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11 febbraio 2016 - 2 Adar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Rashì sottolinea che la Terumà di cui si parla in questa Parashà non è il prelevamento dai prodotti dei campi da destinare al Kohèn, bensì che ognuno “destini per Me dal proprio denaro un’offerta”. Da queste parole di Rashì, i Maestri mettono in risalto l’espressione “dal proprio denaro”: non è ammissibile, ad esempio, che ci sia chi pensi di poter appropriarsi di qualcosa che non gli spetta e di ripulirsi la coscienza utilizzandolo per fare beneficenza, perché non sarebbe gradita da Ha-Qadòsh Barùkh Hu.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Nella sua riflessione del 5 febbraio su come meglio ricordare ebrei e Italia fino al 1943, Sergio Romano rileva giustamente che – al di là della polemica fra l'apologia degli "italiani brava gente" e l'auto-denigrazione – andrebbe messo maggiormente in rilievo l'aiuto che da tanti italiani coraggiosi fu offerto agli ebrei. Questo è stato appunto uno dei messaggi centrali della commemorazione che si è svolta nella seduta solenne del Consiglio Comunale di Bologna lo scorso 25 gennaio. I tre esempi scelti da Romano bene dimostrano l'impegno disinteressato e a volte eroico di probi funzionari italiani a favore degli ebrei prima del 1943, ma non sono i più adatti a chiarire l'argomento. Infatti tutti e tre i casi si sono svolti fuori dal territorio italiano, in zone di occupazione militare.
 
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Scuola e laicità
Nel marzo 2015 un gruppo di insegnanti e genitori delle elementari Carducci di Bologna si era rivolto al Tar per impugnare una delibera della scuola in cui si autorizzavano alcuni parroci a dare la benedizione pasquale all’interno delle aule dell’istituto. Il Tar dell’Emilia Romagna ha accolto il ricorso, affermando che le funzioni religiose a scuola non possono entrare. Il principio costituzionale della laicità o non confessionalità dello Stato, affermano i giudici, “non significa indifferenza di fronte all’esperienza religiosa, ma comporta piuttosto equidistanza e imparzialità rispetto a tutte le confessioni religiose”. E ancora, la scuola non deve “essere coinvolta nella celebrazione di riti religiosi che sono attinenti unicamente alla sfera individuale di ciascuno – secondo scelte private di natura incomprimibile – e si rivelano quindi estranei ad un ambito pubblico che deve di per sé evitare discriminazioni” (Repubblica e La Stampa).

Primarie Usa: Sander, una prima vittoria. Il candidato Bernie Sanders è il primo ebreo ad aggiudicarsi il voto in uno stato nel corso delle primarie del partito democratico che decideranno la scelta del candidato presidente. In New Hampshire Sanders ha infatti battuto l’avversaria Hillary Clinton ma la strada è ancora lunga. Sanders intanto aveva ironizzato sulle sue origini in un duetto televisivo al Saturday Night Live (Corriere della Sera). Prossimo obiettivo per il democratico socialista, scrive la Stampa, conquistare il voto degli afroamericani. Sul fronte Repubblicano, è il miliardario Donald Trump a festeggiare la vittoria in New Hampshire e lo fa nel suo stile: “sarò il più grande presidente mai creato da Dio” (La Stampa).
L’accordo Hamas-Fatah. Le due fazioni palestinesi di Fatah e Hamas hanno raggiunto un accordo a Doha per la creazione di un governo di unità nazionale. I due movimenti, che controllano rispettivamente Cisgiordania e Gaza, avevano già cercato di ricucire lo strappo nel 2014 ma il tentativo era fallito. Secondo alcuni commentatori, scrive l’Osservatore Romano, l’accorda sarebbe “un passo molto importante verso la riunificazione amministrativa di tutti i territori palestinesi”.
 
