Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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…ed
è pur detto (a nome di Rabbi Yeoshua ben Levi): Le tavole della Torah
sono opera di Hashem e lo scritto è scrittura di Hashem scolpita sulle
tavole ( Esodo 32, 16). Non leggere charut (scolpito) ma cherut
(libertà) perché è veramente libero se non colui che si occupa della
Torah…” Massime dei padri cap. VI, 2.
Libertà come occupazione ed osservanza, come rispetto etico, come
legame tra le parole ebraiche di cherut חרות ed achraiut אחריות
(responsabilità), tra la mia privata esistenza ed il dovere di rispetto
ed esistenza dell’altro, libertà come arma di difesa per l’intero mondo
e non come offesa per nome e conto delle mia bandiera privata. Esiste
messaggio ebraico più sensato per questo nostro mondo alla disperata
deriva in uno Shabbat che cade nel 25 Aprile?
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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È
donna. È araba. È musulmana. È israeliana, di Dimona. È perfettamente
trilingue: arabo, ebraico e inglese. È una commentatrice politica per
nulla banale e una giornalista molto professionale. Le sue domande sono
sempre problematiche e cercano di andare a fondo delle contraddizioni
del momento. Lucy Aharish, la giovane anchorwoman del canale allnews
israeliano i24 news è stata scelta assieme a altre dodici persone per
accendere la fiamma che dà inizio alle celebrazioni per il Giorno
dell’Indipendenza dello Stato d’Israele.
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L'intervento di Mattarella: Difendiamo la Resistenza |
“II
25 aprile fu lo sbocco di un vero e proprio moto di popolo: la
qualifica di ‘resistenti’ va estesa non solo ai partigiani, ma ai
militari che rifiutarono di arruolarsi nelle brigate nere e a tutte le
donne e gli uomini che, per le ragioni più diverse, rischiarono la vita
per nascondere un ebreo, per aiutare un militare alleato o sostenere
chi combatteva in montagna o nelle città”. Così il capo dello Stato
Sergio Mattarella in una intervista a Repubblica alla vigilia del
settantesimo anniversario della Liberazione. Dopo aver evidenziato
l’importanza della riaffermazione dei valori democratici per i quali
combattè la Resistenza, Mattarella sottolinea l’esigenza di non creare
ambigue sovrapposizioni con Salò: “Da una parte si combatteva per la
libertà, dall’altra per la sopraffazione”. Domani a mezzogiorno il
presidente della Repubblica parteciperà alle celebrazioni al Piccolo
Teatro di Milano.
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L'OMAGGIO DELLA REDAZIONE
Rav Toaff, pagine da sfogliare
Tra
i desideri espressi dal rav Elio Toaff c'era quello di avere, nell'ora
dell'estremo saluto, i suoi allievi attorno a sé. Quegli allievi che
aveva formato negli anni del Collegio Rabbinico e che avevano poi
intrapreso la professione. Chi a Roma, chi altrove, ma sempre serbando
un debito di riconoscenza nei confronti del Maestro. Gli allievi di
allora, i rabbini di oggi, sono accorsi in massa a Livorno per
testimoniare il loro dolore. E sul numero di Pagine Ebraiche di maggio
in distribuzione hanno raccontato il ruolo del rabbino emerito in
quelle che sono state le loro scelte e le loro convinzioni. Tanti
tasselli, situazioni circoscritte e suggestioni, che ricostruiscono
l'impatto di un Maestro capace di incidere non solo nei momenti
straordinari, ma anche nella quotidianità.
Nello speciale dossier del numero di maggio in distribuzione anche le
testimonianze del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna, del presidente della Comunità ebraica di
Livorno Vittorio Mosseri e del presidente dell'Assemblea dei Rabbini
d'Italia rav Giuseppe Momigliano. Mentre il coordinatore dei
dipartimenti Informazione e Cultura UCEI e direttore di Pagine Ebraiche
Guido Vitale si sofferma su un recente incontro tra la redazione e il
rav Toaff. "Sono tanti i momenti di calore e di amicizia che ci ha
donato e che credo sia giusto rimangano custoditi fra i ricordi più
intimi. Ma quel pomeriggio splendente d’agosto assieme ai colleghi
della redazione, quell’atmosfera luminosa – scrive Vitale – va
raccontata.
Nelle pagine degli editoriali un contributo di Sergio Della Pergola,
che parla di un ebraismo, quello del rav Toaff, “nel quale Sionismo e
Religione non possono venire disgiunti, mentre la militanza per i
valori della società civile e il dialogo con le altre grandi matrici
religiose formano parte integrante della sua coscienza di uomo dalla
fede incontaminata e dall’entusiasta capacità di comunicare agli altri
il suo mondo interiore”.
Su Italia Ebraica prendono invece forma i ricordi delle molte centinaia
di ebrei romani ritrovatisi al Portico d'Ottavia per salutare il
feretro prima del trasferimento a Livorno. Giovani e meno giovani, di
“piazza” o meno, gli intervistati concordano su un punto: a lasciarci è
stato un gigante.
