
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
|
Nello
strano gioco divino che impone al mago Bilaam di benedire Israele
contro la sua volontà, al verso 5 del capitolo 24 del libro dei Numeri
leggiamo: “Come sono belle le tue tende Yaakov, le tue residenze
Israele…” Li dove sembra che ci sia una benedizione diversa per la vita
privata di Yaakov (le tende) e quella pubblica rappresentata dalle
residenze di Israele. Siamo degni di un rispetto pubblico se è
benedetta la nostra vita privata, la nostra tenda, il nostro intimo. Di
questi tempi dove il posto pubblico è sempre più un post e dove il
privato è sempre più un selfie, pensare al valore delle tende e alla
loro intimità fondamentale non guasta.
|
|
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
|
Il
richiamo alla cultura come strumento fondamentale per la lotta a ogni
forma di razzismo e antisemitismo, e come antidoto ai visibili fenomeni
di involuzione politica e sociale a cui assistiamo, non può essere
interpretato come un semplice e generico auspicio. Si deve invece
trattare di un concreto programma politico, che preveda l’investimento
di importanti risorse in diverse direzioni.
La prima è l’educazione, il sistema di istruzione. La consistente
spinta all’investimento nei settori più tecnologici, legati allo
sviluppo d’impresa e alla modernizzazione, negli ultimi decenni ha
fortemente distorto l’organizzazione dei sistemi educativi relegando a
un ruolo ancillare l’intero comparto delle materie umanistiche. Si
tratta di un duplice errore a cui deve essere posto rimedio. Il primo
errore è legato alla sottovalutazione dell’enorme potenziale economico
che può essere liberato nella valorizzazione del turismo culturale, in
termini di occupazione, di competenze, di sviluppo di nuove tecnologie
della comunicazione, di movimenti e flussi di persone. Il secondo
errore risiede nella rapida e diffusa perdita di conoscenze storiche e
di riflessione intellettuale, un’emorragia che favorisce visibilmente
la crescita dei populismi in politica, con una trasformazione del
concetto stesso di democrazia. Si arriva così al paradosso di un
presidente turco con poteri semidittatoriali che in nome della
democrazia e della volontà della maggioranza mette in atto la più
macroscopica repressione di stampo fascista avvenuta in Europa negli
ultimi 70 anni. Si tratta quindi di rivedere profondamente le dinamiche
dei sistemi di istruzione, progettando un’educazione diffusa che
stabilisca criteri condivisi di convivenza umana e umanistica.
|
|
Leggi
|
 |
Report UE: "L'Intifada?
È colpa di Israele"
|
I
recenti attentati terroristici palestinesi “sono dovuti in gran parte
all’occupazione israeliana”. A sostenerlo è un report dell’Unione
Europea. Un documento interno, steso e firmato da tutti i diplomatici
dei Paesi europei che hanno una rappresentanza a Gerusalemme o
Ramallah. Non è stato ancora reso pubblico, spiega La Stampa, e
probabilmente non lo sarà nemmeno in futuro. Ma il dossier di 39
pagine, steso nel dicembre del 2015, servirà come “riferimento per gli
incontri ministeriali” e per “indirizzare le politiche europee”.
Il governo israeliano, interpellato dal Jerusalem Post, ha fatto sapere
che risponderà a queste accuse solo se e quando saranno rese pubbliche.
“Buone ferie ai diplomatici Ue, nella speranza che durante le loro
vacanze in Europa non incappino in atti di violenza compiuti da
estremisti islamici” il commento del portavoce del ministro degli
Esteri.
Sempre in Israele, fa discutere l’intervento del ministero della Difesa
Avigdor Lieberman, che ha fortemente criticato una trasmissione sui
“testi formativi israeliani” dedicata dalla Radio Militare al massimo
poeta palestinese Mahmoud Darwish. “Questo è un problema serio – ha
tuonato Lieberman, le cui dichiarazioni sono riportate da Repubblica –
qualcuno che ha scritto testi contro il sionismo, che sono tuttora
adoperati come carburante per attacchi terroristici, viene preso in
considerazione ritenendo i suoi lavori formativi della società
israeliana”. Con la stessa logica, ha detto ancora il ministro,
“potremmo aggiungere il Mufti al Husseini o trasmettere una
glorificazione delle meraviglie letterarie del Mein Kampf di Hitler”.
| |
Leggi
|
|
|
IL MESSAGGIO DELLA PRESIDENTE UCEI AL PAPA "Auschwitz, le ferite d'Europa
e la giusta scelta del silenzio"
Alla
vigilia della sua partenza nella missione che lo condurrà ai campi di
sterminio di Auschwitz-Birkenau, la presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha rivolto a Papa Francesco
il seguente messaggio. Il quotidiano della Santa Sede, l'Osservatore
Romano, ne anticipa i contenuti nella sua edizione datata sabato 23
luglio in stampa questo pomeriggio.
Carissimo Papa Bergoglio,
Il destino vuole che ci accomuni nei sentimenti e negli intenti una
terra benedetta, la Terra di Israele. Ma il destino ha voluto che allo
stesso tempo, e con immensa sofferenza, vi sia anche una terra
maledetta, quella dei campi di sterminio, dove nel cuore dell’Europa,
negli anni della Shoah furono sterminati milioni di innocenti.
Le scrivo ora a nome degli ebrei italiani a pochi giorni dalla sua visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Un evento molto atteso, che porterà l’attenzione di milioni di persone
su quella buia pagina di storia che è una ferita aperta nel cuore
dell’Europa e che continua a interrogare le coscienze di tutti quei
cittadini cui preme, dal profondo del cuore, la difesa della pace,
della libertà e della democrazia.
