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7 aprile 2016 - 28 Adar II 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Nella Parashà di questa settimana sono descritte le regole relative alle possibili impurità rituali che si possono manifestare negli esseri umani, dopo che nella Parashà precedente si era parlato dell’impurità degli animali. Il Midràsh, a questo proposito, osserva: “Se l’uomo se lo merita, gli si dice che lui è il più importante nella storia della Creazione, altrimenti gli si ricorda che perfino la zanzara è più antica di lui”.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Lunedí 4 aprile su Pagine Ebraiche 24, un commento sollevava quattro quesiti sulla questione del soldato israeliano che a Hebron ha ucciso con un proiettile alla testa da due metri un terrorista palestinese che aveva pugnalato una persona, era stato ferito gravemente dai soldati presenti, e agonizzava steso per terra. Ecco le risposte alle curiosità lì esposte.
D. Come affrontare la presenza di mezzi di stampa apertamente “anti” in zone di guerra?
R. Il luogo del fatto citato non è una zona di guerra, bensì il quartiere insediativo ebraico di Tel Rumeida nel pieno centro di Hebron. Salvo dichiarare tutto lo Stato d’Israele e tutta la Cisgiordania “zona di guerra” a causa dei ripetuti atti di terrorismo, nel sistema democratico israeliano i mezzi di stampa hanno libero accesso dovunque, sia se “pro” sia se “anti”. In zone strettamente di guerra, invece, i mezzi di stampa, sia “pro” sia “anti”, sono interdetti.
D. La presenza della stampa pone regole di ingaggio estremamente articolate che spesso pongono la vita dei soldati in pericolo?
R. No, le regole di ingaggio dell’esercito israeliano sono estremamente precise, sono ben note a tutti i membri delle forze di sicurezza, e sono state confermate ripetutamente dal ministro della difesa Moshe Yaalon (del partito Likud) e dal capo di stato maggiore di Tzahal, il generale Gabi Eisenkot (che proviene dalla divisione di fanteria d’assalto Golani). È consentito aprire il fuoco contro fonti di fuoco nemiche che siano in grado di mettere in pericolo l’incolumità delle nostre forze. Dai risultati dell’autopsia, il palestinese è deceduto in seguito allo sparo in testa effettuato dal soldato mentre agonizzava steso a terra. La tesi che il terrorista potesse portare su di sé una cintura esplosiva è smentita da un controllo che un ufficiale aveva fatto sul corpo pochi minuti prima. La tesi di un pericolo imminente per gli astanti è smentita dal fatto che un soldato accovacciato accanto al palestinese si stava tranquillamente allacciando una scarpa. Lo sparo al palestinese, se portatore di una cintura esplosiva, è irresponsabile perché avrebbe potuto innescare l’ordigno causando una strage fra i molti presenti a brevissima distanza.
 
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Vietato l'ingresso in Italia all'imam dell'odio
“Suwaidan non potrà entrare e non entrerà in Italia”. A chiudere la porta del nostro Paese all'imam  kuwaitiano Tareq Suwaidan, a causa dei suoi messaggi “radicali, antioccidentali e antisemiti”, è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Suwaidan, già bandito da Regno Unito e Belgio, era stato invitato in Italia dall'Associazione islamica italiana degli imam dal 7 al 17 maggio (Libero). La sua figura, ha spiegato il ministro dell'Interno, era ben nota alle forze di polizia. “Un predicatore d'odio della peggior specie, di cui sono note le posizioni antisemite e antiisraeliane e che alcuni irresponsabili hanno invitato a tenere un corso di formazione per guide religiose. - ha dichiarato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha voluto ringraziare il ministro Alfano per l'impegno dimostrato  “nella lotta all'odio e all'estremismo islamista”. L'augurio del presidente UCEI è inoltre che si facciano ulteriori verifiche su chi abbia deciso di invitare un imam radicale come Suwaidan in Italia. “Gli ebrei sono legati solo alla corruzione”, una delle affermazioni deliranti e antisemite dell'imam, la cui violenta retorica era stata denunciata dall'islamologa Valentina Colombo (Corriere dell'Alto Adige).

