
Elia Richetti,
rabbino
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La
Parashà tratta in modo dettagliato e specifico le regole relative al
manifestarsi del “néga’ tzarà’ath”, la lesione determinata
dall’affezione della tzarà’ath. Su quale sia il significato da dare a
simili affezioni molto si è detto e scritto.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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In
questi giorni di frequenti commemorazioni e celebrazioni non è semplice
raccogliere i pensieri e dare loro una forma coerente e equanime. Gli
stimoli sono diversi, contraddittori, e suscitano reazioni fortemente
emotive. Una parola che immediatamente viene in mente è ipocrisia, ma
innegabilmente si mescola ad essa la parola riconoscimento.
Riconoscimento per chi nella società civile e nel sistema politico
italiano cerca di promuovere una dignitosa memoria delle infamie
perpetrate da altri italiani, dirigenti e seguaci del regime fascista –
senza scaricare le responsabilità su altri. Riconoscimento per chi
ammonisce contro i rischi del perpetuarsi dell'odio razzista, xenofobo
e fondamentalista, e cerca di seminare una traccia di segnali simbolici
e di moniti inibitori per le future generazioni.
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Migranti, svolta dei pm |
Svolta
dei pm sui viaggi dei migranti verso le coste italiane. L’input giunto
dalla procura è di non fermare più gli scafisti delle decine di gommoni
stracarichi che dopo poche miglia vengono intercettate dalle navi delle
Ong. “Sono quelli che un paio di sentenze di tribunali siciliani e di
qualche tribunale del riesame hanno definito ‘scafisti per necessità’,
migranti anche loro che, in cambio del viaggio gratis o di uno sconto,
ma a volte anche costretti con la forza sotto la minaccia delle armi –
scrive Repubblica – si ritrovano al timone di gommoni e vecchi scafi
senza per questo far parte dell’organizzazione libica.
Polemica sui social per il cartello celebrativo di Coco Chanel apparso
durante il corteo del 25 Aprile a Milano. “Patriota europea”, secondo
la didascalia. “Antisemita e collaborazionista” ricordano invece in
tanti sul web.
Afferma al riguardo Pietro Bussolati, segretario del Pd milanese: “Lo
abbiamo detto, è stato un errore. Ma i cartelli sbagliati non c’entrano
per criticare il senso di una manifestazione che nell’anno dei
sessant’anni dai Trattati di Roma ha voluto ricordare Ventotene e il
sogno europeo nato dalla Resistenza” (Repubblica Milano).
In occasione dell’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci, lo
studioso Alberto Cavaglion (che ne scrive anche su Pagine Ebraiche di
maggio) parla sulla Stampa del film, Due mondi, che gli ispirò diverse
riflessioni sull’antisemitismo.
“Al suo arrivo a Torino – spiega Cavaglion – Gramsci aveva abitato in
piazza Carlina, cuore del vecchio ghetto cittadino. Forse per questa
vicinanza nei Quaderni del carcere troviamo pagine assai importanti
dedicate alla storia degli ebrei d’Italia nel Risorgimento”.
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il presidente usa e la prima visita in israele
Gerusalemme, l'attesa per Trump
Il
21 maggio in Israele, il 25 a Bruxelles e dal 26 al 27 a Taormina per
il G7. Dovrebbe essere questa l'agenda del Presidente degli Stati Uniti
Donald Trump per la fine del mese: secondo indiscrezioni dei media
israeliani, la Casa Bianca vorrebbe infatti approfittare del tour
europeo del Presidente Trump per organizzare anche la sua prima visita
a Gerusalemme. Da Washington è arrivata la conferma di un contatto in
questi giorni tra la diplomazia americana e israeliana per organizzare
l'incontro e, secondo indiscrezioni del quotidiano Yedioth Ahronot,
nell'occasione Trump potrebbe riconoscere Gerusalemme come Capitale
unica d'Israele. Come sottolinea un altro media israeliano, il Times of
Israel, dalla dichiarazione di indipendenza israeliana del 1948 ad
oggi, gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto nessuna parte di
Gerusalemme quale Capitale ufficiale del Paese. Un'azione in tal senso
configurerebbe dunque un cambio radicale, con evidenti effetti sugli
equilibri mediorientali. Difficile, d'altra parte, che il
riconoscimento riguardo alla Capitale si concretizzi: per il momento
Trump è stato molto cauto anche riguardo a una promessa esplicita fatta
in campagna elettorale, ovvero lo spostamento da Tel Aviv a Gerusalemme
dell'ambasciata Usa. “È una questione che stiamo valutando”, aveva
dichiarato qualche settimana dopo la sua elezione alla guida degli
Stati Uniti, definendo l'operazione diplomaticamente delicata.
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qui roma
Rav Elio Toaff, una targa
nel luogo dei suoi studi
"Rabbino
capo di Roma. Maestro e studioso. Combattente per la libertà. Uomo di
pace e di dialogo". È quanto si legge nella targa apposta ieri a Pisa
nel Complesso ex Salesiani, all'interno del campus umanistico tra i
dipartimenti di Civiltà e forme del Sapere e di Filologia, Letteratura
e Linguistica, in onore del rav Elio Toaff.
