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21 settembre 2014 - 26 Elul 5774
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
Niente è più vicino a Dio di un cuore spezzato. Niente è più forte di un cuore che è stato guarito dal perdono di Dio.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
DDietro i molti auspici che si fanno per l’anno che sta per iniziare ogni volta c’è il problema di poter pensare che ci sarà un domani migliore. Quel domani, tuttavia, è solo in relazione a ciò che si eredita e si fonda sull’incertezza. Si entra nella terra promessa solo ricordando il passato, come racconta Mosè al popolo che sta per entrarvi senza di lui. Un passato fondato su un patto la cui storia è molto tormentata tra crisi, strappi e ricuciture. È sulle cicatrici che ogni volta si tenta di dare gambe a un futuro, nell’incertezza. Buon 5775.
 
Israele-Hamas, il 24
riprendono i negoziati
Sembra vicina la ripresa dei negoziati indiretti per arrivare a una tregua definitiva tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas. Fonti palestinesi ed egiziane hanno infatto indicato la data del 24 settembre, con sede nuovamente al Cairo. L’ultimo accordo, quello che aveva portato al cessate il fuoco, è stato siglato il 26 agosto. Con le due parti, si legge sul Corriere della sera, che nell'occasione avrebbero concordato di rivedersi entro un mese “per affrontare alcuni temi come la costruzione di un porto, il rinnovamento dell’aeroporto nell’enclave palestinese e lo scambio tra prigionieri palestinesi e i resti dei soldati israeliani uccisi nei 50 giorni dell’operazione Margine protettivo”.
Yoga Kosher: la nuova tendenza è oggi raccontata da Daria Gorodisky nell’inserto La Lettura del Corriere. Un riferimento è fatto in particolare all’attività aperta dai coniugi Kolberg, che i nostri lettori hanno conosciuto sul numero di agosto del mensile dell’ebraismo italiano. Scrive Gorodisky: “Niente Om o invocazioni a Patanjali, via ogni riferimento induista, abiti adeguati, classi separate per uomini e donne. E le loro immagini sono buon strumento di marketing: hanno attirato parecchi studenti e, come riporta il mensile ‘Pagine ebraiche’, la curiosità della stampa internazionale”. Per approfondire questo singolare intreccio si invita inoltre a leggere ‘La meditazione ebraica’, testo edito da Giuntina “con un capitolo dedicato alla tecnica mantrica e riferimenti ai contatti nell’antichità fra mistici ebrei e scuole indiane”.
 
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  davar
qui napoli
Quale futuro per l'Europa
Allo stato attuale dei processi di integrazione in Europa analizzati in questi giorni, qual è il ruolo che devono porsi le organizzazioni europee? Questo l'interrogativo aperto con cui Jonathan Chaloff della International Migration Division della Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) ha voluto concludere questa mattina il seminario J-YES // Jewish Youth European Summit organizzato dall'Unione Giovani Ebrei d'Italia e dalla European Union of Jewish Students a Napoli. Dove i partecipanti provenienti da tutta l'Italia e tutta l'Europa hanno avuto l'occasione di passare un caldo shabbat accolti dalla Comunità ebraica napoletana, nel quale hanno potuto avviare un vero e proprio confronto per comprendere a fondo tutte le realtà europee. Il pomeriggio di sabato è stato infatti denso di scambi e di dibattiti, con una prima parte dedicata alla relazione da parte di ognuno dei giovani leader presenti, sulla situazione della vita ebraica nei diversi paesi e alle iniziative prese dalle unioni giovanili per contrastare razzismo e xenofoobia. Se in Francia, con il Front National che ottiene sempre più consenso e mira a una presidenza nel 2017, anche i più ottimisti si sentono in pericolo e si constata all'interno della comunità ebraica un forte fenomeno di emigrazione destinato a crescere, e nel Regno Unito gli studenti sono impegnati a lottare contro il movimento BDS sempre più forte nei campus universitari, la Polonia negli ultimi hanno ha visto una rinascita della vita ebraica soprattutto tra i giovani. Preoccupazione anche in Norvegia, dove si verificano sempre più spesso episodi di violenza contro gli ebrei, e in Ungheria, dove il partito di estrema destra Jobbik ha sempre più influenza. Situazione delicata anche in Slovacchia, dove la presenza ebraica è ridotta a una percentuale estrememente bassa, e in Austria, vista sempre più dagli ebrei dell'Europa dell'Est come una comunità di passaggio prima di compiere l'alyah. La seconda parte dei lavori è stata dedicata a trovare proposte da portare alla OSCE Conference on Anti-Semitism, che si svolgerà il prossimo novembre a Berlino nell'ambito del Civil Society Forum, alla quale i partecipanti di J-YES sono stati invitati per formare una delegazione di studenti ebrei che avrà la possibilità di indirizzare proposte e istanze direttamente a leader governativi. Tre i diversi temi affrontati da altrettanti gruppi di discussione: i fenomeni di negazionismo e revisionismo storico, i discorsi di incitamento all'odio di stampo razzista in rete, e il rapporto tra antisemitismo e antisionismo che caratterizza le reazioni nel mondo in relazione al conflitto mediorientale. Molti spunti di discussione “che sono sono l'inizio di un lavoro di perfezionamento e aggiunta per far sì che proprio i giovani, che sono stati molto incoraggiati a prendere parte attiva alla conferenza, siano giustamente portatori di proposte innovative”. Queste le parole di Jane Braden-Golay, presidente della European Union of Jewish Students.

