Paolo Sciunnach,
insegnante | “Il
messaggio del Baal Shem Tov: sul piano spirituale l’ebraismo attraversa
una crisi spirituale senza precedenti. Le istituzioni rabbiniche
esistenti sono troppo rigide, troppo chiuse e immutabili. Non tollerano
iniziativa spirituale. I rabbini traumatizzati dal falso messianesimo
di Shabbaetay Tzvì, diffidano da tutto ciò che appaia spirituale. Ma
nessun popolo può sopravvivere senza slancio spirituale, meno fra tutti
il popolo di D-o: Israele. Per diffondere il suo insegnamento
spirituale ed etico il Baal Shem Tov non risparmiava nessuno, non
risparmiava forza e coraggio. Sempre premuroso e gentile. Gli unici che
non trovavano grazia ai suoi occhi erano i Rabbini in cattedra
ufficiale: ‘un giorno tanto faranno che impediranno al Messia di
giungere!'”. (Elie Wiesel).
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Anna
Foa,
storica | L'antisemitismo
continua a dilagare! la sapete l'ultima? su Facebook qualcuno ha osato
addirittura proporre il rogo di Pagine Ebraiche! il rogo, badate bene,
senza farsi spaventare dalle memorie dei roghi dei libri di cui
recentemente si è ricominciato a parlare. Ormai non ci sono più remore,
dopo il BDS l'antisemitismo è stato proprio sdoganato, nessuno ha più
paura di proclamarsi antisemita, ma finora a proporre il rogo di
giornali ebraici non c'era ancora arrivato nessuno. Come dite? oops!
non sono gli antisemiti che lo hanno detto? siete sicuri? strano!
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via libera al grande museo di ferrara
Il governo apre la strada del Meis
Il polo ebraico ora prende il volo
Il
Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il
via e la strada per Ferrara è ora aperta. I finanziamenti che mancavano
all’appello per la realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo
italiano e della Shoah (25 milioni di euro) ora sono disponibili e il
ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha più volte dimostrato
di avere a cuore il progetto, per dare l’annuncio dello storico
stanziamento ha scelto questa mattina assieme al presidente del Meis
Dario Disegni e al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna, che del Museo è Consigliere, l’apertura dei
lavori del prestigioso convegno romano “Quale Memoria per quale
società” che ha coinvolto anche Mario Venezia (Museo della Shoah di
Roma), Roberto Jarach (Binario 21 Milano) e Giorgio Sacerdoti
(Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea). Con questa
decisa risoluzione del governo la strada per la costruzione del polo
culturale ebraico di Ferrara è ormai definita. Nei prossimi giorni
prenderà servizio il nuovo direttore Simonetta Della Seta, a cui Pagine Ebraiche di Maggio,
in distribuzione in questi giorni, dedica la grande intervista del
mese. Al giornale dell'ebraismo italiano, la direttrice spiega la sua
visione di museo ebraico e il ruolo centrale che Ferrara assumerà come
luogo di studio della storia e della cultura ebraica. Una storia, viene
ricordato nelle pagine dedicate al Meis, segnata in modo indelebile
dallo scrittore Giorgio Bassani, di cui quest'anno cade il centenario
dalla nascita. Per l'occasione il Meis sarà protagonista in diverse
iniziative che celebreranno la figura di Bassani ma il primo prezioso
regalo è già in arrivo: Ferigo Foscari Widmann Rezzonico ha infatti
annunciato la donazione al Museo dei manoscritti de Il giardino dei
Finzi Contini che lo scrittore ferrarese regalò alla nonna Teresa
Foscari Foscolo come segno di amicizia.
