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 4 ottobre 2017 - 14 Tishiri 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Due Mizvot caratterizzano la festa di Sukkot: la “yeshivat Sukkah”, che è il comandamento di risiedere nella capanna, in ricordo delle capanne in cui Il Signore fece dimorare il popolo d’Israele nel deserto, come insegna il testo della Torah ( Lev. 23,43), secondo la spiegazione di R. Akivà,oppure in memoria delle “nubi della gloria divina” che accompagnavano e guidavano il popolo nel deserto, secondo l’interpretazione di R.Elazar (Talmud B. Sukkah 11b). 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Mentre l'ebraismo si appresta ad entrare nella Sukkah, il mondo sembra  farsi più precario ed instabile di ogni simbolo possibile. Con i vari  referendum (c'è stato anche quello curdo, così importante per le sorti  mediorientali) si sollevano le più intricate domande delle filosofia  politica di tutti i tempi. Quale il luogo del diritto, il centro o la periferia?
 
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Hamas non cede le armi
Dopo dieci anni di controllo pieno da parte di Hamas il governo palestinese torna nella Striscia di Gaza. Ma il movimento terroristico, a quanto pare, sembra disposto a cedere soltanto i ministeri. E non certamente quanto ha di più prezioso: le armi. Ieri, scrive La Stampa, si è così tenuta la prima riunione ministeriale ma è anche ripartito il braccio di ferro fra le due ‘anime’. Abu Mazen, intervistato da una tv egiziana, ha chiarito subito quale dovrà essere il prossimo passo: il disarmo del braccio militare di Hamas, le temibili Brigate Ezzeldim Kassam che, si legge nell’articolo, “contano su 25 mila uomini e un arsenale missilistico di tutto rispetto”.

Il killer islamico di Marsiglia pochi mesi fa era passato da Aprilia, nel Lazio, dove già aveva vissuto tra 2004 e 2006. Una rivelazione che sta mettendo al lavoro gli inquirenti. Sottolinea al riguardo Repubblica: “Un tossicodipendente. Da quest’unico punto fermo partono gli investigatori italiani per ricostruire il passato e la rete di relazioni del trentenne tunisino”.

Il premier Gentiloni, in visita ad Assisi, annuncerà oggi una novità rivolta agli studenti italiani. Un calendario delle feste delle comunità, già diffuso a tutte le scuole dalla ministra Fedeli. “Non un calendario inter-religioso – osserva Alberto Melloni su Repubblica – ma uno strumento: basato sul postulato secondo cui paesaggio sociale, libertà religiose e pluralismo religioso sono le une il sensore dell’altro. Solo nelle dittature atee o teocratiche la persecuzione cerca di ridurre quella complessità”.

Attesa a Milano per la manifestazione contro i nuovi fascismi in programma domenica. Fuori dal mondo politico, scrive il Giornale, ci saranno anche la locale Comunità ebraica e l’UCEI. Inoltre, “richiamato dal manifesto dell’evento, il deputato Pd Lele Fiano”.

Sul Foglio una positiva recensione al saggio Presidenti di Adam Smulevich in cui si racconta la storia di tre presidenti ebrei di Serie A rimossi dal fascismo. Per il quotidiano si tratta di un piccolo affresco di storia patria “che si dipana sullo sfondo di eventi calcistici”.
 
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  davar
l'esposizione dedicata a primo levi
I mondi di Primo in Quirinale
Mattarella inaugura la mostra

