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20 gennaio 2016 - 10 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“E le mani di Moshè erano pesanti; Aròn e Chùr presero una pietra, gliela misero sotto e lui vi si sedette sopra. Aròn e Chùr sostennero le sue mani, uno da un lato e uno dall’altro…” (Shemòt 17, 12). Il Grande Admòr Rabbì Israel Alter di Gur, conosciuto come Bet Israel spiega perché Moshè si mise a sedere. La Ghemarà nel trattato di Shabbàt (92a) ci dice che l’altezza di Moshè era di 10 ammòt – 10 cubiti.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Fra le tante notizie di questi giorni, c'è l'eliminazione di una serie di sanzioni che attanagliavano l'economia iraniana. Un passo in più nel percorso di riabilitazione di Teheran voluto dall'amministrazione Obama. Quale sia l'obiettivo di questo percorso non è ancora molto chiaro. O meglio, si capisce benissimo l'intenzione obamiana di dare una scossa a un Medio Oriente impantanato in uno status quo da cui non si vede via di uscita.
 
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Onu: “In Iraq è genocidio”
““In ventidue mesi quasi 19mila le vittime di “esecuzioni raccapriccianti e decapitazioni” compiute come “spettacoli pubblici”. È quanto afferma l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sull’Iraq e sulle stragi perpetrate nel Paese dall’Isis. Violenze che, secondo l’Onu, “possono essere considerati crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio”. Il rapporto parla anche di almeno 3.500 bambini e donne ridotti in schiavitù dai jihadisti. (Avvenire e La Stampa). E intanto il movimento del terrore del sedicente califfo chiede ad Al Qaeda di unirsi a lui in Nord Africa: “È un dovere attaccare i cristiani e gli ebrei nel Maghreb islamico”, lo slogan di morte dell’Isis, lanciato dopo l’attacco rivendicato da Al Qaeda in Burkina Faso (La Stampa).

Israele e l’arresto dell’assassino di Dafne Meir. Sarebbe un ragazzo di sedici anni palestinese il responsabile dell’omicidio di Dafne Meir, l’infermiera israeliana accoltellata a morte nella sua casa a Otniel, in Cisgiordania, mentre cercava di difendere i suoi figli. Il colpevole è stato individuato grazie alle telecamere dell’insediamento e arrestato dall’esercito israeliano (Avvenire). Sul fronte economico intanto, continua a preoccupare in Israele la decisione dell’Unione Europea di etichettare i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Un provvedimento che costituisce un vero e proprio boicottaggio, scrive il Foglio. E contro ai movimenti che promuovono proprio il boicottaggio di Israele si è espresso il Premier francese Manuel Valls, denunciando l’antisionismo come nuova forma di antisemitismo (Il Foglio).

Per il 27 gennaio. Mentre a Bologna prende forma il Memoriale della Shoah che sarà inaugurato il prossimo 27 gennaio (Repubblica Bologna), tanti gli appuntamenti in tutta Italia organizzati in vista del Giorno della Memoria. A Roma, ad esempio, oggi al liceo Giulio Cesare, viene piantumato un ulivo, donato dal Keren Kayemeth LeIsrael Onlus, in memoria delle vittime delle persecuzioni razziali. Molte le iniziative realizzate in Puglia per aprire spazi di riflessione sulla Shoah, sul pregiudizio e sull’attualità. A darne un quadro, il Corriere del Mezzogiorno. A Firenze, invece, sarà ricordato con un convegno Sergio Levi (Repubblica), pediatra a cui le leggi razziste impedirono di lavorare e a cui i colleghi voltarono le spalle. La sua storia è raccontata dal figlio nel libro 1938-1945. Una vita sospesa (Castelvecchi editore).
 
