
Elia Richetti,
rabbino
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La
Torà ci dice che i sette anni nei quali Ya’aqòv ha lavorato per Lavàn
per poter sposare Rivqà erano per lui “come pochi giorni dato il suo
amore per lei”.
A prima vista sembrerebbe logico pensare l’opposto: per poter
raggiungere la sua meta, ogni giorno avrebbe dovuto sembrargli lungo un
vita, e non viceversa.
Alcuni Maestri hanno spiegato che “il suo amore per lei” non si
riferisce a Rivqà, ma al lavoro: se si ama il lavoro, se è un lavoro di
cui si sa che dà o darà soddisfazione, non ci si accorge del tempo che
passa.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Il
voto del 4 dicembre lascia l'Italia in uno stato di paralisi totale,
senza un governo, senza un metodo elettorale in grado di farne eleggere
un altro, senza un partito dominante capace di guidare il paese nelle
sue scelte, spaccato ideologicamente, con una situazione economica
gravemente deteriorata, e preda delle facilonerie populiste di
esponenti politici che nella loro vita hanno condotto, se lo hanno
fatto, la propria autovettura e nulla più. In questo quadro
sconcertante è interessante notare come il voto degli Italiani
all'estero sia stato diametralmente differente (65% Si – 35% No) da
quello degli Italiani in patria (60% No – 40% Si). Ci si può chiedere
che cosa abbiano visto gli Italiani all'estero che i cittadini in
Italia non hanno visto. Forse la risposta è questa: che chi sta in
mezzo a una cosa non si rende bene conto di quali altre alternative ci
possano essere, ma chi vede quella cosa dall'esterno è in grado di
confrontarla con altre realtà e può meglio giudicare i pregi e i
difetti di quella tale cosa. E la cosa in questione,
l'incomparabilmente bella, inimitabile e amata Italia, vista
dall'esterno, è divenuta nel corso degli anni ed è oggi un paese
enormemente arretrato rispetto ad altri dello stesso continente o
classificati (come l'Italia) fra i paesi maggiormente sviluppati.
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Aleppo, l'ultima battaglia
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Le
forze governative siriane, appoggiate dalla Russia, hanno ripreso il
controllo della città vecchia di Aleppo, abbandonata dai ribelli. Circa
l’80 per cento della zona orientale, roccaforte dei miliziani dal 2012,
è stata infatti conquistata dalle milizie del dittatore Bashar al
Assad, che definisce l’oramai imminente riconquista di Aleppo come “un
enorme passo avanti verso la fine” del conflitto. I ribelli hanno
chiesto una tregua di cinque giorni per poter curare i feriti (almeno
500), e Francia, Stati Uniti, Germania, Canada, Gran Bretagna, Italia
hanno lanciato un appello “per l’immediato cessate il fuoco”. Contrari
i russi, secondo cui chi è rimasto in città “è un terrorista”. A
descrivere la situazione siriana, Avvenire, Corriere e La Stampa, tra
gli altri. I quotidiani riportano anche del presunto attacco israeliano
contro un aeroporto militare nei pressi di Damasco: Gerusalemme non ha
confermato la notizia. Si tratterebbe del secondo attacco in sette
giorni: la scorsa settimana, come ricorda Libero, la Siria aveva
dichiarato che jet israeliani avevano attaccato a ovest di Damasco; per
i media arabi l’obiettivo era un convoglio di Hezbollah”.
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melamed Dieci classi per il Mein Kampf
"Fatto grave, il Miur agisca"
Il
numero è relativamente esiguo. Ma il segnale è comunque inquietante. Un
campanello d’allarme da non sottovalutare. Scelta consapevole o
squallida goliardia, non è dato saperlo al momento. Sta di fatto che
dieci classi italiane, tra le 138mila che hanno risposto all’invito
rivolto in questo senso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca a indicare i 10 libri preferiti, ha segnalato tra le
proprie letture del cuore il “Mein Kampf” di Adolf Hitler.
Palermo, Catanzaro, Potenza, Tivoli, Gaeta, Piacenza, Trieste e Udine.
Queste le città in cui il manifesto del dittatore nazista ha riscosso
consensi, in alcuni casi conquistandosi la posizione apicale nella top
10 delle pagine più amate.
“Si tratta di un fatto aberrante, che non può passare sotto silenzio.
Qualunque sia la matrice che ha portato a questa folle situazione, c’è
una sicura responsabilità : quella degli insegnanti che non sono
intervenuti per fermare i loro studenti. È l’aspetto più grave di
tutti” sottolinea Anna Foa.
