Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

16 febbraio 2016 - 7 Adar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
L’esegesi rabbinica vede nel Tabernacolo un microcosmo che simboleggia l’intera creazione della cui elevazione l’uomo porta la responsabilità. Anche gli stessi oggetti e arredi del Mishkàn, il Tempio semovente,  corrispondono ognuno a un diverso aspetto della creazione. La ritualità quotidiana del Santuario è scandita dal concetto del Tamìd, Sempre, che ci dà il senso della permanenza. Uno dei messaggi più forti che ci trasmette il culto del Santuario è quello della permanenza dei valori nella loro successione temporale e nella loro elevazione. 
 
Leggi

Dario
Calimani,
anglista
Può capitare di trovarsi in sinagoga e chiedersi quale sia il senso della partecipazione a un minian. I presenti intonano un canto e ciascuno se ne va per conto proprio, lento o veloce, incurante degli altri, indifferente alle proprie stonature. Lo sfilacciamento di voci è ridicolo e produce solo fastidio. Al di là dell’estetica del canto, ci si distrae a pensare che forse qualcuno intende il minian come un quorum il cui scopo è permettere a lui, al singolo individuo, di uscire di mitzwah, piuttosto che come possibilità per i singoli di fondersi in un insieme.
 
Leggi

Israele, Olmert in prigione
“L’ex Primo ministro d’Israele Ehud Olmert ha iniziato a scontare ieri in prigione la sua pena a 19 mesi di galera per corruzione e ostruzione alla giustizia. Olmert è il primo capo di governo d’Israele a finire in carcere. Nella cella a fianco a lui si trova l’ex presidente dello Stato Moshe Katsav, condannato a sette anni per violenza sessuale. “Siamo l’ unica democrazia ad aver mandato in galera due cariche così alte. Gli americani alla fine concessero la grazia a Richard Nixon”, il commento di Anshel Pfeffer su Haaretz, riportato dal Corriere della Sera. “Israele, l’unico Paese dove i politici corrotti vanno in galera”, titola Libero per l’articolo di Daniel Mosseri che ricorda come la condanna di Olmert sia arrivata “per avere accettato mazzette” da un costruttore edile mentre era sindaco di Gerusalemme (1993-2003) e da ministro del Commercio (2003). “Sono fiero di appartenere a uno Stato dove il premier può esser indagato come un semplice cittadino. Un premier non può essere al di sopra della legge”, le parole di Olmert ricordate da Marco Travaglio nel suo editoriale d’apertura per il Fatto Quotidiano.

Online “l’armadio della vergogna”. Sul sito internet dell’Archivio storico della Camera dei deputati sarà possibile da oggi consultare l’elenco e richiedere copia dei documenti declassificati della “Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti” che nella XIV legislatura si è occupata della vicenda del cosiddetto “armadio della vergogna”: documenti rivenuti nel 1994, fra cui 695 fascicoli d’inchiesta e un registro generale con 2274 notizie di reato relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano durante l’occupazione nazifascista (Il Messaggero).

Il museo del fascismo a Predappio. Il governo ha in preventivo di stanziare due milioni di euro per la realizzazione di un museo dedicato al fascismo. Il progetto, racconta La Stampa, è di creare nell’ex Casa del Fascio di Predappio, a 500 metri dall’abitazione di Benito Mussolini, “un centro di documentazione, con archivio e biblioteca. Un’esposizione permanente (che poi sarebbe il museo), sviluppata su tre piani, mostre temporanee”. Il costo totale è di cinque milioni di euro. L’iniziativa desta preoccupazione soprattutto perché Predappio è notoriamente meta di raduni di nostalgici del fascismo.
 
Leggi

  davar
memoria - gli storici a confronto
Si apre l'armadio della vergogna
L'Italia e il passato da chiarire

