19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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  9 agosto 2017 - 17 Av 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Nella prossima Parashà di Ekev sono tra l’altro ricordate le risorse della terra d’Israele e la speciale attenzione che il Signore le dedica, questi accenni culminano nella descrizione dei prodotti che le sono caratteristici: “Un paese di grano e di orzo, di uva, di fichi e di melograni, terra di olivi e di miele”. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Lo scrivevo già un paio di settimane fa: mi piace lo sport e adesso sono tempi di atletica, con i mondiali in corso a Londra. Il nuovo fenomeno che tutti attendono è il mulatto sudafricano Wayde Van Niekerk, uomo capace di correre i 400 mt in 43,03, cose da marziani. Basterebbe questo per far capire quanto abbia guadagnato il Sud Africa con l'abolizione dell'infame apartheid. Ma, come sempre in questi casi, si sprecano i paragoni e si gioca a chi sia l'atleta più forte di sempre. La mente non può che andare a Jesse Owens, capace di migliorare quattro primati del mondo in 45 minuti e di saltare 8.13 nel 1935. Misura che ancora oggi gli garantirebbe un posto nei primi dieci alle Olimpiadi.
 
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Gentiloni: “Il governo
batte gli scafisti”
““La strategia del governo sta dando i suoi frutti. Grazie anche al codice di condotta delle Ong voluto da Minniti gli sbarchi stanno diminuendo, lo Stato batte gli scafisti”.
È quanto dichiarato dal Primo ministro Paolo Gentiloni in un’intervista al Tg1, su cui aprono oggi diversi giornali.
“Per Palazzo Chigi – scrive il Corriere – è una giornata particolare. Sia il capo dell’esecutivo che il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, hanno ricevuto l’inviato speciale per Libia delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, che ha in qualche modo benedetto la missione navale italiana di supporto alla Guardia costiera libica, dicendo che è ‘la strada giusta’ e che auspica venga sostenuta con forza proprio dall’Onu”.

Alzabandiera e vecchi inni: Repubblica racconta l’inquietante colonia per bambini di estrema destra, sostenuta da Forza Nuova a Catania.
Rituale fisso, viene spiegato, è l’esecuzione di Bandiera tricolore. Un motivo risorgimentale del 1848, poi adottato dai militari fascisti e dalle forze armate. “Nel suo diario il bersagliere e futuro duce Benito Mussolini – si legge – annovera l’inno nell’elenco dei canti intonati dai soldati durante la Prima guerra mondiale. Per Forza Nuova, che già due sentenze della Cassazione hanno equiparato a una formazione ‘antisemita’ e ‘nazifascista’, i valori da impartire alle nuove generazioni passano anche da qui. I bambini sono in fila orizzontale nel cortile di un piccolo edificio e cantano il motivetto apprezzato dal duce”.

I libri e le riflessioni del sociologo ebreo Zygmunt Bauman starebbero accompagnando l’estate romana di Bergoglio. “Il Papa, nel caldo di Roma, consapevole delle tante persone che vedono in lui un’autorevole guida spirituale e morale, e fra queste molti giovani, usa alcune ore libere che la sospensione degli impegni pubblici gli concede per studiare i testi di colui che meglio di altri, ritiene, può aiutarlo a entrare nel cuore della società odierna” scrive al riguardo Repubblica. Bauman, si legge ancora, “lo aiuta a comprendere meglio quella ‘globalizzazione poliedrica in cui ogni cultura conserva la sua identità’, come disse lo scorso febbraio lui stesso all’Università Roma Tre”. E, soprattutto, viene aggiunto, “gli è utile per capire di più le realtà nelle quali i giovani sono immersi”.