E
ancora, il prossimo settembre a Ferrara si prosegue alla definizione di
grandi iniziative culturali da parte del Meis (in alto un immagine di
come sarà il museo), con la riformulazione della Festa del libro
ebraico già sperimentata negli scorsi anni. Nel settembre del 2017
l’appuntamento sarà con la prima grande esposizione, che dovrebbe
essere collocata in un’area già parzialmente sistemata. Fra l’attuale
palazzina degli uffici e il grande corpo C dell’ex carcere rimesso a
nuovo, in attesa dei cinque edifici di collegamento destinati a
simboleggiare i cinque Libri della Torah, troverà collocazione una
struttura temporanea per consentire in ogni caso al Museo di entrare
nel pieno della sua attività. Al termine dei lavori l’ingresso per il
pubblico e le strutture di accoglienza saranno collocate, come previsto
dal progetto, lungo il suggestivo itinerario della cerchia delle mura. Leggi
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via libera al grande museo di ferrara
Franceschini: 'Ebraismo italiano,
un patrimonio da custodire'
“La
legge del 2003 ha scelto Ferrara come sede del museo nazionale anche in
ragione dello straordinario contributo che la sua comunità ebraica ha
saputo offrire attraverso i secoli. Ferrara è la città di Giorgio
Bassani, di cui stiamo celebrando il Centenario dalla nascita. E più in
generale è luogo di incontro, cultura e impegno in cui questa identità
ha saputo esprimersi ai più alti livelli” sottolinea il ministro della
Cultura Dario Franceschini (nell'immagine con il presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna durante una visita al
complesso dove sorgerà il Meis) a Pagine Ebraiche a margine della
conferenza stampa di presentazione dell’ampio piano di intervento sul
territorio annunciato ieri e sintetizzato nello slogan ‘Un miliardo per
la cultura’, in cui è previsto lo stanziamento dei finanziamenti per
completare la realizzazione del Museo nazionale dell'ebraismo italiano
e della Shoah di Ferrara.
Da ferrarese c’è un certo orgoglio, una certa emozione per l’annuncio odierno?
La cultura è un elemento caratterizzante dell’identità italiana. Una
ricchezza che il mondo ci invidia e che non è possibile separare dai
destini e dal contributo che singoli ebrei italiani o gruppi più ampi
ci hanno donato. A Ferrara in particolare questo contributo ha lasciato
un segno profondo contribuendo alla formazione di milioni di italiani
che dall’ebraismo, dalla sua grande vivacità culturale, hanno attinto
insegnamenti e principi universali. Me compreso.
Quale la tempistica di erogazione dei fondi?
Immediata. Lo stanziamento è già stato deliberato e sarà quindi erogato
all’interno di un piano pluriennale di intervento. Non parole, ma
fatti: si tratta di una misura che, per il Meis e per le altre realtà
coinvolte, è segnata da una significativa operatività. A Ferrara tre
lotti sono già stati finanziati, si tratta adesso di concludere un
percorso che è già avviato.
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via libera al grande museo di ferrara
Disegni: "Nuove responsabilità
che ci onorano ed entusiasmano"
“Sono profondamente grato per un atto che ha un valore straordinario e che ci investe di nuove importanti responsabilità”.
Non nasconde l’emozione Dario Disegni, presidente del Meis, per il
contributo di 25 milioni di euro stanziato dal governo per il
completamento del museo dell’ebraismo italiano di Ferrara.
“È una soddisfazione grandissima – afferma – perché si riconosce una
nuova volta la centralità di quest’opera per la cultura nazionale. Ed è
inoltre un stimolo per la neo direttrice e per l’intero Consiglio, che
dovranno far sì che tutto si svolga secondo il cronoprogramma
stabilito”. Leggi
meis, la nuova direttrice a pagine ebraiche
Della Seta: "La città di Ferrara polo vivo di cultura ebraica"
“Il
lavoro è collettivo, il risultato è collettivo. Noi giornalisti lo
sappiamo”. Studiosa, diplomatica e grande protagonista delle politiche
culturali, da brevi momenti alla guida del progetto più ambizioso
dell’ebraismo italiano, il Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e
della Shoah di Ferrara, Simonetta Della Seta non dimentica l’origine
del suo impegno professionale, il clima della redazione e il gusto di
ragionare assieme ai tanti colleghi che ha avuto la fortuna di
incontrare nei giornali. La sua esperienza fra pagine e notizie conta,
e il suo orgoglio professionale si quieta solo davanti all’affettuosa
considerazione che qui a Pagine Ebraiche non siamo in genere inclini a
intervistare i colleghi. Allora ammette di essere una giornalista tutta
speciale, diciamo fuori dall’ordinario, e prima di fare le valige per
Ferrara, di lanciarsi in una nuova, entusiasmante esperienza, torna a
cercare energia nel suo grande bagaglio d’esperienze e di conoscenze,
che ne hanno fatta un’esperta vera di Israele e d’Italia, di politica
mediterranea e di politica culturale, di creazione e di comunicazione.