Francesca Matalon twitter @MatalonF
qui pordenone - molte voci al festival
I numeri, la luce, l'amore
Si tratti di pittura o di matematica, l’amore e la passione sono ben presenti in questa quindicesima edizione di Pordenonelegge.
Ecco che un episodio avvenuto nel 1300 in Toscana, dove un pittore dipinge, nel castello di Sansepolcro, un affresco bellissimo ma considerato abominevole, è nodo centrale di altre vicende più vicine a noi: un artista costretto da Stalin a dipingere ciò che il regime sovietico imponeva, un altro pittore negli Stati Uniti che afferma con forza l’indipendenza contro l’imposizione economica, uno scrittore che riceverà il Premio Nobel. Questo, in estrema sintesi, l’argomento di “La luce è più forte dell’amore” dello scrittore spagnolo Ricardo Menéndez Salmon, già famoso per aver pubblicato quella che nel suo paese è nota come “La Trilogia del Male”, di cui il suo nuovo romanzo sembra essere in qualche modo l’evoluzione: “L’arte e la bellezza possono opporsi e creare una barriera di contenimento alla malvagità e all’oppressione” dice Salmon, in questo intenso dialogo con la giornalista Anna Longo.
Si passa poi ad un campo apparentemente agli antipodi: il mondo della matematica. Il romanziere, drammaturgo e poeta Tom Petsinis, nato nella Grecia macedone ed immigrato in Australia bambino, di professione docente di matematica alla Victoria University, ha presentato il suo “The French Mathematician”, tradotto in italiano da Dalai, assieme a Stefania Piazzino, alla sua opera prima con “L’uomo che voleva essere Riemann”, entrambi moderati dal poeta Luigi Natale. “La passione di chi abbraccia questa disciplina, quando si tratta di menti geniali, è assolutamente vicina all’amore, non per un’altra persona, ma altrettanto travolgente e appagante”, afferma Petsinis. “Che può anche essere sintetizza così: quando si perde l’amore si danno i numeri”, dice Piazzino descrivendo con ironia il proprio lavoro.


Paola Pini
rosh hashanah 5775 - trieste
Un anno per l'identità
Siamo nel mezzo del periodo del calendario ebraico dedicato all'introspezione e al processo di Teshuvà, il pentimento che ci riconduce alla retta via.
La Teshuvà, tuttavia, deve essere una decisione sincera e dovrebbe essere un ritorno e non un ritiro o una fase nella nostra vita. Deve diventare un movimento di integrità.
La Teshuvà può essere vista come un grande miracolo: nella dimensione del tempo non si può tornare indietro - la macchina del tempo esiste solo nella fantascienza. Ma nel mondo della Teshuvà il tempo è creato al contrario, permette la ricreazione del passato, di trasformare il passato in qualcosa di migliore di ciò che era. Quindi è un dono divino che allude a una dimensione dell'ebraismo che supera l'uomo.
Ciò che è in ballo oggi non è solo il destino della nostra generazione. Siamo un anello della catena che collega il patriarca Abraham con i futuri giorni del Mashìah. Siamo l'unico canale di tradizione ebraica, e non dobbiamo solo salvare l'ebraismo dall'oblio, ma anche assicurare che l'ebraismo sia l'amore delle generazioni future. Possiamo scegliere di essere gli ultimi ebrei o i nuovi portatori dell'ebraismo. Raramente nella storia, l'ebraismo è dipeso tanto da una generazione. Noi possiamo o finire definitivamente con o arricchire profondamente il patrimonio ebraico.
Questa conoscenza e consapevolezza richiedono un nuovo atteggiamento. Dobbiamo renderci conto che l'ebraismo non dovrebbe mai essere un traguardo, ma sempre un percorso dinamico nella nostra vita. Dobbiamo trasformare il passato nel presente affinché diventi in futuro. Quando ci torneremo coscienti di questo, l'ebraismo invocherà una benedizione su di noi e sui nostri figli diventando così la prima priorità nella nostra vita.
Tizcú leShanim Rabbot, Tobot veNeimot!