Venduto a un gruppo chimico messicano l’80 per cento di Netafim, la società israeliana che ha inventato il metodo di irrigazione a goccia e che è stata protagonista all’Expo milanese con progetti volti a contrastare la scarsità di cibo in alcune regioni del mondo. “Il gruppo Netafim – spiega La Stampa – ha 4300 dipendenti, di cui mille in Israele e 3300 sparsi fra Asia, Africa e Americhe, e ha avuto un grande ruolo nello sviluppo dell’agricoltura a livello mondiale. Reinveste gran parte degli utili in continui miglioramenti dei prodotti e nella formazione dei lavoratori, anche se il 98% di questi agricoltori del deserto ha già una laurea”. Il 20 per cento della società, viene inoltre spiegato, resterà in mano ai lavoratori del kibbutz di Hatzerim.
 
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  davar
francia - la polizia ha fermato l'attentatore
Parigi, conto aperto con il terrore
L'attacco contro i soldati francesi

La Francia torna a fare i conti con la minaccia terroristica. Bersaglio dell'attacco di questa mattina un gruppo di soldati di stanza nel quartiere Levallois-Perret, nel nord di Parigi. Secondo le ricostruzioni, un uomo a bordo di una Bmw nera ha investito i soldati, ferendone sei, di cui due in modo grave. Al momento è in corso un’operazione di polizia per rintracciare l’autore dell’attacco: il sospettato, riportano i media internazionali, è stato arrestato dopo uno scontro a fuoco alcune ore dopo l'attentato mentre cercava di fuggire in autostrada nella zona nord della Capitale. La pattuglia presa di mira faceva parte della missione Opération Sentinelle, serie di provvedimenti di sicurezza introdotti con lo stato di emergenza ancora in vigore in Francia dopo gli attentati terroristici degli ultimi due anni.
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pagine ebraiche agosto - l'analista heisbourg 
“La guerra al terrorismo
passa anche dalle parole”

La guerra contro il terrorismo è anche una questione di semantica. Almeno secondo François Heisbourg, presidente dell’International Institute for Strategic Studies di Parigi. Ospite di recente a Bruxelles della conferenza su Medio Oriente e terrorismo organizzata dall’Eipa (Europe Israel Press Association), Heisbourg ha ribadito a Pagine Ebraiche un pensiero più volte espresso in passato: “Politica e media devono cambiare linguaggio e termini quando fanno riferimento al terrorismo islamista e a Daesh”. A partire dal concetto della citata “guerra al terrorismo”. Parlare di guerra, spiega l’analista, è sbagliato perché “conferisce dignità a Daesh (termine in arabo per definire l’Isis), che vuole essere visto come uno Stato e un esercito fatto di combattenti e martiri. Ma i terroristi non sono combattenti, sono criminali”. Il presidente George W. Bush, dopo l’attentato delle Torri Gemelli del 2001, si era impegnato in prima persona a parlare di “guerra al terrorismo” ma per Heisbourg questa locuzione conferisce solo maggiore fascino e porta più affiliati a organizzazioni come Al Qaeda e Daesh.
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La conferenza di rav Amedeo Spagnoletto 
L’antico Sefer Torah di Biella
emoziona Gerusalemme

Pienone, tra membri della comunità scientifica e appassionati di cultura ebraica, per una conferenza tenuta dal rav Amedeo Spagnoletto a Gerusalemme sull’antico Sefer Torah di Biella, il più antico in uso al mondo, recentemente restaurato dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia.
Il Sefer Torah piemontese, realizzato nel tredicesimo secolo e di proprietà della Comunità ebraica di Vercelli, è stato e continua ad essere protagonista dei lavori del prestigioso World Congress of Jewish Studies in corso nella capitale israeliana con la partecipazione di studiosi di primissimo livello.
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pilpul

