Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Nella
prossima Parashà di Ekev sono tra l’altro ricordate le risorse della
terra d’Israele e la speciale attenzione che il Signore le dedica,
questi accenni culminano nella descrizione dei prodotti che le sono
caratteristici: “Un paese di grano e di orzo, di uva, di fichi e di
melograni, terra di olivi e di miele”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Lo
scrivevo già un paio di settimane fa: mi piace lo sport e adesso sono
tempi di atletica, con i mondiali in corso a Londra. Il nuovo fenomeno
che tutti attendono è il mulatto sudafricano Wayde Van Niekerk, uomo
capace di correre i 400 mt in 43,03, cose da marziani. Basterebbe
questo per far capire quanto abbia guadagnato il Sud Africa con
l'abolizione dell'infame apartheid. Ma, come sempre in questi casi, si
sprecano i paragoni e si gioca a chi sia l'atleta più forte di sempre.
La mente non può che andare a Jesse Owens, capace di migliorare quattro
primati del mondo in 45 minuti e di saltare 8.13 nel 1935. Misura che
ancora oggi gli garantirebbe un posto nei primi dieci alle Olimpiadi.
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Gentiloni: “Il governo
batte gli scafisti”
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““La
strategia del governo sta dando i suoi frutti. Grazie anche al codice
di condotta delle Ong voluto da Minniti gli sbarchi stanno diminuendo,
lo Stato batte gli scafisti”.
È quanto dichiarato dal Primo ministro Paolo Gentiloni in un’intervista al Tg1, su cui aprono oggi diversi giornali.
“Per Palazzo Chigi – scrive il Corriere – è una giornata particolare.
Sia il capo dell’esecutivo che il ministro degli Esteri, Angelino
Alfano, hanno ricevuto l’inviato speciale per Libia delle Nazioni
Unite, Ghassan Salamé, che ha in qualche modo benedetto la missione
navale italiana di supporto alla Guardia costiera libica, dicendo che è
‘la strada giusta’ e che auspica venga sostenuta con forza proprio
dall’Onu”.
Alzabandiera e vecchi inni: Repubblica racconta l’inquietante colonia
per bambini di estrema destra, sostenuta da Forza Nuova a Catania.
Rituale fisso, viene spiegato, è l’esecuzione di Bandiera tricolore. Un
motivo risorgimentale del 1848, poi adottato dai militari fascisti e
dalle forze armate. “Nel suo diario il bersagliere e futuro duce Benito
Mussolini – si legge – annovera l’inno nell’elenco dei canti intonati
dai soldati durante la Prima guerra mondiale. Per Forza Nuova, che già
due sentenze della Cassazione hanno equiparato a una formazione
‘antisemita’ e ‘nazifascista’, i valori da impartire alle nuove
generazioni passano anche da qui. I bambini sono in fila orizzontale
nel cortile di un piccolo edificio e cantano il motivetto apprezzato
dal duce”.
I libri e le riflessioni del sociologo ebreo Zygmunt Bauman starebbero
accompagnando l’estate romana di Bergoglio. “Il Papa, nel caldo di
Roma, consapevole delle tante persone che vedono in lui un’autorevole
guida spirituale e morale, e fra queste molti giovani, usa alcune ore
libere che la sospensione degli impegni pubblici gli concede per
studiare i testi di colui che meglio di altri, ritiene, può aiutarlo a
entrare nel cuore della società odierna” scrive al riguardo Repubblica.
Bauman, si legge ancora, “lo aiuta a comprendere meglio quella
‘globalizzazione poliedrica in cui ogni cultura conserva la sua
identità’, come disse lo scorso febbraio lui stesso all’Università Roma
Tre”. E, soprattutto, viene aggiunto, “gli è utile per capire di più le
realtà nelle quali i giovani sono immersi”.
Venduto a un gruppo chimico messicano l’80 per cento di Netafim, la
società israeliana che ha inventato il metodo di irrigazione a goccia e
che è stata protagonista all’Expo milanese con progetti volti a
contrastare la scarsità di cibo in alcune regioni del mondo. “Il gruppo
Netafim – spiega La Stampa – ha 4300 dipendenti, di cui mille in
Israele e 3300 sparsi fra Asia, Africa e Americhe, e ha avuto un grande
ruolo nello sviluppo dell’agricoltura a livello mondiale. Reinveste
gran parte degli utili in continui miglioramenti dei prodotti e nella
formazione dei lavoratori, anche se il 98% di questi agricoltori del
deserto ha già una laurea”. Il 20 per cento della società, viene
inoltre spiegato, resterà in mano ai lavoratori del kibbutz di Hatzerim.
