Roberto
Della Rocca,
rabbino
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L’esegesi
rabbinica vede nel Tabernacolo un microcosmo che simboleggia l’intera
creazione della cui elevazione l’uomo porta la responsabilità. Anche
gli stessi oggetti e arredi del Mishkàn, il Tempio semovente,
corrispondono ognuno a un diverso aspetto della creazione. La ritualità
quotidiana del Santuario è scandita dal concetto del Tamìd, Sempre, che
ci dà il senso della permanenza. Uno dei messaggi più forti che ci
trasmette il culto del Santuario è quello della permanenza dei valori
nella loro successione temporale e nella loro elevazione.
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Dario
Calimani,
anglista
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Può
capitare di trovarsi in sinagoga e chiedersi quale sia il senso della
partecipazione a un minian. I presenti intonano un canto e ciascuno se
ne va per conto proprio, lento o veloce, incurante degli altri,
indifferente alle proprie stonature. Lo sfilacciamento di voci è
ridicolo e produce solo fastidio. Al di là dell’estetica del canto, ci
si distrae a pensare che forse qualcuno intende il minian come un
quorum il cui scopo è permettere a lui, al singolo individuo, di uscire
di mitzwah, piuttosto che come possibilità per i singoli di fondersi in
un insieme.
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Israele, Olmert in prigione
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“L’ex
Primo ministro d’Israele Ehud Olmert ha iniziato a scontare ieri in
prigione la sua pena a 19 mesi di galera per corruzione e ostruzione
alla giustizia. Olmert è il primo capo di governo d’Israele a finire in
carcere. Nella cella a fianco a lui si trova l’ex presidente dello
Stato Moshe Katsav, condannato a sette anni per violenza sessuale.
“Siamo l’ unica democrazia ad aver mandato in galera due cariche così
alte. Gli americani alla fine concessero la grazia a Richard Nixon”, il
commento di Anshel Pfeffer su Haaretz, riportato dal Corriere della
Sera. “Israele, l’unico Paese dove i politici corrotti vanno in
galera”, titola Libero per l’articolo di Daniel Mosseri che ricorda
come la condanna di Olmert sia arrivata “per avere accettato mazzette”
da un costruttore edile mentre era sindaco di Gerusalemme (1993-2003) e
da ministro del Commercio (2003). “Sono fiero di appartenere a uno
Stato dove il premier può esser indagato come un semplice cittadino. Un
premier non può essere al di sopra della legge”, le parole di Olmert
ricordate da Marco Travaglio nel suo editoriale d’apertura per il Fatto
Quotidiano.
Online “l’armadio della vergogna”. Sul sito internet dell’Archivio
storico della Camera dei deputati sarà possibile da oggi consultare
l’elenco e richiedere copia dei documenti declassificati della
“Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di
fascicoli relativi a crimini nazifascisti” che nella XIV legislatura si
è occupata della vicenda del cosiddetto “armadio della vergogna”:
documenti rivenuti nel 1994, fra cui 695 fascicoli d’inchiesta e un
registro generale con 2274 notizie di reato relative a crimini di
guerra commessi sul territorio italiano durante l’occupazione
nazifascista (Il Messaggero).
Il museo del fascismo a Predappio. Il governo ha in preventivo di
stanziare due milioni di euro per la realizzazione di un museo dedicato
al fascismo. Il progetto, racconta La Stampa, è di creare nell’ex Casa
del Fascio di Predappio, a 500 metri dall’abitazione di Benito
Mussolini, “un centro di documentazione, con archivio e biblioteca.
Un’esposizione permanente (che poi sarebbe il museo), sviluppata su tre
piani, mostre temporanee”. Il costo totale è di cinque milioni di euro.
L’iniziativa desta preoccupazione soprattutto perché Predappio è
notoriamente meta di raduni di nostalgici del fascismo.