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  davar
gattegna, boldrini e giannini in polonia 
Al lavoro per la Memoria viva 
L’atmosfera è solenne, l’emozione corre sui volti dei ragazzi.
Auschwitz, spiazzo delle esecuzioni: ultima tappa del Viaggio della Memoria organizzato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con il supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La deposizione di una corona in ricordo delle vittime dell’abominio nazifascista conclude una intensa due giorni di appuntamenti e di confronto con i Testimoni della Shoah.
Accanto al presidente dell’Unione, Renzo Gattegna, marciano il ministro Stefania Giannini e la presidente della Camera Laura Boldrini, che insieme evocano le diverse tappe dell’abisso concentrazionario ma anche lo straordinario esempio di coraggio e umanità offerto dai sopravvissuti.
“L’obiettivo che ci siamo posti è quello di rafforzare una generazione di studenti consapevoli di ciò che accadde non molto tempo fa in Europa. Una sfida che richiede pazienza, ma che ha una solida base nella collaborazione instaurata in questi anni col ministero. Questa – sottolinea il presidente Gattegna – è una prova tangibile del lavoro che è stato svolto”.
Parole che arrivano a suggello del nuovo protocollo siglato il primo giorno nella sinagoga Tempel di Cracovia attraverso cui UCEI e ministero confermano l’impegno di formazione del recente passato lo arricchiscono con nuove iniziative, nuovi stimoli, nuovi obiettivi.
Le commoventi testimonianze di Sami Modiano e delle sorelle Tatiana e Andra Bucci accompagnano oltre un centinaio di studenti da tutto il paese in questo viaggio. Con loro anche l’assessore UCEI Victor Magiar; gli ambasciatori Sandro De Bernardin e Alessandro De Pedys; lo storico Alberto Melloni; Anna Nardini, coordinatrice per le attività sulla Memoria di Palazzo Chigi; Marika Venezia, per una vita compagna dell’ex sonderkommando Shlomo.
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il sondaggio di paris match 
I francesi difendono la kippah
Ha aperto subito un grande dibattito sui valori della libertà religiosa e della lotta all'antisemitismo l'appello del rappresentante del Consistoire di Marsiglia Zvi Ammar a non indossare più la kippah
"fino a giorni migliori", dopo l'attentato terroristico perpetrato contro un insegnante ebreo diretto in sinagoga. Immediata è stata la risposta contraria del gran rabbino di Francia Haim Korsia – che ha affermato la necessità di "non cedere a nulla" – e del presidente del Conseil Représentatif des Institutions juives de France Roger Cukierman. A essere d'accordo con loro, ha rivelato in questi giorni un sondaggio del settimanale Paris Match, è il 70 per cento dei cittadini d'Oltralpe, che si è dichiarato convinto che gli ebrei non debbano rinunciare a portare la kippah.