Aggiunge la storica: “È fondamentale che dal Ministero vengano inviati
al più presto degli ispettori con l’incarico di approfondire questa
triste vicenda. I numeri sono piccoli, ma questo non deve in alcun modo
confortarci. Non è tollerabile che nelle nostre scuole anche solo una
classe, fosse anche la più piccola di questo mondo, produca apologia
del nazismo. È una deriva che deve essere fermata al più presto, perché
in gioco c’è il nostro futuro e i valori in cui crediamo e per cui ci
impegniamo ogni giorno”. Purtroppo, conclude Foa, è una sfida non così
semplice come potrebbe apparire. “Pagine proibite sono oggi sulla bocca
di molti. E questo anche per colpa di chi, come Il Giornale, con la sua
recente iniziativa editoriale ha di fatto sdoganato la lettura del Mein
Kampf”.
Preoccupazione è espressa anche da Anna Segre, insegnante in un liceo
pubblico torinese. “Questa situazione – afferma – mette in evidenza
alcune falle interne al sistema. C’è sicuramente qualcosa che non
funziona, d’altronde non mi pare che la strada più adeguata per portare
la nostra scuola a una condizione di maggiore modernità sia quella di
lanciare iniziative stile ‘hit parade’ che lascerei a ben altri ambiti
della nostra società”. Temi come quelli trattati nel questionario,
aggiunge Segre, “dovrebbero essere oggetto di un confronto serio in
classe, di un’elaborazione più approfondita”. Appare così fuorviante,
la sua valutazione, “una raccolta così fredda di dati buttati in un
computer, che non dà conto di cosa è la scuola, e soprattutto di cosa è
la lettura a scuola”.
“La prima cosa da fare è entrare dentro il sondaggio e capire come sono
distribuiti i numeri, quali le motivazioni della scelta, la
comparazione con altri testi scelti, che uso ne fanno i ragazzi. Non si
può capire la formazione dai numeri, la si deve comprendere attraverso
i processi che ne permettono la realizzazione” ci dice Silvia Guetta,
docente universitaria a Firenze. “Leggere Mein Kampf non è una colpa e
neppure proibito: è un libro che, per le conseguenze che ha avuto, è
carico di significati che oggi giustamente leggiamo come molto
pericolosi. Ma è necessario conoscere il linguaggio del pericolo e
della violenza. È necessario far capire in quale modo assurdo possono
essere costruite le ideologie della discriminazione e della
distruzione. E solo con una formazione costruita sui diritti umani
sappiamo come rispondere a provocazioni e sollecitazioni che potrebbero
lasciarci disorientati”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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Gli auguri della Presidente Ucei a bergoglio “Ad meah veesrim, per un futuro
all'insegna della collaborazione”
A
Bergoglio “portatore di una visione sempre attenta ai giovani e allo
sguardo umano di ogni fatto e avvenimento, sia esso globale o locale,
giunga il tradizionale augurio ebraico Ad Meah Veesrim, ovvero ‘che tu
possa arrivare ai centoventi anni’ in salute, gioia e benedizione”. È
l’augurio formulato dalla Presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sulle pagine di Famiglia Cristiana per
il compleanno di papa Bergoglio che cade il prossimo 17 dicembre. “Le
relazioni del mondo ebraico con la Chiesa cattolica vivono un momento
particolarmente significativo – sottolinea la presidente – Il dialogo
tra le due fedi è oggi ispirato a una sincera amicizia, nella
consapevolezza di radici e valori comuni. Dopo secoli di diffidenza,
segnati anche da tragiche discriminazioni e persecuzioni, oggi ebraismo
e Chiesa cattolica, ebraismo e mondo cristiano, coltivano un rapporto
che anno dopo anno cresce e si rinnova positivamente, nel rispetto
reciproco. Un cammino comune, che affonda le radici nella Dichiarazione
ecumenica Nostra aetate espressa dal Concilio Vaticano II, che poco più
di cinquant’anni fa, nel 1965, sanciva il superamento di pregiudizi
secolari da parte della Chiesa”.
Nel suo messaggio di auguri la presidente Di Segni ha sottolineato come
tappe importanti abbiano segnato i decenni successivi alla Nostra
Aetate, “scanditi dalle visite al Tempio Maggiore di Roma di Giovanni
Paolo II, Benedetto XVI e quasi un anno fa di papa Francesco, sulle
quali abbiamo maturato ulteriori convinzioni e illuminato il percorso
che dobbiamo ancora compiere”.