Il Talmud parla italiano. Ancora molta attenzione sui media italiani e internazionali per il progetto di traduzione in italiano del Talmud babilonese, avviato grazie alla firma nel 2011 del protocollo d’intesa tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Miur, Cnr e UCEI. Il primo volume (edito da Giuntina), come racconta Elisabetta Povoledo sul New York Times, è stato presentato il 5 aprile a Roma e donato al Presidente Sergio Mattarella. “Un'edizione certo non semplice che rispecchia la straordinaria complessità del Talmud” sottolinea il direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. “Un evento storico che ha ricucito vecchie ferite”, riporta il Tempo.

Online la mappa delle stragi. L’Atlante degli eccidi compiuti in Italia dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945 è ora consultabile su internet (www. straginazifasciste.it), grazie alla collaborazione tra Anpi, Insmli e Repubblica Federale tedesca. A raccontare il progetto, presentato ieri alla Farnesina, Mario Avagliano sul Messaggero: “ L’Atlante – spiega Avagliano - è composto da una banca dati georeferenziata, da schede monografiche su ogni episodio e da testi contenenti la ricostruzione storica dei fatti, corredati da materiale fotografico”.
 
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  davar
il messaggio al ministro dell'interno alfano
“Nella lotta all’Islam radicale
vediamo un impegno costante”

In seguito alla decisione delle autorità italiane di vietare l'ingresso nel Paese all'imam radicale Tareq Suwaidan, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha rivolto al ministro degli Interni Angelino Alfano il seguente messaggio:

Desidero esprimere al ministro Alfano le più vive felicitazioni per il suo impegno nella lotta all’odio e all’estremismo islamista. Un impegno che si sta rivelando significativo e caratterizzato da molti risultati concreti. L’ultimo dei quali, poche ore fa, l’aver impedito l’ingresso in Italia all’imam radicale Tareq Suwaidan. Un predicatore d’odio della peggior specie, di cui sono note le posizioni antisemite e antiisraeliane e che alcuni irresponsabili hanno invitato a tenere un corso di formazione per guide religiose. Un fatto gravissimo, su cui ci auguriamo possano essere compiute ulteriori verifiche.

Renzo Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
 

IL PRESIDENTE ANPI A PAGINE EBRAICHE
"Cortei del 25 aprile, al lavoro
per evitare brutte sorprese"

Da anni c’è chi prova a inquinare lo spirito più autentico del 25 aprile con iniziative che intendo rigettare chiaramente. Siamo al lavoro per instaurare anticorpi solidi, che tengano il più possibile al riparo da brutte sorprese”. Con fermezza, attraverso il nostro notiziario, il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia (nell’immagine) risponde al tentativo di un ampio gruppo di associazioni propal di
rovinare la festa della Resistenza con nuovi slogan e parole d’odio nei confronti di Israele. “Confido nel commissario straordinario dell’Anpi Roma, Claudio Maderloni, affinché le iniziative del 25 aprile nella Capitale possano svolgersi con gioia e serenità” dice Smuraglia, intervenendo a poche ore da una riunione programmatica organizzata nelle aule della facoltà di Fisica dell’Università La Sapienza dal Forum Palestina.Molteplici, come vi abbiamo raccontato negli scorsi giorni, le sigle coinvolte in questa iniziativa. Tra le altre Comunità Palestinese di Roma e del Lazio; Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila; Comitato Con la Palestina nel cuore; Forum Palestina; Comitato per non dimenticare il diritto al ritorno; Fronte Palestina (Roma); UDAP; Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese; associazione Amici dei prigionieri palestinesi; Rete Romana di solidarietà con il Popolo Palestinese.
“Invitiamo tutti e tutte ad intervenire alle celebrazioni del 25 aprile 2016 a Roma e a fare altrettanto in tutta Italia in maniera forte e unitaria. Porteremo con noi la bandiera della Palestina, simbolo della più lunga e accanita lotta contro l’invasore e l’oppressore dei nostri tempi, e le bandiere di tutte le Resistenze” l'appello lanciato dagli organizzatori. Una presenza ai cortei “militante antifascista, internazionalista, antisionista e antimperialista”, si legge, e da condurre “sulla scia dei risultati conseguiti lo scorso anno”.