Eliezer Di Martino, rabbino capo di Trieste
rosh hashanah 5775 - firenze
Un anno per l'armonia
Un anno difficile, molto difficile quello che volge al termine. Un anno in cui il tempo della guerra in Eretz Israel si è dilatato a coprire con la sua ombra il nostro vissuto di tanti mesi. Il 5775 sarà un anno sabbatico, un anno in cui la natura deve riposare, in cui, ancor più del solito, abbiamo il compito di sentire che non siamo noi i padroni dell'universo bensì Kadosh Baruchu. Auguro a tutti noi che sia un anno che porti alla ricomposizione dei dissidi interni ed esterni, interiori e verso l'altro, che sia un anno sereno e in cui preponderante sia il tempo della gioia. Shanà tovà umetukà.

Sara Cividalli, presidente Comunità ebraica di Firenze
rosh hashanah 5775 - ferrara
Un anno per Israele
In partenza per Israele auguro a tutti i lettori un caloroso Shanà Tovà.




Michele Sacerdoti,
presidente della Comunità ebraica di Ferrara
qui roma - LIBRI
Superman? È nato in Egitto
Nella suggestiva Bibliotheca Angelica, covo ideale per ogni bibliomane che si rispetti, la giornalista Lisa Billig, Claudia Pagan e Loredana Dattilo hanno presentato l'ultimo libro di Franco Palmieri: Superman è nato in Egitto (ed. Bietti). Superman è nato in Egitto si configura come un sorprendente pastiche che mescola tragedia e comicità, un omaggio dedicato, come si legge: “Ad Angelo Calò -Botto- e alla memoria di Er Patucchio, Ognuno, Abramone, Celestino, Pellegrino, Snatino, Paciocco, Boccione, Mugnetta, Lupone, Angelone, Zi' Pallino, Er Quaranta e tanti altri che hanno animato la pop-comedy del Ghetto di Roma, un luogo dove satira e tragedia fanno parte della vita”.
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sorgente di vita
La Giornata della donna
La Giornata Europea della Cultura Ebraica  ha preso il via a Ferrara, città capofila delle manifestazioni italiane: nella puntata di Sorgente di vita di domenica 14 settembre la cerimonia di apertura al Castello Estense, le visite guidate nell’antico ghetto, le danze in piazza, lo spettacolo dedicato a Grazia Nasì, marrana fuggita dal Portogallo e accolta dai duchi d’Este in un clima di cultura e di tolleranza,  personaggio simbolo per l’edizione di quest’anno dedicata alla “Donna Sapiens, la figura femminile nell’ebraismo”.
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pilpul
Pensare il radicalismo islamico/1
Poniamo da subito una questione di natura terminologica, che è in sé assai più complessa di quanto non possa apparire, poiché denominando qualcosa lo si genera o comunque, vi si concorre a dargli un senso e una posizione nell'ordine delle cose del mondo. Si tratta del significato da attribuire a certe parole, il cui uso inflazionato fa sì che esse rischino di perdere di coerenza, congruenza e performatività. Ci stiamo occupando dell'insieme dei fenomeni che rinviano alle turbolenze in atto nel Medio Oriente e in parte dell'Africa, soprattutto quella mediterranea e subsahariana. Ma non solo. Entriamo quindi nel merito dei termini in oggetto.
Claudio Vercelli
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Nugae - Sognatori
Il mondo si regge sul fiato degli appassionati di diritti umani. Tra tutti i fanatici che esistono nell'universo loro sono favolosi, e sebbene tutti in teoria siano fan dei diritti dell'uomo o quanto meno dovrebbero esserlo nel loro interesse, la verità è che quelli veri costituiscono proprio un mondo a parte. Fatto di organizzazioni non governative dalle sigle altisonanti, studenti di diritto internazionale che sperano di diventare presidenti delle Nazioni Unite, e di valigie mai disfatte perché tanto c'è sempre qualche conferenza da qualche parte.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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