Qui Venezia – La Laguna inciampa nel ricordo

pietreinciampo2016Quindici pietre d’inciampo per non dimenticare odio e intolleranza. Sono le Stolpersteine, piccole targhe d’ottone della dimensione di un sampietrino realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig a ricordo dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Anche quest’anno la Città di Venezia in collaborazione con la Comunità ebraica, Iveser e il Centro tedesco di Studi veneziani con il Patrocinio del Consiglio d’Europa ha voluto dedicare quindici “Pietre d’inciampo” in memoria delle cittadine e dei cittadini veneziani deportati nei campi di sterminio nazisti.
Presenti alla cerimonia oltre all’artista, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, l’assessore alla Toponomastica, Paola Mar, il Rabbino Capo di Venezia, i consiglieri della Comunità Ebraica di Venezia, Sandra Levis e Paolo Navarro Dina, Rav Scialom Bahbout e i rappresentanti di Iveser, del Centro Tedesco di Studi Veneziani e delle associazioni che partecipano al coordinamento per il Giorno della Memoria.

Il percorso per il 2016 è iniziato in campo della Guerra, San Marco 515, con la posa delle pietre in memoria di Lea Rita Calimani, Wally Nacamulli, Girolamo Segrè e Nedda Segrè per proseguire poi alla seconda tappa in calle scalera con la posa delle pietre dedicate a Costante, Alba, Anna e Ida Vivante.

“E’ importante essere qui oggi – ha affermato l’assessore Mar – la partecipazione di numerose persone a questa iniziativa deve rappresentare veicolo e seme per non dimenticare”.

Alla terza tappa, per la posa delle pietre in ricordo di Elsa e Raffaella Romanelli, il rabbino capo di Venezia, Rav Scialom Bahbout ha voluto sottolineare l’importanza di queste pietre d’inciampo, impedimento fisico, ma anche simbolico: “Quanti più inciampi verranno messi – ha detto – tante più persone resteranno attente rispetto a quello che avviene attorno a noi”.

Al seguito di parenti, rappresentanti delle associazioni e semplici cittadini si è poi aggiunto anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che ha rimarcato come la città voglia e debba ricordare attraverso questi luoghi le innumerevoli storie di semplici individui: “Luoghi di memoria, che, nella tragedia collettiva, restituiscono frammenti di vite spezzate. La memoria è dunque la parola chiave. Io credo – ha proseguito il primo cittadino – che possiamo salvaguardare il tenore della nostra vita democratica oggi solo ricordando quello che è stato ieri. Solo se affrontiamo i problemi che affliggono la società di oggi possiamo fare in modo che quanto è accaduto non abbia occasione di ripetersi”.

La posa è proseguita in campo della Maddalena con le pietre in ricordo di Francesco Isacco Mariani, Enrico Mariani e Ada Mariani per poi proseguire con le ultime due pietre a Cannaregio 2006 dedicata a Giorgio Ottolenghi e a Cannaregio 1223, nel cuore del Ghetto Vecchio, in ricordo di Salomone Aboaf.

Michael Camilani

(20 gennaio 2016)