(Nelle immagini, dall'alto al basso, i cortei della Brigata Ebraica
per il 25 aprile a Milano e Roma)
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Bologna Children’s Book Fair
DafDaf, scuola d'integrazione
L’incontro “Integrazione? Tutti presenti!” organizzato dalla redazione di DafDaf nel terzo giorno della Bologna Children’s Book Fair ha concluso la programmazione del Caffè degli autori. Pensato come seconda puntata di un percorso apertosi lo scorso anno con un incontro intitolato “Raccontare l’indicibile”, l’appuntamento coordinato e moderato da Ada Treves ha voluto raccogliere e confrontare i punti di vista di coloro che con i libri per bambini hanno a che fare concretamente, scrivendoli, illustrandoli, pubblicandoli e, grazie alla partecipazione di Sonia Brunetti, dirigente della scuola ebraica di Torino, accompagnando i bambini alla lettura. Anna Forlati, illustratrice nota sia in Italia che all’estero, ha voluto sottolineare in apertura di incontro come nonostante sia un argomento complesso sia giusto e necessario affrontarlo senza timore: “I bambini sono molto più pronti e aperti di quanto spesso si creda, e si possono far passare anche concetti difficili, o dolorosi. Io sono per mostrare, per illustrare, non per nascondere. Ma con attenzione, con rispetto”.
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Bologna Children’s Book Fair
Israele, fra pagine e cactus
Una siepe di cactus alta più di due metri e i cento migliori libri per bambini degli ultimi tre anni. Un’illustratrice, Lior Grossmann, e la volontà di presentare al pubblico della Bologna Children’s Book Fair la ricchezza e allo stesso tempo la complessità di Israele. Ingredienti semplici, che hanno però portato a un successo tale da sorprendere. Il profilo della Città bianca, mescolato a elementi provenienti da tutto il paese ha fatto da sfondo ai libri esposti e ai tantissimi incontri che si sono tenuti in uno stand che ha sollevato grande curiosità. È con l’aria stravolta e un po’ stralunata che accomuna un po’ tutti nell’ultimo giorno di fiera che Dave Yacoov racconta come per quattro giorni lo spazio di Israele sia stato al centro di un flusso inarrestabile di curiosi. Editori, illustratori, giornalisti che molto hanno apprezzato la scelta compiuta dal Ministero degli affari esteri e dall’Ambasciata israeliana in Italia, che hanno voluto mostrare a Bologna le tante sfaccettature di un paese che pochi conoscono davvero.
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qui livorno - il limmud per rav elio toaff
Il Maestro del Novecento italiano
Un incontro "per rendere omaggio alla memoria di un grande Maestro, ultimo allievo eccellente del Collegio rabbinico di Livorno, che unendosi a quello di Firenze diede origine alla scuola rabbinica italiana", ma anche un'occasione per "guardare alla nostra Comunità, immaginandola nel futuro prossimo". Questo il significato del limmud per ricordare, a un anno dalla sua scomparsa, il rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff , tenutosi nella sua città natale, Livorno. Un modo, come ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica livornese Vittorio Mosseri, per rendere omaggio a un grande Maestro del Novecento. "Per ogni epoca, per ogni generazione, per ogni situazione, Dio di volta in volta manda il rabbino più adatto, poiché il lavoro di un maestro e l'interpretazione della Torah e del Talmud devono adattarsi al momento storico. Il rav Toaff è stato mandato dal Signore perché era la persona più giusta per il momento che l'Italia ebraica stava vivendo". Così il rabbino capo di Livorno Yair Didi ha aperto la giornata di studio. "Oltre che per quell'abbraccio con il papa Wojtyla, diventato un momento fondamentale nel ricordo di tutti, – ha sottolineato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni (nell'immagine, nel corso del suo intervento. Alla sua sinistra rav Didi, alla sua destra, il presidente Mosseri) – ricordo il rav Toaff come guida dal pugno deciso contro la disgregazione della Comunità e soprattutto come insegnante, da cui ho imparato anche molte cose pratiche, come a fare le matzot". Oltre a Didi e Di Segni, che di Toaff è stato allievo e successore, nel corso della mattinata sono intervenuti il rabbino capo di Napoli Umberto Piperno, il professor Gabriel Levy e l'ex presidente della Comunità livornese Samuel Zarrugh. Nel corso del pomeriggio seguiranno le riflessioni del presidente dell'Assemblea Rabbinica Italiana Giuseppe Momigliano, del rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, del rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta, del rabbino capo di Modena Beniamino Goldstein, e del preside delle scuole ebraiche di Roma Benedetto Carucci Viterbi.
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qui Bologna
Dall’università al museo ebraico,
i laureati ridiscutono la tesi

