29 Maggio 2017 - 4 Sivan 5777

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19 Giugno 2017 - 25 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
“Non coverai nel tuo cuore odio contro tuo fratello; rimprovera apertamente (Ocheach Tochiach) il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui” (Levitico 19, 17). La Mitzvah consiste nell’informare il tuo prossimo in separata sede senza sbiancarne il volto di una trasgressione da lui commessa e cercare di insegnare il comportamento corretto.
 
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Anna
Foa,
storica
Fa impressione vedere con quanta velocità stia salendo la marea dei commenti razzisti e xenofobi, in questo momento scatenati dalla legge sullo ius soli. Certo, una buona parte di questa gente queste cose le pensava da sempre, ed ora il social network offre loro una tribuna pubblica. Italiani incapaci di mettere al suo posto un condizionale o un congiuntivo blaterano sulla necessità di far fare agli immigrati un esame di italiano. Senatori insultano la seconda carica dello Stato, pubblicamente. L’odio divampa. L’ignoranza gli fa da sfondo. La polemica contro il political correct e i suoi eccessi ha portato a sdoganare insulti, minacce, violenze. I saluti romani passano indisturbati. Per ora gli ebrei non sono coinvolti, almeno non come oggetti. Ma siamo così sicuri che, tolti tutti i paletti, la marea non raggiungerà anche noi? E quel giorno, cosa potremo dire di aver fatto per fermarla?
 
Londra, nuovo orrore
davanti alla moschea
Poco dopo la mezzanotte di lunedì (l’una in Italia), un furgone ha investito alcune persone nei pressi di una moschea a Finsbury Park, nel nord di Londra. Otto feriti e una vittima accertata, il bilancio di un incidente di cui non è ancora chiara la natura. L’uomo alla guida è stato arrestato e testimoni riferiscono di averlo sentito gridare frasi di odio contro i musulmani. Secondo il Muslim Council of Britain, una delle più grandi organizzazioni musulmane nel Regno Unito, il furgone avrebbe intenzionalmente investito i fedeli che avevano da poco lasciato la moschea, nell’ambito del periodo di preghiera per il Ramadan (Corriere e Repubblica).

Un gruppetto di persone ha esposto durante il corteo torinese del gay pride uno striscione anti-israeliano con su scritto “No pinkwashing, stop Israeli apartheid”. “Quel che colpisce – afferma a Repubblica Torino Enzo Cucco, presidente dell’associazione radicale Certi diritti e membro dell’associazione Italia-Israele – è che la politica israeliana verso i palestinesi venga definita come apartheid. Sappiamo che non è assolutamente cosi perché la situazione in Israele non ha nulla a che vedere con quella del Sudafrica di trent’anni fa”.
 
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  davar
qui londra - il messaggio ai leader islamici
"Ebrei inglesi al vostro fianco

