
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Con
la tremenda eppur affettuosa immediatezza di un messaggio via social
network sono stato informato della scomparsa del professor Vincenzo
Gaudiello, un maestro per almeno cinque generazioni di studenti del
liceo classico Giambattista Vico di Napoli. Un professore di italiano e
latino, un uomo limpido ma non buono, trasparente, ma non permissivo.
Un uomo che sapeva indicare la strada, un uomo che sapeva trasmettere
l’emozione dello studio, la curiosità della scoperta, l’amore per un
sapere che non era nozione, bensì cultura, identità, essenza.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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La
riscrittura della storia in Medio Oriente segue strade complicate,
sulle quali vale la pena ragionare. Nessuno si può dire esente da
colpe, anche perché la storia stessa è un terreno scivoloso, che
prevede diverse possibilità interpretative e pochi punti fermi. Se poi
– come nel caso di quell’area geografica – la storia viene utilizzata
per giustificare e legittimare l’azione politica, è evidente che non si
può permettere che certe cose vengano dette o scritte senza rispondere
con adeguata documentazione e con una altrettanto adeguata capacità di
incidere sugli organi di divulgazione.
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Egitto nel caso,
turisti bloccati
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Trova
conferme la pista del terrorismo dietro lo schianto dell’aereo russo
nel Sinai (“Il sospetto è diventato convinzione”, scrive il Giornale).
Decine di migliaia intanto i turisti bloccati a Sharm el Sheikh dopo la
sospensione dei voli decretata dalle compagnie aeree inglesi come
misura cautelativa. Una strada seguita anche dalla Lufthansa. “Dai
dirottatori alle bombe, maledizione in volo”: sul Fatto Quotidiano
Leonardo Coen ricorda i casi più eclatanti di terrorismo ad alta quota.
La scelta di Oz. In
polemica aperta con Netanyahu, lo scrittore Amos Oz ha annunciato
l’intenzione di non accettare più inviti per eventi da parte delle
diverse ambasciate israeliane nel mondo. Come riporta Repubblica, Oz ha
motivato la sua decisione con “la radicalizzazione della politica
dell’attuale governo”.
Il veleno della propaganda.
“Goebbels? Un dilettante”. È quanto scrive Fiamma Nirenstein (Il
Giornale) a proposito dell’uscita del capo della delegazione
palestinese all’Onu Riyad Mansour, che ha scritto al presidente del
consiglio di sicurezza Matthew Rycroft per affermare che organi dei
terroristi uccisi in questo periodo “sono stati asportati dagli
israeliani”.
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iSRAELE - a vent'anni dall'assassinio
Yitzhak Rabin, la notte più lunga
Eytan
Haber, stretto collaboratore e portavoce del Primo ministro Yitzhak
Rabin, presente al suo fianco nel momento del tragico assassinio, sarà
a Roma per ricordare la figura dello statista israeliano caduto sotto i
colpi di un terrorista ebreo, nel
corso di una serata organizzata dall'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e dall'ambasciata d'Israele in Italia.
Haber parteciperà a un
colloquio insieme ai giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e
Anna Momigliano (Rivista Studio) che si svolgerà giovedì 12 novembre
alle 20.30 al Centro Ebraico Il Pitigliani (Via dell'Arco de' Tolomei,
1).
La figura di Haber emerge
in tutta la drammatica umanità di quei momenti anche nel memoriale
della giornalista Simonetta Della Seta, che pubblichiamo qui
integralmente.
Sono in piedi in mezzo a via Weizmann, di fronte a Ichilov, l’ospedale
di Tel Aviv. Le auto mi schivano ai due lati, ma non ho paura di essere
investita. Mi accorgo di indossare due orecchini scintillanti con un
pendaglio di vetro che brilla alla luce dei fari. Sono le dieci di
sera. Il mio vestito è sicuramente troppo scollato, e anche aderente,
per starmene così al centro di una strada cittadina, nella notte. Ma
nulla importa. Perché sto lavorando come un automa da quasi un’ora e
perché, tanto, tutti intorno a me, stanotte, sono sotto shock. Continuo
a parlare alla telecamera, come se guardassi il conduttore della
trasmissione seduto a Roma, o come se vedessi i milioni di spettatori
italiani che mi stanno ascoltando, chissà seduti dove. “Il primo
ministro è proprio dentro questo ospedale. Lo hanno portato in pochi
minuti, ma la prognosi è riservata, stanno cercando di salvarlo”.