(Nell'immagine, il disegno di Michel Kichka parte di una serie di tre vignette pubblicate sul numero di Pagine Ebraiche in distribuzione)
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Qui Torino – segnalibro
Il Salone riparte dalle identità
È stato innanzitutto il numero di partecipanti – così alto da costringere gli organizzatori a cambiare sede all’ultimo momento – a caratterizzare la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2016 del Salone Internazionale del Libro di Torino, e se le premesse saranno rispettate allora questa ventinovesima edizione, che si terrà al Lingotto dal 12 al 16 maggio prossimi e il cui tema è “Visioni” non potrà non essere un successo.
Pagine Ebraiche, il cui numero zero è stato distribuito in decine di migliaia di copie proprio al Salone del Libro, a maggio 2009, sta già lavorando con l’organizzazione per ripetere i risultati degli scorsi anni e, nello spirito che la redazione applica a ogni suo progetto, crescere un poco. Incontri nel programma ufficiale e nell’ambito del SaloneOff, presentazioni e la distribuzione del giornale che ogni anno grazie alla disponibilità e all’ospitalità del Salone raggiunge migliaia di nuovi lettori.
Nonostante le complesse vicende che hanno turbato i mesi scorsi e reso un po’ burrascoso il lavoro della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, la prima edizione guidata dalla nuova presidente, Giovanna Milella, si annuncia in crescita, e nel nome del rinnovamento. Saranno innovativi – ha spiegato Milella – sia l’assetto editoriale che i contenuti, anche grazie al rinnovato appoggio della Regione e delle Città e ad alcuni nuovi ingressi nella compagine del Salone. Insieme a lei il presidente della Regione Sergio Chiamparino, il sindaco, Piero Fassino ed Ernesto Ferrero, il direttore editoriale del Salone che ha confermato il focus sulla cultura araba come occasione di scambi internazionali.
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qui roma - collegio rabbinico
Insieme per studiare Torah
Domenica scorsa, mentre fervevano i preparativi per la visita del papa nella Sinagoga, due importanti eventi di studio di Torah hanno avuto luogo a Roma, uno dall’altra parte del Tevere, al Collegio rabbinico italiano, e l’altro al Kollel, di fronte al Tempio Maggiore. Nell’Aula magna del Collegio rabbinico, stracolma di gente, rav Riccardo Di Segni ha svolto il siyùm (conclusione) dello studio di un trattato del Talmud, Sotah, iniziato circa tre anni fa e portato avanti regolarmente, domenica dopo domenica, pagina dopo pagina, in un corso che vede una frequentazione sempre più numerosa, fino a raggiungere circa 40  presenze a lezione. Un corso di Talmud che è destinato a tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, che sappiano l’ebraico o che non lo sappiano.

Gianfranco Di Segni, rabbino
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ucei - il Bando di k.it 
Nascono nuove professionalità
per il marchio casher italiano  

Prende quota il progetto K.it, il marchio per la certificazione Casher Made in Italy sviluppato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e approvato dall’Assemblea dei rabbini italiani.
Lanciato nel 2010 e avviato tre anni dopo con l’obiettivo di promuovere la conoscenza, la diffusione e lo sviluppo – in Italia e all’estero – di prodotti alimentari conformi alle regole ebraiche; K.it lancia ora un bando per la ricerca di una nuova figura professionale.
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qui milano  
Cdec, l'era del dopo-Sarfatti
e la ricerca del nuovo direttore

Si chiude per così dire un'epoca per la Fondazione del Centro di Documentazione Ebraica di Milano. In carica dal 2002, il direttore del Cdec Michele Sarfatti, storico autorevole e tra più apprezzati esperti delle vicende degli ebrei nell'Italia fascista, ha infatti deciso di lasciare l'incarico il prossimo agosto. Per sostituirlo, l'ente ha pubblicato nelle scorse ore un bando per raccogliere tutte le eventuali candidature. Il concorso è rivolto sia all'Italia sia all'estero e il candidato, si legge nel bando, deve possedere "la capacità di ispirare e condurre il CDEC a raggiungere i suoi obiettivi accademici, di cura del patrimonio documentario, educativi e di ricerca".
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qui torino
Massimo Ottolenghi (1915-2016)
Un'irrinunciabile fiducia nella vita, difesa a denti stretti tra le Valli di Lanzo mentre i nazifascisti facevano a pezzi la sua patria. La scelta di combattere nonostante le persecuzioni, anzi proprio per non darla vinta ai persecutori, a chi aveva trasformato la sua Italia in una dittatura liberticida e antisemita. E l'amarezza per un presente in cui non ritrovava i valori per cui lui, il partigiano “Bubi”, e i suoi compagni della Resistenza avevano lottato. L'avvocato Massimo Ottolenghi ci lascia dopo un secolo di vita e con lui perdiamo un altro pezzo di Italia - o di patria, parafrasando il suo libro Per un pezzo di patria (Blue edizioni) -, quell'Italia che ha combattuto per ridarci la libertà, la giustizia, la democrazia.
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la cittadinanza onoraria alle testimoni
Andra e Tati, il tributo di Firenze
 
