Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Inizia oggi il mese di Sivan, il periodo del Dono della Torah, che coincide anche con il segno zodiacale dei Gemelli.
La Torah non poteva essere data se non all’insegna di una dimensione
plurale e dialogica che non contempla forme di dogmatismo e di
integralismo. “…Meglio essere in due che da soli….” , recita il
Qohelet, 4; 9, ribadendo come il pluralismo non è soltanto il frutto di
un insegnamento tra uguali.
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Dario
Calimani,
anglista
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Al
consiglio comunale di Bolzano è ‘finalmente’ entrato un esponente di
CasaPound, grande ammiratore di Hitler e Mussolini. L’attenzione dei
media è tutta per le sue farneticazioni, come se il nostro paese non
dovesse essere preparato da almeno due decenni alla deriva neofascista,
magari sotto mentite spoglie.
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L'Isis punta Baghdad |
La
presa da parte dell’Isis della città irachena di Ramadi è una delle più
grandi sconfitte inflitte agli Stati Uniti e al governo dell’Iraq
dall’inizio del conflitto, scrive oggi Repubblica. I quotidiani parlano
di ritirate precipitose, corpi carbonizzati all’angolo della strada e
di una imminente avanzata verso Baghdad, la capitale, che dista solo
110 chilometri. Una situazione critica che vede la frangia sciita
pronta a combattere l’Isis con l’aiuto dell’Iran e l’azione degli Stati
Uniti, che nelle ultime ore hanno condotto 19 missioni aeree. Ramadi,
riporta La Stampa, è stata conquistata dai miliziani dello Stato
Islamico attraverso camion di kamikaze carichi di tritolo: “L’Isis gli
usa come una super artiglieria in battaglia, bombe umane di precisione”.
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expo 2015 - cibo e democrazia per tutti Berna riafferma gli ideali
La
presidente della Confederazione elvetica Simonetta Sommaruga ha
visitato nelle scorse ore a Milano l’Esposizione universale Expo 2015
celebrando la Giornata nazionale della Svizzera.
Accolta
da Giuseppe Sala, Commissario unico delegato del governo per Expo
Milano, e Bruno Pasquino, Commissario generale di Expo 2015, la
rappresentante di Berna ha visitato il Padiglione Italia e, per prima
fra i Capi di Stato, ha sottoscritto la Carta di Milano che connette le
politiche dell’alimentazione e i valori delle democrazie.
Nel
numero di maggio attualmente in circolazione, il giornale dell’ebraismo
italiano Pagine Ebraiche dedica alla presenza svizzera all’Expo un
ampio servizio rendendo omaggio all’opera di Friedrich Traugott Wahlen,
l’eminente stratega e politico dell’agricoltura e dell’alimentazione
che riuscì, durante il Secondo conflitto mondiale, a garantire alla
Confederazione alpina, unica democrazia dell’Europa continentale, le
risorse alimentari necessarie per resistere all’assedio dei regimi
nazisti e fascisti e per trarre in salvo decine di migliaia di
perseguitati.
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expo 2015 - il ricordo di pagine ebraiche Quando Berna tagliò le violette Attraverso
i cristalli splendenti del solenne edificio, gli occhi sgranati dei
parlamentari che si erano concessi una pausa dai lavori di Commissione
si erano posati su una visione sconcertante. Mentre l’Europa ardeva
nelle fiamme, le impeccabili, eterne violette che da sempre in perfetto
ordine adornano le aiuole attorno al santuario della democrazia
svizzera erano state sradicate e travolte a colpi di zappa dalla
malagrazia di un gruppo di energumeni in canottiera. Di lì a poco quel
leggiadro, curatissimo fazzoletto di giardino sarebbe stato degradato a
un volgare campo di patate. Non furono pochi, superato lo
sbigottimento, i politici convinti che questa volta si fosse davvero
passato il segno. Il mandante di un tale scempio, lo sfrontato che
aveva messo in piedi una provocazione tanto inaudita, doveva essere
fermato al più presto. In definitiva, in quel giorno incredibile del
1940, in gioco c’era il decoro dell’ultimo Parlamento democratico sul
Vecchio continente. Parigi era ormai caduta, la Svizzera
irrimediabilmente stretta su ogni confine dalla morsa delle dittature.
L’Italia fascista, la Germania hitleriana, l’Austria umiliata
dall’Anschluss, la Francia invasa e in ginocchio.
