Il progetto Ue per la pace

federica_mogheriniRivendica ‎un ruolo centrale per l’Unione europea nei negoziati tra israeliani e palestinesi l’Alto rappresentante degli Affari esteri dell’Ue Federica Mogherini. ‎”L’Unione europea in quanto tale è pronta e disposta a giocare un ruolo importante nel rilancio del processo di pace sulla base della soluzione a due stati. Una cosa è chiara a tutti nella regione: lo status quo non è un’opzione”‎, ha dichiarato lunedì da Bruxelles la Mogherini, a quarantott’ore dal suo secondo viaggio in Israele nelle vesti di Lady Pesc. Mercoledì infatti il capo della diplomazia europea atterrerà all’aeroporto Ben Gurion e incontrerà i rappresentanti del neoeletto governo del premier Benjamin Netanyahu e, in seconda battuta, i vertici dell’Autorità nazionale palestinese. L’intento di Mogherini è quello di provare a riavviare i negoziati di pace tra le due parti, rilanciando il ruolo dell’Unione europea dopo il tentativo fallito dall’amministrazione del presidente Usa Barack Obama (e soprattutto dal suo segretario di Stato John Kerry) di portare a casa un risultato. La proposta americana è caduta nel vuoto e da allora i colloqui tra israeliani e palestinesi ‎si sono arenati. In quell’occasione, a guidare la delegazione del governo di Gerusalemme, c’era ‎l’ex mininistro della Giustiza Tzipi Livni, poi messa alla porta lo scorso dicembre dal premier Netanyahu (azione che, insieme alla cacciata del ministro delle Finanze Yair Lapid, ha portato allo scioglimento dell’esecutivo e alle elezioni vinte a marzo dal Likud di Netanyahu). Ora, a rappresentare la parte israeliana al tavolo dei negoziati con i palestinesi, ci sarà Silvan Shalom, uomo del Likud e neoministro degli Interni (nonché ministro dell’Energia dello scorso governo), nominato ieri da Netanyahu come capodelegazione. ‎Sarà con lui che Mogherini dovrà confrontarsi da qui in avanti per cercare di smuovere lo status quo, come da lei auspicato a Bruxelles. Un rapporto che si preannuncia delicato, sottolineano diversi quotidiani israeliani, alla luce dell’irritazione espressa da alcuni governi europei per le parole pronunciate in campagna elettorale da Netanyahu – poi stemperate – in cui affermava l’impossibilita’ di veder nascere sotto il suo governo uno Stato palestinese. Stato che diversi parlamenti europei (su tutti Francia, Gran Bretagna e Spagna) vorrebbero vedere riconosciuto, come dimostrano le mozioni approvate e presentate da questi ultimi ai propri governi. Iniziative malviste da Israele che ha più volte sottolineato come ogni azione unilaterale sia d’intralcio al negoziato e non lo favorisca. Commento che Gerusalemme ha fatto anche per la recente decisione del Vaticano di definire il leader dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas come “presidente dello Stato di Palestina”. Segnale, riportava la stampa israeliana, dei risultati che Ramallah sta riuscendo ad ottenere in quella che è stata definita da alcuni “l’intifada diplomatica” e che vorrebbe mettere alle corde Israele. Un clima difficile, in cui Mogherini vorrebbe inserire una nuova proposta di negoziati di pace tra le parti, al momento molto distanti.

d.r.

(19 maggio 2015)