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18 settembre 2014 - 23 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Torà riporta qui una singolare promessa divina: “Se fosse il tuo allontanamento fino all’estremità del cielo, da lì ti radunerà il S. tuo D.o e da lì ti prenderà”. A logica, avremmo potuto aspettarci che la Torà parlasse di una distanza “fino all’estremità della Terra” e non “fino all’estremità del cielo”; perché dunque questa strana espressione?
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Giornata decisiva per i 6mila ebrei e gli altri 5,3 milioni di abitanti della Scozia. L'esito del referendum per l'indipendenza si saprà solo alla fine dello scrutinio dell'ultimo dei seggi elettorali. A priori, dal punto di vista dell'esperienza storica delle comunità ebraiche nel mondo, si può dire con certezza questo. Quando e dove nella società generale di un paese ha predominato una sufficiente apertura al pluralismo delle idee e delle culture, anche gli ebrei hanno trovato i loro spazi per una decente presenza comunitaria e socioeconomica, e a volte anche per una crescita demografica.
 
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Il World Jewish Congress incontra papa Bergoglio
“La porta della pace deve restare aperta”: queste le parole con cui papa Bergoglio ieri sera ha accolto Ronald Lauder, presidente del Congresso ebraico mondiale, come riportato nell’articolo firmato da Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera. Un confronto sui diversi fronti, dall’antisemitismo alla persecuzione dei cristiani, al quale ha assistito anche il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna, che al Corriere racconta: “Il papa si è detto preoccupato per l’estendersi dei conflitti e ha invitato a scongiurare il pericolo di una terza guerra mondiale”. C’è intanto interesse, sempre relativamente alle attività UCEI, per il Master in Cultura Ebraica e Comunicazione che partirà in ottobre. Sul quotidiano Libero, che titola ‘A Roma il corso che incrocia l’ebraismo con la comunicazione’, l’invito del presidente dell’Unione: “Si tratta di un corso innovativo – dice Gattegna – con la possibilità di approfondire, da molteplici punti di vista, la ricchezza della cultura ebraica”.
 
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  davar
i leader ebraici da bergoglio
"Fermiamo insieme l'odio"

“Un incontro significativo, segnato dalla trattazione di temi importanti come le persecuzione dei cristiani nel mondo e la crescita dell'antisemitismo. Il tutto in un clima di grande fratellanza e cordialità. Il papa si è detto fiducioso sul fatto che la porta della pace possa rimanere aperta. C'è da lavorare, ma deve rimanere aperta”.
Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna al termine dell'incontro tra i rappresentanti del World Jewish Congress e papa Bergoglio avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri.
In Vaticano i leader delle principali comunità nazionali guidati da Ronald Lauder e una delegazione del Wjc giunta da New York. Presente, tra gli altri, anche la direttrice del Museo ebraico di Roma Alessandra Di Castro. Dopo aver ricordato gli incontri avvenuti in questi ultimi mesi con l'ex presidente israeliano Shimon Peres, Bergoglio ha citato – come paradigma di speranza nel futuro – la vicenda della regina Ester posta di fronte al prossimo annientamento del suo popolo. Una storia a lieto fine che dimostra come con l'appoggio di Dio, ha spiegato Bergoglio, “le sorti possano improvvisamente mutare in positivo”.
L'incontro, avvenuto a pochi giorni da Rosh haShanah, il capodanno ebraico, è stato inoltre l'occasione per un augurio e una reciproca testimonianza d'affetto. Tra i doni che sono stati consegnati al papa dolci al miele, cesti di frutta, la maglia numero dieci della nazionale cilena con sopra scritto “Francesco”. Il papa è stato anche formalmente invitato a una preghiera in sinagoga in occasione della sua missione a New York del prossimo anno.
Questa mattina, presso l'Associazione della Stampa Estera, Lauder ha ripercorso i momenti più signfiicativi dell'incontro. Al suo fianco il presidente dell'associazione, il giornalista olandese Maarten Van Alderen.
Lauder ha denunciato i silenzi dell'opinione pubblica occidentale di fronte al massacro dei cristiani e ha tracciato un parallelismo tra il simbolo in lingua araba che significa 'nazareno' e la stella gialla che gli ebrei erano costretti a portare durante il nazifascismo. “Prima gli ebrei hanno sofferto selvaggi attacchi e il mondo è rimasto in silenzio. Ora sono i cristiani che vengono annientati e di nuovo il mondo dice poco. Perché – si è chiesto Lauder – il mondo non reagisce?". 


