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24 novembre 2014 - 2 Kislev 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Sovente mi capita di partecipare a conferenze dove i miei interlocutori sono sacerdoti di grande spessore culturale o docenti universitari, che colgo ebraicamente preparati, addirittura nel campo della lingua ebraica, del midrash e della letteratura esegetica rabbinica. Del resto questo non è una novità: citano passi e detti, costruendo un percorso coerente con la tradizione ebraica.
 
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Anna
Foa,
storica
Quante centinaia, migliaia di anni sono che nel mondo si sparge sangue in nome di Dio? Ora, sono i versetti del Corano, usati per distinguere il fedele dall’infedele e per sterminare il secondo. Settant’anni fa, nei conventi romani invasi dalla Banda Koch, erano le preghiere cattoliche, la cui conoscenza distingueva il cattolico dall’ebreo, nascosto sotto le parvenze fallaci del primo. Si prega per dimostrare agli assassini che si è dalla parte giusta, che si può pregando sopravvivere.
 
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L'identità d'Israele,
opinione pubblica divisa
L’approvazione del disegno di legge presentato dal premier Benjamin Netanyahu che prevede la definizione giuridica di Israele come Stato della nazione ebraica viene accolta dalla stampa italiana ed estera con molte peplessità. La votazione del consiglio dei ministri ha visto 14 favorevoli e 6 contrari. John Reed sul Financial Times scrive: “La decisione di definire giuridicamente Israele come stato-nazione ebraico ha suscitato reazioni negative sia dai palestinesi, che la difiniscono disciminatoria, che dagli israeliani moderati che lo vedono come un possibile ostacolo alla natura democratica del paese”. “Una mossa che rischia di infiammare ulteriormente le tensioni con i cittadini arabi d’Israele – scrive Fabio Scuto su Repubblica – La decisione è arrivata al termine di un tumultuoso consiglio dei ministri che ha diviso il governo e che rischia di mettere in crisi la fragile maggioranza su cui poggia”. La Nazione riporta poi le parole polemiche del ministro delle Finanze Yair Lapid (“Oggi nemmeno Menachem Begin il leader storico della Destra si troverebbe a suo agio nel Likud”) e Tzipi Livni. “Israele Stato ebraico, ma è bufera sul governo” titola il Mattino nell’articolo di Fabio Morabito che scrive: “Quella che in altri situazioni potrebbe essere solo una questione di politica interna, se avveine in Israele è difficile pensare che non possa avere ripercussioni in tutto il Medio Oriente”. E sul Messaggero si allarga il quadro: “Tutto questo avviene in un clima continuamente teso, del quale la strage nella sinagoga di sei giorni fa (con l’uccisione di 4 rabbini e un poliziotto) è stato l’apice dell’orrore. Ieri i soldati israeliani hanno ucciso un civile palestinese di 32 anni, che si sarebbe avvicinato al reticolato di confine e non avrebbe risposto all’alt. (…) Anche per questa situazione di tensione costante dentro gli stessi confini di Israele, tra ebrei e arabi, l’opposizione rileva l’inopportunità della scelta di Netanyahu. Il quale sostiene che i diritti civili di ciascun cittadino saranno garantiti. Ma è necessario ribadire – ha detto il premier – che Israele è lo stato nazionale del popolo ebraico perché questo viene sempre più spesso messo in discussione. I due attentatori della sinagoga erano palestinesi, ma avevano la cittadinanza israeliana. E proprio ieri si è appreso che un arabo israeliano è stato arrestato dai servizi segreti di Tel Aviv perché avrebbe partecipato, in Siria, a un addestramento di dieci giorni con i terroristi dell’Isis”. Ma lsraele come Stato degli ebrei che cosa significa? A rispondere, Maurizio Molinari sulla Stampa: “La legge approvata è frutto di due testi presentati da deputati del Likud e di Israel Beytenu, il partito del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, ed è stato votato da tutti i ministri di questi partiti (tranne un’astensione) come anche di Ha Bayt Ha-Yehudi di Naftali Bennet: diventa così il punto di incontro delle forze politiche di centro-destra della coalizione. A votare contro sono stati invece tutti i ministri di Yesh Mid, il partito di Yair Lapid, più il titolare della Giustizia Tzipi Livni, del vecchio Kadima: sono le forze di centro-sinistra accomunate ai laburisti di Yizhak Herzog dal condannare una legge che «penalizza le minoranze e non sarebbe stata mai stata approvata da Ben Gurion, Menachem Begin e Zeev Jabotinsky» assicura Lapid, citando i padri fondatori dello Stato”. Una contrapposizione, spiega Molinari, netta che allontana le due fazioni. E se Netanyahu spiega di voler difendere l’identità ebraica del paese, Lapid obietta che “che così vengono lesi i diritti delle minoranze, inclusi drusi, circassi, arabo-israeliani e beduini che servono nell’esercito. Per questo Lapid va a trovare la famiglia di Zidan Sai’, l’agente druso morto nel contrastare gli attentatori di Har Nof, accusando il premier di volerli trattare da cittadini di serie B”.
 