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  davar
dopo la decisione di bruxelles sulle etichette
Ue-Israele, prove di disgelo
Diplomazie d'Israele e Unione Europea a confronto per superare la crisi nei rapporti dovuta alla decisione di Bruxelles di etichettare i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Negli scorsi giorni, riportano i quotidiani israeliani, sono stati avviati dei colloqui segreti tra i due corpi diplomatici e sul tavolo vi è proprio il provvedimento dell'Ue sulle etichette. Una decisione presa lo scorso novembre dall'Europa, che ha fatto infuriare Gerusalemme, tanto da sospendere per alcune settimane il dialogo diplomatico con Bruxelles. “Si tratta di un'azione discriminatoria e mirata al boicottaggio”, aveva dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nachshon. “In essa  vediamo un intento politico di cambiare la realtà sul campo, e avremmo sperato che l’Unione Europea investisse le sue energie e i suoi sforzi nel riportare i palestinesi al tavolo dei negoziati piuttosto che nell’etichettare i prodotti israeliani”. Da qui la decisione del governo di Benjamin Netanyahu (nell'immagine assieme al rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini nel corso di un incontro tenutosi a Davos, lo scorso 21 gennaio) di escludere la diplomazia di Bruxelles dai negoziati con i palestinesi. E i recenti incontri sono diretti proprio a reintegrare l'Unione Europea al tavolo delle trattative. In cambio Israele chiede maggiore equidistanza.
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primarie usa - il candidato-rivelazione
Bernie Sanders, radici e identità
“Sono Bernie Sanderswitzky, ma quando arriveremo in America cambieremo il cognome così non suonerà troppo ebraico”. “Sì, sono sicuro che li fregherai”.
Ha fatto il giro del web l’interpretazione di Bernie Sanders, candidato democratico alla Casa Bianca (il primo ebreo ad aver vinto a delle elezioni primarie in uno Stato, dopo i risultati nel New Hampshire), del vecchio idealista ebreo nello sketch del Saturday Night Live accanto al suo imitatore ufficiale Larry David (nell'immagine a destra, assieme al vero Sanders).
Nella scenetta Sanders è un sognatore che approda dall’Europa in America e vuole cambiare il paese con idee che sembrano “socialiste” – gli fa notare sospettoso David – ma che in realtà sono “socialiste democratiche” specifica il primo.
Nonostante abbia rimarcato più volte la propria posizione di “ebreo laico” e non convinca qualcuno per le sue posizioni altalenanti verso Israele (di cui però ha sempre rivendicato il diritto all’esistenza), il candidato democratico è legato a doppio filo con la propria identità.
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qui roma
La Gerusalemme di Agnon
"Shmuel Yosef Agnon è un pilastro della letteratura ebraica, e le sue opere sono ormai talmente dei classici da essere considerati più libri da scaffale che da lettura". A partire da questa considerazione, condivisa con il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni che l'ha presentato, il professore dell'Università Ebraica di Gerusalemme Cyril Aslanov ha dato avvio alla sua lezione intitolata "Agnon a Gerusalemme, a Gerusalemme di Agnon", svoltasi a Roma presso il Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nell'ambito del Diploma universitario triennale in Studi Ebraici. Al centro dell'incontro il rapporto tra la città e lo scrittore. "Con la sua capacità di creare mondi fittizi – ha spiegato Aslanov – Agnon ha lasciato nella sua opera una testimonianza di quella che era Gerusalemme all'inizio del Novecento", una traccia di quello che fu per lui e per i primi sionisti che vi arrivarono quando ancora non c'era quasi nulla.
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jciak
Giustizia e vendetta
Mentre Il Figlio di Saul prosegue la sua trionfale marcia verso gli Oscar e continua a far discutere, il tema della Memoria torna al cinema con un film di impronta completamente diversa. Da pochi giorni nelle sale italiane, Remember, il nuovo film del regista di origini armene Atom Egoyan, esplora gli intrecci fra passato e presente con un taglio alla Hitchcock. Il film racconta il difficile viaggio di Zev alla ricerca della guardia nazista che settant’anni prima ad Auschwitz ha massacrato la sua famiglia e adesso vive negli Stati Uniti sotto falsa identità. Un viaggio doloroso, complicato dalla sua memoria devastata dalla vecchiaia e dalla sua fragilità fisica.
Diciamo subito che il cast eccezionale. A interpretare Zev è un bravissimo Christopher Plummer. E a questo proposito non si può non pensare a una sorta di contrappasso rispetto a Tutti insieme appassionatamente (1965) in cui interpretava il prestante Comandante Georg Ritter von Trapp di cui s’innamorerà Maria-Julie Andrews. Altrettanto notevoli sono Martin Landaum e Bruno Ganz.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - L'Islam italiano
Islam europeo, ancora. Perché a mio avviso questo è un tema dirimente che non va lasciato “raffreddare” nel modo più assoluto. Una questione, se così si può dire, vitale. Piccoli passi, importanti, ce ne sono stati e ce ne sono. Non bastano. Innanzitutto serve più coraggio, maggiore impegno da parte della galassia musulmana europea e italiana in particolare. Maggiore impegno da parte nostra ad affrontare il problema (dove “nostra” è detto in senso generale: anche ebraica, certamente non soltanto ebraica). Sì, c’è la serata torinese organizzata dal Gruppo di Studi ebraici con la Fondazione East West Diwan in ricordo dei Giusti dell’Islam, uomini e donne che rischiarono la vita per salvare gli ebrei perseguitati nella Francia e nel Maghreb occupati dai nazisti e che sono stati riconosciuti dallo Yad Vashem. 

