David
Sciunnach,
rabbino
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“…
ma il settimo anno la terra avrà uno Shabbàt di completo riposo… non
dovrai seminare il tuo campo e non dovrai potare la tua vigna.” (Vaikrà
25, 4). Ci si domanda per quale motivo la Torah si esprima al singolare
nel comunicarci i divieti della Shmità – l’anno Sabbatico mentre si
esprime al plurale nel parlare del Yovèl- Giubileo.
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David
Assael,
ricercatore
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Le
elezioni appena svoltesi a Bolzano vedono, udite udite, una forte
affermazione dei neofascisti di Casa Pound, che, dunque, non possono
più relegarsi a fenomeno legato alla destra romana. I temi sono sempre
i soliti: critica all’establishment, ai partiti tradizionali e
xenofobia spinta. La strategia di Casa Pound è chiarissima da tempo:
trovare un treno su cui salire per raggiungere l’agognato parlamento.
Così deve anche leggersi l’alleanza strategica con Salvini. Ma, la cosa
che mi preme sottolineare è che questo risultato elettorale si verifica
dove si ha ricchezza diffusa e tassi di disoccupazione da fare invidia
alla Svizzera, dunque non giustificabile dalla situazione ambientale.
Vedendo anche quanto accade in Valle d’Aosta bisogna, forse,
semplicemente ammettere che l’Italia è un Paese razzista, che risponde
ai più beceri richiami populisti. Punto e basta.
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Europa contro gli scafisti, oggi è il "Giorno M."
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Oggi
in discussione a Bruxelles la bozza di intervento per fermare gli
scafisti. Scrive la Stampa: “È il ‘Giorno M’. M come Mediterraneo.
Arriva finalmente l’agenda europea per l’Immigrazione che, fra le altre
cose, trasforma la missione Triton quasi in Mare Nostrum e propone un
sistema di emergenza di quote, per ripartire fra tutti chi arriva vivo
sulle nostre coste”. Sarà obbligatorio, ma non per Italia e Grecia. Ai
due paesi viene infatti riconosciuto “di aver fatto già abbastanza”.
Inaugurato il padiglione israeliano all’Expo. Sul Corriere Milano una
fotonotizia dell’evento. Il titolo, “In mostra il rotolo sacro”, è però
decisamente fuorviante. Il rotolo in questione è infatti la mezuzah, la
pergamena appesa allo stipite delle case ebraiche, apposta ieri
all’ingresso del padiglione dal rabbino capo Alfonso Arbib.
Ventuno (compresa l’Italia) le nazioni che parteciperanno allo Startup
Boot Camp di Tel Aviv, che premia le aziende di giovani con età tra 25
e 35 anni attive nei settori web, sicurezza e telefonia mobile.
Requisito fondamentale per partecipare, spiega il Corriere, “è avere
già ottenuto qualche finanziamento ”.
Molti i contributi significativi che hanno segnato l’esordio della
seconda edizione del Festival delle Religioni (ieri in diretta su
Rainews 24) in svolgimento a Firenze. Dal rav Adin Steinsaltz al papa
copto Tawadros II, dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal al
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
“Non dobbiamo combattere l’Islam, ma l’Isis”, ha spiegato rav
Steinsaltz. “Non dobbiamo farci pietrificare dalla paura”, l’invito
dell’organizzatrice del festival Francesca Campana Comparini
(virgolettati riportati dal Corriere della sera).
Sulla Stampa una cronaca di Maurizio Molinari, tra i protagonisti della prima giornata di incontri.
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EXPO 2015
Israele, porte aperte al futuro
Oltre
centomila le persone che dal Primo maggio scorso, giorno d'apertura di
Milano Expo 2015, hanno visitato il Padiglione d'Israele. La
dimostrazione di come Fields of tomorrow, i campi di domani – titolo
del progetto israeliano –
sia già diventato uno dei poli d'attenzione dell'Esposizione
universale. “Un progetto bellissimo di cui siamo orgogliosi”, ha
affermato ieri l'ambasciatore d'Israele Naor Gilon, in occasione
dell'inaugurazione ufficiale del Padiglione a cui ha partecipato, tra
gli altri, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Roberto Jarach. Sul palco, dopo l'intervento
dell'ambasciatore, sono saliti il Commissario generale d'Israele per
Expo Elazar Cohen, il presidente della Regione Roberto Maroni, il
presidente della Commissione Expo del Comune di Milano Ruggero Gabbai,
il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib e Raffaele Sassun, presidente
del Keren Kayemeth LeIsrael Italia. Tra gli ospiti dell'evento,
presentato dalla madrina Moran Attias e che ha raccolto centinaia di
persone attorno al padiglione e al suo inconfondibile campo verticale,
il segretario UCEI Gloria Arbib, i presidenti della Keillah milanese
Raffaele Besso e Milo Hasbani, il presidente della Comunità ebraica
romana Riccardo Pacifici. Di casa invece l'architetto David Knafo e il
presidente di Avs Malki Shem Tov, che insieme hanno dato forma al
progetto del padiglione.