La presidente dell’Unione ha poi concluso il suo augurio al pontefice
auspicando che “il comune impegno per le generazioni future possa
contribuire sempre più al bene di tutta la società e alla promozione
dei valori che ci uniscono”. Leggi
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l'incontro dei colloqui ebraico-cristiani Camaldoli, dialogare sulla Parola
Prosegue
in queste ore a Camaldoli il ciclo di appuntamenti del 37esimo Incontro
nazionale dei colloqui ebraico-cristiani. Gruppi di studio comuni,
seminari, momenti artistici e di preghiera, segnano la cinque giorni di
scena nella località toscana, dedicata quest’anno ai “Custodi della
Parola. Ebrei e cristiani testimoni della Parola”. A portare i suoi
saluti in apertura dei lavori, tra gli altri, il nuovo ambasciatore
d’Israele presso la Santa Sede Oren David (nell'immagine a sinistra).
Tanti i protagonisti dell’ebraismo italiano coinvolti, dai rabbanim
Giuseppe Momigliano, Elia Richetti e Umberto Piperno, ad Anna Foa, Amos
Luzzatto, e Davide Assael: quest’ultimi terranno insieme un gruppo di
studi su “La Bibbia nel pensiero del Novecento”, assieme a Claudia
Milani. A “Bibbia e letteratura” è invece dedicato l’incontro con Sarah
Kaminski, Brunetto Salvarani e Laura Voghera. A motzé shabbat poi
Miriam Camerini e Donatella Scaiola terranno una lectio biblica, a cui
seguirà la narrazione in musica “Ogni nota è illuminata” con
protagonista il gruppo Mishkalé.
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qui roma - più libri, più liberi "Libertà religiosa, una legge
per tutelare tutte le minoranze"
È
da sempre un suo cavallo di battaglia. Malgrado molti sforzi, in
passato questo impegno non ha trovato concretezza. Ma non è una buona
ragione per rassegnarsi, per mettere da parte la questione. “L’Italia
ha bisogno di una legge sulla libertà religiosa. Forse quando la
presentai al Parlamento la società e la politica non erano
sufficientemente mature. Ma più passa il tempo, più si evita di
trattare l’argomento nelle sedi istituzionali, e più il problema si
acuisce. Serve uno sforzo comune per riportare questo tema al centro
dell’agenda, soprattutto in ragione dei tempi complessi e tormentati
che stiamo vivendo” sostiene l’ex ministro e parlamentare Valdo Spini
dal palco di Più libri, più liberi, la rassegna della piccola editoria
in svolgimento a Roma al Palazzo dei Congressi.
“Libertà religiosa e di coscienza nel mondo” il tema della sessione
convocata da Spini in qualità di presidente del Coordinamento Riviste
Italiane di Cultura. Sul palco giornalisti, leader di comunità,
protagonisti della divulgazione culturale e religiosa.
Ad
intervenire il rav Gianfranco Di Segni, il direttore de L’Osservatore
Romano Giovanni Maria Vian, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il
moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini, il presidente
dell’Ucoii Izzedin Elzir e il professor Francesco Margiotta Broglio.
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qui roma - più libri, più liberi Netanyahu jr. sbarca in Italia
"Israele, troppo conformismo"
Tra
Roma e Milano, è la settimana di Netanyahu. Ma il protagonista per una
volta è Iddo, fratello minore del primo ministro Benjamin. Autore
teatrale e scrittore, Iddo è stato oggi nella Capitale per promuovere
il suo ultimo libro Itamar K, edito da Besa. Testo che si caratterizza
per una forte critica del conformismo che a suo dire avrebbe
contaminato il mondo intellettuale israeliano compromettendone la
credibilità. Invitato dall’Associazione di Amicizia israeliana nella
Capitale, Netanyahu si è confrontato sui temi portanti del suo libro
con la scrittrice Lia Levi, che ne ha lodato lo humour e la sua
capacità di lasciare il segno con parole e contenuti non banali.
L’autore sarà nuovamente protagonista nel fine settimana a Milano,
nella sinagoga della Guastalla. Sabato pomeriggio alle 18.30 sarà
infatti tra i relatori chiamati a parlare del fratello Yonathan,
scomparso durante la celeberrima operazione di salvataggio ad Entebbe.
Tema che sarà sollevato con la presentazione delle sue Lettere, curate
da Michele Silenzi per la casa editrice Liberilibri. Patrocinato
dall’Assessorato alla Cultura della Comunità ebraica di Milano e da
“Amici di Israele” e moderato dal giornalista Nicola Porro, l’evento
vedrà anche la partecipazione del rav Alfonso Arbib e di Antonia Arslan. Leggi
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qui roma - l'incontro Lorenzo De' Medici e gli ebrei,
un rapporto davvero 'Magnifico'
“Magnifico
per molte ragioni, e più d’una ebraica”. Serata ricca di spunti ieri a
Roma, nel centro comunitario di Via Balbo, dove a lungo ci si è
confrontati sulla figura di Lorenzo De’ Medici e su quello che
rappresentò per il mondo ebraico del suo tempo.