Ancora stordita, emozionata da questo nuovo incarico?
Certo, anche perché vorrei accostarmi a questa responsabilità enorme
che mi è stata attribuita con tutta l’umiltà di cui sono capace. Vorrei
ascoltare, elaborare, mettere a fuoco le speranze e le opportunità che
ci attendono. E soprattutto voglio ringraziare i pionieri, tutti coloro
che si sono impegnati in questi anni per far sì che il progetto di
Ferrara prendesse effettivamente corpo e divenisse il baricentro e lo
snodo delle politiche culturali che per la società italiana e
internazionale fanno riferimento all’esperienza degli ebrei italiani.
Vorrei entrare, insomma, in punta di piedi e avere sempre presente il
lavoro svolto da altri in questi anni difficili, l’impegno di coloro
che dagli inizi coma oggi hanno creduto nel progetto, la
professionalità di tutti coloro che hanno offerto i primi contributi,
la convinzione e la lungimiranza degli amministratori locali che hanno
compreso come questa, che è una grande occasione per l’ebraismo
italiano, costituisca anche una grande occasione per Ferrara. Per una
città che grazie alle relazioni fra l’elemento ebraico e la società nel
suo complesso è divenuta grande e ha offerto così tanto al mondo.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche Maggio 2016
(Disegno di Giorgio Albertini) Leggi
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QUI ROMA - ADDETTI AI LAVORI A CONFRONTO
I musei e la sfida della Memoria
Quale
memoria, per quale società?. “In un momento in cui l’identità ebraica
in Europa vacilla, e ci si chiede sempre più spesso che cosa significhi
essere ebrei nella Diaspora, e accanto a questo la società è sempre più
disincantata e disillusa sui suoi valori fondanti, i musei stanno
assumendo un’importanza e una diffusione sempre maggiori, come luoghi
in cui definire se stessi a partire dal passato”. Questa una delle
possibili riflessioni di fronte a questo quesito, fornita dallo storico
e direttore editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi Georges
Bensoussan, nella lectio magistralis tenuta a Roma nel corso del
convegno intitolato appunto “Quale memoria, per quale società? Il ruolo
dei musei nella società contemporanea”. L’evento è stato promosso
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dal Ministero per i Beni
e le Attività culturali e del Turismo, nel cui Salone del Consiglio si
sono svolti i lavori, aperti dal ministro Dario Franceschini e dal
presidente UCEI Renzo Gattegna con l’annuncio dello stanziamento da
parte del governo di 25 milioni di euro che permetteranno il
completamento dei lavori per il Museo nazionale dell’ebraismo italiano
e della Shoah di Ferrara. Leggi
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qui bergamo, qui milano
Il bestiario di Primo Levi
Apre
domattina col saluto del Rettore la prima di due intense giornate
dedicate a "L'uomo e altri animali. Primo Levi etologo e antropologo"
che porteranno all'Università di Bergamo durante la prima giornata e
all'Università degli studi di Milano Bicocca il giorno successivo
numerosi studiosi. La prima sessione, presieduta dallo scrittore e
saggista Marco Belpoliti, che dell'Università di Bergamo è docente,
sarà aperta dall'intervento di Francesco Remotti, dell'Università di
Torino, intitolato "Primo Levi: la via difficile delle somiglianze" per
proseguire con Marco Aime (Università di Genova) con "Lo specchio
dell'altro" e con "Teodicea e antropodicea: il dialogo di Levi con
Giobbe", l'intervento che Manuela Consonni, docente della Hebrew
University di Gerusalemme e direttrice del Centro Internazionale Vidal
Sassoon per lo Studio dell'Antisemitismo presso la stessa università.