Vivo interesse e molte speranze tra gli storici del nazifascismo con l’avvio della pubblicazione degli atti della commissione parlamentare d’inchiesta sul cosiddetto “armadio della vergogna” contenente 695 fascicoli d’inchiesta e un registro generale riportante 2274 notizie di reato relative a crimini di guerra commessi sul territorio italiano durante l’occupazione nazifascista. Una svolta che è frutto dell’impegno personale della presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, che ha ricordato in queste ore come un “paese veramente democratico” non possa avere paura del proprio passato.
Nonostante i ritardi accumulati in questi decenni per Lutz Klinkhammer, direttore di storia contemporanea all’Istituto Germanico di Roma, il bicchiere è mezzo pieno. “Si tratta – racconta a Pagine Ebraiche – di un’operazione di trasparenza molto lodevole, che certamente renderà l’accesso più facilitato ai cittadini. Il frutto di una volontà politica che va senz’altro apprezzata”. Klinkhammer ha rapidamente analizzato i documenti disponibili da questa mattina sul sito dell’archivio storico della Camera. “La prima impressione – osserva – è che manchi ancora molto materiale, custodito in particolare da alcune istituzioni e organi militari. La speranza è che tutto possa essere consultabile nei tempi più rapidi e in modo libero, senza vincoli”.
“Il fatto che questo materiale sia online è estremamente positivo” sottolinea Anna Foa. Già ieri, in occasione dell’annuncio, aveva sottolineato l’importanza e il significato di questa operazione. Con l’auspicio che la pubblicazione degli atti dia il via “a studi ancora più approfonditi su quella stagione, fornendo nuove risposte e chiarendo punti che restano oscuri”. Perché, aveva poi ricordato, “ne abbiamo tutti molto bisogno”.
Condivide questa impostazione Mario Avagliano, che racconta come tra colleghi e addetti ai lavori l’attesa fosse molta. “Per lunghi anni – afferma – il silenzio è calato in modo inesorabile. L’amnistia concessa da Togliatti, e in seguito il fatto di dover tutelare la Germania Ovest come bastione occidentale per tutto il corso della Guerra Fredda, hanno impedito una vera ricerca fino a tempi non così lontani. Oggi, nel nome della trasparenza, viene fatto un nuovo passo in avanti”.
Meno entusiasta Marcello Pezzetti, direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma. “La pubblicazione ha ormai valore soltanto per gli storici e lascia per questo molta tristezza. Insieme a una domanda: quanti criminali sarebbero stati condannati se questo materiale fosse stato divulgato ben prima? Il rammarico – afferma – è che abbiamo impedito alla giustizia tedesca di fare il suo corso”. Riguardo al materiale diffuso online, Pezzetti si dice convinto che non “tocchi più di tanto” la costruzione che è stata fatta delle diverse vicende belliche.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine in alto la scelta dei prigionieri da destinare alle Fosse Ardeatine)

melamed - i lavori dell'ihra a lucerna
Shoah e scuola, oltre la storia
È nella grande e luminosa caffetteria della Pedagogische Hochschule che gli studiosi e i ricercatori convenuti da tutto il mondo a Lucerna per la "International Research Conference on Education about the Holocaust" si ritrovano per discutere di quanto fatto, per confrontare ricerche e pareri sulle molte sessioni che si svolgono in parallelo. Per due giorni e mezzo, nel grande palazzo che ospita la più importante istituzione universitaria dedicata alla formazione degli insegnanti della Confederazione Svizzera, le sessioni plenarie si alternano a ritmo serrato ai panel tematici che presentano singoli studi o progetti di ricerca internazionali, tutti di enorme valore. Sfide e obiettivi, tendenze nazionali e trend tematici, didattica, studi comparativi e tavole rotonde portano le decine di studiosi a impegnarsi su più fronti, con le sessioni che, svolgendosi contemporaneamente, obbligando più d'uno a dover scegliere fra gruppi di lavoro parimenti interessanti.
Leggi

QUI FERRARA - IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
Resistenza, superare la retorica
Al di là delle retoriche e delle pericolose strumentalizzazioni, è necessario studiare a fondo cosa è stata la Resistenza, qual è il suo significato e come agirono gli uomini che ne fecero parte, ebrei e non. In Italia in particolare ma anche in Europa. Un tema complesso e delicato su cui il convegno internazionale di Ferrara “Resistenza ebraica in Europa”, promosso dal Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) assieme all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e al Memorial de la Shoah di Parigi, ha avuto il merito di aprire una finestra. Un'iniziativa curata dal comitato scientifico formato da Anna Quarzi, Laura Fontana e Alberto Cavaglion che ha visto confrontarsi storici internazionali e italiani. Se la prima sessione infatti è stata dedicata al rapporto tra Resistenza ed ebrei in Francia, Germania e Polonia - con gli interventi rispettivamente di Renée Poznanski, della Ben Gurion University del Negev, di Beate Kosmala, del German Resistance Memorial Center di Berlino, e  Edyta Gawron, della Krakow Jagellonian University -, la seconda si è focalizzata sull'intreccio tra mondo ebraico, antifascismo e Resistenza. A discuterne, Matteo Stefanori, dell'Università della Tuscia, Antonella Guarnieri, responsabile Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, e Cavaglion, docente dell'Università di Firenze, protagonista anche del dibattito con le ospiti internazionali moderato dal Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana Picciotto, responsabile della ricerca scientifica del CDEC Milano.
Leggi

