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8 Dicembre 2016 - 8 Kislev 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Torà ci dice che i sette anni nei quali Ya’aqòv ha lavorato per Lavàn per poter sposare Rivqà erano per lui “come pochi giorni dato il suo amore per lei”.
A prima vista sembrerebbe logico pensare l’opposto: per poter raggiungere la sua meta, ogni giorno avrebbe dovuto sembrargli lungo un vita, e non viceversa.
Alcuni Maestri hanno spiegato che “il suo amore per lei” non si riferisce a Rivqà, ma al lavoro: se si ama il lavoro, se è un lavoro di cui si sa che dà o darà soddisfazione, non ci si accorge del tempo che passa.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Il voto del 4 dicembre lascia l'Italia in uno stato di paralisi totale, senza un governo, senza un metodo elettorale in grado di farne eleggere un altro, senza un partito dominante capace di guidare il paese nelle sue scelte, spaccato ideologicamente, con una situazione economica gravemente deteriorata, e preda delle facilonerie populiste di esponenti politici che nella loro vita hanno condotto, se lo hanno fatto, la propria autovettura e nulla più. In questo quadro sconcertante è interessante notare come il voto degli Italiani all'estero sia stato diametralmente differente (65% Si – 35% No) da quello degli Italiani in patria (60% No – 40% Si). Ci si può chiedere che cosa abbiano visto gli Italiani all'estero che i cittadini in Italia non hanno visto. Forse la risposta è questa: che chi sta in mezzo a una cosa non si rende bene conto di quali altre alternative ci possano essere, ma chi vede quella cosa dall'esterno è in grado di confrontarla con altre realtà e può meglio giudicare i pregi e i difetti di quella tale cosa. E la cosa in questione, l'incomparabilmente bella, inimitabile e amata Italia, vista dall'esterno, è divenuta nel corso degli anni ed è oggi un paese enormemente arretrato rispetto ad altri dello stesso continente o classificati (come l'Italia) fra i paesi maggiormente sviluppati.
 
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Aleppo, l'ultima battaglia
Le forze governative siriane, appoggiate dalla Russia, hanno ripreso il controllo della città vecchia di Aleppo, abbandonata dai ribelli. Circa l’80 per cento della zona orientale, roccaforte dei miliziani dal 2012, è stata infatti conquistata dalle milizie del dittatore Bashar al Assad, che definisce l’oramai imminente riconquista di Aleppo come “un enorme passo avanti verso la fine” del conflitto. I ribelli hanno chiesto una tregua di cinque giorni per poter curare i feriti (almeno 500), e Francia, Stati Uniti, Germania, Canada, Gran Bretagna, Italia hanno lanciato un appello “per l’immediato cessate il fuoco”. Contrari i russi, secondo cui chi è rimasto in città “è un terrorista”. A descrivere la situazione siriana, Avvenire, Corriere e La Stampa, tra gli altri. I quotidiani riportano anche del presunto attacco israeliano contro un aeroporto militare nei pressi di Damasco: Gerusalemme non ha confermato la notizia. Si tratterebbe del secondo attacco in sette giorni: la scorsa settimana, come ricorda Libero, la Siria aveva dichiarato che jet israeliani avevano attaccato a ovest di Damasco; per i media arabi l’obiettivo era un convoglio di Hezbollah”.
 
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  davar
melamed
Dieci classi per il Mein Kampf