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qui torino - DOMANI L'INAUGURAZIONE
Radici, casherut, identità
Al Salone con Pagine Ebraiche
Poche
ore ancora e le porte del Lingotto si apriranno per una nuova edizione
del Salone Internazionale del Libro di Torino (14-18 maggio). Obiettivo
degli organizzatori: superare quota 340mila, il numero di visitatori
accorsi lo scorso anno in fiera. Tante le novità, tanti i temi in
discussione, tantissimi ovviamente i libri che caratterizzeranno questa
edizione, che ha come ospite d'onore la Germania e che sarà inaugurata
domani mattina dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Filo conduttore del Salone 2015 è “Le Meraviglie d'Italia”: il
paesaggio italiano, i monumenti e i tesori Unesco, l'innovazione,
l'eccellenza italiana nei tanti campi della creatività storica e
contemporanea, e il suo posto nell'immaginario del nuovo planisfero
globalizzato.
Come ormai tradizione, redazione UCEI protagonista delle giornate del
Salone con la distribuzione di migliaia di copie del numero di maggio
del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche in tutti i
padiglioni, ma anche con l’organizzazione di incontri, iniziative,
tavole rotonde.
Ad aprire il programma l’evento “Cibo ebraico, dal piatto alla mente”
in programma domani alle 12 in Sala Avorio. Ospiti dell’incontro
Jacqueline Fellus, responsabile del Progetto Kasherut dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane; Giorgio Mortara, Associazione Medica
Ebraica (“La Dieta Kasher – Storia, regole e benefici
dell’alimentazione ebraica”, a cura di Rossella Tercatin, Giuntina
editore); Alessandro Marzo Magno, giornalista e scrittore (“Il genio
del gusto: Come il mangiare italiano ha conquistato il mondo”, Garzanti
editore); Benedetta Guetta, chef e blogger (www.labna.it); Roberta
Anau, scrittrice e operatrice turistica. Per la redazione interverrà
Ada Treves.
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QUI TOLOSA
Nel nome del rav Elio Toaff
il premio dei rabbini europei
Sarà
dedicato alla memoria del rav Elio Toaff il premio istituito dalla
Conferenza dei Rabbini Europei, riuniti in queste ore a Tolosa, come
riconoscimento a un rabbino di età superiore ai 45 che si sia
particolarmente distinto per il lavoro svolto nella sua Comunità. A
darne notizia ai nostri lettori è il rav Riccardo Di Segni, rabbino
capo di Roma, che racconta come il principale sponsor del premio, il
russo Boris Mintz, presente il giorno dell’estremo saluto al rav Toaff
nella Capitale, un grande momento di cordoglio e partecipazione
collettiva, “sia rimasto impressionato da quello che ha visto”.
Nel corso dell’annuale congresso della Conferenza, cui partecipano
oltre 200 rabbini ortodossi, è stato anche assegnato il Lord Jakobovits
Prize for European Jewry al primo ministro francese Manuel Valls, per
la sua “determinazione esemplare nella lotta contro l’antisemitismo”.
Questa la motivazione del presidente della Conferenza e rabbino capo di
Mosca Pinchas Goldschmidt, che ha sottolineato l’impegno del premier
ttraverso lo stanziamento di 10 milioni di euro per il Piano Valls, un
programma della durata di tre anni per combattere l’antisemitismo e il
razzismo con provvedimenti a livello educativo, legislativo, di
comunicazione e di prevenzione dell’incitamento all’odio sul web.
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qui vercelli - architetti in sinagoga Le forme dell'arte per raccontarsi
Raccontare
la propria identità, culturale e religiosa, attraverso le linee, le
forme, le suggestioni dei propri luoghi di culto. Questo il tema forte
del convegno “Spirito e Materia”, che ha inaugurato RIArchitettura
Vercelli 2015, manifestazione promossa dall’Ordine degli Architetti
della Provincia di Vercelli e curata dalla locale Associazione
Architetti.
Teatro del confronto la sinagoga vercellese, che ha ospitato le
relazioni di Marco Botta e Giorgio Rosental, architetti di fama
internazionale intervenuti rispettivamente sul caso studio della
Sinagoga Cymbalista di Tel Aviv e sulla sfida del Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, e di Baruch Lampronti
che, oltre a moderare l’incontro, ha tracciato un quadro sulla
tradizione architettonica sinagogale con forte riferimento al Tempio di
Vercelli.