(Copyright: servizi fotografici vaticani – Osservatore Romano)

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
FESTIVAL - GROSSMAN IN TRIONFO A PORDENONE
La voglia di conoscere
In due passi per le strade di Pordenone con David Grossman, l’infinitamente grande della letteratura e di Israele e l’infinitamente piccolo dell’Italia che resiste, dell’Italia operosa e coerente del Nord Est, si toccano.
L’autore di pagine indimenticabili su Israele cammina e poggia il suo sguardo miope e lieve sui passanti, fino a quando una grande folla si mette in fila e si addensa attorno al teatro Verdi. Mancano ancora molte e molte ore all’incontro che segnerà l’apertura ufficiale di Pordenonelegge, uno dei festival culturali di maggiore spessore e di miglior smalto in questa stagione densisissima di appuntamenti culturali. E Grossman si chiede cosa attenda tutta quella gente in attesa. Poi resta incredulo quando si rende conto che sono tutti pazientemente in fila nella speranza di trascorrere qualche ora con lui, per poterlo ascoltare dal vivo. L’attesa è interminabile e la pressione è tanta, ma la gente resta in ordine sotto gli occhi attenti dei vigili urbani di una città dove tradizionalmente la gente lavora sodo e si concede pochi svaghi.
Poi il governatore del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani lo dice chiaro: la crisi si affronta rilanciando sulla cultura. “Siamo qui per mettere le gambe alle idee”. E il festival che è diventato il segno del riscatto del Nord Est riprende il volo.
Si riparte dalla cultura, dal bene rifugio della letteratura e della conoscenza. E si riparte dalla voglia di conoscere.
La stessa voglia di conoscere Israele e la cultura ebraica che ha trainato i tanti appuntamenti culturali di queste ultime settimane e che ha reso il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche protagonista in tante occasioni di incontro.
L’applauso interminabile e il grande calore con cui il teatro gremito accoglie David Grossman suona come un omaggio a uno dei massimi autori dei nostri tempi, ma anche come un monito necessario: fin quando saremo capaci di tenere desta la voglia di conoscere, tutti assieme possiamo continuare a sperare in un mondo migliore.

gv
 
DAVID GROSSMAN APRE PORDENONELEGGE
"Per Israele un atto d'amore"
Paragona la propria arte all’ingegneria genetica, David Grossman,ad un pubblico silenzioso e attento che riempie il Teatro Verdi di Pordenone e lo ascolta dialogare con Gian Mario Villalta, il direttore artistico nell’intervista che apre Pordenonelegge, festival della letteratura sempre più importante, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione. Parla del piacere provato nel creare mondi interi, funzionanti in modo organico come un corpo vivente.
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qui roma - la lezione del rav steinsaltz 
"Noi, parte di un unico corpo"

In tanti ieri hanno affollato il Tempio di via Balbo per commemorare, su iniziativa del Keren Hayesod, i soldati israeliani caduti durante l’Operazione Margine Protettivo. Accanto al rabbino capo Riccardo Di Segni il grande talmudista e rabbino Adin Steinsaltz.  "Nella Torah - il suo messaggio - è scritto che l’uomo è stato creato a immagine di D-o, il popolo ebraico è quindi come la rappresentazione di un unico corpo mistico. Noi tutti siamo parte di questo corpo, e quando muore qualcuno il corpo perde una componente che deve essere colmata".

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J-CIAK
Com'è verde il Principe di Hamas
Lo chiamavano “il Principe verde”. E di fatto Mosab Hassan Yousef, fin da bambino si preparava a raccogliere l’eredità terroristica del padre Sheikh, fondatore e leader di Hamas nel West Bank. Ma a 17 anni svolta e diventa per un decennio uno dei più preziosi collaboratori dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano. A raccontare la sua storia, in una lunga avvincente e a tratti dolorosa intervista agli stessi protagonisti, è “The Green Prince” di Nadav Schirman, documentario tratto dall’autobiografia dello stesso Mosab (“Figlio di Hamas”, edito in Italia da Gremese), vincitore a gennaio del Sundance Audience Award che domani sbarca nelle sale statunitense.