le celebrazioni per i 500 anni del ghetto
Venezia, la città delle idee  
Da Marco Polo, al Fontego dei Tedeschi e la diffusione delle merci veneziane, al Ghetto ebraico di Venezia in un contesto urbano. Queste alcune delle tematiche che verranno affrontate nel programma 2016 del Centro tedesco di studi veneziani presentato ieri mattina nella splendida cornice di Palazzo Barbarigo della Terrazza. “Kinesis - Città e movimento”: un percorso conoscitivo suddiviso in due cicli tematici che in maniera interdisciplinare spazieranno dalle scienze umanistiche e la storia, “Venezia nel contesto globale”, alle più diverse discipline artistiche, “Cosa ci muove”.

Michael Calimani
Leggi

Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia
Biella, il restauro del Sefer Torah
La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia ha lanciato la sua prima campagna di crowdfunding per finanziare il restauro di un antico sefer Torah (nell'immagine) proveniente dalla sinagoga di Biella, un progetto già intrapreso insieme alla Comunità ebraica della città per riportare in uso uno dei più antichi rotoli della penisola. Si tratta di una prima volta per il mondo culturale dell’ebraismo italiano, come ha sottolineato il presidente Dario Disegni, spiegando la decisione di avvalersi del sistema di finanziamento collettivo online per portare avanti le iniziative della Fondazione.
Leggi

qui firenze - spotlight
Riscoprendo antiche tracce
Ancora nell’ambito del Giorno della Memoria, per iniziativa congiunta della Regione, dell’Università e della sezione fiorentina dell’associazione Italia-Israele, ha avuto luogo a Firenze la proiezione dell’ottimo film-documentario israeliano “Shores of light” dedicato ai campi di transito costituitisi in Italia, nel Salento, per accogliere tanti giovani che, sopravvissuti alla Shoah, cercavano di rifarsi una famiglia e partire per Eretz Israel.
Con appropriate parole i saluti iniziali sono stati portati da Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, da Luigi Dei, rettore dell’Università, da Sara Cividalli, presidente della Comunità, da Valentino Baldacci, presidente di Italia-Israele, e da Gideon Meir, per sei anni ambasciatore di Israele in Italia e rimasto, come sua moglie Amira, molto legato a Firenze.
Leggi

pilpul

Storie - Eichmann, lettera inedita
Il criminale nazista Adolf Eichmann provò fino alla fine a negare le sue responsabilità nella Shoah, affermando di essere stato un "semplice strumento" di Adolf Hitler. È quanto risulta dalla lettera manoscritta dello stesso Eichmann, datata 29 maggio 1962, che il 27 gennaio scorso, in occasione della Giornata della Memoria, il presidente israeliano Reuven Rivlin ha deciso per la prima volta di rendere pubblica. Una missiva di quattro pagine, indirizzata all'allora presidente d’Israele Yitzhak Ben-Zvi, di cui già si conosceva l’esistenza (ne aveva parlato tra gli altri Hannah Arendt nel suo libro La banalità del male), ma non il contenuto.

Mario Avagliano
Leggi

Oblio
All’indomani della scomparsa del rabbino emerito, Elio Toaff z.l., il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, così si espresse: “Nel rispetto delle prerogative del Consiglio Comunale di Roma e delle normative esistenti, confido che sarei molto lieto dell’intitolazione di una via della Capitale a Elio Toaff, grande italiano”. Sono passati quasi dieci mesi e dopo l’approvazione dell’assemblea Capitolina, mentre in altre città italiane si è data o si darà a breve esecuzione di intitolazione di strade all’illustre personaggio, a Roma la proposta arrivata dal Colle sembra essere caduta nell’oblio.

Jonatan Della Rocca
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.