Seguire le parole e i racconti di Primo Levi, chimico e scrittore,testimone e inventore, significa fare diverse volte (e in diversi modi) il giro del mondo. Lo ricorda al paese intero la mostra “I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza” inaugurata ieri al Quirinale alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e con sapiente guida di Fabio Levi, direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino e curatore della mostra. L’allestimento, ospitato nella Palazzina Gregoriana fino al 27 ottobre, è suddiviso in sei sezioni e offre al visitatore l’occasione di penetrare per il tramite di immagini e parole in alcuni dei molteplici mondi di Levi e di conoscerne la personalità multiforme: la sua inesauribile curiosità per l’animo umano, il suo sguardo spesso ironico e la sua inesausta ricerca del dialogo, soprattutto con i più giovani.
La prima sezione, Carbonio, prende il titolo dall’ultimo racconto de Il sistema periodico, pubblicato nel 1975. Vi si descrive il viaggio avventuroso di un atomo di carbonio nel corso dei millenni e nell’immenso spazio planetario. Le sue straordinarie trasformazioni ne fanno il protagonista della nascita e dello sviluppo della vita su questa terra. La seconda, Il viaggio verso il nulla / il cammino verso casa, in una grande carta geografica dell’Europa propone l’itinerario del viaggio cui Levi fu costretto tra la fine del ’43 e l’inizio del ’44, dopo l’arresto in Valle d’Aosta: dal campo di Fossoli fino ad Auschwitz. Sulla stessa carta e inoltrè descritto il lungo periplo dell’Europa centro-orientale che lo scrittore dovette compiere per tornare a casa nel ’45. Il percorso continua lungo una sorta di tunnel, dove sono solo le parole di Levi a “illuminare” la realtà di Auschwitz. Subito dopo, una sequenza di pannelli aiuta a seguire alcuni dei passaggi più significativi della testimonianza sul lager, che Levi non cessò mai di dare nel corso di tutta la sua vita, fino all’ultimo suo libro I sommersi e i salvati del 1986. La terza sezione, Cucire parole, è̀ dedicata a Levi scrittore. Una ricca successione di immagini e citazioni illustra infatti i diversi mondi da lui immaginati nei suoi libri, fra racconto, romanzo, poesia e saggio. Centrale risulta anche nel percorso espositivo la sua cura della parola, dalla ricerca inesausta di una “strenua chiarezza” (come nel titolo della mostra) fino al divertimento di interessanti giochi linguistici. La quarta sezione, Cucire molecole, racconta invece il Levi chimico e inizia con la riproduzione della tavola degli elementi – la tavola di Mendeleev – presente nell’Istituto di Chimica dove Levi studiò negli anni ’40 del secolo scorso. Di fronte, un’installazione visiva propone un’altra tavola degli elementi, quella entro cui egli volle inscrivere i passaggi fondamentali della sua vita e del suo mestiere di chimico quando scrisse Il sistema periodico.
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il nuovo numero di pagine ebraiche
Dalla Costituzione al calcio,
il razzismo lascia il segno