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  davar
Germania - lotta al pregiudizio
L'ironia batte l'estrema destra

Una piccola città tedesca ha avuto una grande idea, uno spunto eccezionale per tutti coloro che lottano contro i raduni neonazisti. Nonostante i tentativi anche molto fermi di opporsi alle manifestazioni di estrema destra - il milanese Hammerfest, previsto per il 29 novembre, ne è il prossimo esempio - le manifestazioni continuano ed è molto difficile fermarle, se non con divieti che spesso riescono solo a esacerbare gli animi e a volte portano a scontri anche molto violenti. Ma a Wundsiedel, dove ogni anno i nostalgici del Terzo Reich si ritrovano a onorare la memoria di Rudolph Hess, che vi era seppellito, l’associazione di cittadini Rechts gegen Rechts è riuscita quest’anno dopo tante inutili battaglie legali a sconfiggere e umiliare i neonazisti che vi si erano dati appuntamento per marciare insieme lo scorso 15 novembre.
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progetto kasherut
New York, il marchio kosher.it conquista nuovi orizzonti
“Tantissime persone si sono affacciate allo stand rivolgendoci domande, scambiando idee e impressioni, mostrando interesse per la nostra proposta. Un'esperienza stimolante, l'inizio di una serie di iniziative organizzate in sinergia con il ministero dello Sviluppo Economico per far sì che il marchio di kasherut nazionale possa al più presto passare dalla fase progettuale a quella operativa”. A New York per partecipare a Kosherfest, rassegna internazionale tra le più quotate del settore, l'assessore alla kasherut Jacqueline Fellus si è fatta ambasciatrice del progetto che l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha voluto lanciare con l'obiettivo di diffondere la certificazioni kasher fra le imprese agroalimentari italiane, organizzando e supportando i processi di certificazione sul territorio e la promozione/distribuzione degli alimenti certificati a livello internazionale. Il tutto attraverso la garanzia del marchio K.it, da intendersi come “simbolo di kasherut e italianità dei prodotti certificati”. Al fianco dell'assessore UCEI, la cui missione è stata interamente coperta dal ministero, undici aziende che hanno aderito al progetto. Una prima proiezione oltreconfine cui seguiranno nuove iniziative per aumentare la consapevolezza sulle opportunità di un mercato che, spiega Fellus, è composto non solo dai consumatori che osservano la Legge ebraica ma anche da chi, in queste tipologia di prodotti, vede rispettati valori di salubrità e genuinità difficilmente riscontrabili altrove. “Dal Kosherfest, dall'intensità di queste giornate americane, ho appreso molte lezioni. Prima delle quali – sottolinea – la formidabile capacità dei certificatori statunitensi di fidelizzare una clientela in larga parte non ebraica. I prodotti kosher hanno infatti un posizionamento molto alto e questo, in un mercato che premia la qualità, è un fattore imprescindibile per raggiungere il successo.
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qui milano - meeting of presidents
I temi caldi dell'Europa ebraica

e un itinerario per la conoscenza
I temi caldi dell'ebraismo europeo tra punti di forza, debolezza, analisi di criticità e possibili opportunità al centro del Consiglio dello European Council of Jewish Communities svoltosi al termine della tre giorni di incontri del Meeting of Presidents of Jewish Organisation organizzato a Milano su impulso dello stesso ECJC e dell'American Jewish Joint Distribution Committee in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con la Comunità ebraica del capoluogo lombardo. A portare i saluti dell'UCEI il vicepresidente Giulio Disegni, tra i protagonisti del meeting internazionale. A tutti i presenti Disegni ha rivolto un ringraziamento per aver partecipato alla conferenza e allo stesso un invito a visitare e far conoscere nelle loro Comunità un po' dell'Italia ebraica, il suo ricco e diversificato patrimonio culturale e di tradizioni in vista, ha spiegato, “di un progetto che si spera diventi realtà di un 'itinerario ebraico italiano' che possa far conoscere alle altre realtà ebraiche il nostro mondo”.