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memoria - gli storici a confronto
Si apre l'armadio della vergogna
L'Italia e il passato da chiarire
Vivo
interesse e molte speranze tra gli storici del nazifascismo con l’avvio
della pubblicazione degli atti della commissione parlamentare
d’inchiesta sul cosiddetto “armadio della vergogna” contenente 695
fascicoli d’inchiesta e un registro generale riportante 2274 notizie di
reato relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano
durante l’occupazione nazifascista. Una svolta che è frutto
dell’impegno personale della presidente della Camera dei deputati Laura
Boldrini, che ha ricordato in queste ore come un “paese veramente
democratico” non possa avere paura del proprio passato.
Nonostante
i ritardi accumulati in questi decenni per Lutz Klinkhammer, direttore
di storia contemporanea all’Istituto Germanico di Roma, il bicchiere è
mezzo pieno. “Si tratta
– racconta a Pagine Ebraiche – di un’operazione di trasparenza molto
lodevole, che certamente renderà l’accesso più facilitato ai cittadini.
Il frutto di una volontà politica che va senz’altro apprezzata”.
Klinkhammer ha rapidamente analizzato i documenti disponibili da questa
mattina sul sito dell’archivio storico della Camera. “La prima
impressione – osserva – è che manchi ancora molto materiale, custodito
in particolare da alcune istituzioni e organi militari. La speranza è
che tutto possa essere consultabile nei tempi più rapidi e in modo
libero, senza vincoli”.
“Il
fatto che questo materiale sia online è estremamente positivo”
sottolinea Anna Foa. Già ieri, in occasione dell’annuncio, aveva
sottolineato l’importanza e il significato di questa operazione. Con
l’auspicio che la pubblicazione degli atti dia il via “a studi ancora
più approfonditi su quella stagione, fornendo nuove risposte e
chiarendo punti che restano oscuri”. Perché, aveva poi ricordato, “ne
abbiamo tutti molto bisogno”.
Condivide
questa impostazione Mario Avagliano, che racconta come tra colleghi e
addetti ai lavori l’attesa fosse molta. “Per lunghi anni – afferma – il
silenzio è calato in modo inesorabile. L’amnistia concessa da
Togliatti, e in seguito il fatto di dover tutelare la Germania Ovest
come bastione occidentale per tutto il corso della Guerra Fredda, hanno
impedito una vera ricerca fino a tempi non così lontani. Oggi, nel nome
della trasparenza, viene fatto un nuovo passo in avanti”.
Meno
entusiasta Marcello Pezzetti, direttore scientifico del Museo della
Shoah di Roma. “La pubblicazione ha ormai valore soltanto per gli
storici e lascia per questo molta tristezza. Insieme a una domanda:
quanti criminali sarebbero stati condannati se questo materiale fosse
stato divulgato ben prima? Il rammarico – afferma – è che abbiamo
impedito alla giustizia tedesca di fare il suo corso”. Riguardo al
materiale diffuso online, Pezzetti si dice convinto che non “tocchi più
di tanto” la costruzione che è stata fatta delle diverse vicende
belliche.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine in alto la scelta dei prigionieri da destinare alle Fosse Ardeatine)
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melamed - i lavori dell'ihra a lucerna
Shoah e scuola, oltre la storia
È
nella grande e luminosa caffetteria della Pedagogische Hochschule che
gli studiosi e i ricercatori convenuti da tutto il mondo a Lucerna per
la "International Research Conference on Education about the Holocaust"
si ritrovano per discutere di quanto fatto, per confrontare ricerche e
pareri sulle molte sessioni che si svolgono in parallelo. Per due
giorni e mezzo, nel grande palazzo che ospita la più importante
istituzione universitaria dedicata alla formazione degli insegnanti
della Confederazione Svizzera, le sessioni plenarie si alternano a
ritmo serrato ai panel tematici che presentano singoli studi o progetti
di ricerca internazionali, tutti di enorme valore. Sfide e obiettivi,
tendenze nazionali e trend tematici, didattica, studi comparativi e
tavole rotonde portano le decine di studiosi a impegnarsi su più
fronti, con le sessioni che, svolgendosi contemporaneamente, obbligando
più d'uno a dover scegliere fra gruppi di lavoro parimenti
interessanti.