"Fatto grave, il Miur agisca"
Il numero è relativamente esiguo. Ma il segnale è comunque inquietante. Un campanello d’allarme da non sottovalutare. Scelta consapevole o squallida goliardia, non è dato saperlo al momento. Sta di fatto che dieci classi italiane, tra le 138mila che hanno risposto all’invito rivolto in questo senso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a indicare i 10 libri preferiti, ha segnalato tra le proprie letture del cuore il “Mein Kampf” di Adolf Hitler.
Palermo, Catanzaro, Potenza, Tivoli, Gaeta, Piacenza, Trieste e Udine. Queste le città in cui il manifesto del dittatore nazista ha riscosso consensi, in alcuni casi conquistandosi la posizione apicale nella top 10 delle pagine più amate.
“Si tratta di un fatto aberrante, che non può passare sotto silenzio. Qualunque sia la matrice che ha portato a questa folle situazione, c’è una sicura responsabilità : quella degli insegnanti che non sono intervenuti per fermare i loro studenti. È l’aspetto più grave di tutti” sottolinea Anna Foa.
Aggiunge la storica: “È fondamentale che dal Ministero vengano inviati al più presto degli ispettori con l’incarico di approfondire questa triste vicenda. I numeri sono piccoli, ma questo non deve in alcun modo confortarci. Non è tollerabile che nelle nostre scuole anche solo una classe, fosse anche la più piccola di questo mondo, produca apologia del nazismo. È una deriva che deve essere fermata al più presto, perché in gioco c’è il nostro futuro e i valori in cui crediamo e per cui ci impegniamo ogni giorno”. Purtroppo, conclude Foa, è una sfida non così semplice come potrebbe apparire. “Pagine proibite sono oggi sulla bocca di molti. E questo anche per colpa di chi, come Il Giornale, con la sua recente iniziativa editoriale ha di fatto sdoganato la lettura del Mein Kampf”.
Preoccupazione è espressa anche da Anna Segre, insegnante in un liceo pubblico torinese. “Questa situazione – afferma – mette in evidenza alcune falle interne al sistema. C’è sicuramente qualcosa che non funziona, d’altronde non mi pare che la strada più adeguata per portare la nostra scuola a una condizione di maggiore modernità sia quella di lanciare iniziative stile ‘hit parade’ che lascerei a ben altri ambiti della nostra società”. Temi come quelli trattati nel questionario, aggiunge Segre, “dovrebbero essere oggetto di un confronto serio in classe, di un’elaborazione più approfondita”. Appare così fuorviante, la sua valutazione, “una raccolta così fredda di dati buttati in un computer, che non dà conto di cosa è la scuola, e soprattutto di cosa è la lettura a scuola”.
“La prima cosa da fare è entrare dentro il sondaggio e capire come sono distribuiti i numeri, quali le motivazioni della scelta, la comparazione con altri testi scelti, che uso ne fanno i ragazzi. Non si può capire la formazione dai numeri, la si deve comprendere attraverso i processi che ne permettono la realizzazione” ci dice
Silvia Guetta, docente universitaria a Firenze. “Leggere Mein Kampf non è una colpa e neppure proibito: è un libro che, per le conseguenze che ha avuto, è carico di significati che oggi giustamente leggiamo come molto pericolosi. Ma è necessario conoscere il linguaggio del pericolo e della violenza. È necessario far capire in quale modo assurdo possono essere costruite le ideologie della discriminazione e della distruzione. E solo con una formazione costruita sui diritti umani sappiamo come rispondere a provocazioni e sollecitazioni che potrebbero lasciarci disorientati”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

Gli auguri della Presidente Ucei a bergoglio
“Ad meah veesrim, per un futuro
all'insegna della collaborazione” 

A Bergoglio “portatore di una visione sempre attenta ai giovani e allo sguardo umano di ogni fatto e avvenimento, sia esso globale o locale, giunga il tradizionale augurio ebraico Ad Meah Veesrim, ovvero ‘che tu possa arrivare ai centoventi anni’ in salute, gioia e benedizione”. È l’augurio formulato dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sulle pagine di Famiglia Cristiana per il compleanno di papa Bergoglio che cade il prossimo 17 dicembre. “Le relazioni del mondo ebraico con la Chiesa cattolica vivono un momento particolarmente significativo – sottolinea la presidente – Il dialogo tra le due fedi è oggi ispirato a una sincera amicizia, nella consapevolezza di radici e valori comuni. Dopo secoli di diffidenza, segnati anche da tragiche discriminazioni e persecuzioni, oggi ebraismo e Chiesa cattolica, ebraismo e mondo cristiano, coltivano un rapporto che anno dopo anno cresce e si rinnova positivamente, nel rispetto reciproco. Un cammino comune, che affonda le radici nella Dichiarazione ecumenica Nostra aetate espressa dal Concilio Vaticano II, che poco più di cinquant’anni fa, nel 1965, sanciva il superamento di pregiudizi secolari da parte della Chiesa”.
Nel suo messaggio di auguri la presidente Di Segni ha sottolineato come tappe importanti abbiano segnato i decenni successivi alla Nostra Aetate, “scanditi dalle visite al Tempio Maggiore di Roma di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e quasi un anno fa di papa Francesco, sulle quali abbiamo maturato ulteriori convinzioni e illuminato il percorso che dobbiamo ancora compiere”.
La presidente dell’Unione ha poi concluso il suo augurio al pontefice auspicando che “il comune impegno per le generazioni future possa contribuire sempre più al bene di tutta la società e alla promozione dei valori che ci uniscono”.
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l'incontro dei colloqui ebraico-cristiani
Camaldoli, dialogare sulla Parola
Prosegue in queste ore a Camaldoli il ciclo di appuntamenti del 37esimo Incontro nazionale dei colloqui ebraico-cristiani. Gruppi di studio comuni, seminari, momenti artistici e di preghiera, segnano la cinque giorni di scena nella località toscana, dedicata quest’anno ai “Custodi della Parola. Ebrei e cristiani testimoni della Parola”. A portare i suoi saluti in apertura dei lavori, tra gli altri, il nuovo ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede Oren David (nell'immagine a sinistra). Tanti i protagonisti dell’ebraismo italiano coinvolti, dai rabbanim Giuseppe Momigliano, Elia Richetti e Umberto Piperno, ad Anna Foa, Amos Luzzatto, e Davide Assael: quest’ultimi terranno insieme un gruppo di studi su “La Bibbia nel pensiero del Novecento”, assieme a Claudia Milani. A “Bibbia e letteratura” è invece dedicato l’incontro con Sarah Kaminski, Brunetto Salvarani e Laura Voghera. A motzé shabbat poi Miriam Camerini e Donatella Scaiola terranno una lectio biblica, a cui seguirà la narrazione in musica “Ogni nota è illuminata” con protagonista il gruppo Mishkalé.


