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8 Agosto 2017 - 16 Av 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le Comunità ebraiche italiane, come molte altre della diaspora, si ritrovano sempre più attanagliate dall’assillo del progressivo decremento demografico. In effetti le previsioni statistiche non sono affatto rassicuranti e per alcune comunità il destino di estinguersi sembra ormai ineluttabile. Eppure nello scorso Shabbat abbiamo letto nella Torà “… non perché siete i più numerosi di tutti gli altri popoli vi ha scelto l’Eterno ma, piuttosto, perché siete i meno numerosi di tutti…” ( Devarim, 7; 7). La piccolezza a cui la Torà si riferisce in questo passaggio non è solo un dato numerico ma soprattutto etico e comportamentale.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Sarà l’avanzare dell’età, saranno gli imprevisti della vita, ma con il passare del tempo hai la strana sensazione che si stia rafforzando in te la convinzione che essere ebrei non possa significare soltanto accettare passivamente un’identità ricevuta, per strana coincidenza o per scelta. E ti chiedi se per essere e sentirsi ebrei possa bastare una bella biblioteca di libri ebraici e la lettura di tanti autori ebrei, o essere orgogliosi di Freud e di Einstein; o se sia sufficiente ricordare ogni giorno la Shoah, o appoggiare toto corde Israele e Netanyahu. Anche l’osservanza della casherut è cosa che, alla fine, non costa più di tanta fatica. È accettazione passiva di una dieta che, alla fine, non ti fa sentire molto diverso da un rigoroso vegetariano.

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Raggi, passo indietro
A Roma, passo indietro dopo le proteste della Comunità ebraica locale dell’amministrazione guidata da Virginia Raggi che aveva annunciato di voler intitolare due luoghi della Capitale a due figure diametralmente opposte: da una parte rav Elio Toaff, tra le più autorevoli figure dell’ebraismo italiano del Novecento, dall’altra il leader palestinese Yasser Arafat. Un’associazione che rappresenta però un oltraggio, “una scelta offensiva e antistorica” ha scritto alla Raggi la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, denunciando come “Arafat del terrorismo odierno è stato il precursore se non l’ideatore, e il premio Nobel per la Pace da lui ricevuto non è altro che il primo dei tanti Nobel assegnati con ‘dubbio merito’. Arafat è il mandante morale dell’attentato antisemita alla Sinagoga di Roma del 9 luglio 1982, in cui mori Stefano Gay Tachè, un bambino ebreo romano e italiano”.
 
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  davar
l'annuncio del viceministro
Israele, un rifugio sicuro

per la blogger di Teheran
La blogger iraniana Neda Amin arriverà presto in Israele, Paese a cui ha chiesto asilo politico. A dichiararlo il viceministro degl Esteri Tzipi Hotoveli alla radio israeliana Reshet Bet, spiegando che l’arrivo di Amin da Istanbul, da dove la blogger scrive per conto del sito israeliano Times of Israel (nella versione in farsi), è stata rimandata per questioni personali della donna che è in costante contatto con il consolato israeliano.
Diversi giornalisti e alcune organizzazioni israeliani si sono mobilitati negli scorsi giorni per chiedere che fosse accolta la richiesti di asilo per Amin, che proprio per il suo lavoro per il Times of Israel rischiava il rimpatrio forzato dalla Turchia in Iran, paese che aveva lasciato nel 2014. Nel 2015 le Nazioni Unite le hanno riconosciuto lo status di rifugiata.
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l'iniziativa in consiglio comunale
Monaco, una legge contro l'odio: "Movimento BDS è antisemita"
È una decisione con pochi precedenti (il via libera definitivo alla fine dell’estate) quella maturata all’interno del Consiglio comunale di Monaco di Baviera.
I membri dei due partiti più forti in città, la terza più popolosa di Germania, hanno infatti presentato un disegno di legge che vieta il finanziamento comunale e ogni tipo di sostegno alle attività del BDS, il movimento di boicottaggio anti-ebraico e anti-israeliano che da anni cerca sponde nel mondo istituzionale dopo aver conquistato diverse aule scolastiche e università in giro per l’Europa.
“Contro ogni forma di antisemitismo. Nessuna cooperazione con gli antisemiti del BDS” il titolo del disegno di legge, promosso dal partito cristiano-sociale CSU e dai socialdemocratici dell’SPD e accolto con favore dalla Comunità ebraica locale, che si è pubblicamente espressa in tal senso. In primis la presidente Charlotte Knobloch, già a capo del Consiglio centrale degli ebrei di Germania e membro attivo dello European e del World Jewish Congress, che ha parlato di iniziativa “di cui c’era un bisogno urgente” e “dall’enorme importanza simbolica”.
Già in passato il sindaco di Monaco, il socialdemocratico Dieter Reiter (nell’immagine), ha più volte denunciato la minaccia rappresentata dal BDS anche in relazione ad alcuni tentativi di conquista di consensi e visibilità in territorio bavarese.


