Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Il
sapiente, come l'aron che conteneva le tavole del patto e che era d'oro
all'esterno ed all'interno, deve essere fuori come è dentro. Ma
il cuore portante dell'aron era di legno di acero: il sapiente
deve dunque essere degno di onore all'esterno - per l'onore che si deve
alla Torah di cui è portatore - e deve essere consapevole delle
potenzialità che possiede in sé. Ma se tutto ciò non si fonda sulla
modestia e l'umiltà, rischia di diventare un luccichio inconsistente.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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La
storia non è un destino. È una delle “lezioni di storia” (ma forse
anche di vita) che propone Yosef Hayim Yerushalmi intorno all’idea di
esilio e di diaspora , che si ricava da Verso una storia della speranza
ebraica, libro che Giuntina manda in libreria questa settimana.
Yerushalmi propone di rifletterci tenendo a mente i possibili
significati di quelle due parole. Esilio potrebbe avvicinarsi al
significato di balzare fuori, andare oltre, più semplicemente uscire.
Diaspora indica la dispersione di un popolo rispetto alla sua terra di
origine, simile alla disseminazione in agricoltura. Come questa può
dare origine a un germoglio, a un radicamento, a una crescita. Le
parole sono polisemiche. Mai fermarsi al primo significato.
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Siria, scontro Nato-Russia
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Siamo
“caduti in una nuova Guerra fredda” a causa dell’ostilità della Nato
contro la Russia. Ad affermarlo, il primo ministro russo Medvdev
durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in cui si discute
soprattutto delle crisi in Siria, Libia ma anche Ucraina (Corriere).
Sulla prima gli Stati Uniti mandano un messaggio chiaro a Mosca,
sostenitrice di Assad: nel futuro siriano l’attuale dittatore non è
contemplato. “Se Assad non rispetterà gli impegni, è possibile che
invieremo truppe di terra”, avvisa il segretario Usa John Kerry,
incassando l’appoggio di Arabia Saudita e Turchia (Repubblica). Il
ventilato accordo tra le forze anti-Isis sembra così lontanissimo
seppur l’Altro rappresentante agli Esteri dell’Ue, intervistata dal
Corriere, si dica “non del tutto pessimista”, su questo punto. Secondo
Mogherini non è l’intervento militare la soluzione per la crisi siriana
mentre prioritario è l’impegno umanitario. Per il ministro della Difesa
italiano Roberta Pinotti è necessario evitare lo scontro con la Russia
e dialogare con Mosca (Repubblica).
Attenzione all’Isis in Europa. Il Premier francese Manuel Valls avverte
l’Europa e i suoi cittadini: “Ci saranno altri grandi attentati, è una
certezza. La minaccia non diventerà minore”. Lo fa da Monaco mentre è
in corso lo scontro tra Russia e paesi Nato sulla Siria, dove
l’obiettivo dovrebbe essere sconfiggere l’Isis. “Il premier francese –
scrive Repubblica – conferma i timori dell’intelligence francese che
negli ultimi rapporti ipotizza un’escalation fino a un 11 Settembre
europeo, attacchi simultanei in diverse città del continente”. “Noi
dobbiamo dire ai nostri popoli la verità, ha dichiarato Valls, spesso
criticato in patria per i suoi discorsi giudicati troppo allarmistici.
Dialogo Ue-Israele. Si riapre il dialogo tra Israele e Unione europea.
Dopo il gelo seguito nel novembre scorso alla decisione di Bruxelles di
varare le etichette sui prodotti degli insediamenti israeliani, venerdì
l’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune,
Federica Mogherini, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, hanno
avuto un colloquio telefonico chiarificatore (Osservatore Romano).
Intanto continuano gli episodi di violenza in Cisgiordania, dove una
ragazza palestinese è rimasta uccisa dopo aver cercato di colpire con
un coltello un soldato israeliano di guardia alla Tomba dei Patriarchi
(Avvenire).
