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2 maggio 2016 - 24 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
“Il messaggio del Baal Shem Tov: sul piano spirituale l’ebraismo attraversa una crisi spirituale senza precedenti. Le istituzioni rabbiniche esistenti sono troppo rigide, troppo chiuse e immutabili. Non tollerano iniziativa spirituale. I rabbini traumatizzati dal falso messianesimo di Shabbaetay Tzvì, diffidano da tutto ciò che appaia spirituale. Ma nessun popolo può sopravvivere senza slancio spirituale, meno fra tutti il popolo di D-o: Israele. Per diffondere il suo insegnamento spirituale ed etico il Baal Shem Tov non risparmiava nessuno, non risparmiava forza e coraggio. Sempre premuroso e gentile. Gli unici che non trovavano grazia ai suoi occhi erano i Rabbini in cattedra ufficiale: ‘un giorno tanto faranno che impediranno al Messia di giungere!'”. (Elie Wiesel).
 
Anna
Foa,
storica
L'antisemitismo continua a dilagare! la sapete l'ultima? su Facebook qualcuno ha osato addirittura proporre il rogo di Pagine Ebraiche! il rogo, badate bene, senza farsi spaventare dalle memorie dei roghi dei libri di cui recentemente si è ricominciato a parlare. Ormai non ci sono più remore, dopo il BDS l'antisemitismo è stato proprio sdoganato, nessuno ha più paura di proclamarsi antisemita, ma finora a proporre il rogo di giornali ebraici non c'era ancora arrivato nessuno. Come dite? oops! non sono gli antisemiti che lo hanno detto? siete sicuri? strano!
 
  davar
via libera al grande museo di ferrara 
Il governo apre la strada del Meis
Il polo ebraico ora prende il volo

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via e la strada per Ferrara è ora aperta. I finanziamenti che mancavano all’appello per la realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah (25 milioni di euro) ora sono disponibili e il ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha più volte dimostrato di avere a cuore il progetto, per dare l’annuncio dello storico stanziamento ha scelto questa mattina assieme al presidente del Meis Dario Disegni e al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che del Museo è Consigliere, l’apertura dei lavori del prestigioso convegno romano “Quale Memoria per quale società” che ha coinvolto anche Mario Venezia (Museo della Shoah di Roma), Roberto Jarach (Binario 21 Milano) e Giorgio Sacerdoti (Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea). Con questa decisa risoluzione del governo la strada per la costruzione del polo culturale ebraico di Ferrara è ormai definita. Nei prossimi giorni prenderà servizio il nuovo direttore Simonetta Della Seta, a cui Pagine Ebraiche di Maggio, in distribuzione in questi giorni, dedica la grande intervista del mese. Al giornale dell'ebraismo italiano, la direttrice spiega la sua visione di museo ebraico e il ruolo centrale che Ferrara assumerà come luogo di studio della storia e della cultura ebraica. Una storia, viene ricordato nelle pagine dedicate al Meis, segnata in modo indelebile dallo scrittore Giorgio Bassani, di cui quest'anno cade il centenario dalla nascita. Per l'occasione il Meis sarà protagonista in diverse iniziative che celebreranno la figura di Bassani ma il primo prezioso regalo è già in arrivo: Ferigo Foscari Widmann Rezzonico ha infatti annunciato la donazione al Museo dei manoscritti de Il giardino dei Finzi Contini che lo scrittore ferrarese regalò alla nonna Teresa Foscari Foscolo come segno di amicizia.
E ancora, il prossimo settembre a Ferrara si prosegue alla definizione di grandi iniziative culturali da parte del Meis (in alto un immagine di come sarà il museo), con la riformulazione della Festa del libro ebraico già sperimentata negli scorsi anni. Nel settembre del 2017 l’appuntamento sarà con la prima grande esposizione, che dovrebbe essere collocata in un’area già parzialmente sistemata. Fra l’attuale palazzina degli uffici e il grande corpo C dell’ex carcere rimesso a nuovo, in attesa dei cinque edifici di collegamento destinati a simboleggiare i cinque Libri della Torah, troverà collocazione una struttura temporanea per consentire in ogni caso al Museo di entrare nel pieno della sua attività. Al termine dei lavori l’ingresso per il pubblico e le strutture di accoglienza saranno collocate, come previsto dal progetto, lungo il suggestivo itinerario della cerchia delle mura.
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via libera al grande museo di ferrara
Franceschini: 'Ebraismo italiano, 
un patrimonio da custodire'

