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Elia Richetti,
rabbino
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In
vista della suddivisione della terra d’Israele, la Torah elenca i
capifamiglia di ogni tribù, e per ognuno di loro mette il nome della
famiglia, derivato dal nome del capofamiglia al quale viene aggiunta
una “he” all’inizio ed una “yod” alla fine.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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La
finalina delle primarie del Partito Laburista israeliano si è disputata
fra due ebrei marocchini. Già questo sarebbe il segnale di una svolta
stimolante nel sistema pubblico israeliano dove finora i sefarditi
hanno occupato tutte le posizioni possibili di vertice con l’eccezione
di due: quelle di Primo ministro e di Presidente della Corte Suprema.
Fra l’altro, in ottemperanza al sistema della promozione secondo
anzianità sappiamo già fin da ora che per lo meno fino al 2033 la Corte
suprema sarà presieduta da giudici di origine ashkenazita.
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Nizza, un anno dopo
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I
principali quotidiani italiani ricordano il primo anniversario
dell’attentato di Nizza: la sera del 14 luglio Lahouaiej-Bouhlel
lanciava il suo camion sulla folla raccolta sulla Promenade des
Anglais, uccidendo 86 persone, tra cui sei italiani, e ferendone altre
450. Un anno dopo Parigi si prepara a omaggiare i morti nella parata
agli Champs-Elysées cui domani parteciperanno Emmanuel Macron e Donald
Trump. Subito dopo a Nizza il presidente francese incontrerà le
famiglie delle vittime. “Da un anno ogni notte mi insegue quel Tir”,
racconta al Corriere Gaetano Moscato, sopravvissuto alla strage e
definito allora dai giornali il “nonno eroe” perché prese da parte sua
figlia e i suoi nipoti di 13 e 18 anni prima di essere investito.
Nell’attentato Moscato ha perso una gamba e l’amica Carla. “Cerco di
guardare le televisione il meno possibile, di non pensare a nulla.
Cerco di vivere in un’altra dimensione. – racconta – In un mondo
diverso. Ma so che ci saranno altre stragi. Questa maledizione non ce
la toglieremo mai”. “È difficile dimenticare, ogni nuovo attentato ci
riporta a quella sera. – spiega invece a Repubblica Andrea Avagnina,
sopravvissuto con la compagna alla strage – Però, per certi versi, noi
stiamo meglio di chi ha visto quello che accadeva o ha cercato i
parenti per giorni. Io non ho visto il camion e non mi ricordo
l’impatto”.
Attacchi antisemiti a Fiano: “Corsaro si dimetta”. Come scrive il
Corriere, il seme dell’antisemitismo attecchisce anche in Parlamento
con una battutaccia del deputato Massimo Corsaro, ex missino, ex An,
ora approdato al gruppo di Raffaele Fitto, nei confronti del collega Pd
Emanuele Fiano. “Sono in Parlamento da undici anni e non era mai
accaduto” un attacco simile, spiega Fiano a Repubblica, primo
firmatario della legge contro la propaganda fascista. Alcuni criticano
la sua legge in nome della libertà di opinione: “Sono critiche che
rispetto, ma non condivido: io non voglio colpire le opinioni. Per me,
chi dice ‘sono fascista e mussoliniano’ non deve essere perseguito. Le
norme riguardano chi fa propaganda delle idee fasciste”. Diversi
editorialisti, da Pierluigi Battista sul Corriere della Sera a Giovanni
De Luna su La Stampa, analizzano la preoccupante situazione legata alla
riemersione del neofascismo e allo sdoganamento delle retoriche
antisemite. “La proposta di legge di Fiano non c’entra. – scrive
Battista – C’entra l’insulto all’ebreo Emanuele Fiano. C’entra che con
il passato che abbiamo alle spalle uno così in Parlamento non ce lo
possiamo permettere. C’entra che nel mondo e in Europa tira una brutta
aria sugli ebrei ed è giusto che la sensibilità pubblica senta la frase
di Corsaro come un’offesa e un oltraggio. C’entra la tristezza che un
antisemita così abbia un suo seguito e che stia nel Parlamento. Non
resta che sperare nelle sue dimissioni”.
CasaPound ci riprova, ma rimane fuori da Palazzo Marino. Dopo la
recente incursione nelle sale comunali, i militanti di estrema destra
di CasaPound hanno cercato nuovamente di introdursi a Palazzo Marino ma
questa volta sono stati fermati. “L’ingresso stavolta è sbarrato e
piazza Scala in un attimo è circondata da agenti in assetto
anti-sommossa e digos. – racconta Corriere Milano – I militanti urlano
con i megafoni ‘dimettiti’ all’indirizzo del sindaco Beppe Sala che è
in aula, perché si discute l’accordo di programma sugli ex Scali
ferroviari, arrivato all’ultimo step. Distribuiscono gli stessi
volantini ma non ci sono saluti romani.