Mentre spiego, però, compare dietro di me il portavoce del governo
israeliano, Eytan Haber (nella foto). Anche la mia telecamera si gira
verso di lui. “Il primo ministro Yitzhak Rabin è deceduto poco fa dopo
essere stato colpito a morte poche ore prima da due colpi di pistola
sparati da un terrorista…ebreo”.
Simonetta Della Seta Leggi
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ISRAELE
Il portavoce di Bibi è già un caso Offese a Obama, Kerry, Rivlin
Obama
è un “moderno antisemita” mentre Kerry è “un comico da cabaret” con
un'intelligenza inferiore a un bambino di dodici anni. A postare questi
commenti su Facebook qualche mese fa è stato Ran Baratz, fresco di
nomina a portavoce del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Una scelta che, alla luce di questi attacchi, ha ricevuto dure critiche
in Israele e una presa di posizione ufficiale della Casa Bianca: “Ci
aspettiamo da ogni Paese, e specialmente dai nostri alleati più stretti
- ha affermato John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato Usa - di
parlare con rispetto e onestà dei rappresentanti degli Stati Uniti”. Il
caso è di fatto esploso nelle mani di Netanyahu - che ha preso le
distanze dal suo nuovo portavoce, confermandone però la nomina - nel
momento peggiore possibile: lunedì prossimo, infatti, è previsto il suo
incontro a Washington con il presidente Usa Barack Obama.
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QUI ROMA - PRESENTATO L'ULTIMO NUMERO DI LIMES
Israele e il libro, nuove pagine per sfogliare la complessità
Numerosi
i collaboratori dei nostri notiziari quotidiani e del giornale
dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche che hanno contribuito alla
realizzazione dell'ultimo numero di Limes, prestigiosa rivista
geopolitica diretta da Lucio Caracciolo, dedicato a "Israele e il
Libro".
Davide Assael, il suo curatore. E ancora Sergio Della Pergola, rav Pierpaolo Pinhas Punturello e Daniela Fubini.
La pubblicazione è stata presentata questa mattina a Roma, nella sede
della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale. “Una guida
preziosa, realizzata con rigore e serietà” ha affermato l’ambasciatore
israeliano Naor Gilon.
Il titolo, spiega Caracciolo, è volutamente polisemico. “Israele e il
libro” ha infatti un duplice significato: vuol richiamare
l’indissolubile legame nella tradizione tra il moderno Stato di Israele
e la Torah, il libro per antonomasia; ma anche riferirsi alla
prolificità letteraria che segna da millenni i destini del popolo
ebraico, oltre alle nuove generazioni di intellettuali israeliani.
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Proprietà privata
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Chi
ha almeno un po’ di dimestichezza con l’halakhah non si sorprende più
di tanto scoprendo che i danni causati da un animale che mangia un cibo
inconsueto o la raccolta delle olive cadute in terra possono essere
utilizzati per stabilire le regole relative ai diritti d’autore. Ma è
comunque sempre affascinante il modo in cui l’ebraismo riesce ad
affrontare temi assai complessi e di strettissima attualità basandosi
sulle fonti tradizionali: un metodo che ci costringe a inquadrare i
problemi con chiarezza e mettere a fuoco gli elementi essenziali delle
questioni discusse e i valori in gioco (il divieto di rubare, il dovere
di retribuire adeguatamente chi ha svolto un lavoro, ecc.). Il tema dei
diritti d’autore secondo l’halakhah è stato trattato da rav Ariel Di
Porto nell’ambito dello Shabbat Project torinese e l’ho trovato
particolarmente affascinante per le innumerevoli sfaccettature e
possibili applicazioni nell’ambito della vita quotidiana, dai software
ai libri che riproducono parti di altri libri senza il consenso
dell’autore.
Anna Segre, insegnante
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Yitzhak Rabin
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A
vent’anni dalla morte di Yitzhak Rabin, viene spontaneo domandarsi non
tanto quale sia lo stato di salute della democrazia in Israele, ma in
generale, quale invece sia lo stesso nel resto d’Europa. Di fronte a
governi e partiti fin troppo equilibrati e poco rappresentativi che si
collocano in un’area politica moderata e “liberale”, sembra
contrapporsi ovunque un’alternativa populista e conservatrice dominata
dall’uomo di stato forte ed autorevole che non cede a nessun
compromesso e disposto ad avanzare ostinatamente contro il resto del
mondo e delle genti.
Francesco Moises Bassano, studente
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