“La legge del 2003 ha scelto Ferrara come sede del museo nazionale anche in ragione dello straordinario contributo che la sua comunità ebraica ha saputo offrire attraverso i secoli. Ferrara è la città di Giorgio Bassani, di cui stiamo celebrando il Centenario dalla nascita. E più in generale è luogo di incontro, cultura e impegno in cui questa identità ha saputo esprimersi ai più alti livelli” sottolinea il ministro della Cultura Dario Franceschini (nell'immagine con il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna durante una visita al complesso dove sorgerà il Meis) a Pagine Ebraiche a margine della conferenza stampa di presentazione dell’ampio piano di intervento sul territorio annunciato ieri e sintetizzato nello slogan ‘Un miliardo per la cultura’, in cui è previsto lo stanziamento dei finanziamenti per completare la realizzazione del Museo nazionale dell'ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara.

Da ferrarese c’è un certo orgoglio, una certa emozione per l’annuncio odierno?
La cultura è un elemento caratterizzante dell’identità italiana. Una ricchezza che il mondo ci invidia e che non è possibile separare dai destini e dal contributo che singoli ebrei italiani o gruppi più ampi ci hanno donato. A Ferrara in particolare questo contributo ha lasciato un segno profondo contribuendo alla formazione di milioni di italiani che dall’ebraismo, dalla sua grande vivacità culturale, hanno attinto insegnamenti e principi universali. Me compreso.

Quale la tempistica di erogazione dei fondi?
Immediata. Lo stanziamento è già stato deliberato e sarà quindi erogato all’interno di un piano pluriennale di intervento. Non parole, ma fatti: si tratta di una misura che, per il Meis e per le altre realtà coinvolte, è segnata da una significativa operatività. A Ferrara tre lotti sono già stati finanziati, si tratta adesso di concludere un percorso che è già avviato.

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via libera al grande museo di ferrara
Disegni: "Nuove responsabilità
che ci onorano ed entusiasmano"

“Sono profondamente grato per un atto che ha un valore straordinario e che ci investe di nuove importanti responsabilità”.
Non nasconde l’emozione Dario Disegni, presidente del Meis, per il contributo di 25 milioni di euro stanziato dal governo per il completamento del museo dell’ebraismo italiano di Ferrara.
“È una soddisfazione grandissima – afferma – perché si riconosce una nuova volta la centralità di quest’opera per la cultura nazionale. Ed è inoltre un stimolo per la neo direttrice e per l’intero Consiglio, che dovranno far sì che tutto si svolga secondo il cronoprogramma stabilito”.
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meis, la nuova direttrice a pagine ebraiche
Della Seta: "La città di Ferrara polo vivo di cultura ebraica"
“Il lavoro è collettivo, il risultato è collettivo. Noi giornalisti lo sappiamo”. Studiosa, diplomatica e grande protagonista delle politiche culturali, da brevi momenti alla guida del progetto più ambizioso dell’ebraismo italiano, il Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, Simonetta Della Seta non dimentica l’origine del suo impegno professionale, il clima della redazione e il gusto di ragionare assieme ai tanti colleghi che ha avuto la fortuna di incontrare nei giornali. La sua esperienza fra pagine e notizie conta, e il suo orgoglio professionale si quieta solo davanti all’affettuosa considerazione che qui a Pagine Ebraiche non siamo in genere inclini a intervistare i colleghi. Allora ammette di essere una giornalista tutta speciale, diciamo fuori dall’ordinario, e prima di fare le valige per Ferrara, di lanciarsi in una nuova, entusiasmante esperienza, torna a cercare energia nel suo grande bagaglio d’esperienze e di conoscenze, che ne hanno fatta un’esperta vera di Israele e d’Italia, di politica mediterranea e di politica culturale, di creazione e di comunicazione.

