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24 aprile 2015 - 5 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
 …ed è pur detto (a nome di Rabbi Yeoshua ben Levi): Le tavole della Torah sono opera di Hashem e lo scritto è scrittura di Hashem scolpita sulle tavole ( Esodo 32, 16). Non leggere charut (scolpito) ma cherut (libertà) perché è veramente libero se non colui che si occupa della Torah…” Massime dei padri cap. VI, 2.
Libertà come occupazione ed osservanza, come rispetto etico, come legame tra le parole ebraiche di cherut חרות ed achraiut אחריות (responsabilità), tra la mia privata esistenza ed il dovere di rispetto ed esistenza dell’altro, libertà come arma di difesa per l’intero mondo e non come offesa per nome e conto delle mia bandiera privata. Esiste messaggio ebraico più sensato per questo nostro mondo alla disperata deriva in uno Shabbat che cade nel 25 Aprile?
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
È donna. È araba. È musulmana. È israeliana, di Dimona. È perfettamente trilingue: arabo, ebraico e inglese. È una commentatrice politica per nulla banale e una giornalista molto professionale. Le sue domande sono sempre problematiche e cercano di andare a fondo delle contraddizioni del momento. Lucy Aharish, la giovane anchorwoman del canale allnews israeliano i24 news è stata scelta assieme a altre dodici persone per accendere la fiamma che dà inizio alle celebrazioni per il Giorno dell’Indipendenza dello Stato d’Israele.
 
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L'intervento di Mattarella: Difendiamo la Resistenza
“II 25 aprile fu lo sbocco di un vero e proprio moto di popolo: la qualifica di ‘resistenti’ va estesa non solo ai partigiani, ma ai militari che rifiutarono di arruolarsi nelle brigate nere e a tutte le donne e gli uomini che, per le ragioni più diverse, rischiarono la vita per nascondere un ebreo, per aiutare un militare alleato o sostenere chi combatteva in montagna o nelle città”. Così il capo dello Stato Sergio Mattarella in una intervista a Repubblica alla vigilia del settantesimo anniversario della Liberazione. Dopo aver evidenziato l’importanza della riaffermazione dei valori democratici per i quali combattè la Resistenza, Mattarella sottolinea l’esigenza di non creare ambigue sovrapposizioni con Salò: “Da una parte si combatteva per la libertà, dall’altra per la sopraffazione”. Domani a mezzogiorno il presidente della Repubblica parteciperà alle celebrazioni al Piccolo Teatro di Milano.
 
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  davar
L'OMAGGIO DELLA REDAZIONE
Rav Toaff, pagine da sfogliare
Tra i desideri espressi dal rav Elio Toaff c'era quello di avere, nell'ora dell'estremo saluto, i suoi allievi attorno a sé. Quegli allievi che aveva formato negli anni del Collegio Rabbinico e che avevano poi intrapreso la professione. Chi a Roma, chi altrove, ma sempre serbando un debito di riconoscenza nei confronti del Maestro. Gli allievi di allora, i rabbini di oggi, sono accorsi in massa a Livorno per testimoniare il loro dolore. E sul numero di Pagine Ebraiche di maggio in distribuzione hanno raccontato il ruolo del rabbino emerito in quelle che sono state le loro scelte e le loro convinzioni. Tanti tasselli, situazioni circoscritte e suggestioni, che ricostruiscono l'impatto di un Maestro capace di incidere non solo nei momenti straordinari, ma anche nella quotidianità.
Nello speciale dossier del numero di maggio in distribuzione anche le testimonianze del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del presidente della Comunità ebraica di Livorno Vittorio Mosseri e del presidente dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia rav Giuseppe Momigliano. Mentre il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura UCEI e direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale si sofferma su un recente incontro tra la redazione e il rav Toaff. "Sono tanti i momenti di calore e di amicizia che ci ha donato e che credo sia giusto rimangano custoditi fra i ricordi più intimi. Ma quel pomeriggio splendente d’agosto assieme ai colleghi della redazione, quell’atmosfera luminosa – scrive Vitale – va raccontata.
Nelle pagine degli editoriali un contributo di Sergio Della Pergola, che parla di un ebraismo, quello del rav Toaff, “nel quale Sionismo e Religione non possono venire disgiunti, mentre la militanza per i valori della società civile e il dialogo con le altre grandi matrici religiose formano parte integrante della sua coscienza di uomo dalla fede incontaminata e dall’entusiasta capacità di comunicare agli altri il suo mondo interiore”.
Su Italia Ebraica prendono invece forma i ricordi delle molte centinaia di ebrei romani ritrovatisi al Portico d'Ottavia per salutare il feretro prima del trasferimento a Livorno. Giovani e meno giovani, di “piazza” o meno, gli intervistati concordano su un punto: a lasciarci è stato un gigante.


