Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Due
Mizvot caratterizzano la festa di Sukkot: la “yeshivat Sukkah”, che è
il comandamento di risiedere nella capanna, in ricordo delle capanne in
cui Il Signore fece dimorare il popolo d’Israele nel deserto, come
insegna il testo della Torah ( Lev. 23,43), secondo la spiegazione di
R. Akivà,oppure in memoria delle “nubi della gloria divina” che
accompagnavano e guidavano il popolo nel deserto, secondo
l’interpretazione di R.Elazar (Talmud B. Sukkah 11b).
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Davide
Assael,
ricercatore
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Mentre
l'ebraismo si appresta ad entrare nella Sukkah, il mondo sembra
farsi più precario ed instabile di ogni simbolo possibile. Con i
vari referendum (c'è stato anche quello curdo, così importante
per le sorti mediorientali) si sollevano le più intricate domande
delle filosofia politica di tutti i tempi. Quale il luogo del
diritto, il centro o la periferia?
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Hamas non cede le armi
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Dopo
dieci anni di controllo pieno da parte di Hamas il governo palestinese
torna nella Striscia di Gaza. Ma il movimento terroristico, a quanto
pare, sembra disposto a cedere soltanto i ministeri. E non certamente
quanto ha di più prezioso: le armi. Ieri, scrive La Stampa, si è così
tenuta la prima riunione ministeriale ma è anche ripartito il braccio
di ferro fra le due ‘anime’. Abu Mazen, intervistato da una tv
egiziana, ha chiarito subito quale dovrà essere il prossimo passo: il
disarmo del braccio militare di Hamas, le temibili Brigate Ezzeldim
Kassam che, si legge nell’articolo, “contano su 25 mila uomini e un
arsenale missilistico di tutto rispetto”.
Il killer islamico di Marsiglia pochi mesi fa era passato da Aprilia,
nel Lazio, dove già aveva vissuto tra 2004 e 2006. Una rivelazione che
sta mettendo al lavoro gli inquirenti. Sottolinea al riguardo
Repubblica: “Un tossicodipendente. Da quest’unico punto fermo partono
gli investigatori italiani per ricostruire il passato e la rete di
relazioni del trentenne tunisino”.
Il premier Gentiloni, in visita ad Assisi, annuncerà oggi una novità
rivolta agli studenti italiani. Un calendario delle feste delle
comunità, già diffuso a tutte le scuole dalla ministra Fedeli. “Non un
calendario inter-religioso – osserva Alberto Melloni su Repubblica – ma
uno strumento: basato sul postulato secondo cui paesaggio sociale,
libertà religiose e pluralismo religioso sono le une il sensore
dell’altro. Solo nelle dittature atee o teocratiche la persecuzione
cerca di ridurre quella complessità”.
Attesa a Milano per la manifestazione contro i nuovi fascismi in
programma domenica. Fuori dal mondo politico, scrive il Giornale, ci
saranno anche la locale Comunità ebraica e l’UCEI. Inoltre, “richiamato
dal manifesto dell’evento, il deputato Pd Lele Fiano”.
Sul Foglio una positiva recensione al saggio Presidenti di Adam
Smulevich in cui si racconta la storia di tre presidenti ebrei di Serie
A rimossi dal fascismo. Per il quotidiano si tratta di un piccolo
affresco di storia patria “che si dipana sullo sfondo di eventi
calcistici”.
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l'esposizione dedicata a primo levi
I mondi di Primo in Quirinale
Mattarella inaugura la mostra
Seguire
le parole e i racconti di Primo Levi, chimico e scrittore,testimone e
inventore, significa fare diverse volte (e in diversi modi) il giro del
mondo. Lo ricorda al paese intero la mostra “I mondi di Primo Levi. Una
strenua chiarezza” inaugurata ieri al Quirinale alla presenza del capo
dello Stato Sergio Mattarella e con sapiente guida di Fabio Levi,
direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino e
curatore della mostra. L’allestimento, ospitato nella Palazzina
Gregoriana fino al 27 ottobre, è suddiviso in sei sezioni e offre al
visitatore l’occasione di penetrare per il tramite di immagini e parole
in alcuni dei molteplici mondi di Levi e di conoscerne la personalità
multiforme: la sua inesauribile curiosità per l’animo umano, il suo
sguardo spesso ironico e la sua inesausta ricerca del dialogo,
soprattutto con i più giovani.