Tengo a dire che ho molto apprezzato la sua scelta di non intervenire
con un discorso formale ma di concentrare l’emozione di questa visita,
così significativa, in un lungo e intenso silenzio. Una forma di
preghiera che tuona e che darà eco, ne sono certa, ai gridi e al dolore
dei tanti bambini, mamme, giovani, uomini che da quella terra non hanno
fatto ritorno. Una sua preghiera che assieme alle tante nostre rende
quella terra di sofferenza luogo di culto.
La sua visita diventa l’emblema di un percorso introspettivo di
riscoperta e difesa dei valori più profondi – rispetto dell’altro e
rispetto della vita – che oggi nuovi terribili nemici sembrano mettere
in discussione assieme alle formidabili conquiste che l’Italia,
l’Europa, il mondo intero hanno saputo conqusitare dal dopoguerra in
poi. Frutto di un patto tra generazioni nato proprio sulle ceneri di
Auschwitz-Birkenau e degli altri luoghi di morte di quella stagione, la
democrazia, l’integrazione europea e l’esistenza di Israele, sono la
prova del lungo cammino percorso per non dimenticare la drammatica
lezione della Shoah e per garantire a tutti, nessuno escluso, un futuro
prospero e migliore.
Mai come oggi le religioni e i loro leader sono chiamati ad essere un
esempio per tutti i cittadini, a prescindere dalle singole appartenenze
ideali, spirituali e culturali.
Ci attende quindi un lungo cammino di impegno e collaborazione nella
consapevolezza che gli elementi che ci uniscono sono più numerosi e più
significativi di quelli che ci dividono.
Solo così le terre maledette dello sterminio e dell’odio potranno
assumere la santità di tutti i martiri che nel nome dell’amore e della
tolleranza lì sacrificarono la propria vita.
Sia benedetto il loro ricordo.
Cordialmente
Noemi Di Segni,
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
|
Opinione pubblica
|
In
questi mesi molti si sono chiesti come sia stato possibile che la Gran
Bretagna abbia affidato il proprio destino a un referendum dall’esito
incerto e a un elettorato forse non del tutto consapevole delle
conseguenze. Personalmente ammetto di provare un certo sollievo al
pensiero che la nostra Costituzione esclude per l’Italia un’eventualità
analoga. Altre volte però mi domando: cosa sarebbe successo se gli
italiani avessero avuto la possibilità di decidere se entrare o meno
nella prima guerra mondiale? Quasi sicuramente avrebbero vinto i “No” e
ci saremmo risparmiati centinaia di migliaia di morti. Ovviamente è
impossibile analizzare le conseguenze sul lungo periodo (ci saremmo
risparmiati anche il fascismo?), e infatti ci è stato insegnato fin da
piccoli che la storia non si fa con i “se”. Resta comunque una
considerazione essenziale: in quel contesto l’opinione pubblica si
sarebbe dimostrata più saggia dei governanti e, soprattutto, le persone
meno istruite si sarebbero dimostrate più sagge degli intellettuali.
D’altra parte cosa sarebbe successo se nel 1938 in Francia e in
Inghilterra fosse stato sottoposto a referendum l’accordo di Monaco?
Anna Segre, insegnante
Leggi
|
Quella voglia di "uomo forte"
|
Non
so se può far indignare di più un colpo di stato militare contro un
governo “democraticamente” eletto, o la popolazione che scende in
strada per difendere lo stesso governo che si è trasformato in un
regime repressivo e anti-democratico. Alcuni media hanno paragonato
l’opposizione da parte dei turchi al tentato colpo di stato alla
Primavera di Praga, a Piazza Tienanmen o alla Rivoluzione portoghese
dei Garofani. Niente di più inappropriato. In quel “popolo” che fermava
i carri armati venerdì scorso – come mi informa un amico che ha vissuto
in Turchia – v’erano oltre ai sostenitori dell’AKP, militanti dello
Huda Party (un partito islamista di estrema destra), bozkurtlar (lupi
grigi), e altri islamisti e ultra-nazionalisti di altro tipo.
Francesco Moises Bassano
Leggi
|
I Pokemon e il tempo rubato
|
Cercare
lo sguardo, il sorriso e la parola dell’altro. Ridere di fronte ai
colori come un neonato. Trovare serenità in mezzo al profumo di un
abbraccio. Passeggiare col sole in mezzo al mercato e scegliere, a poca
distanza, quello che ci piace. Parlare, raccontare, pensare,
condividere. Gioire di quella normalità diventata forse un lusso,
dimenticata, chissà, da chi cerca emozioni, soddisfazioni, incontri e
realtà in bizzarre applicazioni e giochini sui cellulari. È diventato
difficile ormai anche capire quale rete curare. È diventato difficile
ormai anche capire quale rete curare o, meglio, che uso farne davvero.
Ilana Bahbout
Diario di un soldato - Difetti |
Il
tanto atteso giorno dell’arruolamento è preceduto da un processo lungo
e complesso. L’aspirante soldato è dunque sottoposto aDavid Zebuloni,
studente un’infinita serie di visite, colloqui ed esami, necessari per
individuare le sue potenzialità e le sue capacità, fisiche ed
intellettive.
In perfetta linea con la logica ebraica e l’imprevedibilità israeliana,
i punteggi che seguono sono tutti da interpretare. La visita medica,
per esempio, è destinata a determinare la possibilità fisica di
svolgere un’attività da combattente o un lavoro d’ufficio. La
valutazione è in scala da uno a cento, ma il punteggio massimale è
novantasette.
Numerose sono le leggende che avvolgono di mistero questo strano
fenomeno, alcune assurde, al confine con la fantascienza, altre
decisamente più credibili e razionali.
David Zebuloni
Leggi
|
|
|
|
|