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RAV TOAFF (1915-2015) - PAGINE EBRAICHE 
Leadership, impegno, dialogo
Ripercorrendo, a breve distanza dalla conclusione del centesimo anno di vita del Rav Elio Toaff (zzl) che ci ha lasciati da pochi giorni, il testo di un mio intervento di dieci anni fa per onorare il suo novantesimo compleanno, non sono solo le emozioni personali a riaffiorare. A fronte dell’esistenza immensa di un rabbino che ha affrontato con coraggio e slancio un secolo intero di sfide e di rivolgimenti epocali, il fattore che ha caratterizzato il nostro ultimo decennio è la difficoltà di agire e di trovare risposte adeguate alle sfide che ci stanno di fronte. Per questo credo sia utile a onorare la sua memoria rileggere quelle parole di dieci anni fa, che, va detto con inquietudine e preoccupazione, nulla hanno perso della loro attualità.

Sergio Della Pergola, Università ebraica di Gerusalemme

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RAV TOAFF (1915-2015) - PAGINE EBRAICHE
La guida che ci ha tenuti insieme
Rav Elio Toaff è sempre stato ai miei occhi uno stimolante enigma poiché la sua personalità e la sua figura evocano di volta in volta innumerevoli definizioni, mentre lui non si adattava mai pienamente a nessuna. L'ho sempre considerato un vero e proprio punto di riferimento per me e per la mia famiglia: è stato il Maestro di mio padre e mio, ed è sempre stata una forte presenza nei momenti più importanti della mia vita. Quando penso alle tappe che ha raggiunto nella sua vita, dalla laurea in Giurisprudenza, al suo precedente ruolo di rabbino capo nelle Comunità ebraiche di Ancona e Venezia, non posso che sentirlo come una figura guida profondamente vicino a me e al percorso di studi che ho intrapreso, avendo io ripercorso molte delle sue stesse scelte.

Rav Roberto Della Rocca, direttore Dec UCEI
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Rav toaff (1915-2015) - pagine ebraiche
Il ricordo degli allievi
Le testimonianze dei suoi allievi, divenuti poi rabbini. Dal rav Riccardo Di Segni al rav Alberto Piattelli, dal Vittorio Della Rocca al rav Benedetto Carucci Viterbi, dal rav Gianfranco Di Segni al rav Alberto Sermoneta, al sofer Amedeo Spagnoletto. Con una riflessione inoltre del presidente dei rabbini italiani rav Giuseppe Momigliano.
(Interviste a cura di Adam Smulevich)

Rav Riccardo Di Segni:
“Ho imparato dalle sue dimissioni”



Rav Giuseppe Momigliano:
“Maestro di umanità”



Rav Alberto Piattelli:
“Rifiutava le barriere”



Rav Vittorio Della Rocca:
“Quella telefonata di Pertini”



Rav Benedetto Carucci Viterbi:
“Mediazione, un tratto distintivo”



Rav Amedeo Spagnoletto:
“Sofer anche grazie a lui”



Rav Gianfranco Di Segni:
“Mio padre, suo il ricordo più bello”



Rav Alberto Sermoneta:
“Suo il regalo che mi cambiò la vita”


RAV TOAFF (1915-2015) - ITALIA EBRAICA
Le emozioni della "piazza"
“Cosa ricordo di rav Toaff? Conservo di lui tantissime belle immagini. Non dimenticherò mai per esempio quando girava per la piazza e faceva le berachot, la benedizione, ai ragazzi che si trovavano lì”, racconta Elisabetta. “Abbiamo avuto tante lunghe conversazioni. Ricordo ancora per esempio quando parlammo nei corridoi del ruolo della donna nell’ebraismo e lui mi invitò nel suo ufficio perché voleva terminare il discorso”, incalza Emma. “Era una persona fantastica, e tra le altre cose abbiamo una sua foto bellissima al nostro matrimonio”, si commuove Angelo. Le testimonianze e gli aneddoti degli ebrei romani raccolti da Francesca Matalon e Rachel Silvera.
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RAV TOAFF (1915-2015) - PAGINE EBRAICHE
Lo sguardo oltre l'orizzonte
Sono tanti i momenti di calore e di amicizia che ci ha donato e che credo sia giusto rimangano custoditi fra i ricordi più intimi. Ma quel pomeriggio splendente d’agosto assieme ai colleghi della redazione, quell’atmosfera luminosa, va raccontata . Il calore della sua persona sembrava fondersi con quello del tramonto sul lago. Erano con me, un po’ spauriti, i colleghi più giovani della redazione per mostrare al Rav un frammento della grande fatica e degli ideali che sorreggono la loro crescita professionale. Poche parole, molte le occhiate e i gesti che parlavano di affetto e di simpatia. Sotto quella luce, con al fianco Rossella Tercatin e Adam Smulevich, il Rav guardava lontano. Mi sono preso un attimo per vedere dove andasse il suo sguardo che tante volte mi aveva incantato e turbato. Quel giorno ho capito che andava ben oltre l’orizzonte a me visibile.

