Paolo Sciunnach,
insegnante
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L’indifferenza
al male è più pericolosa del male stesso, perché acceca la nostra
capacità di indignazione e stravolge i nostri valori e il nostro agire.
Dove è la coscienza del mondo? Dove è lo sdegno? Il mondo sembra non
vedere.
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Anna
Foa,
storica
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A
quanti, a Tel Aviv, tentavano, per dirla con David Bidussa, “di
liberarsi dall’assassino dei sogni”, ha parlato con parole molto alte
David Grossman, parole che dovremmo meditare tutti nei nostri cuori:
“Anche se oggi siamo nemici, resteremo sempre vicini di casa, dobbiamo
vivere insieme. Quello che è bene per il vicino, è bene pure per me.
Non potremo respirare profondamente in Israele fino a quando la gente
di Gaza si sentirà soffocare".
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La tregua si allontana
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Questa
notte si esaurirà la cinque giorni di cessate il fuoco tra Israele e
Hamas. E, come titola Repubblica, “l'accordo si allontana” in
riferimento all'accordo per una tregua duratura proposto dal Cairo. “Il
premier israeliano Netanyahu ha fatto diverse concessioni – scrive il
quotidiano diretto da Ezio Mauro - ma è stato netto su una cosa: Hamas
'non può sperare di compensare una sconfitta militare con un successo
politico' e Israele non accetterà mai una proposta di tregua che non
tenga conto degli interessi di sicurezza di Gerusalemme ( quindi niente
più razzi e missili lanciati dalla Striscia di Gaza)”. “Immediata, da
Gaza, la sferzante risposta di un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri –
scrive Aldo Baquis sulla Gazzetta del Mezzogiorno - La 'sconfitta' non
c'è stata e Netanyahu, ha sostenuto, ha preferito nascondere agli
israeliani 'le ingenti perdite' militari patite a Gaza. Hamas, ha
proseguito, non è infiacchito e il prossimo round di combattimenti, ha
previsto, si svolgerà ad Ashqelon, ossia in territorio israeliano”. E
sempre Hamas, come scrive Repubblica, ha intanto ammesso le minacce e
censure ai danni dei giornalisti stranieri: nel corso di un'intervista
a una televisione libanese un dirigente del movimento che controlla la
Striscia di Gaza ha dichiarato, “Chi fotografava o filmava i nostri
combattenti o i lanci dei razzi era di fatto un agente del nemico. Chi
non cambiava idea su come raccontare la guerra lo abbiamo cacciato”.
Sempre da Israele, diversi quotidiani italiani danno spazio alla storia
di Morel e Mahmoud, coppia di sposi il cui matrimonio è stato
osteggiato da un gruppo di estremisti. Lei ebrea, lui musulmano, sono
incappati in “Lehava, il gruppo di destra che ha come obiettivo quello
di 'bloccare i matrimoni misti nella Terra Santa'”, scrive Repubblica.
Il matrimonio si è celebrato “in un quartiere di Tel Aviv blindato da
200 agenti antisommossa – riporta Francesca Paci su La Stampa -
schierati per contenere la protesta di centinaia di estremisti della
destra ebraica”. A chiudere ogni polemica, le parole del presidente
israeliano Reuven Rivlin. “Mahmud e Morel hanno deciso di sposarsi e di
esercitare la propria libertà in un paese democratico – afferma Rivilin
in un post su Facebook - Nessuno è obbligato a dividere con loro la
felicità ma tutti devono rispettarla. Violenza e razzismo non hanno
posto nella società israeliana”.
La democraticità di Israele e la sua appartenenza al mondo occidentale
è, secondo Angelo Panebianco (Corriere della Sera), uno dei motivi per
cui in Europa si sono scatenate nelle scorse settimane violenti
manifestazioni a carattere anti-israeliano e antisemita. Nel riflettere
su quello che definisce il carattere totalitario dell'estremismo
islamico, Panebianco afferma che la sua volontà di distruggere i valori
democratici “sorprendentemente, incontra molta più comprensione, fra
certi occidentali, di quanta se ne potrebbe ragionevolmente aspettare”.
L'esempio di questa sorprendente comprensione sarebbe, per
l'editorialista del Corriere, proprio Israele e quanto è accaduto nel
corso del conflitto a Gaza. “Certamente, nell'odio per Israele
confluisce un antisemitismo mai sradicato che oggi preferisce
mimetizzarsi, mostrarsi interessato alla causa palestinese – scrive
Panebianco - Ma gioca anche il fatto che in Medio Oriente Israele è,
con le sue peculiarità, la società più simile a quelle occidentali. E,
in quanto tale, bersaglio, qui in Europa, di ostilità e disprezzo.
Confrontate quanto i nemici europei di Israele hanno detto e scritto in
questi giorni su Gaza con l'assordante silenzio che essi hanno
rigorosamente mantenuto nei confronti delle stragi jihadiste di
cristiani che si consumavano nello stesso momento. E capirete.
