Elia Richetti,
rabbino
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Nella
Parashà ci viene raccomandato “We-anshe qòdesh tihyùn li” “Siate per Me
gente di santità”. Il Rebbe di Kotzk spiegava quest’espressione
sottolineando la parola “anshè” (gente): Ha-Qadòsh Barùkh Hu desidera
che noi si realizzi la qedushà al livello possibile per esseri umani,
senza pensare sempre e soltanto a fare di più e ancora di più, perché è
di persone sante che c’è carenza, mentre di angeli ce n’è in
abbondanza...
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Un
gruppo di circa 170 ricercatori universitari italiani ha firmato un
documento a favore del boicottaggio del Technion di Haifa e contro la
collaborazione con i ricercatori israeliani. Le proposte di
boicottaggio accademico nei confronti di Israele si stano moltiplicando
in Italia e, a costo di ripeterci, dobbiamo ribadire che la vittima di
queste iniziative non è tanto Israele, paese teoricamente boicottato,
quanto il paese che boicotta. Per tre motivi.
Il primo è la rinuncia all'apporto scientifico dei ricercatori
israeliani che – per lo meno secondo l'indicazione del numero di borse
assegnate dall'Unione Europea ai ricercatori al di sotto dei 40 anni in
rapporto alla popolazione del paese – si classificano al primo posto in
Europa. Dunque chi boicotta lo fa nei confronti di un paese
maggiormente avanzato rispetto al proprio, e il danno della mancata
collaborazione scientifica va soprattutto a suo carico.
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Israele, ancora terrorismo
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Aveva
19 anni Hadar Cohen, l'agente di polizia uccisa ieri da tre terroristi
palestinesi nei pressi della Porta di Damasco a Gerusalemme. Gli
attentatori, poi uccisi, hanno aperto il fuoco contro di lei e contro
una sua collega di vent'anni. I tre erano armati di pistole, coltelli e
armi da fuoco. L’ipotesi delle autorità, riporta La Stampa è che i
palestinesi volessero compiere “un attentato su larga scala”. Ad
evitare una possibile strage, proprio l'intervento della giovane Cohen
e dei suoi colleghi, come scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale
riportando le parole del Presidente d'Israele Reuven Rivlin che “ha
ringraziato le forze di sicurezza e le ha chiamate 'un muro di difesa'
dei cittadini d'Israele”.
Tel Aviv, chi è Mehereta Baruch-Ron. Dall'arrivo a nove anni in Israele
grazie all'operazione Mosè a vicesindaco di Tel Aviv, Mehereta
Baruch-Ron, in visita in questi giorni a Milano, racconta il suo
passato in un'intervista al Corriere della Sera. “Ci chiamano falasha,
il nome etiope per chi è forestiero - racconta Mehereta -; non è un bel
termine, ma l’idea di essere fuori posto e che ci fosse una terra
promessa, la mia vera patria, ad attendermi, mi ha accompagnata fin da
bambina”.
Siria, Assad e i jet russi assediano i ribelli. “Con un'offensiva aerea
e terrestre senza precedenti l'esercito di Bashar al-Assad e le forze
d'élite degli Hezbollah libanesi, appoggiati da decine di
cacciabombardieri russi, hanno chiuso una tenaglia attorno ad Aleppo,
la più popolosa città della Siria, da 4 anni contesa fra le forze
ribelli e quelle del regime”. Lo racconta Alberto Stabile su La Stampa,
sottolineando che questo attacco ha fatto saltare il banco a Ginevra,
dove si stanno svolgendo i colloqui di pace per la Siria.
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OLTRECONFINE - QUI NIZZA
Angelo Donati, eroe d'Europa
Un eroe di Nizza. Un eroe dell’Europa libera e democratica.
L’amministrazione cittadina rende i più alti onori alla memoria di
Angelo Donati (1885-1960), diplomatico modenese e della Repubblica di
San Marino cui si deve la messa in sicurezza di molte migliaia di ebrei
nella parte di Francia sotto occupazione italiana.
Donati, ebreo egli stesso, visse a Nizza dal 1940 al 1943. Come ricorda
la targa apposta questa mattina nella mitica Promenade des anglais, al
civico 43, sul palazzo dove trascorse i suoi anni in riviera. Un
periodo di impegno e di scelte coraggiose, intraprese insieme al
console generale italiano Alberto Calisse, con la collaborazione dei
vertici militari, di Padre Marie-Benoit – membro della Delasem – e alla
fondamentale attività del Comitato Dubouchage. All’interno di questa
rete Donati riuscì infatti ad assicurare protezione a moltissime
famiglie fornendo aiuti economici e documenti falsi.
