Informazione – International Edition
Dal XVI secolo al Progetto Talmud,
l’editoria ebraica parla italiano

Schermata 2016-05-02 alle 12.11.48Cinque secoli fa, quando la tecnologia della stampa muoveva i suoi primi passi, eccellenze italiane del settore erano protagoniste di un grande progetto editoriale ebraico collettivo e diffuso sul territorio, che produsse migliaia di copie dei testi più importanti della tradizione. A poche settimane dalla pubblicazione del primo volume del Talmud tradotto in lingua italiana, il professor Daniel Leisawitz del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA) ricorda il lontano precedente nella sua rubrica “Altrove/Elsewhere” sull’edizione internazionale di Pagine Ebraiche.
“Quella della traduzione del Talmud in italiano è una notizia epocale, ma non è la prima volta che un progetto editoriale di testi ebraici coordinato e di larga scala ha luogo nel paese. Quasi 500 anni fa, la stampa ebraica fiorì nell’Italia centrale e settentrionale, con epicentro la città di Mantova. Tuttavia, in quel caso l’iniziativa non prese avvio con l’aiuto dello stato, ma invece sospinta dalle politiche repressive della Chiesa della Controriforma, di cui significativo esempio fu la messa al bando e il rogo del Talmud ordinato da papa Giulio III nel 1553. Come conseguenza di questa minaccia alla loro cultura, gli ebrei italiani cercarono di salvare il proprio patrimonio culturale e religioso dall’annientamento disseminando i testi il più possibile grazie all’emergente tecnologia della stampa”.
Sebbene con le sostanziali differenze che ovviamente sussistono tra la grande traduzione edita da Giuntina e realizzata grazie al protocollo firmato da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e quanto prodotto nel ‘500 (peraltro per la maggior parte in lingua ebraica) Leisawitz sottolinea importanti tratti comuni. Come la capacità di rendere accessibile lo studio a un pubblico sempre più ampio.
Per i lettori internazionali di Pagine Ebraiche anche il punto su alcuni appuntamenti di questi giorni: il 25 aprile l’Italia ha celebrato la Liberazione dal nazi-fascismo. Al centro del corteo di Milano gli stendardi della Brigata Ebraica, formazione inquadrata nell’esercito britannico di volontari provenienti da quella che di lì a poco sarebbe diventata Israele, e oggetto di qualche triste contestazione da parte di “un piccolo gruppo di ignoranti che non conoscono la storia”, come spiegato dal vicepresidente UCEI Roberto Jarach. A Roma invece la Comunità ebraica ha scelto di organizzare un presidio alternativo presso il Museo della Resistenza di via Tasso, prescelto anche dal presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano.
Prosegue poi l’esplorazione di iniziative e riflessioni che accompagnano il cinquecentesimo anniversario dalla fondazione del Ghetto di Venezia: questa settimana le parole del governatore della Regione Veneto Luca Zaia, tradotte da Isabella Favero, una delle studentesse della Scuola superiore e interpreti di Trieste che ha svolto il tirocinio presso la redazione del giornale dell’ebraismo italiano.
Italia ebraica dunque sempre più attenta alle proprie radici, come dimostrano anche le iniziative realizzate dalla Comunità di Napoli per celebrare i suoi 150 anni, tra cui un volume dedicato alla ricorrenza.
Il 2016 segna poi il centenario dalla nascita di Giorgio Bassani e il quotidiano tedesco Die Welt dedica un articolo allo scrittore, riproposto nella sezione Bechol Lashon. Al centro dell’approfondimento, la sua opera più conosciuta, “Il giardino dei Finzi-Contini”, di cui sono venuti di recente alla luce i manoscritti.
All’indomani della festa di Pesach, riflette invece sul significato di libertà il rabbino Benedetto Carucci Viterbi.
“Due strade divergevano in un bosco, ed io — Io presi quella meno battuta, E questo ha fatto tutta la differenza”. Propone dei versi del poeta americano Robert Frost il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, nella sua rubrica It Happened Tomorrow.

Rossella Tercatin

(2 maggio 2016)