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#IsraeleDifendeLaPace Domande e risposte
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Domande
chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi
problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora.
L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra
lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova
area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede,
dichiarazioni sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle
forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini
che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire
il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it.
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#Israeledifendelapace
Un matrimonio controverso Rivlin: "rispetto per gli sposi" Nessuno
può permettersi di istigare alla violenza e discriminare in questo
paese. È intervenuto duramente il presidente di Israele Reuven Rivlin
(nella foto a fianco del suo predecessore, Shimon Peres), dopo le
polemiche che hanno investito in questi giorni una coppia di sposini
israeliani di Yafo. I due sono stati bersaglio dell'estremismo di
alcuni – in particolare del movimento Lehava, un gruppo che si
definisce anti-assimilazionista – per aver scelto, appunto, di
sposarsi: lui musulmano, lei ebrea, convertitasi all'Islam hanno deciso
di unirsi in matrimonio domenica scorsa. E la cosa non è piaciuta agli
estremisti, con tanto di campagna su Facebook e proteste dal vivo.
Manifestazioni considerate inaccettabili dal presidente israeliano
Rivlin: “Una linea rossa esiste tra la libertà di parola e le proteste
e l'istigazione. Mahmud e Morel hanno deciso di sposarsi e di
esercitare la propria libertà in un paese democratico. L'istigazione
contro di loro è oltraggiosa e sconcertante, indipendentemente
dalla mia posizione o quella di altri – afferma con forza Rivlin -
Nessuno è obbligato a dividere con loro la felicità ma tutti devono
rispettarla. Violenza e razzismo non hanno posto nella società
israeliana”. Uomo storicamente di destra, legato al Likud, Rivlin ha
dimostrato con il suo intervento ai critici la sua fermezza contro ogni
estremismo. Dopo la sua elezione aveva avvisato, “sarò il presidente di
tutti. Rappresenterò tutta Israele”. Ma per chi discrimina e usa
violenza, non c'è spazio. Leggi
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israele
L'amicizia vien danzando
Notissimo
ballerino, di balli da sala, e maestro di Danza, Pierre Dulaine è nato
a Jaffa nel 1944: suo padre, protestante inglese, era in Palestina con
l’esercito britannico, e sua madre, cattolica palestinese, era in parte
francese. Oltre al metodo che porta il suo nome, Dulaine ha fondato
Dancing Classrooms, un programma che aiuta i bambini e le loro famiglie
a migliorare la propria vita, danzando. La sua storia è molto nota e,
oltre ad essere diventata un film – “Ti va di ballare?” con Antonio
Banderas -, ha attirato l’attenzione di Miri Shahaf-Levi, a sua volta
ex ballerina. Quando lo ha contattato, ha scoperto che, oltre a parlare
diverse lingue (inglese, francese e arabo, e qualche parola di ebraico)
era ben consapevole delle difficoltà che si possono incontrare vivendo
in Israele, ed era disponibile a recarvisi, ma a una condizione:
“Trovami in Israele bambini ebrei e arabi che siano disposti a ballare
insieme”. Non facilissimo, visto che spesso si tratta di bambini che
non hanno rapporti che vadano al di là di un incontro casuale, magari
per strada andando a fare la spesa. Leggi
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Demenza digitale - odio e falsi
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Su
facebook e sul web, ho trovato un articolo che dice che 225 vittime
della Shoah e loro discendenti hanno scritto una lettera contro il
“genocidio” praticato a Gaza da Israele. Constatato che i nomi dei
firmatari sono tutti ebraici, che di nessuno c’è alcun indirizzo o
numero di telefono, che non c’è nessun nome di vittima italiana (che
conoscerei per il mio lavoro sulla Shoah), mi sono insospettita.
Liliana Picciotto
Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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Oltremare - Dopoguerra |
E
improvvisamente non siamo più incollati ai telegiornali che si
rincorrono nelle staffette di giornalisti e commentatori a ripetizione,
servizi dal confine, sirene in diretta, senza più orari né inizio né
fine. Improvvisamente arrivano anche i turisti, quelli che si sono
decisi all’ultimo e quelli che avevano già deciso da settimane di
partire lo stesso per questa destinazione in sé paradisiaca, diventata
per una estate un luogo di guerra, reportage terrorizzanti, immagini
che vorremmo il cervello dimenticasse presto.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea
for two - L’Argentario |
Dentro
lo stabilimento balneare super iper chic dell’Argentario, siamo noi
quattro: una legge il Newsweek che ha comprato solo per la copertina
con il titolone Exodus ed il roboante sottotitolo “Perché gli ebrei
stanno lasciando di nuovo l’Europa” e continua a sostenere che una
delle pagine dell’articolo, completamente annerita per un errore di
stampa, celi in realtà un complotto.
Rachel Silvera, studentessa
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