A ricostruire la complessità di questa vicenda è una due giorni di
iniziative organizzate in città da Viviane Viterbo Harrosh, grazie a
cui è stato possibile organizzare non soltanto l’installazione della
targa ma anche un momento di preghiera e raccoglimento in sinagoga e un
prestigioso convegno al Centre Universitaire Méditerranéen.
Tra i protagonisti della due giorni il celebre cacciatore di nazisti
Serge Klarsfeld e le più alte autorità cittadine insieme al Consigliere
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente della
Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec)
Giorgio Sacerdoti e al Consigliere UCEI Giorgio Mortara.
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(Nell’immagine
in alto i figli adottivi di Donati, Marianne e Rolf Spie, assieme ai
Consiglieri UCEI Giorgio Sacerdoti e Giorgio Mortara davanti alla targa
svelata oggi sulla Promenade des anglais; in basso un momento della
cerimonia svoltasi ieri in sinagoga)
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israele - dopo l'attentato a gerusalemme Terrorismo, la nuova escalation
Un
attacco “insolito per la realtà araba di Ramla. La nostra è una città
multiculturale, in cui le persone convivono e hanno buone relazioni di
vicinato, ebrei a fianco degli arabi”. Le parole del sindaco di Ramla
Yoel lavi, città a sud di Tel Aviv, dove nelle scorse ore due
tredicenni arabo-israeliane hanno aggredito e ferito con un coltello
una guardia di sicurezza. L'attacco ha avuto luogo presso la stazione
centrale della città e le due minorenni sono state arrestate e sono ora
sotto custodia della polizia israeliana.
L'attacco di Ramla arriva a distanza di ventiquattro ore dall'attentato
alla Porta di Damasco a Gerusalemme (nell'immagine), in cui è stata
uccisa la diciannovenne agente di polizia Hadar Cohen. Il suo eroismo è
stato ricordato dal Presidente d'Israele Reuven Rivlin: Cohen, assieme
a una collega anche lei ferita, ha fermato tre terroristi palestinesi
armati di coltelli, fucili ed esplosivo. I tre sono stati uccisi dalle
forze di sicurezza israeliane ma sono riusciti a colpire le due agenti.
A nulla sono valse le cure dei medici e il nome di Cohen si è aggiunto
al bilancio delle violenze palestinesi iniziate l'ottobre scorso e
definite dai media come “l'intifada dei coltelli”. Secondo le autorità,
l'attentato dei tre terroristi a Gerusalemme costituisce una nuova e
preoccupante modalità di attacco.
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LA NUOVA OPERA DI BERNARD-HENRY LEVY
"Avere fiducia nell'intelligenza,
questo lo spirito dell'ebraismo"
“La
fiducia nell’intelligenza. L’idea che una parola non valga, e non sia
eventualmente santa, se non quando è commentata, discussa, ripresa
all’infinito, studiata. Il contrario, in altre parole, del dogmatismo.
L’inverso del pensiero immobile che ripete stupidamente idee
preconfezionate, le rimaneggia senza davvero capire e le riveste, dice
il Talmud, ‘degli abiti già indossati da altri'”. Questo è lo spirito
dell’ebraismo per Bernard-Henry Lévy, come lo sintetizza in
un’intervista per il quotidiano francese Le Figaro. E di tale spirito
il filosofo ha deciso di fare l’oggetto del suo nuovo libro, intitolato
appunto L’esprit du judaïsme,
in uscita oggi per Grasset. Si tratta del trentesimo lavoro di BHL,
l’acronimo con cui è soprannominato Oltralpe. 438 pagine che raccontano
il legame del filosofo con l’ebraismo, un legame che non consiste in
una fede ma piuttosto nella consapevolezza di alcuni valori, e di come
tali valori si intreccino con le battaglie politiche e la difesa dei
diritti umani. Leggi
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qui roma - la vicenda dell'ospedale L'Israelitico, dalla chiusura
al recupero dell’operatività
Più
volte in questi ultimi mesi al centro delle cronache, l’Ospedale
Israelitico di Roma attraversa una fase delicatissima di mutazione. La
redazione ha invitato il giornalista Fabio Perugia, nominato dalla
Comunità ebraica di Roma portavoce della struttura sanitaria, a
ricostruire un quadro della situazione.
Ecco qui di seguito il suo resoconto.
L’Ospedale Israelitico è l’unica struttura sanitaria ente di culto
ebraico di tutta Europa. È un patrimonio della collettività ebraica e
un esempio fondamentale del diritto costituzionale a esprimere la
propria libertà religiosa. Non è un caso se l’Israelitico è
espressamente citato nell’Intesa tra la Repubblica italiana e l’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. Ma l’Ospedale è anche un punto di
riferimento della Sanità del Lazio. Da anni, oltre a offrire servizi in
regime privatistico, lavora in sostituzione della sanità pubblica. Il
suo successo è dettato dall’alta qualità dei servizi. Il nosocomio gode
dell’apprezzamento dei pazienti e ciò si deve in particolare al
personale medico e sanitario che da sempre cura con attenzione e
cortesia chiunque si rechi in una delle quattro sedi romane (Isola
Tiberina, Via Fulda, Via Veronese 53 e via Veronese 59).