A fare gli onori di casa la presidente della Comunità e consigliere
UCEI Rossella Bottini Treves, che ha coordinato l’evento, gestito i
rapporti con gli organizzatori e l’allestimento in Tempio. “È stato un
grande evento – racconte – apprezzato e gradito da tutti i nostri
ospiti. La dimostrazione che anche in una piccola Comunità si possono
fare cose importanti con volontà, rigore e passione, e anche senza il
supporto di una struttura organizzata”. Leggi
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QUI FIRENZe
Il ritratto della Memoria
Lucia
Levi Levy è stata deportata da Firenze quando ormai si illudeva di
essere alle fine di quei terribili mesi ed è rimasta a Fossoli fino al
26 giugno 1944. Era una delle ultime rappresentanti della famiglia
Levi, che dal ‘600 guidava la kehillah sefardita; figlia di Ottavio e
di Vittorina Sforni, era nata nella villa al Bandino dei nonni paterni
e vissuta nella lussuosa cornice del Palazzo Budini Gattai e quindi in
una bella villa in via Bovio, nel nuovo quartiere nato con Firenze
capitale nei pressi della sinagoga.
Del padre, ottimo pittore, il museo ebraico fiorentino espone due
vedute dei Templi gemelli di via delle Oche; la famiglia materna è nota
per le sue collezioni di arte. Per un ritratto da fare alla figlia,
sposa felice di Albert Levy, rampollo di una nota famiglia di Zante, e
già madre di tre figli, i genitori nel 1906 si rivolsero a un giovane
promettente artista veneziano, Gino Rossi, che l’ha ritratta a
grandezza naturale accanto una vaso di rose rosse, elegantissima in un
abito da sera nero con pailletes, riuscendo a comunicare attraverso il
suo sguardo e il suo sorriso i sentimenti gioiosi della
donna.
All’epoca delle persecuzioni razziali questo periodo di felicità si era già chiuso.
Anche il figlio minore Sergio era morto di tifo nel giorno del suo
trentesimo compleanno nel settembre 1937, ma dalla sua unione con una
giovane donna di Gemona sarebbe nata dopo sei mesi una bambina; è stata
questa nipotina, Grazia Levi, a decidere che la nonna “doveva tornare a
casa” donando il suo ritratto alla comunità ebraica cui era appartenuta.
Il
generoso atto di Grazia Levi è stato molto apprezzato e tante persone
si sono riunite in via Farini per ammirare il grande quadro, ascoltarne
la storia, ringraziare la donatrice come a nome di tutta la Comunità ha
fatto il vicepresidente Davide Sadun. Dopo il sentito intervento di
Grazia Levi il pubblico ha seguito con vivo interesse la biografia del
pittore tracciata con competenza da Dora Liscia, direttrice del museo
ebraico, che ha messo ben in evidenza come questo quadro, del pittore
trentenne, rimanga quasi un pezzo unico, perché dopo un soggiorno a
Parigi, dove prese la sifilide che lo porterà alla pazzia, Gino Rossi
cambiò completamente stile ed anche a seguito dei traumi della guerra
di trincea trascorrerà la sua esistenza in manicomio. Dopo pochi anni
non prenderà più in mano i pennelli, anche se sopravviverà fino al
1947.
Ora
la sua pittura è stata rivalutata, il suo capolavoro giovanile troverà
degno posto nel nostro museo ma nel caso sarà anche esposto in altre
sedi mantenendo così viva la memoria di Lucia Levi.
Lionella Viterbo
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Ticketless
- Bora a Firenze |
Tra
le anomalie climatiche del nostro tempo, va segnalata la bora
sull’Arno. Vento così forte come quest’anno su Firenze non s’era mai
visto. Tetti scoperchiati, alberi sradicati. Le foto in prima pagina
che si vedevano su “La Nazione” sembravano un plagio dal “Piccolo”. Non
si è arrivati al tramway gettato fuori dai binari, che aveva colpito la
fantasia di Svevo, ma poco ci è mancato. Passeggiando per Firenze, in
uno dei più scalmanati di questi pomeriggi di bora, mi sono riapparsi
alcuni fantasmi del passato. Marino Raicich, che al Vieusseux organizzò
mostra e convegno sugli intellettuali triestini scesi all’alba del
Novecento a Firenze. Un uomo sanguigno, Raicich, al pari del medievista
Ernesto Sestan, testimone vivente delle cicatrici lasciate aperte dal
fronte orientale. Il dialogo Svevo-Montale, giocato in larga parte sul
tema della nostalgia ebraica, lega Ponte Vecchio al Molo Audace con uno
stretto nodo.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Radici democratiche |
In
un piccolo, prezioso libretto, intitolato “Tornare alle radici. Per la
ricostruzione delle basi della nostra democrazia” (Cittadella Editrice,
Assisi), Francesco Paolo Casavola – luminoso giurista di fama
internazionale, già Presidente della Corte Costituzionale, attualmente
Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica – offre al pubblico, in
un affascinante affresco, nel quale la semplicità del linguaggio è pari
alla profondità di pensiero, alcune sue riflessioni, a settant’anni
dalla Liberazione, sul cammino percorso, in questo lasso di tempo,
dalla Repubblica, e sui vecchi e nuovi pericoli incombenti sulla nostra
società.
Francesco Lucrezi, storico
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