Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Dinanzi
alla virulenza di una persecuzione che porta una madre ad affidare il
suo neonato alle acque del Nilo, la figlia del Faraone raccoglie il
cesto e intuisce che si tratta di un bambino ebreo. Per allattarlo
sceglie una balia ebrea che, casualmente, è la vera madre, ma è lei
stessa – figlia del Faraone – a dargli il nome: “…e lo chiamò Moshè
perché è stato tratto fuori dalle acque” (Shemòt; 2,10). L’atto della
figlia del Faraone è fatto di coraggio, di generosità e misericordia
incondizionati. È per questo gesto che smetterà di essere la figlia del
Faraone e diverrà BatYà, la figlia dell’Eterno. Dalla forza interiore
con cui la figlia del Faraone salva Moshè dalla morte si origina la
forza della personalità di Moshè. In nessun momento della sua vita
Moshè verrà meno al messaggio di quel gesto.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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È
cominciata anche quest’anno la maratona della Memoria. Incontri,
abbracci, riconoscimenti, ringraziamenti. Pochi disconoscimenti,
soprattutto riconoscimenti, perché è più bello sorridersi da bravi
amici che mostrare la chiostra dei denti e gridare in faccia all’altro
il tradimento, la spiata, le vergogna. Si cerca la condivisione
piuttosto che le ragioni della separazione o del voltafaccia. Perché si
cerca sempre, disperatamente, di essere gentili e mostrare il sorriso
per essere accettati, anche quando si sa che si tratta di un’illusione
dalla vita breve.
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Milano, Memoria sfregiata
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“Ero
ancora così commossa per la Pietra messa in ricordo di mio padre, che
quando sono scesa in strada, sabato mattina, e l’ho vista coperta di
vernice nera, mi sono sentita male. Che oltraggio, che vergogna. Non
abbiamo nemmeno una tomba per piangerlo, ci negano anche la possibilità
di ricordare chi non si può più difendere”. A parlare, Ornella Coen,
figlia di Dante, assassinato dai nazisti a Buchenwald il 4 aprile del
1945. In sua memoria, in via Plinio 20, è stata posizionata una delle
prime sei Pietre d’inciampo apposte a Milano lo scorso 19 gennaio. Ma
il sanpietrino, come racconta Repubblica Milano, è stato imbrattato di
nero dalla stupidità di qualcuno. “Abito vicino alla casa di via Plinio
20, dove venne arrestato mio padre – ha raccontato la figlia Ornella
Coen -. Sono scesa con mia figlia Laura, abbiamo comprato l’acquaragia,
ci siamo inginocchiate sull’asfalto e l’abbiamo ripulita Rimane
l’amarezza per l’umanità che ci circonda, dove serpeggiano ancora
l’antisemitismo e il negazionismo”. “La memoria viene prima di tutto e
Milano non si piegherà mai di fronte a chi vuole cancellare le nostre
radici”, ha commentato a caldo il sindaco Giuseppe Sala mentre dalla
Comunità ebraica milanese arriva la promessa: “Metteremo ancora più
Pietre, perché la memoria va difesa e tenuta alta”. Di gesto gravissimo
parla Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi Milano.
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qui roma - IL CONVEGNO Memoria - Legge e legalità
per difendere la democrazia “Legge
e legalità – le armi della democrazia. Dalla memoria della Shoah ad una
integrazione dei diritti dell’uomo nell’Unione Europea”.
È il titolo del qualificato convegno in programma giovedì mattina
presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana, organizzato dall’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane nel quadro delle iniziative per il
Giorno della Memoria promosse dal Comitato di Coordinamento per le
Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Partendo da un excursus storico sulla legislazione antiebraica, si
esaminerà l’attualità – il sistema dei valori socio culturali e i
processi che portano alla promulgazione delle Leggi – con i loro
talvolta pericolosi risvolti, affinché la Memoria della Shoah serva non
solo a ricordare il terribile passato, ma anche a consolidare l’ordine
faticosamente ristabilito e a far sì che quanto ricostruito non diventi
un sogno spezzato.