Denis Mack Smith (1920-2017). È morto a 97 anni lo storico Denis Mack
Smith. In Italia, l’incontro che segnò una svolta nella sua carriera di
studioso, quello con Benedetto Croce che lo introdusse nel ambiente
culturale del Paese. Nel 1959 vide la luce il libro stampato oltre 150
mila copie che lo mise al centro dell’attenzione, facendone il
bersaglio di molte polemiche. Lo storico, spiega sul Messaggero Mario
Avagliano, “ha segnato quanto pochi altri la vicenda storiografica
italiana nel dopoguerra, con saggi importanti sia sulla bella pagina
del Risorgimento sia sul buco nero del fascismo”.
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al via la campagna ucei per l'otto per mille
Una firma che vale una scelta
Prime
uscite, sulle edizioni di Roma, Milano e Torino del quotidiano in
distribuzione gratuita Metro, della campagna pubblicitaria dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane per sostenere la raccolta Otto per
mille. La campagna proseguirà nei prossimi giorni con lo sviluppo di
iniziative rivolte all'opinione pubblica anche mediante l'apertura di
canali web e sulle piattaforme social.
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European Jewish Choir Festival
Da Roma a San Pietroburgo, musiche ebraiche sul palco
Dal
5 al 9 luglio 2017 il coro ebraico romano Ha Kol ha partecipato, anche
grazie al supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, alla
quinta edizione dello European Jewish Choir Festival, che si è tenuta a
San Pietroburgo, in Russia. Il festival, al quale hanno preso parte
undici cori e gruppi musicali ebraici provenienti da diversi Paesi
europei e da Israele, si è svolto in due location d’eccezione: la
Cappella di Stato e la Mariinsky Concert Hall, dove si sono esibiti
tutti i gruppi in una serata di Gala finale.
“C’è un grande interesse all’estero per la tradizione musicale ebraica
italiana, e il coro Ha Kol, oggi diretto dal M° Camilla Di Lorenzo, è
stato sicuramente tra i protagonisti di questa edizione. Per la qualità
artistica, perché siamo molto conosciuti, avendo partecipato a tutte le
edizioni precedenti, e perché abbiamo organizzato, tre anni fa, la
bella edizione romana, che si tenne in location prestigiose come
l’Auditorium Parco della Musica e il Teatro Argentina”, racconta il
Presidente del coro Richard Di Castro.
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Setirot
- Arma impropria |
Io
sto con Israele. Am Israel chai. In ambito ebraico lo ripetiamo tutti,
lo sentiamo tutti visceralmente nel nostro cuore e nella nostra testa.
Eppure c’è chi usa queste parole d’amore come una clava per ferire, per
aggredire, per “cancellare” quei fratelli che reputa essere meno
fratelli degli altri.
Stefano Jesurum, giornalista
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Il problema è di chi resta
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Da
alcuni anni si fa un gran parlare, nelle comunità ebraiche e in Ucei,
di come frenare il grande nemico: l’assimilazione dei famigerati “ebrei
lontani”. Già l’uso di questa espressione a me sembra una pessima forma
con cui porre la questione, distribuendo patenti di lontananza e
vicinanza in modo arbitrario e tendenzialmente unidirezionale. Che se
ne parli è peraltro fondamentale, anche se l’auspicio è che prima o poi
alle parole seguano politiche concrete di ampio respiro.
Giorgio Berruto
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Vane chiacchiere
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"Il
sonno del mattino, il vino del mezzogiorno, le chiacchiere dei bambini
e la frequentazione dei luoghi di ritrovo degli ignoranti trascinano
l'uomo fuori dal mondo" (Pirké Avot 3, 14), però va detto anche che
"Chi impara da bambino a cosa assomiglia? A inchiostro scritto su carta
nuova; e chi impara da vecchio a cosa assomiglia? A inchiostro scritto
su carta cancellata" (Pirké Avot 4, 25).
In entrambi i casi il testo usa il termine bambino, ילד ieled (e queste
sono le uniche due occorrenze in tutto il testo), mentre altrove si
parla di figli, בנים banim, sempre con accezione positiva: "Caro è
Israel, chiamato figli dell'Onnipresente...figli del Signore D-o
vostro" (Pirké Avot 3, 18) dove banim riguarda i figli di Israele; "la
bellezza, la forza, la ricchezza, l'onore, la sapienza, l'anzianità, la
canizie e i figli, si addicono ai giusti e si addicono al mondo" (Pirké
Avot 6, 8).
Sara Valentina Di Palma
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