Ancora stordita, emozionata da questo nuovo incarico?
Certo, anche perché vorrei accostarmi a questa responsabilità enorme che mi è stata attribuita con tutta l’umiltà di cui sono capace. Vorrei ascoltare, elaborare, mettere a fuoco le speranze e le opportunità che ci attendono. E soprattutto voglio ringraziare i pionieri, tutti coloro che si sono impegnati in questi anni per far sì che il progetto di Ferrara prendesse effettivamente corpo e divenisse il baricentro e lo snodo delle politiche culturali che per la società italiana e internazionale fanno riferimento all’esperienza degli ebrei italiani. Vorrei entrare, insomma, in punta di piedi e avere sempre presente il lavoro svolto da altri in questi anni difficili, l’impegno di coloro che dagli inizi coma oggi hanno creduto nel progetto, la professionalità di tutti coloro che hanno offerto i primi contributi, la convinzione e la lungimiranza degli amministratori locali che hanno compreso come questa, che è una grande occasione per l’ebraismo italiano, costituisca anche una grande occasione per Ferrara. Per una città che grazie alle relazioni fra l’elemento ebraico e la società nel suo complesso è divenuta grande e ha offerto così tanto al mondo.

Guido Vitale, Pagine Ebraiche Maggio 2016

(Disegno di Giorgio Albertini)
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QUI ROMA - ADDETTI AI LAVORI A CONFRONTO
I musei e la sfida della Memoria
Quale memoria, per quale società?. “In un momento in cui l’identità ebraica in Europa vacilla, e ci si chiede sempre più spesso che cosa significhi essere ebrei nella Diaspora, e accanto a questo la società è sempre più disincantata e disillusa sui suoi valori fondanti, i musei stanno assumendo un’importanza e una diffusione sempre maggiori, come luoghi in cui definire se stessi a partire dal passato”. Questa una delle possibili riflessioni di fronte a questo quesito, fornita dallo storico e direttore editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi Georges Bensoussan, nella lectio magistralis tenuta a Roma nel corso del convegno intitolato appunto “Quale memoria, per quale società? Il ruolo dei musei nella società contemporanea”. L’evento è stato promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, nel cui Salone del Consiglio si sono svolti i lavori, aperti dal ministro Dario Franceschini e dal presidente UCEI Renzo Gattegna con l’annuncio dello stanziamento da parte del governo di 25 milioni di euro che permetteranno il completamento dei lavori per il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara.
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qui napoli
Per il rispetto delle diversità,
siglato il protocollo d’intesa

Ufficio Scolastico Regionale della Campania, Fondazione Valenzi, Comunità ebraica di Napoli. Triplice firma sul protocollo d’intesa “Culture, Antisemitismo, Razzismi” siglato oggi nella sinagoga della città partenopea dalla direttrice generale dell’Usr Luisa Franzese, dalla presidente della fondazione Lucia Valenzi e dalla presidente della Comunità ebraica Lydia Schapirer. L’accordo, della durata pluriennale, punta a lanciare una più forte progettualità condivisa tra i tre enti nel campo della formazione dei docenti di ogni ordine e grado e degli studenti campani sui temi della promozione del rispetto della diversità.
 
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qui bergamo, qui milano
Il bestiario di Primo Levi
Apre domattina col saluto del Rettore la prima di due intense giornate dedicate a "L'uomo e altri animali. Primo Levi etologo e antropologo" che porteranno all'Università di Bergamo durante la prima giornata e all'Università degli studi di Milano Bicocca il giorno successivo numerosi studiosi. La prima sessione, presieduta dallo scrittore e saggista Marco Belpoliti, che dell'Università di Bergamo è docente, sarà aperta dall'intervento di Francesco Remotti, dell'Università di Torino, intitolato "Primo Levi: la via difficile delle somiglianze" per proseguire con Marco Aime (Università di Genova) con "Lo specchio dell'altro" e con "Teodicea e antropodicea: il dialogo di Levi con Giobbe", l'intervento che Manuela Consonni, docente della Hebrew University di Gerusalemme e direttrice del Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo Studio dell'Antisemitismo presso la stessa università. Dopo una breve pausa sarà la volta di Domenico Scarpa, del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, con "La ricerca nel campo", seguito da "Bestialità", di Gianfranco Marrone dell'Università di Palermo. La sessione pomeridiana, presieduta da Giovanni Bottiroli, si apre con Martina Mengoni, della Scuola Normale Superiore di Pisa, che dedica il suo intervento alle "Corrispondenze etnografiche. Primo Levi e Claude Levi-Strauss", mentre sarà lo stesso Belpoliti, coordinatore e organizzatore del convegno, a portare un contributo intitolato "Nasi, boccette, ricordi", prima della relazione del professor Alessandro Cinquegrani, docente dell'Università di Venezia, che parlerà de "Il nazismo e altri paradossi etologici.
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Informazione – International Edition 
Dal Seicento al Progetto Talmud,
l’editoria ebraica parla italiano

