
Elia Richetti,
rabbino
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La
Torà riporta qui una singolare promessa divina: “Se fosse il tuo
allontanamento fino all’estremità del cielo, da lì ti radunerà il S.
tuo D.o e da lì ti prenderà”. A logica, avremmo potuto aspettarci che
la Torà parlasse di una distanza “fino all’estremità della Terra” e non
“fino all’estremità del cielo”; perché dunque questa strana espressione?
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Giornata
decisiva per i 6mila ebrei e gli altri 5,3 milioni di abitanti della
Scozia. L'esito del referendum per l'indipendenza si saprà solo alla
fine dello scrutinio dell'ultimo dei seggi elettorali. A priori, dal
punto di vista dell'esperienza storica delle comunità ebraiche nel
mondo, si può dire con certezza questo. Quando e dove nella società
generale di un paese ha predominato una sufficiente apertura al
pluralismo delle idee e delle culture, anche gli ebrei hanno trovato i
loro spazi per una decente presenza comunitaria e socioeconomica, e a
volte anche per una crescita demografica.
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Il World Jewish Congress incontra papa Bergoglio
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“La
porta della pace deve restare aperta”: queste le parole con cui papa
Bergoglio ieri sera ha accolto Ronald Lauder, presidente del Congresso
ebraico mondiale, come riportato nell’articolo firmato da Gian Guido
Vecchi sul Corriere della Sera. Un confronto sui diversi fronti,
dall’antisemitismo alla persecuzione dei cristiani, al quale ha
assistito anche il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo
Gattegna, che al Corriere racconta: “Il papa si è detto preoccupato per
l’estendersi dei conflitti e ha invitato a scongiurare il pericolo di
una terza guerra mondiale”. C’è intanto interesse, sempre relativamente
alle attività UCEI, per il Master in Cultura Ebraica e Comunicazione
che partirà in ottobre. Sul quotidiano Libero, che titola ‘A Roma il
corso che incrocia l’ebraismo con la comunicazione’, l’invito del
presidente dell’Unione: “Si tratta di un corso innovativo – dice
Gattegna – con la possibilità di approfondire, da molteplici punti di
vista, la ricchezza della cultura ebraica”.
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i leader ebraici da bergoglio
"Fermiamo insieme l'odio"
“Un
incontro significativo, segnato dalla trattazione di temi importanti
come le persecuzione dei cristiani nel mondo e la crescita
dell'antisemitismo. Il tutto in un clima di grande fratellanza e
cordialità. Il papa si è detto fiducioso sul fatto che la porta della
pace possa rimanere aperta. C'è da lavorare, ma deve rimanere aperta”.
Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna al termine dell'incontro tra i rappresentanti del World Jewish
Congress e papa Bergoglio avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri.
In Vaticano i leader delle principali comunità nazionali guidati da
Ronald Lauder e una delegazione del Wjc giunta da New York. Presente,
tra gli altri, anche la direttrice del Museo ebraico di Roma Alessandra
Di Castro. Dopo aver ricordato gli incontri avvenuti in questi ultimi
mesi con l'ex presidente israeliano Shimon Peres, Bergoglio ha citato –
come paradigma di speranza nel futuro – la vicenda della regina Ester
posta di fronte al prossimo annientamento del suo popolo. Una storia a
lieto fine che dimostra come con l'appoggio di Dio, ha spiegato
Bergoglio, “le sorti possano improvvisamente mutare in positivo”.
L'incontro,
avvenuto a pochi giorni da Rosh haShanah, il capodanno ebraico, è stato
inoltre l'occasione per un augurio e una reciproca testimonianza
d'affetto. Tra i doni che sono stati consegnati al papa dolci al miele,
cesti di frutta, la maglia numero dieci della nazionale cilena con
sopra scritto “Francesco”. Il papa è stato anche formalmente invitato a
una preghiera in sinagoga in occasione della sua missione a New York
del prossimo anno.
Questa
mattina, presso l'Associazione della Stampa Estera, Lauder ha
ripercorso i momenti più signfiicativi dell'incontro. Al suo fianco il
presidente dell'associazione, il giornalista olandese Maarten Van
Alderen.
Lauder ha denunciato i silenzi dell'opinione pubblica occidentale di
fronte al massacro dei cristiani e ha tracciato un parallelismo tra il
simbolo in lingua araba che significa 'nazareno' e la stella gialla che
gli ebrei erano costretti a portare durante il nazifascismo. “Prima gli
ebrei hanno sofferto selvaggi attacchi e il mondo è rimasto
in silenzio. Ora sono i cristiani che vengono annientati e di
nuovo il mondo dice poco. Perché – si è chiesto Lauder – il mondo
non reagisce?".