(Da sinistra a destra Rudi Mahlo, rappresentante europeo della Claims Conference, il vicepresidente UCEI Giulio Disegni e il membro del board ECJC Arturo Tedeschi)
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informazione - international edition
Nel cuore dell'Italia ebraica
Gerusalemme nel cuore dell’Italia ebraica. L’Italia ebraica cuore dell’ebraismo europeo. L’edizione internazionale di Pagine Ebraiche di questa settimana, racconta i momenti di raccoglimento e i sentimenti di angoscia e profondo dolore, ma anche la voglia di ritrovarsi e di sperare che hanno attraversato le comunità ebraiche della penisola dopo il brutale attentato degli scorsi giorni nella capitale d’Israele ma anche come leader ebraici da tutta Europa siano confluiti a Milano per la Meeting of Presidents of Jewish Organisations, organizzata dallo European Council of Jewish Communities e dalla American Jewish Joint Distribution Committee in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con la Comunità ebraica del capoluogo lombardo. Un forte appello a ritrovarsi nei batei knesset (sinagoghe) per le preghiere quotidiane per ribadire l’importanza di una vita ebraica vissuta senza paura e senza fermarsi è stato lanciato e raccolto in numerose comunità per onorare la memoria delle vittime dell’attacco compiuto in una sinagoga del quartiere di Har Nof a Gerusalemme in cui hanno perso la vita cinque persone (“attentato” anche la parola italiana spiegata nella rubrica Italics di questa edizione).
E il risveglio dell’antisemitismo in Europa è stato al centro di una conferenza promossa a Berlino dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, cui ha partecipato anche il neo-ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni.
Per il pubblico internazionale anche l’opportunità di scoprire la grande festa di Torino e di tutta l’Italia ebraica per l’insediamento del nuovo rabbino capo rav Ariel Di Porto.
Gemelli, fratelli, rapporti familiari. A riflettere in portoghese sulle storie delle prime famiglie ebraiche di tutti i tempi è il rabbino capo di Trieste Eliezer Di Martino, che firma il Bechol Lashon di questa settimana.
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israele
La legge che divide il governo
Non sarà votato mercoledì prossimo alla Knesset il discusso disegno di legge che riconosce ufficialmente Israele come Stato ebraico. Il voto è stato infatti posticipato di una settimana a causa delle forti divisioni emerse all'interno dell'esecutivo guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. A esprimere la propria ferma contrarietà alla proposta, approvata ieri dal consiglio dei ministri con 14 voti favorevoli e 6 contrari (un astenuto tra le fila del Likud), Tzipi Livni e Yair Lapid, rispettivamente ministro della Giustizia e delle Finanze. Entrambi hanno promesso battaglia per affossare il progetto che riconosce il carattere ebraico di Israele, dichiara la legge ebraica come fonte di ispirazione del legislatore, e non prevede l'arabo tra le lingue ufficiali del paese.“È una legge che danneggia Israele e non passerà”, ha dichiarato questa mattina Livni, leader del partito Hatnua. “Se il primo ministro vuole legare la posizione di Israele al fatto di essere uno Stato ebraico e democratico, è possibile farlo”, ha affermato il ministro, intervistata dal sito di informazione Ynet. “Ma portare avanti una legge radicale che è il contrario della dichiarazione di indipendenza, che indebolisce la democrazia e assoggetterà la popolazione di Israele a una teocrazia, questo non può accadere”.

qui trieste
I luoghi delle idee
La serie di Sabatine 2014, serate culturali all’Antico Caffè San Marco di Trieste, si è aperta con una proposta ambiziosa: suscitare il dialogo tra il pubblico e gli ospiti sul tema “I luoghi delle idee e nuove creazioni architettoniche. Il salotto culturale antico e moderno”. Molto è stato detto dall’architetto Barbara Fornasir e dall’editore e libraio antiquario Simone Volpato, sollecitati da Valerio Fiandra che ha condotto l’incontro e da alcuni dei presenti intervenuti nella discussione, dimostrando quanto l’argomento proposto fosse interessante e denso, al punto da lasciare alla fine la sensazione di averne appena toccato la superficie.
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pilpul
 Oltremare - Neve
Tutti a fare il tifo perché scenda un po’ di neve sul Monte Hermon, che in effetti è l’unica cosa paragonabile ad una montagna che abbiamo da queste parti, e quando si imbianca resta il montarozzo che è, ma fa un po’ più effetto. Ogni anno i media creano questa aspettativa di neve, che poi ad un certo punto arriva anche (quest’anno potrebbe arrivare già a metà settimana), ma come un sabato del villaggio quel che conta è l’attesa stessa, perchè quando poi la neve davvero arriva la zona di accesso al Hermon viene sbarrata finché la neve non si stabilizza, le piste non vengono battute, e finalmente l’impianto può aprire. E quelle (poche) volte che scende abbastanza neve per mettere in modo la macchina dell’apertura delle piste, la finestra di utilizzo è poi brevissima. Basta un aumento anche minimo della temperatura per sciogliere la neve e siccome è altamente improbabile che ne cada altra in poco tempo addìo slittini e sci e anche snowboard. Si resta tutti con un pugno di neve bagnata e una colonna di macchine in fila per rientrare.Come se in un paese freddo ci fossero ogni anno soltanto tre o quattro giorni di vero caldo, e una sola spiaggia agibile, e in quei pochi giorni ci si affrettasse a setacciare ed appiattire la sabbia in riva al mare, costruire vedette per i bagnini, aprire un bar da spiaggia, piantare ombrelloni e mettere in fila le sdraio, e ora che tutto è pronto e si può dare il via all’entrata dei bagnanti si vede già il nuvolone all’orizzonte e il vento – gelido improvvisamente – porta le prime gocce di pioggia. Ma l’israeliano per natura è giocherellone, e quindi il giocattolo Hermon, con la sua neve breve come uno starnuto non glielo si può negare, soprattutto in questi tempi bigi di violenza e tensioni. Sfogarsi un po’ facendo spensieratamente a palle di neve poterbbe fare molto bene al paese.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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