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27 aprile 2017 - 1 Iyar 2017
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
La Parashà tratta in modo dettagliato e specifico le regole relative al manifestarsi del “néga’ tzarà’ath”, la lesione determinata dall’affezione della tzarà’ath. Su quale sia il significato da dare a simili affezioni molto si è detto e scritto.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
In questi giorni di frequenti commemorazioni e celebrazioni non è semplice raccogliere i pensieri e dare loro una forma coerente e equanime. Gli stimoli sono diversi, contraddittori, e suscitano reazioni fortemente emotive. Una parola che immediatamente viene in mente è ipocrisia, ma innegabilmente si mescola ad essa la parola riconoscimento. Riconoscimento per chi nella società civile e nel sistema politico italiano cerca di promuovere una dignitosa memoria delle infamie perpetrate da altri italiani, dirigenti e seguaci del regime fascista – senza scaricare le responsabilità su altri. Riconoscimento per chi ammonisce contro i rischi del perpetuarsi dell'odio razzista, xenofobo e fondamentalista, e cerca di seminare una traccia di segnali simbolici e di moniti inibitori per le future generazioni.
 
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Migranti, svolta dei pm
Svolta dei pm sui viaggi dei migranti verso le coste italiane. L’input giunto dalla procura è di non fermare più gli scafisti delle decine di gommoni stracarichi che dopo poche miglia vengono intercettate dalle navi delle Ong. “Sono quelli che un paio di sentenze di tribunali siciliani e di qualche tribunale del riesame hanno definito ‘scafisti per necessità’, migranti anche loro che, in cambio del viaggio gratis o di uno sconto, ma a volte anche costretti con la forza sotto la minaccia delle armi – scrive Repubblica – si ritrovano al timone di gommoni e vecchi scafi senza per questo far parte dell’organizzazione libica.

Polemica sui social per il cartello celebrativo di Coco Chanel apparso durante il corteo del 25 Aprile a Milano. “Patriota europea”, secondo la didascalia. “Antisemita e collaborazionista” ricordano invece in tanti sul web.
Afferma al riguardo Pietro Bussolati, segretario del Pd milanese: “Lo abbiamo detto, è stato un errore. Ma i cartelli sbagliati non c’entrano per criticare il senso di una manifestazione che nell’anno dei sessant’anni dai Trattati di Roma ha voluto ricordare Ventotene e il sogno europeo nato dalla Resistenza” (Repubblica Milano).

In occasione dell’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci, lo studioso Alberto Cavaglion (che ne scrive anche su Pagine Ebraiche di maggio) parla sulla Stampa del film, Due mondi, che gli ispirò diverse riflessioni sull’antisemitismo.
“Al suo arrivo a Torino – spiega Cavaglion – Gramsci aveva abitato in piazza Carlina, cuore del vecchio ghetto cittadino. Forse per questa vicinanza nei Quaderni del carcere troviamo pagine assai importanti dedicate alla storia degli ebrei d’Italia nel Risorgimento”.
 
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  davar
il presidente usa e la prima visita in israele
Gerusalemme, l'attesa per Trump
Il 21 maggio in Israele, il 25 a Bruxelles e dal 26 al 27 a Taormina per il G7. Dovrebbe essere questa l'agenda del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la fine del mese: secondo indiscrezioni dei media israeliani, la Casa Bianca vorrebbe infatti approfittare del tour europeo del Presidente Trump per organizzare anche la sua prima visita a Gerusalemme. Da Washington è arrivata la conferma di un contatto in questi giorni tra la diplomazia americana e israeliana per organizzare l'incontro e, secondo indiscrezioni del quotidiano Yedioth Ahronot, nell'occasione Trump potrebbe riconoscere Gerusalemme come Capitale unica d'Israele. Come sottolinea un altro media israeliano, il Times of Israel, dalla dichiarazione di indipendenza israeliana del 1948 ad oggi, gli Stati Uniti non hanno mai riconosciuto nessuna parte di Gerusalemme quale Capitale ufficiale del Paese. Un'azione in tal senso configurerebbe dunque un cambio radicale, con evidenti effetti sugli equilibri mediorientali. Difficile, d'altra parte, che il riconoscimento riguardo alla Capitale si concretizzi: per il momento Trump è stato molto cauto anche riguardo a una promessa esplicita fatta in campagna elettorale, ovvero lo spostamento da Tel Aviv a Gerusalemme dell'ambasciata Usa. “È una questione che stiamo valutando”, aveva dichiarato qualche settimana dopo la sua elezione alla guida degli Stati Uniti, definendo l'operazione diplomaticamente delicata.
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qui roma
Rav Elio Toaff, una targa
nel luogo dei suoi studi