Offrire ai giovani laureati dell’Alma Mater in materie inerenti alla cultura ebraica la possibilità di ridiscutere le proprie tesi di laurea, esponendo i contenuti della propria ricerca, davanti a un pubblico formato da studenti universitari, studiosi di cultura ebraica, abituali frequentatori del museo. È la finalità dell’iniziativa “Oggi mi laureo al Meb” lanciata dalla direzione del Museo ebraico di Bologna in collaborazione con la Scuola di Lettere e Beni Culturali della locale Università degli Studi.
Il primo appuntamento ha avuto come protagonista Cesare Barbieri, laureato in lettere classiche, che ha “ridiscusso” la sua tesi su “Il nascondere nell’ebraismo: il Nome di Dio e la sua rivelazione a Mosè” insieme al relatore, la professoressa Francesca Sofia.
Pubblico particolarmente qualificato per la presenza in sala, tra gli altri, dei docenti Costantino Marmo, direttore della Scuola di Lettere dell’Università di Bologna e sostenitore convinto dell’iniziativa, Antonella Salomoni, sempre dell’Università di Bologna, e Piero Capelli dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
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qui roma - segnalibro
"Yoni, un eroe di Israele"
Aveva appena 30 anni quando perse la vita, comandante d’assalto in una delle iniziative più spettacolari ed efficaci mai condotte dall’esercito israeliano: l’Operazione Entebbe. In luglio ricorrerà il 40esimo anniversario di quell’azione destinata a lasciare il segno, raccontata anche in un celebre film di Irvin Kershner. È passato quindi molto tempo. Ma il ricordo di Yonathan Netanyahu, il fratello dell’attuale primo ministro Bibi, non è una memoria lontana.
A ricordarlo è una preziosa raccolta di lettere, curata da Michele Silenzi e pubblicata da Liberilibri, in cui emergono con forza le passioni di Yoni, i suoi slanci ideali, i sani e profondi legami con la famiglia, gli amori, i propri cari. Nato a New York, una forte vocazione intellettuale, Yoni abbandona gli studi ad Harvard per Israele. E la difende da protagonista, fino al tragico epilogo.
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qui Trieste
Gli spartiti della Memoria
Presentata a Trieste una nuova edizione del Festival Viktor Ullmann, manifestazione dedicata alla musica concentrazionaria, degenerata e dell’esilio. Molte le novità di quest’anno, annunciate in conferenza stampa dal presidente dell’Associazione Musica Libera Davide Casali, dal Sovrintendente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi Stefano Pace e dal rabbino capo rav Eliezer Shai Di Martino.
Il festival si aprirà domenica prossima per concludersi a dicembre e si declinerà in diversi eventi fra concerti, conferenze e documentari a ingresso libero (tranne il concerto al Verdi con ingresso fissato in 10 euro e quello presso il Museo Schmidl, che prevede la formula visita più concerto a 4 euro) in programma a Trieste e in altre località della regione Friuli Venezia Giulia tra cui Gradisca d’Isonzo, Gorizia, Montereale Valcellina e Topolò.
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qui firenze
Dialogo, incontrarsi a tavola
Incontrarsi a tavola per gettare un ponte che unisca momenti di convivialità e riflessione. Confrontarsi sul valore del cibo come elemento unificante e punto di partenza per un percorso condiviso e permanente. Questo il senso del primo appuntamento del ciclo “La religione è servita. Ebrei, cristiani e musulmani si incontrano.… a tavola” promosso dall’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose. Significativa affluenza di pubblico e cibo di alta qualità a segnare l’avvio di questa iniziativa, che ha aperto con un approfondimento sulla cultura ebraica: protagonisti il rabbino capo Joseph Levi e lo chef Jean-Michel Albert Carasso, coadiuvato da alcuni studenti dell’Istituto Alberghiero Aurelio Saffi. Mentre in rappresentanza del Comune è intervenuta Sara Funaro, assessore al Welfare.
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jciak
Shylock secondo Al Pacino
In attesa della prima messinscena de Il Mercante di Venezia nel ghetto dov’è idealmente ambientato, per assaggiare quell’atmosfera vale la pena di affidarsi ad Al Pacino e alla sua meravigliosa interpretazione di Shylock ne Il Mercante di Venezia (2004) di Michael Radford. Diretto dal regista inglese che dieci anni prima aveva meritato l’Oscar con Il Postino, il film schiera Jeremy Irons nel ruolo di Antonio e, in quello di Bassanio, Joseph Fiennes, da Shakespeare in Love sempre a perfetto agio nei panni storici, ma qui un po’ incolore
Proiettato per la prima volta al Festival del cinema di Venezia e girato in parte a Vicenza e al castello di Thiene, il film mette in scena il conflitto tra Antonio, uomo d’affari sull’orlo della rovina, e Shylock, l’usuraio ebreo che gli chiede di garantire il prestito con una libbra di carne del suo corpo. Sospetti e pregiudizi si addensano fino al processo finale, che vede Shylock perorare la sua causa con un’eloquenza avvincente.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Noi per primi
È tutto un fiorire di convegni, dichiarazioni, incontri incentrati sulla campagna europea contro l’hate speech on line ovvero le parole di odio che riempiono la rete internet, i social network, i blog. Con lo slogan “Silence hate – Changing words changes the world” e l’hashtag #silencehate, l’Europa cerca di frenare la mostruosa e pericolosissima deriva che alimenta ormai quotidianamente xenofobia, antisemitismo, islamofobia, razzismi vecchi e nuovi, cyberbullismo e nefandezze varie. 