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italia ebraica agosto 2017
Shalom Italia, ritorno a Firenze

lungo i sentieri della salvezza
Se vi inoltrate per le strade di Pagliericcio vi potrete imbattere in Casameo, bed and breakfast aperto qualche anno fa da Bubi ed Erela Anati, di Mazkeret Batya. Si sa, gli israeliani amano l’Italia e non da ultima la Toscana. La ragione che ha portato Bubi ed Erela ad attraversare il mediterraneo è, però, un’altra. Bubi è infatti nato a Firenze e proprio nel casentino la sua famiglia, con lui bambino, è riuscita a sfuggire alle deportazioni, nascondendosi da un posto all’altro per un anno e mezzo ed infine, per un intero inverno, in un rifugio, a metà tra grotta e capanna, nel bosco. La famiglia Gnagnatti Castelnuovo fece la sua aliyah subito dopo la fine della guerra. Una volta in pensione Bubi ha sentito il bisogno di tornare in quei luoghi, mettersi sulle tracce del rifugio, di quel che ne restava. Proprio per documentare questa ricerca è nato “Shalom italia”, cortometraggio già proiettato in giro per il mondo e che continua a comparire nei programmi di diversi e importanti Festival internazionali.


Cosimo Nicolini Coen
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pilpul
Dibattito avvelenato
Tempi tristi, i nostri. Nei quali il problema epocale delle migrazioni viene affrontato capziosamente, prendendo a pretesto le Ong per dimenticare la cruda realtà. Il mondo va più o meno così: milioni di persone si spostano nel continente africano (e altrove, ma limitiamoci ai fatti nostri) a causa delle guerre, della siccità e della fame; in paesi già poverissimi sorgono campi profughi fino a centinaia di migliaia di persone, inferni e cielo aperto che ognuno di noi dovrebbe essere costretto a visitare prima di aprire bocca; una piccolissima minoranza di questa massa di disperati decide di intraprendere il viaggio fin nel nostro mondo, spesso la componente più ricca e formata; lungo il percorso gli uomini vengono derubati e picchiati, le donne e i bambini derubati, picchiati e stuprati; chi non muore per strada o nei vari centri di detenzione riesce dopo molto tempo a imbarcarsi su barconi di fortuna, e se ha buona sorte approda in Italia o in qualche paese europeo; qui comincia una nuova vita, spesso assai misera ma comunque migliore di quella che lo aspettava a casa sua; in Italia come negli altri paesi la presenza di migranti e profughi – sebbene lontanissima nei numeri dall’invasione pretestuosamente evocata – produce paura, insofferenza, problemi di gestione e configura una sfida complessa che ci attende per i prossimi decenni.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Ragione e (ri)sentimento
Vi è una prestigiosa organizzazione ebraica europea denominata J-Call (European Jewish Call for Reason), non molto dissimile e più recente della sua omologa statunitense J-Street. È alquanto stimolante leggere di un suo appello alla ragione, predisposto al fine di addivenire ad un assetto pacifico e rispettoso delle due parti nel conflitto arabo -israeliano. Ora, richiamarsi alla ragione in un’area scossa dalla fede è una dura sfida, se non altro perché fede e ragione non si intersecano spesso; semmai servirebbe, come abbiamo già accennato, un dialogo empatico e interculturale, dove ciascuno tenti di carpire, più che di capire, le ragioni dell’altro.

Emanuele Calò
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