“I tempi cambiano, i problemi incalzano e la memoria rischia di sbiadire. Parlare con la società civile è difficile come non mai. Sostenere in una stagione di dura crisi economica il peso delle istituzioni di una minoranza piccolissima nei numeri e grandissima nella storia, negli ideali e delle speranze, sembra quasi impossibile. Poi, da un momento all’altro, salta fuori qualche antenato che viene a darci una mano. E ci rendiamo conto che il maggiore patrimonio di sicurezza e di stabilità, il vero tesoro, in questi tempi di ricchezze fasulle, non sono tanto le glorie, ma molto di più le sofferenze di chi ci ha preceduto”. A scriverlo, il direttore del giornale dell'ebraismo italiano Guido Vitale presentando sull'ultimo numero di Pagine Ebraiche (Ottobre 2017) il libro appena uscito di Adam Smulevich, Presidenti (Giuntina). Un volume dedicato a tre affascinanti figure del calcio italiano, poco conosciute al grande pubblico e segnante dalle pagine buie del Novecento italiano: i presidenti Raffaele Jaffe, Giorgio Ascarelli, Renato Sacerdoti. Le loro storie si intrecciano con il fascismo e con l'infamia delle leggi razziste: ebrei orgogliosi di esserlo, ebrei sull'orlo dell'assimilazione, ebrei d'origine ma ormai cattolici da tempo. Non fu fatta distinzione, tutti finirono nel tritacarne (mediatico e non solo) dell'antisemitismo di Stato. Sulla base di una presunta superiorità razziale, Mussolini e il fascismo tradirono i loro concittadini ebrei: nefaste teorie che la scienza, come racconta il dossier del numero di ottobre di Pagine Ebraiche, ha smentito ma che purtroppo non sono mai state sepolte e anzi oggi ritornano – sotto altre forme – in voga. Le razze non esistono, ma i razzismi sì, spiegano scienziati, giuristi, filosofi. E vale la pena – come farà un importante convegno il prossimo 12 ottobre a Pavia – interrogarsi nuovamente su uno degli articoli più significativi della nostra Costituzione: l'articolo 3 dedicato all'uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini italiani e che cita il termine “razza”. Ora che sappiamo che le razze non esistono, molti antropologi chiedono di cancellare quella parola dalla Costituzione: non tutti sono d'accordo ma è fondamentale parlarne. Ma è necessario farlo a proposito, con la consapevolezza di quanto questo argomento sia delicato come lo è un libro che ha segnato, nel male, il Novecento e il mondo ebraico: il Mein Kampf. Libro che è uscito recentemente in Italia in un'edizione critica curata dallo studioso Vincenzo Pinto, intervistato in questo numero dal direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano Gadi Luzzatto Voghera. “Credo che Hitler e il nazismo non siano stati capiti a fondo e che il nostro lavoro critico può certo contribuire a gettare un po’ di chiarezza sulle loro strategie argomentative” afferma Pinto, spiegando il perché dell'edizione critica.
La creazione del consenso attraverso la propaganda razzista e antisemita, la pervasività del pregiudizio, l'istigazione alla paura e all'odio, sono temi ancora attuali: ce lo raccontano due ricerche puntuali che toccano questi temi. Una del Jewish Policy Research, analizzata da Ada Treves in questo numero di Pagine Ebraiche, che mette a fuoco il problema dell’antisemitismo in Gran Bretagna. L'altra, nata dalla collaborazione della Fondazione Cdec con Ipsos e incentrata sugli “Stereotipi e pregiudizi degli italiani”.
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qui roma 
16 ottobre, il racconto inedito
Una storia inedita che ruota attorno al rastrellamento nazista nel quartiere ebraico di Roma il 16 ottobre 1943. Una ragazza ebrea e una ragazza cattolica i cui destini si intrecciano in quelle ore drammatiche, facendo nascere fatti rocamboleschi, strategie e colpi di scena che segneranno, negli anni, le persone coinvolte. Una memoria fino ad oggi serbata nella storia privata, torna alla luce perché tutti possano continuare a ricordare.
Merito di “16 ottobre 1943 – Una storia e altre storie”, lo spettacolo teatrale ideato dal giornalista Antonello Capurso in scena nei prossimi giorni al Teatro Petrolini a Roma. L’appuntamento dedicato in particolare alla Comunità ebraica romana è quello in programma domenica alle 17.
Uno spettacolo atteso e con tante storie che saranno svelate al pubblico. Seguendo la narrazione principale, annuncia infatti l’autore, si incontrano tante altre storie. Storie personali, con diversi personaggi, tra i quali si riconoscono figure note come Lia Levi, Arminio Wachberger, Stefano Siglienti, Achille Battaglia. E più in generale la storia di un regime che nel 1938 vara le Leggi Razziste nel silenzio di un paese, conosce l’abisso e la disfatta. E alla fine fortunatamente si risolleva.
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pilpul
Ticketless - Herling-Grudziński
Mercoledì 26 settembre nell' Aula delle Mura Greche dell'Università Orientale a Napoli è stata presentata l'Associazione Gustaw Herling un mondo a parte - Centro Studi. L’Associazione intende curare e sviluppare i filoni culturali dell'opera, della biografia e dell'impegno etico e civile di Gustaw Herling: “Difendere e valorizzare il patrimonio culturale europeo a Napoli ed in Campania, partecipare al dibattito sui temi culturali ed ambientali riguardanti la città e il nostro paese, nel solco del lascito etico ed intellettuale tramandatoci da Gustaw Herling; promuovere attività di studio e di ricerca sulle opere e gli scritti dello scrittore polacco, la cui vita è stata inscindibilmente connessa alla città di Napoli”.
Gustaw Herling-Grudziński ha rivelato le sue origini ebraiche nell’ultima parte della sua vita, in un libro, non famoso come “Un mondo a parte”, ma egualmente intenso e pieno di pathos, “Requiem per il campanaro” (2003).