Protagonista Giulio Busi, direttore dell’Istituto di giudaistica della
Freie Università Berlin e autore dell’importante biografia Lorenzo
De’Medici. Una vita da magnifico pubblicata quest’anno da Mondadori. In
dialogo con lo studioso Clelia Piperno, direttrice del Progetto di
traduzione del Talmud babilonese.
Come è stato ricordato nel corso della serata, tra i suoi sostenitori
più fedeli di Lorenzo vi furono gli ebrei di Firenze e di Toscana, e
con essi il Magnifico intrattenne per decenni un rapporto privilegiato.
Tanto che quando morì, nell’aprile 1492, al suo capezzale v’era un
medico ebreo, Lazzaro da Pavia.
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Setirot
- Realpolitik
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Cos’è
se non (saggia) Realpolitik quella che sta dietro alla nuova fase delle
relazioni tra Israele e Turchia iniziata pochi giorni fa con
l’insediamento ad Ankara dell’ambasciatore Eitan Na’eh? Questioni di
collaborazione in ambito energetico – i gasdotti turchi potrebbero
portare in Europa il gas del giacimento Leviathan – e nell’ambito della
sicurezza – il comune impegno a combattere il terrorismo islamista di
Daesh – hanno spinto i due governi a “dimenticare” la brutta storia
della Freedom Flotilla (Mavi Marmara) del 2010. E il presidente Reuven
Rivlin ringrazia saggiamente il suo omologo Recep Tayyip Erdoğan – non
esattamente un campione di democrazia – per essere stato uno dei primi
ad aiutare Israele a spegnere gli incendi divampati nelle scorse
settimane.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Cantare insieme
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Cantare
insieme fa bene, l’ho detto milioni di volte e l’ho scritto qui in
altre occasioni. Cantare insieme migliora le capacità musicali
dell’individuo e crea relazioni umane, in cui si stabiliscono regole
nella piena libertà di espressione di tutti. Cantare insieme è una
delle più belle esperienze che si possa fare nella vita e può diventare
uno spazio di crescita e apprendimento a ogni età, non solo in ambito
musicale.
E in effetti non a caso è stato il canto comune a divenire strumento di
accoglienza e integrazione per le tante ondate migratorie in Eretz
Israel, fin dai primi anni. Il canto era l’elemento unificante nei
movimenti giovanili, nei kibbutz e nei centri che andavano via via
formandosi nelle città e fungeva anche da efficace mezzo per imparare
l’ebraico.
Maria Teresa Milano
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Il fumo che non nuoce
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Quando
in Italia passò la legge che vietava di fumare al cinema, a Trieste era
già proibito da molti anni. Era il 1975, e fu per una direttiva del
1972 della CEE – il nome dell’Europa Comune quando piaceva a tutti. Si
dovette aspettare il 2003 per una Legge quadro, ma nel frattempo erano
già apparse sui pacchetti di sigarette quelle frasi minacciose che –
secondo me – contribuivano più al consumo proibito che alla sua
disincetivazione.
Io, nato nel 1954, non fumavo; il rito di passaggio, a quattordici
anni, nel campetto di calcio dopo la bisettimanale partita pomeridiana,
mi aveva lasciato un tal disgusto che non ‘avevo preso il vizio’.
Valerio Fiandra
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Levanà |
Un
altro Shabbat inizia, in questo periodo dell’anno in cui fa buio presto
con un po’ di affanno. Poi c’è tempo per rilassarsi, tempo per tutto.
Leggiamo, studiamo. Tra un Siddur, la Torah, le fotocopie dei canti che
stiamo imparando, anche un libro della Kar-Ben Publishing, casa
editrice statunitense da noi molto amata per la ricchezza di testi di
argomento ebraico per bambini di ogni età (alcuni dei quali pubblicati
in Italia da Giuntina nella collana per l’infanzia Parpar)
Sara Valentina Di Palma
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Rispettando il sì e il no
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La
loro presenza nel fronte vittorioso, purtroppo, appare, almeno sul
piano mediatico, alquanto sfocata e minimale. Non sembra che siano loro
ad avere vinto, né, tanto meno, ad avere vinto – come tanto spesso si
legge e sente dire – mi sembra che sia stata la Costituzione
repubblicana”, sottolinea dalle colonne di Moked lo storico Francesco
Lucrezi, in un commento al voto referendario e riferendosi al NO.
Riconoscendomi tra coloro che, sempre secondo le parole di Lucrezi
(commento all’insegna della correttezza e della sportività), “si sono
impegnati in buona fede per la democrazia, il diritto e la civiltà”
sostenendo il NO, mi permetto di far rilevare come la giusta lettura, a
mio parere, data dall’estensore del commento sia da estendere, però,
anche al fronte del SI uscito sconfitto dalle urne.
Gadi Polacco
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