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Bobby Mc Ferrin
Questo mese ha compiuto 66 anni ma non ci pensa affatto ad andare in pensione. Sto parlando di Bobby Mc Ferrin, uno dei musicisti più interessanti e originali degli ultimi 30 anni.
Newyorchese, figlio di due cantanti d’opera, inizia a studiare pianoforte ma sviluppa fin da ragazzo la passione per il canto. Il suo primo mentore è Jon Hendricks, il re dello scat e poco alla volta arrivano le collaborazioni prestigiose, tra cui George Benson e Herbie Hancock.
Il suo primo disco esce nel 1984, è un album dedicato esclusivamente allo strumento voce, che Bobby sa esplorare in tutte le sue possibilità. La sua voce si estende su 4 ottave, ha l’orecchio assoluto e dunque un’intonazione perfetta e sa produrre suoni incredibili, con centinaia di sfumature diverse.


Maria Teresa Milano
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Time Out - Quali moschee
Sull’apertura di nuove moschee si dibatte molto, spesso in maniera errata. La discussione non dovrebbe riguardare la possibilità di creare nuovi luoghi di culto e spazi di preghiera, ma le forme di tutela per la sicurezza pubblica. Da un lato serve perciò evitare estremismi e isterie, dall’altro bisogna abbandonare il politicaly correct e dire che costruire una moschea non è come costruire una chiesa, una sinagoga o un tempio valdese. I bandi, che in punta di diritto possono essere la forma più corretta, possono poi nascondere spiacevoli sorprese, specie se a vincere sono organizzazioni con rapporti controversi.

Daniel Funaro
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Nutella o salmone
Il problema, con gli autori che ami, è sempre lo stesso: attesa e disattesa. Nabokov, che era e resta uno dei più grandi scrittori del 900, diceva “I go by books, not by authors”, che lui non andava ad autori, ma a libri. E credo abbia, ancora una volta, ragione. Fra parentesi: la ragione per cui metto il russo americano francese più inglese che ci sia mai stato in letteratura fra i miei preferiti in assoluto, è proprio perché con lui, la massima appena citata, non vale. Non ho ancora trovato un solo libro di Vladimir che non sia buono, e potrei citarne almeno quattro ottimi, sia in narrativa sia in saggistica, per non parlar delle lettere, straordinarie! Ma è una eccezione.

Valerio Fiandra
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L'esperienza più atroce
Vedevo, in una foto apparsa negli ultimi giorni sulla stampa italiana, quel che resta della famiglia Regeni: se gli sguardi di padre e sorella mi sembravano mostrare una certa fierezza e reattività dietro l'immensa mestizia, nonostante l'incisività dei messaggi che ha inviato alle istituzioni italiane ed egiziane, la madre serbava in quegli occhi tutta la mestizia portata dal dolore più grande ed innaturale che una donna possa provare: quello per la morte di un figlio. 

Sara Valentina Di Palma
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