Daniela Gross
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qui roma - FONDAZIONE BENI CULTURALI EBRAICI
Donne, arte e poesia
Rimarrà aperta fino al prossimo 19 ottobre la mostra Artiste del Novecento tra visione e identità ebraica, l'esposizione della Galleria d'arte moderna di Roma dedicata a quindici artiste ebree, protagoniste del panorama culturale dello scorso secolo. La grande attenzione ricevuta dal pubblico ha portato a prorogare la mostra della Gam, curata da Marina Bakos, Olga Melasecchi e Federica Pirani e realizzata dalla Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale e il Museo Ebraico di Roma. Al percorso espositivo, che attraverso 150 opere traccia la biografia artistica e personale delle quindici protagoniste della mostra, è stato affiancato sin dall'apertura (dello scorso giugno) un fitto calendario di appuntamenti, tra cui lo spettacolo teatrale “Il mare in valigia” di Miriam Camerini, andato in scena ieri al Chiostro della Gam. In linea con il Leitmotiv della mostra, che coniuga l'identità ebraica in una doppia chiave, artistica e femminile, Camerini ha voluto rendere onore a una delle più grandi poetesse dello scorso secolo, o, per dirla come il celebre giornalista e aforista Karl Krauss, al “più forte e impervio fenomeno lirico della Germania moderna”:  Else Lasker-Schüler.
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verso l'expo 2015
Livorno ha la sua ricetta
È un vanto della cucina locale, un marchio d’esportazione nato in seno a quella che fu la fiorente “Nazione ebraica” del dopo Livornine, le leggi emanate nel 1548 dal granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici che diedero diritti sconosciuti a migliaia di ebrei in fuga dall’Europa dei ghetti, dei pogrom e delle persecuzioni. Il cacciucco non è una solo specialità di Livorno, il cacciucco è l’anima di Livorno. Con questa convinzione Andrea Raiano (nella foto), presidente della Lega consumatori e consigliere fondatore dell’Amicizia Ebraico-Cristiana, sta cercando di implementare una sfida suggestiva: portare Livorno all’Expo 2015 mettendo in relazione enogastronomia e cultura sefardita.
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QUI ASTI - il seminario CON BENSOUSSAN
Come tenere viva la Memoria
Come tenere viva la Memoria senza rinunciare a un insegnamento della storia che con rigore e attenzione aiuti a ricostruire e comprendere la complessità della Shoah? Come trasmettere ai giovani l’idea che interrogarsi su Auschwitz sia un passaggio ineludibile? Come decostruire i pregiudizi e i tanti stereotipi ancora molto diffusi e far capire ai ragazzi il legame con il presente e con i vari meccanismi di criminalizzazione delle diversità, con le discriminazioni, con gli abusi, anche linguistici? Queste sono solo alcune delle domande a cui è chiamato a rispondere il seminario “Per discutere di Auschwitz: conoscere la storia per trasmetterne la memoria”, che ad Asti vede impegnati oltre ottanta iscritti, con tutti i posti disponibili prenotati da insegnanti giunti appositamente da moltissime regioni d’Italia.
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ROSH HASHANAH 5775
Merano - Un anno per la pace
Auguro a tutti un anno dolce come il miele, nella speranza che la pace scoppi sotto le mura di Gerusalemme.

Elisabetta Rossi Innerhofer, presidente della Comunità ebraica di Merano

ROSH HASHANAH 5775
Casale - Un anno per la dolcezza
Gli auguri dolci e sinceri di Shana’ Tova’ dal Presidente di lunga data di una piccola Comunità, con un cuore grande, proiettata verso il futuro grazie all’arrivo di giovani famiglie israeliane e alla nascita di nuove generazioni, linfa vitale del Popolo ebraico.


Salvatore Giorgio Ottolenghi,
presidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato
pilpul
Setirot - Grazie Milano
Certo, il calore del gigantesco abbraccio con cui un numero incredibile di milanesi ha accolto e seguito anche quest’anno i tre giorni del Festival Jewish and the City. Sicuro, la generosità con cui relatori, artisti, Comune, organizzatori, volontari e cittadini si sono messi in gioco parlando, ascoltando, confrontandosi sul tema di Pesach – insomma comunicando “il lungo cammino verso la libertà” che oggi più che mai ci interroga.

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - Dalle parole ai fatti
Pare che durante l'incontro con il presidente del World Jewish Congress, a proposito delle violenze sui cristiani, Papa Francesco abbia detto che prima è stato il turno degli ebrei, ora quello dei cristiani. Nulla di più vero. Solo che noi lo sapevamo già e l'abbiamo detto anche in tempi piuttosto recenti. Il problema è che però, più della presa di coscienza, serve ora una reazione forte e decisa che affermi con chiarezza che il diritto ad essere cristiani ed ebrei non può dipendere dalla volontà altrui. Che ci si trovi a Roma, a Gerusalemme o a Baghdad.

Daniel Funaro




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