#IsraeleDifendeLaPace – Tregua, la proposta Kerry al vaglio delle parti

incontroAlmeno cinque giorni di tregua e alcune questioni di stringente attualità sulle quali confrontarsi al più presto. È la proposta formulata dal Segretario di Stato americano John Kerry (nella foto) per una sospensione del conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas al governo della Striscia di Gaza. Una bozza di piano è adesso al vaglio di un gabinetto per la sicurezza convocato in queste ore dal governo israeliano. Ogni eventuale accettazione della proposta è però legata ad analoga decisione da parte di Hamas. Altrimenti, è probabile che si vada verso un rafforzamento delle operazioni con l’obiettivo di localizzare e distruggere non solo gli armamenti ma anche la città sotterranea consacrata al terrore che è stata costruita utilizzando i fondi internazionali destinati alla popolazione civile. Una risposta di Hamas alla proposta Kerry è attesa nelle prossime ore, al massimo nella giornata di sabato.
Sul filo della tensione anche i temi dell’ordine pubblico dopo la grande manifestazione di protesta partita ieri da Ramallah e conclusasi con atti di violenza davanti al posto di confine di Qalandia. Atti di violenza cui l’esercito è stato costretto a rispondere. Al momento si contano due morti e alcune decine di feriti.
L’attenzione era oggi rivolta particolarmente verso la Città Vecchia di Gerusalemme, meta di molti fedeli per la preghiera del Venerdì in moschea. Alcuni cortei, infuocati dall’appello di Hamas a una nuova Intifada, sono degenerati in scontri aperti con le forze dell’ordine. Ci sono degli arresti.
La giornata odierna, come ormai da tempo, è stata caratterizzata dal lancio di numerosi missili dalla Striscia di Gaza (38, il dato complessivo rilevato nel primo pomeriggio, alla vigilia del gabinetto d’emergenza). Le località maggiormente bersagliate sono state Tel Aviv e Ashkelon, dove il primo lancio è arrivato alle luci dell’alba: nell’occasione, il sistema di difesa Iron Dome ha scongiurato la caduta di ordigni in città e perdite tra la popolazione civile. Le insidie sui cieli di Tel Aviv hanno invece costretto un volo della Canada Air a cambiare traiettoria e a ritardare l’atterraggio all’aeroporto Ben Gurion.
Presa di mira anche Eilat, nota località turistica meridionale. Il forte shock generato da un’esplosione, avvenuta nella tarda serata di ieri, ha portato molte persone a rivolgersi al personale sanitario per accertamenti.
Sale invece a 33 unità il numero dei morti tra i soldati impegnati da oltre una settimana nelle operazioni di terra a Gaza. L’ultima vittima è il sergente Yair Ashkenazy, 36 anni. I funerali si svolgeranno oggi stesso nel cimitero militare di Rehovot.

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(25 luglio 2014)