L’Ospedale Israelitico, tre mesi fa, è colpito dai provvedimenti della
Procura di Roma a seguito di presunti illeciti. Purtroppo i fatti di
cronaca giudiziaria sono noti a tutti. Come è noto che la Regione,
nelle ore successive agli arresti dell’allora direttore generale
Antonio Mastrapasqua e di altre 13 persone, sospende l’autorizzazione
sanitaria delle quattro sedi dell’Ospedale e di conseguenza interrompe
l’accreditamento per i servizi in convenzione con la sanità pubblica
del Lazio. Da quel momento l’Ospedale è di fatto chiuso: non può
prendere nuove prenotazioni ma lavorare solo i pazienti già prenotati
prima della sospensione. Leggi
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Setirot - L’asinello di Elisha |
L’asinello
di Elisha: curiosa e affascinante l’idea di intitolare un saggio su “la
solitudine degli ebrei di sinistra in Italia, dal dopoguerra
all’attentato a Rabin” riferendosi a un famoso e commentatissimo
midràsh del Talmùd che tratta di ortodossia ed eresia, ovvero la storia
del santo Rabbi Meir che andava a studiare da Elisha ben Abuyah – detto
Asher, lo straniero, proprio perché Elisha ereticamente aveva “varcato
i confini”. Curiosa e tuttavia più che appropriata visto l’argomento e
lo svolgimento del tema. Che in realtà altro non è se non la tesi di
laurea che discusse nel 2009 il compianto Roberto Delera, allora
56enne, giornalista di valore, amico prematuramente scomparso nel
maggio scorso.
Pubblicarla, seppur per un circuito ristretto, è stato un bellissimo
gesto di memoria da parte di Betti Guetta, la moglie di Roberto, la
madre di suo figlio, e a lei va il mio grazie.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - "Don't you weep" |
Ogni
canzone ha una storia e non solo per quel che racconta. Dietro ogni
canzone c’è il mondo di chi l’ha scritta e di chi l’ha eseguita, c’è la
varietà dei valori che ha assunto nel tempo. È un genere musicale
affascinante perché mette in relazione epoche e persone, in contesti
anche assai diversi fra loro. “Oh Mary don’t you weep” è uno degli
spiritual più noti; non si conosce l’autore né la data precisa di
composizione, ma secondo alcuni studiosi potrebbe far parte di quel
corpus che conta un centinaio di brani e che nacque nelle comunità di
schiavi del sud nella prima metà del 1800.
Maria Teresa Milano
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Madri d'Israele - Caitlin |
La conobbi esattamente un anno fa, quando decisi di improvvisarmi soccorritore sulle ambulanze israeliane.
Lunghi capelli biondi, un paio di angelici occhi celesti, un sorriso imperdibile.
Caitlin era una delle coordinatrici del programma di volontariato di cui feci parte per due memorabili mesi.
Fatta eccezione per un paio di audaci rianimazioni e qualche bendaggio
poco riuscito, la nostra conoscenza si limitò ad una formale amicizia
su Facebook, una barriera virtuale assolutamente insopportabile.
David Zebuloni
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Una sola vita non basta |
“Una
Storia Vera”. Se il trailer cinematografico, o la fascetta del libro ha
quelle tre parole, io storco il naso e dico ‘Mah’. Capisco le ragioni
pubblicitarie – e talvolta perfino quelle pseudo etiche -, ma la mia
perplessità rimane. Ci sono eccezioni, come in Steve Jobs,
di Danny Boyle, scritto da Aaron Sorkin con Fassbender e la Winslet: la
scelta di raccontare attraverso tre soli momenti la vita del genio che
ha inventato la Apple mi è sembrata opportuna, così come quella di far
vedere che bastardo sia stato, più di qualche volta.
Valerio Fiandra
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Educazione fascista |
Il 26 gennaio è stata inaugurata presso la Comunità Ebraica di Firenze la mostra A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita,
curata da Pamela Giorgi e Giovanna Lamborni e aperta sino al 4 aprile.
Lo stesso giorno sono stati presentati gli atti del convegno dedicato
alla giornata di studi sull'omonimo argomento svoltosi a Firenze due
anni fa per il Giorno della Memoria: Matite razziste. L'antisemitismo nell'illustrazione del periodo fascista,
a cura di Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad, pubblicato come
primo quaderno della Fondazione Ambron Castiglioni da Edifir nel 2015.
Sara Valentina Di Palma
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