Gli studenti fiorentini le conoscono ormai da molti anni. Conoscono le loro sofferenze, i loro tormentati ricordi, ma anche la straordinaria vitalità e gioia di vivere che hanno conservato. Nonostante tutto, nonostante Auschwitz.
Da mercoledì prossimo, Giorno della Memoria, le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci avranno qualcosa in più in comune con le molte migliaia di giovani che hanno incontrato in questi anni di testimonianza a Firenze: la cittadinanza del capoluogo toscano, che sarà loro conferita in occasione di una solenne cerimonia in programma Palazzo Vecchio, nella cornice del Salone dei Cinquecento.
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qui roma - spotlight
La lezione di Simon Wiesenthal
"Quella di Simon Wiesenthal è la figura di un umanista, e grazie a lui non solo si può andare a fondo di quella che è stata la tragedia della Shoah ma si possono anche trarre delle vere e proprie lezioni di umanità”. Questo il motivo per cui la regista austriaca Inna Rogatchi, che con suo marito Michael è stata personalmente amica di Wiesenthal, ha deciso di dedicargli un documentario, una conversazione intima e profonda sulla sua deportazione nel lager di Mauthausen e sulla sua attività di “cacciatore di nazisti” intitolata The Lessons of Survival, proiettato a Roma nella sede Rai di via Mazzini. A presentarlo insieme alla regista e autrice, il presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello e il presidente dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas Tobia Zevi, ai quali si deve l’iniziativa, con i giornalisti Pierluigi Battista e Roberto Olla, moderati dal collega Luigi Coldagelli. A chiudere l’evento, la toccante testimonianza del sopravvissuto alla Shoah Alberto Mieli, definito nel suo saluto dalla presidente Rai Monica Maggioni come la “personificazione del fatto che la vita va avanti”.
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QUI ROMa - IL PROTOCOLLO D'INTESA CON AMA
Comunità ebraica in prima linea
per difendere la città dal degrado

Una sfida contro il degrado, per la difesa dell’ambiente e la tutela della città. La Comunità ebraica di Roma ha firmato stamane un protocollo d’intesa con Ama, l’azienda municipale ambientale che si occupa dello smaltimento di rifiuti della Capitale, che guarda al futuro e vedrà gli abitanti della zona dell’antico ghetto in prima linea per valorizzare il quartiere.
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qui firenze
Nissim, al servizio del bene
Grande protagonista di un’epoca segnata da scelte difficili, uomo coraggioso e disinteressato, Giorgio Nissim è tra quanti contribuirono nel modo più determinante alla salvezza di molte centinaia di ebrei perseguitati dal nazifascismo. Ebreo lui stesso, nei mesi più bui tenne da solo le redini dell’organizzazione di assistenza clandestina Delasem in Toscana e si prodigò personalmente, esponendosi a rischi enormi, alla messa in sicurezza di molti individui e di molte famiglie braccate. A ricordarne i meriti è un’opera breve pubblicata da Giuntina, Giorgio Nissim. Una vita al servizio del bene, che la casa editrice ebraica manda in distribuzione per questo Giorno della Memoria avvalendosi del supporto del quotidiano fiorentino La Nazione (domani alle 10.30, nell’auditorium del quotidiano, la presentazione) Autore è Alfredo De Girolamo, manager pubblico, scrittore e pubblicista, che consegna al lettore un libro attraversato da molte emozioni e da molti simbolici snodi.
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qui venezia - memoria
La Laguna inciampa nel ricordo
Quindici pietre d'inciampo per non dimenticare odio e intolleranza. Sono le Stolpersteine, piccole targhe d'ottone della dimensione di un sampietrino realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig a ricordo dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Anche quest'anno la Città di Venezia in collaborazione con la Comunità ebraica, Iveser e il Centro tedesco di Studi veneziani con il Patrocinio del Consiglio d'Europa ha voluto dedicare quindici “Pietre d’inciampo” in memoria delle cittadine e dei cittadini veneziani deportati nei campi di sterminio nazisti.
Presenti alla cerimonia oltre all'artista, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, l'assessore alla Toponomastica, Paola Mar, il Rabbino Capo di Venezia, i consiglieri della Comunità Ebraica di Venezia, Sandra Levis e Paolo Navarro Dina, Rav Scialom Bahbout e i rappresentanti di Iveser, del Centro Tedesco di Studi Veneziani e delle associazioni che partecipano al coordinamento per il Giorno della Memoria.