Clicca qui per sfogliare il pdf con tutti i contributi
RAV TOAFF (1915-2015) - PAGINE EBRAICHE
Leadership, impegno, dialogo
Ripercorrendo,
a breve distanza dalla conclusione del centesimo anno di vita del Rav
Elio Toaff (zzl) che ci ha lasciati da pochi giorni, il testo di un mio
intervento di dieci anni fa per onorare il suo novantesimo compleanno,
non sono solo le emozioni personali a riaffiorare. A fronte
dell’esistenza immensa di un rabbino che ha affrontato con coraggio e
slancio un secolo intero di sfide e di rivolgimenti epocali, il fattore
che ha caratterizzato il nostro ultimo decennio è la difficoltà di
agire e di trovare risposte adeguate alle sfide che ci stanno di
fronte. Per questo credo sia utile a onorare la sua memoria rileggere
quelle parole di dieci anni fa, che, va detto con inquietudine e
preoccupazione, nulla hanno perso della loro attualità.
Sergio Della Pergola, Università ebraica di Gerusalemme
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Partigiani ebrei |
In
un modo o nell’altro la mia vita ebraica, la vita delle nostre
comunità, è sempre stata accompagnata dalla presenza di partigiani
ebrei: nelle festività (con la berachà impartita da Ugo Sacerdote,
talvolta l’unico Kohen presente al bet ha-keneset torinese), negli
incontri di studio (con le analisi di Silvio Ortona sul libro di
Geremia e su altri passi biblici, ricercando tra le vicende di allora i
temi di oggi), negli interventi su giornali ebraici, nella
memorialistica. Per alcuni di questi partigiani l’identità ebraica è
alla base della scelta stessa di partecipare alla Resistenza (penso per
esempio ad Augusto Segre, figlio del rabbino di Casale Monferrato e lui
stesso studente del Collegio Rabbinico – come racconta nel suo libro
Memorie di vita ebraica); altri avrebbero approfondito la propria
cultura ebraica solo in anni successivi, ma questo non dimostra
necessariamente che per loro essere ebrei non fosse importante.
Anna Segre, insegnante
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Ciò che più conta |
“Per
nessuno dei lettori di questo libro sarà facile immedesimarsi
nell’atteggiamento emotivo dell’autore, che non conosce la lingua
sacra, che si sente completamente estraneo alla religione dei padri –
come ad ogni altra religione peraltro – e che non riesce a far propri
gli ideali nazionalistici pur non avendo mai rinnegato l’appartenenza
al suo popolo e sentendo come ebraico il proprio particolare modo
d’essere che non desidera diverso da quello che è. Se gli venisse
rivolta la domanda: ‘Dal momento che hai lasciato cadere tutti questi
elementi che ti accomunano ai tuoi connazionali, cosa ti è rimasto di
ebraico?’, la sua risposta sarebbe: ‘Moltissimo, probabilmente ciò che
più conta’. Tuttavia egli non saprebbe al momento esplicitare a chiare
lettere in cosa consista questa natura essenziale dell’ebraismo; ma
confida che un giorno o l’altro essa diventerà intelligibile per la
scienza”. Queste parole scritte da di Sigmund Freud, sono tratte dalla
prefazione alla traduzione ebraica di “Totem und Tabu” (1930).
Francesco Moises Bassano, studente
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Il Rav e l'attenzione ai dettagli |
Tra
i molteplici insegnamenti rabbinici e di vita quotidiana che ci sono
stati dati da rav Toaff, desidero ricordare gli aspetti meno noti e
meno pubblici che però hanno contribuito non poco alla nostra
formazione.
L’attività di tribunale rabbinico per sua natura assume la riservatezza
come caratteristica principale. Rav Toaff ha profuso la sua attività di
”Av Beth haDin” come presidente di tribunale con impegno e presenza
diretta almeno una mattinata a settimana, normalmente il giovedì
mattina.
Se il sorriso, la arguzia toscana hanno sempre caratterizzato la sua
persona, la giornata in cui si era svolto un divorzio particolarmente
di una coppia giovane il suo volto lucente si oscurava; nel corso della
procedura la sua mente si concentrava sugli innumerevoli dettagli della
scrittura, la ricerca accurata e l’indagine sui nomi e soprannomi
precedeva la seduta , scrivendo di suo pugno la trascrizione esatta e
la data.
Umberto Piperno, rabbino capo di Napoli
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Matrimoni misti |
“Unioni
e matrimoni misti. La convivenza possibile fra persone di culture e
religioni diverse” è il tema del convegno cui ha partecipato rav
Riccardo Di Segni come esponente della religione ebraica. il Rav
provoca subito con una domanda: “Sono forse i matrimoni misti la
soluzione a una convivenza tra culture diverse? L’ebraismo è un
progetto educativo; esso si deve trasmettere perché abbia veramente
senso. Per questo il matrimonio misto – a meno che il partner non ebreo
accolga il progetto educativo ebraico – costituisce un problema: non
per un fatto ideologico o perché sia un valore l’omologazione, ma al
contrario, perché, a livello pratico, mette a rischio questa
trasmissione che è la continuità di un’identità minoritaria come quella
ebraica"...
Ilana Bahbout
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