Dopo una breve pausa sarà la volta di Domenico Scarpa, del Centro
Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, con "La ricerca nel
campo", seguito da "Bestialità", di Gianfranco Marrone dell'Università
di Palermo. La sessione pomeridiana, presieduta da Giovanni Bottiroli,
si apre con Martina Mengoni, della Scuola Normale Superiore di Pisa,
che dedica il suo intervento alle "Corrispondenze etnografiche. Primo
Levi e Claude Levi-Strauss", mentre sarà lo stesso Belpoliti,
coordinatore e organizzatore del convegno, a portare un contributo
intitolato "Nasi, boccette, ricordi", prima della relazione del
professor Alessandro Cinquegrani, docente dell'Università di Venezia,
che parlerà de "Il nazismo e altri paradossi etologici. Leggi
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Informazione – International Edition
Dal Seicento al Progetto Talmud,
l’editoria ebraica parla italiano
Cinque
secoli fa, quando la tecnologia della stampa muoveva i suoi primi
passi, eccellenze italiane del settore erano protagoniste di un grande
progetto editoriale ebraico collettivo e diffuso sul territorio, che
produsse migliaia di copie dei testi più importanti della tradizione. A
poche settimane dalla pubblicazione del primo volume del Talmud
tradotto in lingua italiana, il professor Daniel Leisawitz del
Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA) ricorda il lontano
precedente nella sua rubrica “Altrove/Elsewhere” sull’edizione
internazionale di Pagine Ebraiche.
“Quella della traduzione del Talmud in italiano è una notizia epocale,
ma non è la prima volta che un progetto editoriale di testi ebraici
coordinato e di larga scala ha luogo nel paese. Quasi 500 anni fa, la
stampa ebraica fiorì nell’Italia centrale e settentrionale, con
epicentro la città di Mantova. Tuttavia, in quel caso l’iniziativa non
prese avvio con l’aiuto dello stato, ma invece sospinta dalle politiche
repressive della Chiesa della Controriforma, di cui significativo
esempio fu la messa al bando e il rogo del Talmud ordinato da papa
Giulio III nel 1553. Come conseguenza di questa minaccia alla loro
cultura, gli ebrei italiani cercarono di salvare il proprio patrimonio
culturale e religioso dall’annientamento disseminando i testi il più
possibile grazie all’emergente tecnologia della stampa”. Leggi
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sorgente di vita
La storia della Brigata Ebraica
25
aprile 2016, festa della Liberazione: ancora una volta, a Roma come a
Milano, i simboli e la bandiera della “Brigata ebraica” sono
stati oggetto di contestazioni e provocazioni da parte di gruppi
filopalestinesi in chiave anti-israeliana. Ripercorriamo allora, nel
servizio di apertura della puntata di Sorgente di vita di domenica 1
maggio, in replica questa sera, la storia di questo speciale gruppo di
soldati, le “Jewish Units” che nell’estate 1943 sbarcano in Sicilia con
le truppe angloamericane. Inquadrati nell’VIII armata britannica,
diventeranno la “Brigata ebraica”, unità combattente sotto la bandiera
bianco azzurra con la Stella di David, che nel ’48 diventerà il
vessillo dello Stato d’Israele. Composta da soldati ebrei provenienti
dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, la “Brigata” partecipa
attivamente alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e
contribuisce alla rinascita delle comunità ebraiche. Leggi
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Oltremare
- Strategia |
Ogni
bella cosa finisce, dice il saggio. Un saggio pessimista, per quanto mi
concerne, che però potrebbe avere ragione su di una cosa: la totale ed
eccessiva libertà di cui fino a ieri abbiamo goduto noi ciclisti per le
strade affollate di Tel Aviv.
La libertà è quella cosa che quando si ha non si valuta, e solo quando
si perde ci si rende conto di quanto era preziosa. E dunque, da ieri,
questa novità improvvisa di dover tenere le ruote della bicicletta
dentro alle ri-dipinte strisce bianche che ora delimitano la zona
ciclabile sui marciapiedi, e di dover per forza scendere sulla strada
dove quelle strisce non ci sono, è un momento difficile per tutti noi.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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