La prima sezione, Carbonio, prende il titolo dall’ultimo racconto de Il
sistema periodico, pubblicato nel 1975. Vi si descrive il viaggio
avventuroso di un atomo di carbonio nel corso dei millenni e
nell’immenso spazio planetario. Le sue straordinarie trasformazioni ne
fanno il protagonista della nascita e dello sviluppo della vita su
questa terra. La seconda, Il viaggio verso il nulla / il cammino verso
casa, in una grande carta geografica dell’Europa propone l’itinerario
del viaggio cui Levi fu costretto tra la fine del ’43 e l’inizio del
’44, dopo l’arresto in Valle d’Aosta: dal campo di Fossoli fino ad
Auschwitz. Sulla stessa carta e inoltrè descritto il lungo periplo
dell’Europa centro-orientale che lo scrittore dovette compiere per
tornare a casa nel ’45. Il percorso continua lungo una sorta di tunnel,
dove sono solo le parole di Levi a “illuminare” la realtà di Auschwitz.
Subito dopo, una sequenza di pannelli aiuta a seguire alcuni dei
passaggi più significativi della testimonianza sul lager, che Levi non
cessò mai di dare nel corso di tutta la sua vita, fino all’ultimo suo
libro I sommersi e i salvati del 1986. La terza sezione, Cucire parole,
è̀ dedicata a Levi scrittore. Una ricca successione di immagini e
citazioni illustra infatti i diversi mondi da lui immaginati nei suoi
libri, fra racconto, romanzo, poesia e saggio. Centrale risulta anche
nel percorso espositivo la sua cura della parola, dalla ricerca
inesausta di una “strenua chiarezza” (come nel titolo della mostra)
fino al divertimento di interessanti giochi linguistici. La quarta
sezione, Cucire molecole, racconta invece il Levi chimico e inizia con
la riproduzione della tavola degli elementi – la tavola di Mendeleev –
presente nell’Istituto di Chimica dove Levi studiò negli anni ’40 del
secolo scorso. Di fronte, un’installazione visiva propone un’altra
tavola degli elementi, quella entro cui egli volle inscrivere i
passaggi fondamentali della sua vita e del suo mestiere di chimico
quando scrisse Il sistema periodico. Leggi
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il nuovo numero di pagine ebraiche
Dalla Costituzione al calcio,
il razzismo lascia il segno
“I
tempi cambiano, i problemi incalzano e la memoria rischia di sbiadire.
Parlare con la società civile è difficile come non mai. Sostenere in
una stagione di dura crisi economica il peso delle istituzioni di una
minoranza piccolissima nei numeri e grandissima nella storia, negli
ideali e delle speranze, sembra quasi impossibile. Poi, da un momento
all’altro, salta fuori qualche antenato che viene a darci una mano. E
ci rendiamo conto che il maggiore patrimonio di sicurezza e di
stabilità, il vero tesoro, in questi tempi di ricchezze fasulle, non
sono tanto le glorie, ma molto di più le sofferenze di chi ci ha
preceduto”. A scriverlo, il direttore del giornale dell'ebraismo
italiano Guido Vitale presentando sull'ultimo numero di Pagine Ebraiche
(Ottobre 2017) il libro appena uscito di Adam Smulevich, Presidenti
(Giuntina). Un volume dedicato a tre affascinanti figure del calcio
italiano, poco conosciute al grande pubblico e segnante dalle pagine
buie del Novecento italiano: i presidenti Raffaele Jaffe, Giorgio
Ascarelli, Renato Sacerdoti. Le loro storie si intrecciano con il
fascismo e con l'infamia delle leggi razziste: ebrei orgogliosi di
esserlo, ebrei sull'orlo dell'assimilazione, ebrei d'origine ma ormai
cattolici da tempo. Non fu fatta distinzione, tutti finirono nel
tritacarne (mediatico e non solo) dell'antisemitismo di Stato. Sulla
base di una presunta superiorità razziale, Mussolini e il fascismo
tradirono i loro concittadini ebrei: nefaste teorie che la scienza,
come racconta il dossier del numero di ottobre di Pagine Ebraiche, ha
smentito ma che purtroppo non sono mai state sepolte e anzi oggi
ritornano – sotto altre forme – in voga. Le razze non esistono, ma i
razzismi sì, spiegano scienziati, giuristi, filosofi. E vale la pena –
come farà un importante convegno il prossimo 12 ottobre a Pavia –
interrogarsi nuovamente su uno degli articoli più significativi della
nostra Costituzione: l'articolo 3 dedicato all'uguaglianza formale e
sostanziale dei cittadini italiani e che cita il termine “razza”. Ora
che sappiamo che le razze non esistono, molti antropologi chiedono di
cancellare quella parola dalla Costituzione: non tutti sono d'accordo
ma è fondamentale parlarne. Ma è necessario farlo a proposito, con la
consapevolezza di quanto questo argomento sia delicato come lo è un
libro che ha segnato, nel male, il Novecento e il mondo ebraico: il
Mein Kampf. Libro che è uscito recentemente in Italia in un'edizione
critica curata dallo studioso Vincenzo Pinto, intervistato in questo
numero dal direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano
Gadi Luzzatto Voghera. “Credo che Hitler e il nazismo non siano stati
capiti a fondo e che il nostro lavoro critico può certo contribuire a
gettare un po’ di chiarezza sulle loro strategie argomentative” afferma
Pinto, spiegando il perché dell'edizione critica.