Pagine Ebraiche maggio 2015
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qui firenze - ieri i funerali dell'ex rabbino capo
Rav Sciunnach, maestro di umiltà
Centinaia
di persone per l'ultimo saluto a rav Umberto Avraham Sciunnach, già
chazan, shochet e rabbino capo della Comunità di Firenze (quest'ultimo
incarico dal 1988 al 1994), scomparso nella giornata di domenica
all'età di 79 anni. Un abbraccio che ha attraversato l'Italia ebraica:
tanti fiorentini, raccolti in commozione nel ricordo del “Morè”,
arrivato ventenne in Comunità e subito adottato dalla stessa; ma anche
tanti romani, arrivati dalla città in cui era nato e in cui era stato
tra i protagonisti dell'istituzione della sinagoga Beth Shalom; una
significativa delegazione di rabbini guidata dal presidente dell'Ari
rav Giuseppe Momigliano.
Giovialità, modestia, empatia, capacità nel relazionarsi con il
prossimo: le tante qualità del rav Sciunnach sono state ricordate dai
Maestri intervenuti. Dall'attuale rabbino capo Joseph Levi, che ha
aperto la cerimonia al cimitero ebraico di Caciolle, al coordinatore
del Collegio Rabbinico Italiano rav Gianfranco Di Segni, per cui è
stato prima un prezioso referente e poi “uno di famiglia”; dal rav
Umberto Piperno, che ha ricordato il suo contributo nella crescita del
tempio Beth Shalom, al rav Cesare Moscati, che ha sottolineato come la
sua memoria continuerà a vivere negli scritti e nelle registrazioni che
ci ha lasciato. Una testimonianza anche dal rabbino di Siena rav
Crescenzo Piattelli.
“Era un rabbino vecchio stampo, di quelli che conoscono tutti. Si
interessava alla vita comunitaria, ai suoi problemi, alle persone”,
spiegava ieri la presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli.
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qui milano - Nissim racconta armin wegner
L'umanità, forza dei giusti
“Sono
sempre stati affascinato da persone che hanno fatto battaglie per la
libertà e la dignità umana poi rimaste sconosciute, e più che dai
grandi personaggi dalle storie più comuni”. Così Gabriele Nissim,
presidente di Gariwo – la foresta dei Giusti, nel motivare la ricerche
alla base del suo ultimo libro, ‘La lettera a Hitler. Storia di Armin
T. Wegner’ (Mondadori). Al centro della serata di presentazione del
volume, svoltasi al Teatro Franco Parenti di Milano, tra testimonianze,
letture, musica e confronto sul tema de ‘La fragilità del bene’, in
primo luogo la figura di Wegner, e del Giusto in generale, come un
individuo forte, ma nondimeno una persona comune, caratterizzata
essenzialmente da una forte umanità, che ne determina la spinta ad
agire per gli altri e allo stesso tempo la normalità.
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Con il permesso dei Maestri |
Con
il permesso dei Maestri. Così usa cominciare un discorso in pubblico
alla presenza di rabbini o saggi di Torah. Mi è sempre sembrata una
formula rituale, una professione di modestia ostentata. Proprio oggi ne
ho compreso l'importanza e la sincerità. Questa sera presento a Torino
il volume "Cultura ed etica ebraica. Scritti scelti di Dante Lattes"
(Bonanno editore, Collana "Ebraismo nella modernità" curata
dall'Associazione Hans Jonas) insieme ad Amos Luzzatto, Rav Alberto
Somekh e Dario Disegni, presidente della comunità. La serata è dedicata
a Rav Elio Toaff a un mese dalla sua scomparsa.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- L'ultimo degli ingiusti |
La
storia del rabbino Benjamin Murmelstein, l’ultimo capo del Consiglio
Ebraico del Lager di Terezin, è oggetto di un recente libro di Claude
Lanzmann, dal titolo “L’ultimo degli ingiusti” (casa editrice Skirà),
che dà conto del lungo colloquio tra i due realizzato nel 1975, dal
quale il regista francese ha tratto anche un documentario presentato al
Festival di Cannes nel 2013. Come ha scritto Emilio Jona sull’ultimo
numero di HaKeillah, Murmelstein per il suo ruolo nel Consiglio del
campo e per esservi tornato vivo, era considerato un personaggio
ambiguo, un traditore, un collaboratore di Eichmann. Tanto che lui
stesso, rovesciando il titolo del libro di Schwarz-Bart, si definiva
con amaro sarcasmo “l’ultimo degli ingiusti”.
Mario Avagliano
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Rav Umberto Sciunnach zt''l |
Oggi
mi devo scusare. Invio in ritardo il mio piccolo pensiero settimanale,
ma ieri è morto il morè Umberto Sciunnach. Rav Umberto Avraham
Sciunnach zt''l., zekher tzadik livrakha. Da qualche mese era malato,
ma noi non ce lo aspettavamo proprio, non ora, non così presto.
Sara Valentina Di Palma, ricercatrice
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