Cinque secoli fa, quando la tecnologia della stampa muoveva i suoi primi passi, eccellenze italiane del settore erano protagoniste di un grande progetto editoriale ebraico collettivo e diffuso sul territorio, che produsse migliaia di copie dei testi più importanti della tradizione. A poche settimane dalla pubblicazione del primo volume del Talmud tradotto in lingua italiana, il professor Daniel Leisawitz del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA) ricorda il lontano precedente nella sua rubrica “Altrove/Elsewhere” sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche.
“Quella della traduzione del Talmud in italiano è una notizia epocale, ma non è la prima volta che un progetto editoriale di testi ebraici coordinato e di larga scala ha luogo nel paese. Quasi 500 anni fa, la stampa ebraica fiorì nell’Italia centrale e settentrionale, con epicentro la città di Mantova. Tuttavia, in quel caso l’iniziativa non prese avvio con l’aiuto dello stato, ma invece sospinta dalle politiche repressive della Chiesa della Controriforma, di cui significativo esempio fu la messa al bando e il rogo del Talmud ordinato da papa Giulio III nel 1553. Come conseguenza di questa minaccia alla loro cultura, gli ebrei italiani cercarono di salvare il proprio patrimonio culturale e religioso dall’annientamento disseminando i testi il più possibile grazie all’emergente tecnologia della stampa”.
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sorgente di vita
La storia della Brigata Ebraica
25 aprile 2016, festa della Liberazione: ancora una volta, a Roma come a Milano, i simboli e la bandiera della “Brigata ebraica” sono stati  oggetto di contestazioni e provocazioni da parte di gruppi filopalestinesi in chiave anti-israeliana. Ripercorriamo allora, nel servizio di apertura della puntata di Sorgente di vita di domenica 1 maggio, in replica questa sera, la storia di questo speciale gruppo di soldati, le “Jewish Units” che nell’estate 1943 sbarcano in Sicilia con le truppe angloamericane. Inquadrati nell’VIII  armata britannica, diventeranno la “Brigata ebraica”, unità combattente sotto la bandiera bianco azzurra con la Stella di David, che nel ’48 diventerà il vessillo dello Stato d’Israele. Composta da soldati ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, la “Brigata” partecipa attivamente alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e contribuisce alla rinascita delle comunità ebraiche.
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LA BRIGATA EBRAICA E I DELIRI DELLA PROPAL
Piangipane, la Memoria sfregiata
Non paga di aver disseminato odio in molte città d’Italia, con il complice appoggio di enti e associazioni che di volta in volta hanno prestato il fianco ai suoi veleni, l’attivista anti-israeliana e antisemita Samantha Comizzoli ha annunciato la proiezione del suo delirante documentario “Israele il cancro” in un contesto ancora più sgradevole dei tanti che l’hanno ospitata in passato. E cioè all’interno di una serata “per la Palestina” in programma il 12 maggio a Piangipane, un luogo simbolo delle recenti ferite d’Europa e del sangue versato da chi permise all’Italia di affrancarsi dal nazifascismo.
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pilpul
 Oltremare - Strategia
Ogni bella cosa finisce, dice il saggio. Un saggio pessimista, per quanto mi concerne, che però potrebbe avere ragione su di una cosa: la totale ed eccessiva libertà di cui fino a ieri abbiamo goduto noi ciclisti per le strade affollate di Tel Aviv.
La libertà è quella cosa che quando si ha non si valuta, e solo quando si perde ci si rende conto di quanto era preziosa. E dunque, da ieri, questa novità improvvisa di dover tenere le ruote della bicicletta dentro alle ri-dipinte strisce bianche che ora delimitano la zona ciclabile sui marciapiedi, e di dover per forza scendere sulla strada dove quelle strisce non ci sono, è un momento difficile per tutti noi.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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