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qui roma - più libri, più liberi
"Libertà religiosa, una legge

per tutelare tutte le minoranze"
È da sempre un suo cavallo di battaglia. Malgrado molti sforzi, in passato questo impegno non ha trovato concretezza. Ma non è una buona ragione per rassegnarsi, per mettere da parte la questione. “L’Italia ha bisogno di una legge sulla libertà religiosa. Forse quando la presentai al Parlamento la società e la politica non erano sufficientemente mature. Ma più passa il tempo, più si evita di trattare l’argomento nelle sedi istituzionali, e più il problema si acuisce. Serve uno sforzo comune per riportare questo tema al centro dell’agenda, soprattutto in ragione dei tempi complessi e tormentati che stiamo vivendo” sostiene l’ex ministro e parlamentare Valdo Spini dal palco di Più libri, più liberi, la rassegna della piccola editoria in svolgimento a Roma al Palazzo dei Congressi.
“Libertà religiosa e di coscienza nel mondo” il tema della sessione convocata da Spini in qualità di presidente del Coordinamento Riviste Italiane di Cultura. Sul palco giornalisti, leader di comunità, protagonisti della divulgazione culturale e religiosa.

Ad intervenire il rav Gianfranco Di Segni, il direttore de L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini, il presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir e il professor Francesco Margiotta Broglio.

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qui roma - più libri, più liberi
Netanyahu jr. sbarca in Italia

"Israele, troppo conformismo"
Tra Roma e Milano, è la settimana di Netanyahu. Ma il protagonista per una volta è Iddo, fratello minore del primo ministro Benjamin. Autore teatrale e scrittore, Iddo è stato oggi nella Capitale per promuovere il suo ultimo libro Itamar K, edito da Besa. Testo che si caratterizza per una forte critica del conformismo che a suo dire avrebbe contaminato il mondo intellettuale israeliano compromettendone la credibilità. Invitato dall’Associazione di Amicizia israeliana nella Capitale, Netanyahu si è confrontato sui temi portanti del suo libro con la scrittrice Lia Levi, che ne ha lodato lo humour e la sua capacità di lasciare il segno con parole e contenuti non banali.
L’autore sarà nuovamente protagonista nel fine settimana a Milano, nella sinagoga della Guastalla. Sabato pomeriggio alle 18.30 sarà infatti tra i relatori chiamati a parlare del fratello Yonathan, scomparso durante la celeberrima operazione di salvataggio ad Entebbe. Tema che sarà sollevato con la presentazione delle sue Lettere, curate da Michele Silenzi per la casa editrice Liberilibri. Patrocinato dall’Assessorato alla Cultura della Comunità ebraica di Milano e da “Amici di Israele” e moderato dal giornalista Nicola Porro, l’evento vedrà anche la partecipazione del rav Alfonso Arbib e di Antonia Arslan.
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qui roma - l'incontro
Lorenzo De' Medici e gli ebrei,

un rapporto davvero 'Magnifico'
“Magnifico per molte ragioni, e più d’una ebraica”. Serata ricca di spunti ieri a Roma, nel centro comunitario di Via Balbo, dove a lungo ci si è confrontati sulla figura di Lorenzo De’ Medici e su quello che rappresentò per il mondo ebraico del suo tempo.
Protagonista Giulio Busi, direttore dell’Istituto di giudaistica della Freie Università Berlin e autore dell’importante biografia Lorenzo De’Medici. Una vita da magnifico pubblicata quest’anno da Mondadori. In dialogo con lo studioso Clelia Piperno, direttrice del Progetto di traduzione del Talmud babilonese.
Come è stato ricordato nel corso della serata, tra i suoi sostenitori più fedeli di Lorenzo vi furono gli ebrei di Firenze e di Toscana, e con essi il Magnifico intrattenne per decenni un rapporto privilegiato. Tanto che quando morì, nell’aprile 1492, al suo capezzale v’era un medico ebreo, Lazzaro da Pavia.