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francia - il messaggio di un rav per le banlieu
Il rabbino e il rapper musulmano:
l'antisemitismo preso per le rime
Michel
Serfaty, 70 anni, rabbino esperto di linguistica ebraica. Giacca,
cravatta e kippah in testa. Julien Cocoa, meglio conosciuto come Coco
TKT, 30 anni, rapper convertito all'Islam con precedenti nella
criminalità. Felpa, cellulare sempre in mano, in testa il cappuccio.
Sono loro l'improbabile duo del momento, insieme nel nuovo video
musicale che affronta i temi della lotta al razzismo e
all'antisemitismo diffuso su Youtube proprio il giorno del decimo
anniversario dall'assassinio di Ilan Halimi. È il secondo della coppia
– unita dall'attivismo nell'associazione Amitié Judéo-Musulmane de
France, finalizzata al dialogo tra ebrei musulmani – che ha deciso di
unire le forze per parlare ai giovani delle banlieue cercando di
sensibilizzarli con uno dei linguaggi che più conoscono e apprezzano:
il rap. E la scelta della data non è casuale: “Serve a rendere il
nostro messaggio ancora più forte – ha sottolineato in un'intervista a
Le Parisien Coco TKT - poiché Ilan Halimi è la prova del fatto che
dobbiamo agire insieme per lottare contro l'antisemitismo e tutto
quello che divide popoli e comunità”.
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qui roma - LO STUDIO DI MANUELA CONSONNI
Antifascismo e questione ebraica Un serrato confronto a più voci
Crisi
ed eclisse dell’antifascismo, Memoria, questione ebraica. Temi della
storia recente e banco di prova di un futuro incerto che vede
l’identità nazionale in una rapida mutazione di crisi e i valori
costituzionali minacciati. Un confronto articolato, serrato, a tratti
acceso, sempre appassionato, si è svolto nella sede romana dell’editore
Laterza attorno al recente lavoro della professoressa Manuela Consonni
dell’Università ebraica di Gerusalemme (“L'eclisse dell'antifascismo.
Resistenza, questione ebraica e cultura politica in Italia dal 1943 al
1989”). Fra le numerose voci chiamate dall’editore Giuseppe Laterza a
ragionare sullo studio storico, assieme ad Anna Foa, Luciano Canfora e
Paolo Mieli, anche Tullio De Mauro, Agostino Giovagnoli, Gad Lerner,
Roberto Olla, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale e molti altri studiosi,
giornalisti e autori della prestigiosa casa editrice.
calcio
Di Francesco jr., il saluto romano
che macchia la serie cadetta
La
sua rete, in apertura di ripresa, ha permesso al Virtus Lanciano di
riprendere in mano le redini della partita e di propiziare il
successivo goal del vantaggio con cui la squadra abruzzese non solo ha
battuto il Modena, ma l’ha anche superato in classifica. Tre punti
d’oro nella lotta salvezza che infiamma la serie cadetta.
Ma Federico Di Francesco, 21 anni, ha pensato bene di macchiare il
proprio gesto agonistico nel peggiore dei modi. Corsa verso la curva
dei sostenitori della Virtus e braccio teso in un inequivocabile saluto
romano, molto simile a quelli dell’icona laziale Paolo Di Canio.
Chissà cosa penserà il padre Eusebio, vecchio cuore giallorosso e
attuale allenatore del Sassuolo dei miracoli che in Serie A si è
imposto per bel calcio, valori e fair play. “I ragazzi vanno aspettati
e accompagnati – ha detto l’allenatore in una recente intervista – nel
calcio di oggi c’è troppa fretta. Bisogna cercare di entrare nella loro
testa e non tutti vanno approcciati con lo stesso atteggiamento.
Insomma, bisogna essere un po’ allenatori e un po’ psicologi”.