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Gabi Shoshan
È di questa settimana la notizia della morte di Gabi Shoshan, cantante israeliano di origine marocchina, entrato nel mondo della musica ancora giovanissimo grazie alla collaborazione con Zvika Pik e Shuki Levy. Negli anni ’70 produce il primo album come solista, ma è soprattutto grazie al ruolo nella versione israeliana del musical Hair che inizia la sua carriera, peraltro poco felice. Gabi lavora per un po’ anche come attore e ottiene una parte nel film commedia musicale Kazablan, che viene messo in scena per la prima volta a teatro nel 1954, negli anni si trasforma in musical e poi in film. A detta di alcuni è una interessante combinazione di “Romeo e Giulietta” con la portata musicale di “West Side Story” e oggi è ritenuto un classico della cultura israeliana.

Maria Teresa Milano
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Time Out - Scuola
Bisognerà leggere nel dettaglio le motivazioni del Tar di Bologna, ma se, da come raccontano i giornali, si è deciso di vietare le benedizioni pasquali nelle scuole pubbliche fuori dall’orario scolastico, forse non si è fatta la scelta più saggia. È sacrosanto il principio per cui durante le lezioni nessuna celebrazione religiosa può avere luogo anche e soprattutto per rispetto agli studenti che non credono o sono di altre religioni.

Daniel Funaro
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Madri d’Israele – Rivka
Se passeggiaste per le vie di Bnei Barak o in qualche antico quartiere di Gerusalemme, probabilmente non la riconoscereste. Rivka Ravitz si confonderebbe alla perfezione con le altre parrucche e le lunghe gonne nere. Abiti semplici, il viso pulito, al collo una semplice catenina d’oro.
Tuttavia, la mia Madre d’Israele riserva per noi grandi sorprese ed inaspettati colpi di scena.
Alla soglia dei quarant’anni e con undici figli ad aspettarla in casa, Rivka è il braccio destro del presidente israeliano, Reuven Rivlin
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David Zebuloni
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Shoah e identità
Giornata di studio di ampio respiro, quella organizzata dalla famiglia di rav Joseph Levi a Firenze per celebrarne il settantesimo compleanno, e di questo è meritevole soprattutto la moglie, Shulamit Furstenberg.
La Shoah non era argomento di discussione, ma è stata sfiorata in diversi momenti, da Joseph Weiler a proposito della vandalizzazione nazista dei cimiteri ebraici nell'est Europa, a Moshe Halbertal sul rischio di un universalismo volto a obliterare le differenze uniformando gli individui, con un monopolio sulla vita e sul destino degli uomini che immediatamente ricorda i totalitarismi novecenteschi. Per concludere con il riferimento di rav Levi stesso, in chiusura, al pensiero omologante nazista
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Sara Valentina Di Palma
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