Un secondo omaggio della città in cui il giovane rabbino completò i
suoi studi nel 1939, con le Leggi Razziali già in vigore da vari mesi,
dopo l'intitolazione di una passeggiata all'interno del Giardino Scotto
avvenuta al mattino su iniziativa dell'amministrazione comunale.
Alla presenza dei familiari, dei figli Ariel, Daniel, Gadiel e Miriam,
i diversi interventi tenutisi nel pomeriggio hanno inquadrato la vita
del rav nelle sue molteplici prospettive.
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Qui Torino
Verso il Salone del Libro. Trent’anni Oltre il confine
“La
cultura è il collante che in questi anni difficili ci ha permesso di
rimanere comunità. Torino è il biglietto da visita dell’editoria
italiana nel mondo”. Queste le parole scelte dall’ex ministro per i
Beni culturali, Massimo Bray, nuovo presidente della Fondazione per il
libro, per aprire la presentazione del programma della trentesima
edizione del Salone del Libro di Torino, che sarà incentrata su “Oltre
il confine”, tema quanto mai attuale ben sintetizzato
dall’illustrazione di Gipi che ne è immagine ufficiale. E al Museo del
Risorgimento quella comunità non solo affollava le grandi sale e si è
assiepata davanti ai megaschermi che riproponevano i discorsi per i
tanti che non sono riusciti a entrare, ma ha risposto con grande
calore. E il commento più sentito fra gli editori, i giornalisti e i
tanti cittadini curiosi di vedere cosa veramente, dopo i tanti annunci,
sarà il Salone della rinascita era che se un successo l’ha avuto, Tempo
di Libri, la prima edizione milanese della fiera dell’editoria
organizzata nei giorni scorsi a Rho, è stato quello di far rinascere un
grande Salone.
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Setirot - La lezione di Cattaneo |
Se
si vuole mutare i costumi di una "stirpe d’uomini" bisogna "riformare
il loro stato economico... dare un diverso corso ai loro interessi".
Così scriveva Carlo Cattaneo (1801-1869) nelle sue Interdizioni
israelitiche, meritoriamente ripubblicate da Castelvecchi e arricchite
da un buon apparato critico. Così un cardine della letteratura
socio-politica italiana dell’Ottocento si riveste, nella sua modernità,
di valori tanto attuali quanto cogenti. Cattaneo aveva infatti capito
che la condizione di interdizione – come ben sottolinea in una
prefazione Noemi Di Segni, presidente UCEI – andava superata tramite la
mutazione dello stato sociale degli ebrei, determinando in tal modo una
eguaglianza civile e un rimedio ad alcune problematiche di politica
economica.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Hanns Eisler |
Non
si parla molto di lui, il suo nome è legato soprattutto alla musica da
film e alle vicende con l’FBI, ma in realtà Hanns Eisler ha avuto un
ruolo chiave nella storia musicale della Repubblica di Weimar. Nasce a
Lipsia e cresce a Vienna, dove il padre, un ebreo della borghesia
illuminata, lavora come editor e traduttore. Hans inizia a studiare
composizione a 20 anni, nel 1918, dopo aver prestato servizio in
guerra. Non resta alcuna opera di lui da studente ma a quanto pare
scrisse una sonata per pianoforte, un poema sinfonico, musica per
produzioni teatrali e diversi brani per pianoforte e voce su testi
poetici. Il suo punto di svolta avviene quando viene accettato come
allievo da Arnold Schoenberg con cui, curiosamente, non studia la
rivoluzione della dodecafonia, ma contrappunto e analisi armonica delle
opere di Brahms.
Maria Teresa Milano
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Lag BaOmer con l’Ugei |
Negli
anni Cinquanta alcune personalità di rilievo dell’Unione delle comunità
israelitiche italiane (Ucii) criticavano senza mezze misure la linea
della federazione giovanile (Fgei), che prevedeva l’organizzazione di
numerose attività di mera aggregazione a fianco di una minoranza di
momenti di approfondimento e studio. Ne ha scritto Guri Schwarz in un
volume pubblicato alcuni anni fa da Laterza con il titolo Ritrovare se
stessi. Gli ebrei nell’Italia postfascista, una dettagliata analisi
della situazione dell’ebraismo italiano negli anni dalla Liberazione al
governo Tambroni (1960) e di quella ristrutturazione identitaria
inevitabile dopo sette anni di discriminazione e persecuzione
(1938-1945).
Paolo Berruto
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Con i partigiani ebrei
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“Ciò
che non si ripete a se stessi, lo si dimentica”, scriveva Ruth Kluger
una generazione fa – il tempo di una vita (Vivere ancora. Storia di una
giovinezza, Einaudi 1995, p. 1995). Questo rende ancora più necessario,
per quanto tardivo, il recupero della memoria della Resistenza ebraica
in Italia, soprattutto come arma contro un certo revisionismo
antisemita emerso negli ultimi anni.
Sara Valentina Di Palma
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