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lA MOBILITAZIONE DELL'ANPI milano
"Fermiamo gli estremisti"
Profonda preoccupazione per il rifiorire di movimenti neonazisti e neofascisti nel nostro Paese e una ferma presa di posizione contro il gruppo neonazista italiano Do.ra. È quanto esprime l’Anpi provinciale di Milano in un comunicato di condanna per la recente profanazione del Sacrario del San Martino, avvenuta qualche giorno fa per mano proprio del gruppo Do.ra. “Questa oltraggiosa e ignobile azione che si pone in aperto contrasto con i principi su cui si fonda la Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza, offende i combattenti e i caduti della battaglia del Monte San Martino, tra cui il colonnello Carlo Croce, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. – ricorda il presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati (nell'immagine) – La battaglia del San Martino, del novembre del 1943, alla quale parteciparono numerosi combattenti milanesi, costituisce uno dei primi e significativi esempi di opposizione all’occupazione nazifascista e viene ricordata come l’episodio che diede inizio alla lotta partigiana nel Nord Italia”.


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  pilpul
Setirot - Realpolitik
Cos’è se non (saggia) Realpolitik quella che sta dietro alla nuova fase delle relazioni tra Israele e Turchia iniziata pochi giorni fa con l’insediamento ad Ankara dell’ambasciatore Eitan Na’eh? Questioni di collaborazione in ambito energetico – i gasdotti turchi potrebbero portare in Europa il gas del giacimento Leviathan – e nell’ambito della sicurezza – il comune impegno a combattere il terrorismo islamista di Daesh – hanno spinto i due governi a “dimenticare” la brutta storia della Freedom Flotilla (Mavi Marmara) del 2010. E il presidente Reuven Rivlin ringrazia saggiamente il suo omologo Recep Tayyip Erdoğan – non esattamente un campione di democrazia – per essere stato uno dei primi ad aiutare Israele a spegnere gli incendi divampati nelle scorse settimane.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Cantare insieme
Cantare insieme fa bene, l’ho detto milioni di volte e l’ho scritto qui in altre occasioni. Cantare insieme migliora le capacità musicali dell’individuo e crea relazioni umane, in cui si stabiliscono regole nella piena libertà di espressione di tutti. Cantare insieme è una delle più belle esperienze che si possa fare nella vita e può diventare uno spazio di crescita e apprendimento a ogni età, non solo in ambito musicale.
E in effetti non a caso è stato il canto comune a divenire strumento di accoglienza e integrazione per le tante ondate migratorie in Eretz Israel, fin dai primi anni. Il canto era l’elemento unificante nei movimenti giovanili, nei kibbutz e nei centri che andavano via via formandosi nelle città e fungeva anche da efficace mezzo per imparare l’ebraico.


Maria Teresa Milano
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Il fumo che non nuoce
Quando in Italia passò la legge che vietava di fumare al cinema, a Trieste era già proibito da molti anni. Era il 1975, e fu per una direttiva del 1972 della CEE – il nome dell’Europa Comune quando piaceva a tutti. Si dovette aspettare il 2003 per una Legge quadro, ma nel frattempo erano già apparse sui pacchetti di sigarette quelle frasi minacciose che – secondo me – contribuivano più al consumo proibito che alla sua disincetivazione.
Io, nato nel 1954, non fumavo; il rito di passaggio, a quattordici anni, nel campetto di calcio dopo la bisettimanale partita pomeridiana, mi aveva lasciato un tal disgusto che non ‘avevo preso il vizio’.


Valerio Fiandra
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Levanà 
Un altro Shabbat inizia, in questo periodo dell’anno in cui fa buio presto con un po’ di affanno. Poi c’è tempo per rilassarsi, tempo per tutto. Leggiamo, studiamo. Tra un Siddur, la Torah, le fotocopie dei canti che stiamo imparando, anche un libro della Kar-Ben Publishing, casa editrice statunitense da noi molto amata per la ricchezza di testi di argomento ebraico per bambini di ogni età (alcuni dei quali pubblicati in Italia da Giuntina nella collana per l’infanzia Parpar)

Sara Valentina Di Palma
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Rispettando il sì e il no
La loro presenza nel fronte vittorioso, purtroppo, appare, almeno sul piano mediatico, alquanto sfocata e minimale. Non sembra che siano loro ad avere vinto, né, tanto meno, ad avere vinto – come tanto spesso si legge e sente dire – mi sembra che sia stata la Costituzione repubblicana”, sottolinea dalle colonne di Moked lo storico Francesco Lucrezi, in un commento al voto referendario e riferendosi al NO.
Riconoscendomi tra coloro che, sempre secondo le parole di Lucrezi (commento all’insegna della correttezza e della sportività), “si sono impegnati in buona fede per la democrazia, il diritto e la civiltà” sostenendo il NO, mi permetto di far rilevare come la giusta lettura, a mio parere, data dall’estensore del commento sia da estendere, però, anche al fronte del SI uscito sconfitto dalle urne.


Gadi Polacco
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