g.v

25 aprile - Franco cesana
Il coraggio del partigiano bimbo

25 aprile - torino
La piazza e le luci della libertà

GENOCIDIO ARMENO - LE TESTIMONIANZE EBRAICHE
Ricordare il grande male
 
lA RASSEGNA SETTIMANALE DI melamed
Il valore dello studio
qui roma - master ucei
Le sfide di un giornalista ebreo

pilpul
Partigiani ebrei 
In un modo o nell’altro la mia vita ebraica, la vita delle nostre comunità, è sempre stata accompagnata dalla presenza di partigiani ebrei: nelle festività (con la berachà impartita da Ugo Sacerdote, talvolta l’unico Kohen presente al bet ha-keneset torinese), negli incontri di studio (con le analisi di Silvio Ortona sul libro di Geremia e su altri passi biblici, ricercando tra le vicende di allora i temi di oggi), negli interventi su giornali ebraici, nella memorialistica. Per alcuni di questi partigiani l’identità ebraica è alla base della scelta stessa di partecipare alla Resistenza (penso per esempio ad Augusto Segre, figlio del rabbino di Casale Monferrato e lui stesso studente del Collegio Rabbinico – come racconta nel suo libro Memorie di vita ebraica); altri avrebbero approfondito la propria cultura ebraica solo in anni successivi, ma questo non dimostra necessariamente che per loro essere ebrei non fosse importante.

Anna Segre, insegnante
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Ciò che più conta
“Per nessuno dei lettori di questo libro sarà facile immedesimarsi nell’atteggiamento emotivo dell’autore, che non conosce la lingua sacra, che si sente completamente estraneo alla religione dei padri – come ad ogni altra religione peraltro – e che non riesce a far propri gli ideali nazionalistici pur non avendo mai rinnegato l’appartenenza al suo popolo e sentendo come ebraico il proprio particolare modo d’essere che non desidera diverso da quello che è. Se gli venisse rivolta la domanda: ‘Dal momento che hai lasciato cadere tutti questi elementi che ti accomunano ai tuoi connazionali, cosa ti è rimasto di ebraico?’, la sua risposta sarebbe: ‘Moltissimo, probabilmente ciò che più conta’. Tuttavia egli non saprebbe al momento esplicitare a chiare lettere in cosa consista questa natura essenziale dell’ebraismo; ma confida che un giorno o l’altro essa diventerà intelligibile per la scienza”. Queste parole scritte da di Sigmund Freud, sono tratte dalla prefazione alla traduzione ebraica di “Totem und Tabu” (1930).

Francesco Moises Bassano, studente
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Il Rav e l'attenzione ai dettagli
Tra i molteplici insegnamenti rabbinici e di vita quotidiana che ci sono stati dati da rav Toaff, desidero ricordare gli aspetti meno noti e meno pubblici che però hanno contribuito non poco alla nostra formazione.
L’attività di tribunale rabbinico per sua natura assume la riservatezza come caratteristica principale. Rav Toaff ha profuso la sua attività di ”Av Beth haDin” come presidente di tribunale con impegno e presenza diretta almeno una mattinata a settimana, normalmente il giovedì mattina.
Se il sorriso, la arguzia toscana hanno sempre caratterizzato la sua persona, la giornata in cui si era svolto un divorzio particolarmente di una coppia giovane il suo volto lucente si oscurava; nel corso della procedura la sua mente si concentrava sugli innumerevoli dettagli della scrittura, la ricerca accurata e l’indagine sui nomi e soprannomi precedeva la seduta , scrivendo di suo pugno la trascrizione esatta e la data.


Umberto Piperno, rabbino capo di Napoli
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Matrimoni misti
“Unioni e matrimoni misti. La convivenza possibile fra persone di culture e religioni diverse” è il tema del convegno cui ha partecipato rav Riccardo Di Segni come esponente della religione ebraica. il Rav provoca subito con una domanda: “Sono forse i matrimoni misti la soluzione a una convivenza tra culture diverse? L’ebraismo è un progetto educativo; esso si deve trasmettere perché abbia veramente senso. Per questo il matrimonio misto – a meno che il partner non ebreo accolga il progetto educativo ebraico – costituisce un problema: non per un fatto ideologico o perché sia un valore l’omologazione, ma al contrario, perché, a livello pratico, mette a rischio questa trasmissione che è la continuità di un’identità minoritaria come quella ebraica"...

Ilana Bahbout
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