"Rabbino capo di Roma. Maestro e studioso. Combattente per la libertà. Uomo di pace e di dialogo". È quanto si legge nella targa apposta ieri a Pisa nel Complesso ex Salesiani, all'interno del campus umanistico tra i dipartimenti di Civiltà e forme del Sapere e di Filologia, Letteratura e Linguistica, in onore del rav Elio Toaff.
Un secondo omaggio della città in cui il giovane rabbino completò i suoi studi nel 1939, con le Leggi Razziali già in vigore da vari mesi, dopo l'intitolazione di una passeggiata all'interno del Giardino Scotto avvenuta al mattino su iniziativa dell'amministrazione comunale.
Alla presenza dei familiari, dei figli Ariel, Daniel, Gadiel e Miriam, i diversi interventi tenutisi nel pomeriggio hanno inquadrato la vita del rav nelle sue molteplici prospettive.
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Qui Torino
Verso il Salone del Libro. Trent’anni Oltre il confine
“La cultura è il collante che in questi anni difficili ci ha permesso di rimanere comunità. Torino è il biglietto da visita dell’editoria italiana nel mondo”. Queste le parole scelte dall’ex ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, nuovo presidente della Fondazione per il libro, per aprire la presentazione del programma della trentesima edizione del Salone del Libro di Torino, che sarà incentrata su “Oltre il confine”, tema quanto mai attuale ben sintetizzato dall’illustrazione di Gipi che ne è immagine ufficiale. E al Museo del Risorgimento quella comunità non solo affollava le grandi sale e si è assiepata davanti ai megaschermi che riproponevano i discorsi per i tanti che non sono riusciti a entrare, ma ha risposto con grande calore. E il commento più sentito fra gli editori, i giornalisti e i tanti cittadini curiosi di vedere cosa veramente, dopo i tanti annunci, sarà il Salone della rinascita era che se un successo l’ha avuto, Tempo di Libri, la prima edizione milanese della fiera dell’editoria organizzata nei giorni scorsi a Rho, è stato quello di far rinascere un grande Salone.
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jciak
Il genio di Albert Einstein
Il titolo, Genius, è da solo un programma. E non a caso la nuova serie tv di National Geographic dedicata ai personaggi storici che hanno ampliato la nostra conoscenza debutta con Albert Einstein, il genio più popolare del pianeta. Interpretato dal meraviglioso Geoffrey Rush, già Oscar per aver impersonato un altro genio, il sofferente pianista David Helfgott in Shine (1996) Einstein è narrato in dieci episodi che intrecciano vita privata, scienza (poca) e i ribaltoni politici che, a partire dall’ascesa del nazismo, segnano in modo radicale l’esperienza umana e professionale dello scienziato.

Daniela Gross
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giro d'italia 2017
La squadra israeliana di ciclismo
“Sui pedali, ricordando Gino”

“Mio nonno è stato uno dei primissimi ricercatori dello Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme. Da lui ho appreso che non bisogna dimenticare i torti subiti, ma al tempo stesso che bisogna dare evidenza alle azioni meritorie. Per questo, il 16 maggio saremo a Firenze. Per onorare la memoria di un grande campione sui pedali, ripercorrendo sulle nostre bici la strada del coraggio”.
Giovanissimo team manager con un passato da ciclista di buon livello, Ran Margaliot guida la Israel Cycling Academy. Si tratta della prima squadra professionistica israeliana, una sfida piena di ambizioni per un paese che non ha una solida tradizione alle spalle.
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  pilpul
Setirot - La lezione di Cattaneo
Se si vuole mutare i costumi di una "stirpe d’uomini" bisogna "riformare il loro stato economico... dare un diverso corso ai loro interessi". Così scriveva Carlo Cattaneo (1801-1869) nelle sue Interdizioni israelitiche, meritoriamente ripubblicate da Castelvecchi e arricchite da un buon apparato critico. Così un cardine della letteratura socio-politica italiana dell’Ottocento si riveste, nella sua modernità, di valori tanto attuali quanto cogenti. Cattaneo aveva infatti capito che la condizione di interdizione – come ben sottolinea in una prefazione Noemi Di Segni, presidente UCEI – andava superata tramite la mutazione dello stato sociale degli ebrei, determinando in tal modo una eguaglianza civile e un rimedio ad alcune problematiche di politica economica.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Hanns Eisler
Non si parla molto di lui, il suo nome è legato soprattutto alla musica da film e alle vicende con l’FBI, ma in realtà Hanns Eisler ha avuto un ruolo chiave nella storia musicale della Repubblica di Weimar. Nasce a Lipsia e cresce a Vienna, dove il padre, un ebreo della borghesia illuminata, lavora come editor e traduttore. Hans inizia a studiare composizione a 20 anni, nel 1918, dopo aver prestato servizio in guerra. Non resta alcuna opera di lui da studente ma a quanto pare scrisse una sonata per pianoforte, un poema sinfonico, musica per produzioni teatrali e diversi brani per pianoforte e voce su testi poetici. Il suo punto di svolta avviene quando viene accettato come allievo da Arnold Schoenberg con cui, curiosamente, non studia la rivoluzione della dodecafonia, ma contrappunto e analisi armonica delle opere di Brahms.

Maria Teresa Milano
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Lag BaOmer con l’Ugei
Negli anni Cinquanta alcune personalità di rilievo dell’Unione delle comunità israelitiche italiane (Ucii) criticavano senza mezze misure la linea della federazione giovanile (Fgei), che prevedeva l’organizzazione di numerose attività di mera aggregazione a fianco di una minoranza di momenti di approfondimento e studio. Ne ha scritto Guri Schwarz in un volume pubblicato alcuni anni fa da Laterza con il titolo Ritrovare se stessi. Gli ebrei nell’Italia postfascista, una dettagliata analisi della situazione dell’ebraismo italiano negli anni dalla Liberazione al governo Tambroni (1960) e di quella ristrutturazione identitaria inevitabile dopo sette anni di discriminazione e persecuzione (1938-1945).

Paolo Berruto
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Con i partigiani ebrei
“Ciò che non si ripete a se stessi, lo si dimentica”, scriveva Ruth Kluger una generazione fa – il tempo di una vita (Vivere ancora. Storia di una giovinezza, Einaudi 1995, p. 1995). Questo rende ancora più necessario, per quanto tardivo, il recupero della memoria della Resistenza ebraica in Italia, soprattutto come arma contro un certo revisionismo antisemita emerso negli ultimi anni.

Sara Valentina Di Palma
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