Buon lavoro! Leggi
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qui ferrara - il convegno internazionale
Gli ebrei d'Europa e la Resistenza
“Bisogna
scrivere questi fatti, perché fra qualche decennio una nuova retorica
patriottarda o pseudoliberale non venga a esaltare le formazioni dei
purissimi eroi: siamo quello che siamo: un complesso di individui in
parte disinteressati e in buona fede, in parte arrivisti politici, in
parte soldati sbandati che temono la deportazione in Germania, in parte
spinti dal desiderio di avventura, in parte da quello di rapina. Gli
uomini sono uomini”. Difficile trovare un'analisi più lucida, dura e
veritiera di quella scritta dal partigiano ebreo Emanuele Artom nel suo
celebre Diario. Come lui, saranno diversi gli ebrei italiani e d'Europa
ad imbracciare le armi per combattere contro il nazifascismo. Altri
sceglieranno la fuga, altri ancora la resistenza passiva. "Gli uomini
sono uomini" e ognuno compie le proprie scelte. E queste ultime saranno
al centro del convegno internazionale Resistenza Ebraica in Europa
(lunedì 15 febbraio) di scena al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara
e promosso dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
(MEIS) assieme all'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e al
Memorial de la Shoah di Parigi. Il Comitato Scientifico, composto da
Anna Quarzi, Laura Fontana e Alberto Cavaglion, "ha inteso porre in
evidenza le molte fisionomie che la reazione degli ebrei ha assunto
durante i regimi nazista e fascista". Si
parlerà di Italia ma anche di Francia, Germania, Polonia con autorevoli
studiosi provenienti dai diversi paesi e da Israele. Tra i protagonisti
il Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana
Picciotto, responsabile della ricerca scientifica del CDEC Milano, e
Renée Poznanski della Ben Gurion University del Negev.
(nell'immagine la fotografa e partigiana polacca Faye Schulman assieme ad altri ebrei membri della Resistenza). Leggi
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La memoria e l’identità |
Ci
sono cose sulle quali è necessario ritornare, non risolvendosi in
un’unica soluzione ma costituendo un processo in corso, un percorso in
via di realizzandone. Forse si possono rivelare prive di una meta
precisa ma hanno senz’altro una serie di passaggi intermedi. L’oggetto
è, ancora una volta, la memoria. Macerarsi su di essa, sui suoi
significati, sulle tante accezioni che le si possono attribuire non è
necessariamente un buon esercizio. Si rischia di rimanere letteralmente
‘accartocciati’ su se stessi, alla ricerca di qualcosa che, alla fine
dei conti, può rivelarsi esclusivamente una proiezione delle proprie
idee in materia e nulla di più. Dopo di che, alla fine di un
ciclo di attività, soprattutto di natura didattica, qualche richiamo ad
essa può ancora servire.
Claudio Vercelli
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Il settimanAle - L’ultimo sionista |
È
morto a 101 anni Dov Yirmiya, e ci racconta in breve la sua lunga vita
Ofer Aderet, in un bell’articolo su Ha’aretz l’8 febbraio. Nato in
Galilea nel 1914, Dov era cresciuto con Moshe Dayan, di un anno più
giovane, da quando i genitori di entrambi si erano trasferiti a
Nahalal, il primo moshav fondato in Eretz Israel. Con Moshe, ancora
ragazzini, erano entrati nell’Haganà e avevano partecipato alla difesa
di Nahalal durante i disordini del 1929. Prendendo quella come data
d’inizio della loro carriera militare, se quella di Dayan si concluse
come capo di stato maggiore nel 1958, prima del passaggio alla
politica, quella di Dov Yirmiya ebbe una durata quasi doppia, fino a
quando nel 1982 si offrì volontario, a 68 anni, per andare a combattere
nella prima guerra del Libano. Rimase sconvolto da quello che vide e ne
scrisse un diario, che venne pubblicato, causando la sua espulsione
dall’esercito. “Siamo diventati dei selvaggi criminali” scrisse
Yirmiya; “parole che sembrano scritte dalla propaganda dell’OLP”
replicò il suo comandante.
Alessandro Treves
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