Incendi e responsabilità
Come ogni anno in questa stagione il clima rovente si accompagna ad incendi che distruggono patrimoni agricoli e boschivi dappertutto. Utile una piccola immersione nelle nostre fonti per vedere cosa dicono in proposito. Nella legge rabbinica (Shulchàn ‘Arùkh, Choshen Mishpàt 418) il caso di chi provoca un incendio è considerato emblematico ed esemplare del danno provocato alla proprietà di altri, anche se involontariamente, per incuria. Per non parlare, ovviamente e a maggior ragione, del danno volontario. La fonte è esplicita nel libro di Shemòt, al capitolo 22 versetto 5:  “quando esce un fuoco e incontra rovi e ne vengono divorati dei covoni o delle spighe o il campo, chi ha provocato l’incendio dovrà pagare”. Quindi la sanzione è la rifusione del danno provocato, e paga il responsabile, che in una catena di corresponsabili (chi porta la legna, chi porta il fuoco, chi accende) è sempre l’ultimo.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
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Ticketless - Fantasmi ritrovati
Questa settimana vorrei segnalare l’edizione di quello che a me sembra il più appassionante dialogo interno all’ebraismo italiano che si conosca: lo scambio di lettere fra Umberto Cassuto e Alfonso Pacifici. Lo ha curato egregiamente Angelo Piattelli nel doppio tomo della «Rassegna mensile di Israel» appena stampato e dedicato per intero alla figura di Cassuto. Non vedrei male una edizione a parte in un libretto che avrebbe la sua funzione. Vien fatto di chiedersi perché si sia dovuto aspettare così tanto tempo prima che gli studiosi potessero avere accesso a una fonte così preziosa. Sono esposte due tesi contrapposte, difese con pathos – di intensità eguale – da parte dei due contendenti. Non è però la obsoleta tenzone fra laici e credenti, ma fra due rigorosi osservanti.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - L'amico di Keith
Sono sempre stato, fin da adolescente, un grande ammiratore dei Rolling Stones, la cui straordinaria musica ha fatto, in buona misura, da colonna sonora della mia vita. È perciò con notevole interesse che ho letto l’autobiografia del grande Keith Richards – dal secco titolo “Life” -, eccelso chitarrista e compositore, alla cui incrollabile energia si deve, soprattutto, l’incredibile durata della band, sulla scena ormai da più di mezzo secolo. Un libro che – al di là del racconto dei tanti eccessi vissuti (droga, prigione, sesso sregolato, violenza…), – permette di conoscere aspetti inediti dei retroscena della creatività della musica rock, e del peculiare scambio di energia tra i trascinanti artisti e le turbolente masse giovanili.

Francesco Lucrezi, storico
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Le musiche degli altri
Dal punto di vista strettamente demografico e nel periodo di maggior flusso deportatorio, i Lager aperti in territorio metropolitano tedesco somigliavano a insediamenti urbani in scala ridotta; prigionieri civili non di rado insieme a prigionieri di guerra sovietici dopo il 1941 (il Reich non applicò loro le Convenzioni di Ginevra) e deportati di varia tipologia a pochi Block di distanza l’uno dall’altro.
Non si contano le minoranze sociali, linguistiche e religiose confluite nei Campi; sorabi inquadrati nella Wermacht o nella Resistenza serba a seconda della loro collocazione geografica, polacchi di religione Bahá'í e di lingua esperanto, quaccheri britannici docenti presso scuole olandesi, pastori evangelici, monaci greco–ortodossi del Monte Athos, avventisti del settimo giorno, unitariani cecoslovacchi, sacerdoti della chiesa veterocattolica, imam e islamici bosniaci, sufi; tutti, indistintamente e a qualsiasi latitudine concentrazionaria, scrissero musica nei Campi del Reich.


Francesco Lotoro
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Noi siamo qui
Rabbi Shimon Ben Gamliel diceva: "Non c'erano festività più grandi in Israele del 15 di Av e Yom Kippur. A Tu Be Av le figlie di Gerusalemme uscivano e danzavano nei vigneti per incontrare il futuro sposo". Ancora oggi giovani coppie scelgono di convolare a nozze in questa giornata magica e di buon auspicio. È il 15 di Av giungiamo a Gerusalemme.

Angelica Edna Calò Livne
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