Lotteremo contro ogni odio"
“Un attacco a una religione è un attacco a tutte le religioni. Tutti, persone e fedi, dobbiamo rimanere uniti contro il terrore”. Nell’esprimere la propria solidarietà alla Comunità islamica britannica dopo l’attacco alla moschea di Finsbury Park, nel nord di Londra, il Congresso ebraico europeo ha voluto in queste ore ricordare la necessità di combattere insieme l’odio terroristico, qualsiasi sia la sua forma. Questa volta ad esserne le vittime, sono stati i fedeli usciti dalla moschea dopo la preghiera per il Ramadan: intorno all’una di notte italiana, un uomo ha lanciato il suo furgone contro i presenti, investendo diversi pedoni. Il bilancio al momento parla di una persona uccisa e otto feriti. Sia il sindaco di Londra Sadiq Khan sia il Primo ministro Theresa May hanno definito l’episodio come un attentato terroristico. “Condanniamo l’attacco ai fedeli musulmani a a Finsbury Park – le parole del presidente del Consiglio dei rappresentanti dell’ebraismo britannico Jonathan Arkush (nell'immagine) – La nostra sincera vicinanza, i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con le vittime”.
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festa della musica - l'evento ucei a soragna
"Dalla schiavitù alla libertà"
Uno spettacolo racconta Moshè
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità ebraica di Parma tra gli enti protagonisti della prossima Giornata della Musica, promossa dal Ministero per i Beni e le attività Culturali e del Turismo con spettacoli e concerti in tutta Italia.
Mercoledì 21 giugno alle 21 il Museo ebraico “Fausto Levi” di Soragna ospiterà infatti il recital “Moshè, dalla schiavitù alla libertà” del Maestro Riccardo Joshua Moretti (Consigliere UCEI e vicepresidente della Comunità parmigiana).
Il recital è un testo in musica, quasi un monologo, che affronta una delle figure centrali dell’ebraismo: Moshè rabbenu-Mosè nostro maestro. La vita di Mosè si può interpretare alla luce della Bibbia o della letteratura successiva, ma anche attraverso la ricerca moderna che ha aperto la strada a una diversa comprensione di questa figura fondamentale nella storia del popolo d’Israele. Il recital vede un alternarsi di recitazione e interventi musicali appositamente composti all’interno della tradizione ebraica in una forma rappresentativa ideale per poter trattare temi di così rilevante importanza sia dal punto di vista religioso che storico.
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qui torino - varie voci a confronto 
Educazione, la sfida ebraica
Significativa iniziativa organizzata dal gruppo Anavim a Torino per riflettere sul rapporto tra scuola e Comunità ebraica. La scuola che sulla comunità si poggia in maniera massiccia per quanto riguarda le spese ma che funge letteralmente da collante sociale, la comunità che senza di essa perderebbe non solo l’occasione di educare e crescere le nuove generazioni secondo i precetti ebraici, ma anche di rinsaldare i rapporti tra le famiglie che la compongono e la animano. A fornire spunti di riflessione una doppia tavola rotonda: da una parte “gli insegnanti”, Rav Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino, accanto a Silvia Guetta, docente di pedagogia all’Università di Firenze ed esperta di pedagogia ebraica e Ori Sierra, insegnante per molti anni della Scuola Primaria Colonna e Finzi di Torino. Il secondo blocco di interventi riguarda i “testimoni diretti”, Sergio Piperno Beer in qualità di genitore, Simone Bedarida e Alessandro Lovisolo in quanto ex allievi della scuola.
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il ciclo di incontri al centro bibliografico
Tradizione, in viaggio tra i libri
ent
“Dal manoscritto al libro. Alla scoperta dei tesori del Centro Bibliografico dell’UCEI dal XV al XX secolo”.
È il titolo del secondo appuntamento con il ciclo di incontri “Il popolo dei libri” organizzato da Raffaella Di Castro, coordinatrice delle attività culturali del Centro Bibliografico, in collaborazione con l’Area Cultura e Formazione dell’Unione. Ospite di questo nuovo incontro, in programma mercoledì 21 giugno alle 18, il sofer Amedeo Spagnoletto.
Obiettivo de “Il popolo dei libri” è introdurre ai testi fondamentali della tradizione ebraica e fornire strumenti metodologici per offrire chiavi di orientamento in questa vasta letteratura. I seminari sono pensati anche come forma di laboratorio sui libri presenti alla biblioteca del Centro Bibliografico: nell’occasione verranno infatti mostrati e spiegati alcuni volumi relativi ai temi trattati.


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i lavori di ex nihilo a bologna
'Teologia e scienza delle religioni, serve una coesistenza creativa'
È stata la Lectio di Pierre Gisel, intitolata “Vers une coexistence créative entre théologie et sciences des religions”, ad aprire i lavori di “Ex Nihilo – A Zero Conference on Research in the Religious Fields”, la conferenza apertasi ieri che per cinque giorni raccoglie a Bologna centinaia di studiosi delle religioni, convenuti su invito della European Academy of Religion (EuARe) nata lo scorso dicembre su impulso della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII guidata da Alberto Melloni. Col patronato del Parlamento Europeo e della rappresentanza italiana della Commissione Europea, oltre che dell’Unesco, del Miur e del Ministero degli Affari Esteri, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Consiglio Nazionale Forense, e con il supporto di Comune e Regione, la conferenza sta in questi giorni mostrando come l’idea stessa di una Accademia europea delle religioni sia capace di raccogliere un enorme interesse e di attirare consensi.
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pilpul
Oltremare - Riciclo
C’è stata una stagione non breve della mia vita israeliana qualche anno fa, in cui ogni mattina per arrivare al lavoro passavo con l’autobus accanto ad una maleodorante montagna di rifiuti. E quando dico montagna intendo proprio un montarozzo marroncino, a forma di parallelepipedo e di oltre ottanta metri di altitudine, appiccicato in mezzo alla pianura più piana che abbiamo, fra Tel Aviv e l’aeroporto. All’andata, nel fresco relativo del primo mattino, la cosa era ancora tollerabile. Al ritorno, dopo che il sole aveva fatto fermentare le schifezze varie accatastate sopra e intorno alla montagna, a seconda della direzione del vento la nausea era un compagno di viaggio inevitabile.
L’altra sera su quella montagna ci sono salita, e non per fare una esperienza estrema in apnea


Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Trump
Il Presidente Obama, per poter disimpegnare gli Usa dal Medio Oriente e lasciare la regione in uno stato di relativa pacificazione, aveva immaginato un equilibrio complesso che si sarebbe retto su tre principali potenze: lo Stato ebraico, l’Arabia Saudita sunnita e l’Iran sciita. Obama si rifaceva alla dottrina dell’equilibrio tra potenze che si temono e non si combattono perchè la loro forza è equivalente.
L’Egitto e la Turchia, grazie alle loro relazioni, non eccellenti ma costanti, con Israele e i buoni rapporti di Al Sisi con i sauditi e di Erdogan con l’Iran, avrebbero tenuto aperti i canali di comunicazione di Israele con le altre due potenze. Il sistema oltre ad essere di complicata realizzazione, era anche troppo fragile ed è perciò naufragato prima che Obama potesse vederlo nascere.


Anselmo Calò 
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