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QUI FERRARA - IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
Resistenza, superare la retorica
Al
di là delle retoriche e delle pericolose strumentalizzazioni, è
necessario studiare a fondo cosa è stata la Resistenza, qual è il suo
significato e come agirono gli uomini che ne fecero parte, ebrei e non.
In Italia in particolare ma anche in Europa. Un tema complesso e
delicato su cui il convegno internazionale di Ferrara “Resistenza
ebraica in Europa”, promosso dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano
e della Shoah (MEIS) assieme all’Istituto di Storia Contemporanea di
Ferrara e al Memorial de la Shoah di Parigi, ha avuto il merito di
aprire una finestra. Un'iniziativa curata dal comitato scientifico
formato da Anna Quarzi, Laura Fontana e Alberto Cavaglion che ha visto
confrontarsi storici internazionali e italiani. Se la prima sessione
infatti è stata dedicata al rapporto tra Resistenza ed ebrei in
Francia, Germania e Polonia - con gli interventi rispettivamente di
Renée Poznanski, della Ben Gurion University del Negev, di Beate
Kosmala, del German Resistance Memorial Center di Berlino, e
Edyta Gawron, della Krakow Jagellonian University -, la seconda si è
focalizzata sull'intreccio tra mondo ebraico, antifascismo e
Resistenza. A discuterne, Matteo Stefanori, dell'Università della
Tuscia, Antonella Guarnieri, responsabile Museo del Risorgimento e
della Resistenza di Ferrara, e Cavaglion, docente dell'Università di
Firenze, protagonista anche del dibattito con le ospiti internazionali
moderato dal Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Liliana Picciotto, responsabile della ricerca scientifica del CDEC
Milano.
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qui firenze - spotlight
Riscoprendo antiche tracce
Ancora
nell’ambito del Giorno della Memoria, per iniziativa congiunta della
Regione, dell’Università e della sezione fiorentina dell’associazione
Italia-Israele, ha avuto luogo a Firenze la proiezione dell’ottimo
film-documentario israeliano “Shores of light” dedicato ai campi di
transito costituitisi in Italia, nel Salento, per accogliere tanti
giovani che, sopravvissuti alla Shoah, cercavano di rifarsi una
famiglia e partire per Eretz Israel.
Con appropriate parole i saluti iniziali sono stati portati da Eugenio
Giani, presidente del Consiglio regionale, da Luigi Dei, rettore
dell’Università, da Sara Cividalli, presidente della Comunità, da
Valentino Baldacci, presidente di Italia-Israele, e da Gideon Meir, per
sei anni ambasciatore di Israele in Italia e rimasto, come sua moglie
Amira, molto legato a Firenze. Leggi
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Storie - Eichmann, lettera inedita |
Il
criminale nazista Adolf Eichmann provò fino alla fine a negare le sue
responsabilità nella Shoah, affermando di essere stato un "semplice
strumento" di Adolf Hitler. È quanto risulta dalla lettera manoscritta
dello stesso Eichmann, datata 29 maggio 1962, che il 27 gennaio scorso,
in occasione della Giornata della Memoria, il presidente israeliano
Reuven Rivlin ha deciso per la prima volta di rendere pubblica. Una
missiva di quattro pagine, indirizzata all'allora presidente d’Israele
Yitzhak Ben-Zvi, di cui già si conosceva l’esistenza (ne aveva parlato
tra gli altri Hannah Arendt nel suo libro La banalità del male), ma non
il contenuto.
Mario Avagliano
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Oblio |
All’indomani
della scomparsa del rabbino emerito, Elio Toaff z.l., il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, così si espresse: “Nel rispetto
delle prerogative del Consiglio Comunale di Roma e delle normative
esistenti, confido che sarei molto lieto dell’intitolazione di una via
della Capitale a Elio Toaff, grande italiano”. Sono passati quasi dieci
mesi e dopo l’approvazione dell’assemblea Capitolina, mentre in altre
città italiane si è data o si darà a breve esecuzione di intitolazione
di strade all’illustre personaggio, a Roma la proposta arrivata dal
Colle sembra essere caduta nell’oblio.
Jonatan Della Rocca
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