Ad aprire il convegno, in programma a partire dalle 10, i saluti del
direttore generale dell’Istituto Massimo Bray e della presidente UCEI
Noemi Di Segni. Seguirà l’intervento d’onore di Shaul Ladany,
sopravvissuto alla Shoah, campione olimpionico e professore emerito di
Ingegneria gestionale. Si aprirà quindi la fase delle relazioni,
moderata dal giornalista Giorgio Giovannetti, con interventi di Valerio
Di Porto, consigliere parlamentare della Camera dei Deputati
(“Relazione introduttiva: Dalla negazione dei diritti alla negazione
delle vite: le leggi razziste e il loro seguito”); Marta Cartabia, vice
presidente della Corte costituzionale (“Principio di legalità e tutela
dei valori: endiadi o ossimoro?”); Carmela Decaro, docente di diritto
pubblico comparato presso l’università LUISS Guido Carli di Roma (“La
babele dei diritti e il ruolo della legge in prospettiva comparata”);
Luisa Azzena, professoressa di diritto costituzionale all’università di
Pisa (“L’integrazione europea attraverso i diritti: come non tornare
indietro?”); Haim Baharier, pensatore e studioso di ermeneutica biblica
(“I diritti dell’Uomo e il dovere di rispettare la vita: tradizione ed
esperienza ebraica”).
L’iniziativa si concluderà con un appello ai capi di Stato in vista
della cerimonia per la celebrazione del 60esimo anniversario dalla
firma dei Trattati di Roma che si terrà il prossimo 25 marzo.
L’appello sarà consegnato nelle mani del sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi. Leggi
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qui firenze - la mostra agli uffizi Castelfranco, un ricordo vivo Protagonista
della salvaguardia culturale in anni di barbarie. Funzionario
dell’allora Soprintendenza, direttore delle collezioni di Palazzo
Pitti, vittima delle Leggi razziste promulgate dal fascismo,
clandestino operatore per la libertà del Paese e per l’integrità del
suo patrimonio artistico. Conoscitore, fautore e mecenate dell’arte
contemporanea.
Questa la chiave della mostra dedicata a Giorgio Castelfranco
(1896-1978) “curatore, mecenate e difensore d’arte” inaugurata alla
vigilia del Giorno della Memoria presso la Sala del Camino della
Gallerie delle Statue e delle Pitture degli Uffizi. Curata da Claudio
Di Benedetto e fortemente voluta dal direttore del museo Eike Schmidt,
la mostra (visitabile fino al 26 febbraio) approfondisce il rapporto
tra Castelfranco e l’arte contemporanea e il legame che lo stesso
intrattenne con Giorgio De Chirico, del quale fu, oltre che amico,
anche mecenate e collezionista. In esposizione, in prestito da Casa
Siviero, ci sono quindi tre opere: Alexandros, Ritratto di Elide e
Ritratto di Matilde Forti, che di Castelfranco fu la moglie.
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qui venezia - memoria
Giusti, le storie da riscoprire Un
evento dedicato ai “Giusti tra le nazioni” alla Biblioteca Nazionale
Marciana, organizzato in occasione delle manifestazioni cittadine per
il Giorno della Memoria 2017. Dopo i saluti di Maurizio Messina,
direttore della Biblioteca Nazionale Marciana, di Paolo Navarro Dina,
consigliere della Comunità ebraica, e di Luciana Colle, vicesindaco del
Comune di Venezia, sono seguiti gli interventi di Andrea Tagliapietra,
filosofo Università Vita-Salute San Raffaele, Milano e Don Diego
Sartorelli, direttore dell’Archivio storico del Patriarcato di Venezia. Leggi
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Buy American
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Non
so voi, ma quando ho sentito “Buy American, hire American” (“Compriamo
americano, assumiamo americano”, nda), mi si è gelato il sangue.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie – La provocazione del '48
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In
queste settimane la mia ricerca storica sta circumnavigando un anno
cruciale per l’Italia (e anche per Israele): il 1948. Nelle carte
dell’Archivio di Stato, in un fascicolo del ministero dell’Interno, ho
ritrovato una relazione dell’allora questore Saverio Polito
sull’episodio, che già conoscevo, avvenuto a Roma il 14 aprile di
quell’anno, quattro giorni prima del voto delle elezioni politiche che
avrebbero segnato il trionfo della Dc.
In questo documento si parla di un gruppo di missini che, di ritorno da
un comizio nel quartiere Testaccio, attraversa provocatoriamente il
“ghetto” ebraico, cantando l’Inno a Roma, suscitando la più che
legittima ira degli abitanti e scatenando con essi uno scontro.
I missini hanno la peggio, come annota il questore Polito, e la rissa
si trascina fino al largo di Torre Argentina.Una spedizione razzista
contro gli ebrei respinta a furor di popolo a Roma, titola «l’Unità»
del giorno dopo.
Chi ha ricordi di questo episodio e di quella infuocata campagna elettorale, può scrivermi a ricerca1948@gmail.com
Mario Avagliano
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