Alberto Cavaglion
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Periscopio - K
Avevo annunciato, mercoledì scorso, che avrei parlato - dopo Kalooki nights, di Jakobson - di un secondo, eccellente romanzo che mi è capitato di leggere di recente, e che mi ha fatto avvertire l'esigenza di condividere, con i lettori di questo notiziario, alcune delle profonde emozioni che mi ha suscitato la sua lettura. Si tratta di un libro che ha in comune, con quello di cui ho già scritto, il carattere fortemente tragico, mirabilmente accentuato dall'apparenza comica e grottesca, fatta di un umorismo duramente intriso di angoscia, dolore e disperazione; ma che, rispetto all'opera del grande scrittore britannico, si colloca, in un certo senso, all'opposto, in quanto, se le "Nights" di Jakobson descrivono la tragedia del rapporto oscuro e inconciliabile tra ebrei e gentili - e quindi, in un certo senso, l'apparente destino di eterna incomunicabilità, instabilità e sofferenza, tanto degli uni quanto degli altri -, l'opera a cui faccio ora cenno non tratta di un conflitto "tra diversi", ma va dritto va al cuore, con inusitato coraggio, di un dramma che tutti accomuna, e che è il messaggio nascosto dell'esistenza umana, il senso dell'essere uomini, l'inesplicabile enigma della vita, dell'amore e del dolore.

Francesco Lucrezi, storico
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Paragraph 175
Sotto la scure ideologica del Terzo Reich ricadde altresì l’omosessualità; il famigerato Paragraph 175 del codice penale nazionalsocialista parificava l’omosessualità a crimine perseguibile.
Paradossi lunari della Storia, numerose richieste di indennizzo morale e materiale presentate al Governo della Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest) furono respinte dai tribunali tedeschi in quanto il Paragraph 175 rimase formalmente in vigore sino al 1994.
Il 29 luglio 1937 Wilhelm “Willi” Heckmann, già attore–musicista in alcuni film muti, fu arrestato dalla Gestapo a Passau e processato per reati di omosessualità ai sensi del Paragraph 175; inviato in custodia detentiva a Dachau, allo scoppio Guerra fu trasferito a Mauthausen.


Francesco Lotoro
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Musica, un valore irrinunciabile
Il concorso di composizione musicale ispirato alla tradizione ebraica si propone di valorizzare un patrimonio musicale e liturgico millenario, facendolo conoscere. Un nigun riuscito era nelle comunità chassidiche un momento altamente gioioso e importante, che rendeva meno freddi i luoghi e guidi inverni. Cantato in sinagoga e nella case, prima di studiare e di pregare, era un elemento indispensabile per la vita comunitaria. A Tripoli, dove sono nato, un chazan, che con il suo Keter, fosse in grado di riaprire il dialogo fra il Cielo e la Terra, era considerato un bene irrinunciabile.

David Meghnagi, psicoanalista, Università Roma Tre
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Le lapidi allo stadio
Veria è una cittadina di circa 100.000 abitanti. Sorge nella regione storica della Macedonia meridionale. È situata alle falde del Monte Vermion e si trova a 65 km a sud-ovest di Tessalonica a circa 40 km dal Mare Egeo. Siamo di nuovo in viaggio con il Kibbutz. Questa volta la nostra guida è Yaron Enosh, uno dei più popolari conduttori radiofonici israeliani, appassionato di tutto cio che concerne la storia, la cultura, l'arte e la realtà greca. Con lui trascorriamo cinque giorni a Salonicco- Tessalonica tra le vie affollate, sulla passeggiata in riva al mare e nei luoghi dove vi fu una delle comunità ebraiche più fiorenti: oltre sessantamila persone di cui sono rimaste solo 1000.

Angelica Edna Calò Livne
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