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Incendi e responsabilità
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Come
ogni anno in questa stagione il clima rovente si accompagna ad incendi
che distruggono patrimoni agricoli e boschivi dappertutto. Utile una
piccola immersione nelle nostre fonti per vedere cosa dicono in
proposito. Nella legge rabbinica (Shulchàn ‘Arùkh, Choshen Mishpàt 418)
il caso di chi provoca un incendio è considerato emblematico ed
esemplare del danno provocato alla proprietà di altri, anche se
involontariamente, per incuria. Per non parlare, ovviamente e a maggior
ragione, del danno volontario. La fonte è esplicita nel libro di
Shemòt, al capitolo 22 versetto 5: “quando esce un fuoco e
incontra rovi e ne vengono divorati dei covoni o delle spighe o il
campo, chi ha provocato l’incendio dovrà pagare”. Quindi la sanzione è
la rifusione del danno provocato, e paga il responsabile, che in una
catena di corresponsabili (chi porta la legna, chi porta il fuoco, chi
accende) è sempre l’ultimo.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
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Ticketless - Fantasmi ritrovati
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Questa
settimana vorrei segnalare l’edizione di quello che a me sembra il più
appassionante dialogo interno all’ebraismo italiano che si conosca: lo
scambio di lettere fra Umberto Cassuto e Alfonso Pacifici. Lo ha curato
egregiamente Angelo Piattelli nel doppio tomo della «Rassegna mensile
di Israel» appena stampato e dedicato per intero alla figura di
Cassuto. Non vedrei male una edizione a parte in un libretto che
avrebbe la sua funzione. Vien fatto di chiedersi perché si sia dovuto
aspettare così tanto tempo prima che gli studiosi potessero avere
accesso a una fonte così preziosa. Sono esposte due tesi contrapposte,
difese con pathos – di intensità eguale – da parte dei due contendenti.
Non è però la obsoleta tenzone fra laici e credenti, ma fra due
rigorosi osservanti.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - L'amico di Keith
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Sono
sempre stato, fin da adolescente, un grande ammiratore dei Rolling
Stones, la cui straordinaria musica ha fatto, in buona misura, da
colonna sonora della mia vita. È perciò con notevole interesse che ho
letto l’autobiografia del grande Keith Richards – dal secco titolo
“Life” -, eccelso chitarrista e compositore, alla cui incrollabile
energia si deve, soprattutto, l’incredibile durata della band, sulla
scena ormai da più di mezzo secolo. Un libro che – al di là del
racconto dei tanti eccessi vissuti (droga, prigione, sesso sregolato,
violenza…), – permette di conoscere aspetti inediti dei retroscena
della creatività della musica rock, e del peculiare scambio di energia
tra i trascinanti artisti e le turbolente masse giovanili.
Francesco Lucrezi, storico
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Le musiche degli altri
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Dal
punto di vista strettamente demografico e nel periodo di maggior flusso
deportatorio, i Lager aperti in territorio metropolitano tedesco
somigliavano a insediamenti urbani in scala ridotta; prigionieri civili
non di rado insieme a prigionieri di guerra sovietici dopo il 1941 (il
Reich non applicò loro le Convenzioni di Ginevra) e deportati di varia
tipologia a pochi Block di distanza l’uno dall’altro.
Non si contano le minoranze sociali, linguistiche e religiose confluite
nei Campi; sorabi inquadrati nella Wermacht o nella Resistenza serba a
seconda della loro collocazione geografica, polacchi di religione
Bahá'í e di lingua esperanto, quaccheri britannici docenti presso
scuole olandesi, pastori evangelici, monaci greco–ortodossi del Monte
Athos, avventisti del settimo giorno, unitariani cecoslovacchi,
sacerdoti della chiesa veterocattolica, imam e islamici bosniaci, sufi;
tutti, indistintamente e a qualsiasi latitudine concentrazionaria,
scrissero musica nei Campi del Reich.
Francesco Lotoro
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Noi siamo qui
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Rabbi
Shimon Ben Gamliel diceva: "Non c'erano festività più grandi in Israele
del 15 di Av e Yom Kippur. A Tu Be Av le figlie di Gerusalemme uscivano
e danzavano nei vigneti per incontrare il futuro sposo". Ancora oggi
giovani coppie scelgono di convolare a nozze in questa giornata magica
e di buon auspicio. È il 15 di Av giungiamo a Gerusalemme.
Angelica Edna Calò Livne
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