Michael Calimani
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qui Firenze
Per Evelina, il limmud dell'Adei
“Il mare nella Torà, nel Midrash e nella tradizione ebraica”. Questo il tema del limmud che l’Adei Wizo di Firenze ha scelto di offrire alla Comunità a un anno dalla scomparsa della sua presidente Evelina Grun Gabbai.
La serata si è aperta con l’Arvit al Tempio Maggiore, seguito dalla lezione tenuta dal rabbino capo Joseph Levi nella sala Adei, la stessa che qualche anno fa Evelina ha contribuito a restaurare e a riportare a nuova vita con tutto il suo gusto raffinato e la sua dedizione all’associazione, di cui da anni era presidente.
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spotlight
Ettore Scola (1931-2016)
Nell’inverno del 2000 ricoprivo l’incarico di assessore alla Cultura della Comunità di Roma.
Fui invitato da Ettore Scola agli studi di Cinecittà insieme a Massimo Caviglia, allora direttore di Shalom, che era stato in passato suo alunno alla scuola cinematografica. Aveva chiesto a Caviglia di visionare per una consulenza i copioni del film Concorrenza sleale che stava girando in quelle settimane, e aveva piacere che noi assistessimo alle riprese. L’opera rappresentava sullo schermo le tragiche conseguenze delle leggi razziali su una famiglia ebraica di commercianti. Per me, cinefilo sin da piccolo, che avevo conosciuto il Maestro Scola nel 1974 con la visione insieme a mio padre al cinema Savoia di C’eravamo tanto amati, quell’invito era un meraviglioso regalo inaspettato, da sempre sperato. Stavo realizzando il sogno di seguire da vicino un set cinematografico, assistendo e cogliendo i segreti del dietro le quinte e gli artifici scenografici.

Jonatan Della Rocca 
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pilpul

Ticketless - Riso umanitario
Buoni studi documentano l’estensione della filantropia ebraica nel tardo Ottocento italiano. Scuole per l’infanzia abbandonata (Mariuccine a Milano), biblioteche circolanti, lotta all’analfabetismo, scuole nell’agro pontino o nella valle del Tevere (Franchetti). Un po’ dovunque in Italia portano ancora oggi nomi ebraici scuole per l’avviamento al lavoro, orfanotrofi, case per anziani; lapidi o vie sono dedicate a medici che vagavano per le campagne senza farsi pagare oppure fondavano in città luoghi  dove raccogliere risorse per una seria campagna contro l’alcolismo (David Levi Morenos). Positivismo e socialismo turatiano raccoglievano i frutti migliori della assimilazione ebraica (il cui lato positivo tendiamo quasi sempre a dimenticare).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Vivian Maier
Lo straordinario successo postumo della fotografa Vivian Maier (1926-2009) – fatta oggetto in tutto il mondo di mostre (tra cui, la grande esposizione in corso a Milano), cataloghi, pubblicazioni, filmati, saggi critici, tutti all’insegna della più profonda ammirazione – solleva diverse considerazioni.
Certamente, alla base di questo diffuso interesse c’è l’enigmatica personalità dell’artista, a proposito della quale, nonostante il suo eccezionale talento, c’è da chiedersi innanzitutto se si sia mai considerata tale, dal momento che, in tutta la vita, trascorsa in solitudine e nel più totale anonimato lavorando come babysitter, non si è mai premurata, a quanto pare, di esibire neanche una sola delle sue immagini. Può un artista lavorare soltanto per se stesso, senza curarsi minimamente di mostrare a nessuno i propri lavori?


Francesco Lucrezi, storico
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