wizo-Associazione Donne Ebree d’Italia precisa che l’annullamento del concerto della cantante Noa a Milano nel prossimo autunno è da riferirsi a ragioni logistiche ed economiche. Si precisa inoltre che per statuto la nostra è una associazione apolitica e apartitica per cui non si può prestare ad alcuna strumentalizzazione in questo senso”. Così il presidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel in risposta all’agente della popolare cantante israeliana Pompeo Benincasa che ieri, in una intervista all’Ansa, aveva parlato di un ostracismo italiano nei confronti della sua assistita che seguirebbe quello che la stessa “subisce da diversi anni in Israele”.
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redazione aperta - qui trieste
 Israele, quale politica culturale
È arrivato il tempo dei saluti, per Ofra Farhi, addetto culturale dell’ambasciata israeliana in Italia, che sta concludendo in queste settimane il suo mandato. La partecipazione ai lavori di Redazione Aperta, il laboratorio aperto che ogni anno riunisce a Trieste la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per due settimane di lavoro comune, diventa l’occasione per un bilancio. Quattro anni e mezzo di lavoro intenso, appassionato, che Ofra ha raccontato in un fiato, con l’energia travolgente che la contraddistingue, incantando tutti con il suo pragmatismo e con gli strardinari risultati ottenuti.
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qui firenze
Balagan per la solidarietà
La mia musica combatte ogni giorno con fatica e impegno per trovare uno spazio non omologato. Perché per me questo è il più grande dei guai: l’omologazione”. Parola di Shel Shapiro, il grande artista icona della musica beat ospite di un nuovo appuntamento di successo del Balagan Cafè. Al suo fianco, sul palco allestito davanti all’ingresso del Tempio, i solisti dell’orchestra multietnica di Arezzo guidati da Enrico Fink (che è anche direttore artistico del Balagan). Ricco di significati, inoltre, l’impegno di solidarietà portato avanti dalla Comunità ebraica fiorentina che, rispondendo per prima all’appello dell’assessore comunale al welfare, al sociale e alle pari opportunità Sara Funaro, ha messo a disposizione un appartamento riservato ai profughi dall’Africa di passaggio in Toscana in queste ore. A beneficiare dell’opportunità sei giovani migranti dal Mali in età compresa dai 20 ai 23 anni. La situazione è stata inquadrata sia dall’assessore Funaro che dalla presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli.
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#israeledifendelapace - domande e risposte
 TUNNEL - Dove portano?
II tunnel sono l’obiettivo principale delle azioni dell’esercito israeliano, che sta cercando in queste ore di individuare e distruggere il maggior numero possibile di passaggi. Compongono una rete articolata, che si sta mostrando ora per ora più fitta e ben strutturata. Costruiti con i materiali da costruzioni arrivati nella Striscia di Gaza per edificare case, scuole e ospedali sono passaggi che si prestano a usi molteplici. Dall’importazione di armi e munizioni allo spostamento di militanti di Hamas, dal rifornimento dei punti più caldi del territorio della Striscia all’organizzazione di attacchi terroristici, i cunicoli sotterranei si sono svelati spesso un pericolo immediato e reale per la popolazione civile israeliana.
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pilpul
Che fare?
“Che cosa farebbe l’Italia se piovessero in continuazione razzi su Roma, Milano, Torino?” È una domanda che mi capita di rivolgere spesso ai miei interlocutori in questi giorni, e che avrei voluto rivolgere a Michele Serra dopo aver letto la sua Amaca di mercoledì.

Anna Segre, insegnante
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I veleni del web
Sul web e sui social network sembra che le parole abbiano perso completamente il loro valore e il loro significato politico, storico e culturale. Come già i mass media adottano termini e concetti inappropriati quando trattano di Israele e del conflitto in corso – lo sottolineava qualche giorno fa anche il professor Sergio Della Pergola su queste pagine – in rete si legge sempre più spesso di utenti che, sfoggiando la propria rabbia contro Israele (o piuttosto la propria ignoranza), adoperano con nonchalance termini come “nazista” o “oltre i nazisti” per riferirsi allo stato israeliano e ai suoi abitanti, incriminano il conflitto e le operazioni aeree e via terra dello Tzahal come “pulizia etnica” o “genocidio”, o addirittura c’è chi parla di Endlösung, e paragonano l’esercito israeliano alle Einsatzgruppen.

Francesco Moises Bassano, studente
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Lo Stato ebraico
È difficile da credere, ma è successo davvero. Università. Dipartimento di Lingue (uno dei migliori d’Italia). Sessione estiva. Esame di “Teoria della Traduzione”. Corso di Laurea Magistrale in “Traduzione”.

Laura Salmon, slavista
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Una crescente consapevolezza
Nonostante tutto, la curiosità verso l’ebraismo non si arresta di fronte ai giorni di tensione. La sinagoga di Bologna si è riempita per visite e concerti in occasione della seconda serata di Bolanià, la manifestazione di cultura ebraica inaugurata quest’anno. Ad avermi colpito non è stata solo l’affluenza e la voglia di condividere, il desiderio di dare e di ricevere.

Ilana Bahbout
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