Migranti, svolta dei pm

rassegnaSvolta dei pm sui viaggi dei migranti verso le coste italiane. L’input giunto dalla procura è di non fermare più gli scafisti delle decine di gommoni stracarichi che dopo poche miglia vengono intercettate dalle navi delle Ong. “Sono quelli che un paio di sentenze di tribunali siciliani e di qualche tribunale del riesame hanno definito ‘scafisti per necessità’, migranti anche loro che, in cambio del viaggio gratis o di uno sconto, ma a volte anche costretti con la forza sotto la minaccia delle armi – scrive Repubblica – si ritrovano al timone di gommoni e vecchi scafi senza per questo far parte dell’organizzazione libica.

Polemica sui social per il cartello celebrativo di Coco Chanel apparso durante il corteo del 25 Aprile a Milano. “Patriota europea”, secondo la didascalia. “Antisemita e collaborazionista” ricordano invece in tanti sul web.
Afferma al riguardo Pietro Bussolati, segretario del Pd milanese: “Lo abbiamo detto, è stato un errore. Ma i cartelli sbagliati non c’entrano per criticare il senso di una manifestazione che nell’anno dei sessant’anni dai Trattati di Roma ha voluto ricordare Ventotene e il sogno europeo nato dalla Resistenza” (Repubblica Milano).

In occasione dell’ottantesimo anniversario della morte di Gramsci, lo studioso Alberto Cavaglion (che ne scrive anche su Pagine Ebraiche di maggio) parla sulla Stampa del film, Due mondi, che gli ispirò diverse riflessioni sull’antisemitismo.
“Al suo arrivo a Torino – spiega Cavaglion – Gramsci aveva abitato in piazza Carlina, cuore del vecchio ghetto cittadino. Forse per questa vicinanza nei Quaderni del carcere troviamo pagine assai importanti dedicate alla storia degli ebrei d’Italia nel Risorgimento”.

“Il filo tragico che lega il genocidio armeno e la Shoah è l’Islampolitik” scrive sul Foglio il presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana Giuseppe Laras in una riflessione pubblicata a poche ore dall’inaugurazione a Milano, al Memoriale della Shoah, di una mostra sul Metz Yeghern (il genocidio armeno).

Sul rinnovato settimanale 7 del Corriere, Rossella Tercatin presenta i risultati di uno studio dell’Università ebraica di Gerusalemme che dimostra come il nome di una persona possa condizionare l’aspetto fisico e soprattutto il viso, “autentico passaporto per le relazioni sociali”.
Sul dorso toscano del Corriere, Adam Smulevich ricorda il contributo alla Liberazione d’Italia di quella che sarebbe diventata un’appassionata giornalista: Wanda Lattes.

(27 aprile 2017)