(Copyright: servizi fotografici vaticani – Osservatore Romano)
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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FESTIVAL - GROSSMAN IN TRIONFO A PORDENONE
La voglia di conoscere
In
due passi per le strade di Pordenone con David Grossman,
l’infinitamente grande della letteratura e di Israele e l’infinitamente
piccolo dell’Italia che resiste, dell’Italia operosa e coerente del
Nord Est, si toccano.
L’autore di pagine indimenticabili su Israele cammina e poggia il suo
sguardo miope e lieve sui passanti, fino a quando una grande folla si
mette in fila e si addensa attorno al teatro Verdi. Mancano ancora
molte e molte ore all’incontro che segnerà l’apertura ufficiale di
Pordenonelegge, uno dei festival culturali di maggiore spessore e di
miglior smalto in questa stagione densisissima di appuntamenti
culturali. E Grossman si chiede cosa attenda tutta quella gente in
attesa. Poi resta incredulo quando si rende conto che sono tutti
pazientemente in fila nella speranza di trascorrere qualche ora con
lui, per poterlo ascoltare dal vivo. L’attesa è interminabile e la
pressione è tanta, ma la gente resta in ordine sotto gli occhi attenti
dei vigili urbani di una città dove tradizionalmente la gente lavora
sodo e si concede pochi svaghi.
Poi il governatore del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani lo
dice chiaro: la crisi si affronta rilanciando sulla cultura. “Siamo qui
per mettere le gambe alle idee”. E il festival che è diventato il segno
del riscatto del Nord Est riprende il volo.
Si riparte dalla cultura, dal bene rifugio della letteratura e della conoscenza. E si riparte dalla voglia di conoscere.
La stessa voglia di conoscere Israele e la cultura ebraica che ha
trainato i tanti appuntamenti culturali di queste ultime settimane e
che ha reso il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche
protagonista in tante occasioni di incontro.
L’applauso interminabile e il grande calore con cui il teatro gremito
accoglie David Grossman suona come un omaggio a uno dei massimi autori
dei nostri tempi, ma anche come un monito necessario: fin quando saremo
capaci di tenere desta la voglia di conoscere, tutti assieme possiamo
continuare a sperare in un mondo migliore.
gv
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qui roma - FONDAZIONE BENI CULTURALI EBRAICI
Donne, arte e poesia
Rimarrà
aperta fino al prossimo 19 ottobre la mostra Artiste del Novecento tra
visione e identità ebraica, l'esposizione della Galleria d'arte moderna
di Roma dedicata a quindici artiste ebree, protagoniste del panorama
culturale dello scorso secolo. La grande attenzione ricevuta dal
pubblico ha portato a prorogare la mostra della Gam, curata da Marina
Bakos, Olga Melasecchi e Federica Pirani e realizzata dalla Fondazione
per i Beni Culturali Ebraici in Italia in collaborazione con la
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale e il Museo
Ebraico di Roma. Al percorso espositivo, che attraverso 150 opere
traccia la biografia artistica e personale delle quindici protagoniste
della mostra, è stato affiancato sin dall'apertura (dello scorso
giugno) un fitto calendario di appuntamenti, tra cui lo spettacolo
teatrale “Il mare in valigia” di Miriam Camerini, andato in scena ieri
al Chiostro della Gam. In linea con il Leitmotiv della mostra, che
coniuga l'identità ebraica in una doppia chiave, artistica e femminile,
Camerini ha voluto rendere onore a una delle più grandi poetesse dello
scorso secolo, o, per dirla come il celebre giornalista e aforista Karl
Krauss, al “più forte e impervio fenomeno lirico della Germania
moderna”: Else Lasker-Schüler.
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Setirot
- Grazie Milano |
Certo,
il calore del gigantesco abbraccio con cui un numero incredibile di
milanesi ha accolto e seguito anche quest’anno i tre giorni del
Festival Jewish and the City. Sicuro, la generosità con cui relatori,
artisti, Comune, organizzatori, volontari e cittadini si sono messi in
gioco parlando, ascoltando, confrontandosi sul tema di Pesach – insomma
comunicando “il lungo cammino verso la libertà” che oggi più che mai ci
interroga.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Dalle parole ai fatti |
Pare
che durante l'incontro con il presidente del World Jewish Congress, a
proposito delle violenze sui cristiani, Papa Francesco abbia detto che
prima è stato il turno degli ebrei, ora quello dei cristiani. Nulla di
più vero. Solo che noi lo sapevamo già e l'abbiamo detto anche in tempi
piuttosto recenti. Il problema è che però, più della presa di
coscienza, serve ora una reazione forte e decisa che affermi con
chiarezza che il diritto ad essere cristiani ed ebrei non può dipendere
dalla volontà altrui. Che ci si trovi a Roma, a Gerusalemme o a Baghdad.
Daniel Funaro
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