La creazione del consenso attraverso la propaganda razzista e
antisemita, la pervasività del pregiudizio, l'istigazione alla paura e
all'odio, sono temi ancora attuali: ce lo raccontano due ricerche
puntuali che toccano questi temi. Una del Jewish Policy Research,
analizzata da Ada Treves in questo numero di Pagine Ebraiche, che mette
a fuoco il problema dell’antisemitismo in Gran Bretagna. L'altra, nata
dalla collaborazione della Fondazione Cdec con Ipsos e incentrata sugli
“Stereotipi e pregiudizi degli italiani”. Leggi
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qui roma
16 ottobre, il racconto inedito
Una
storia inedita che ruota attorno al rastrellamento nazista nel
quartiere ebraico di Roma il 16 ottobre 1943. Una ragazza ebrea e una
ragazza cattolica i cui destini si intrecciano in quelle ore
drammatiche, facendo nascere fatti rocamboleschi, strategie e colpi di
scena che segneranno, negli anni, le persone coinvolte. Una memoria
fino ad oggi serbata nella storia privata, torna alla luce perché tutti
possano continuare a ricordare.
Merito di “16 ottobre 1943 – Una storia e altre storie”, lo spettacolo
teatrale ideato dal giornalista Antonello Capurso in scena nei prossimi
giorni al Teatro Petrolini a Roma. L’appuntamento dedicato in
particolare alla Comunità ebraica romana è quello in programma domenica
alle 17.
Uno spettacolo atteso e con tante storie che saranno svelate al
pubblico. Seguendo la narrazione principale, annuncia infatti l’autore,
si incontrano tante altre storie. Storie personali, con diversi
personaggi, tra i quali si riconoscono figure note come Lia Levi,
Arminio Wachberger, Stefano Siglienti, Achille Battaglia. E più in
generale la storia di un regime che nel 1938 vara le Leggi Razziste nel
silenzio di un paese, conosce l’abisso e la disfatta. E alla fine
fortunatamente si risolleva. Leggi
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Ticketless - Herling-Grudziński |
Mercoledì
26 settembre nell' Aula delle Mura Greche dell'Università Orientale a
Napoli è stata presentata l'Associazione Gustaw Herling un mondo a
parte - Centro Studi. L’Associazione intende curare e sviluppare i
filoni culturali dell'opera, della biografia e dell'impegno etico e
civile di Gustaw Herling: “Difendere e valorizzare il patrimonio
culturale europeo a Napoli ed in Campania, partecipare al dibattito sui
temi culturali ed ambientali riguardanti la città e il nostro paese,
nel solco del lascito etico ed intellettuale tramandatoci da Gustaw
Herling; promuovere attività di studio e di ricerca sulle opere e gli
scritti dello scrittore polacco, la cui vita è stata inscindibilmente
connessa alla città di Napoli”.
Gustaw Herling-Grudziński ha rivelato le sue origini ebraiche
nell’ultima parte della sua vita, in un libro, non famoso come “Un
mondo a parte”, ma egualmente intenso e pieno di pathos, “Requiem per
il campanaro” (2003).
Alberto Cavaglion
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Periscopio - K
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Avevo
annunciato, mercoledì scorso, che avrei parlato - dopo Kalooki nights,
di Jakobson - di un secondo, eccellente romanzo che mi è capitato di
leggere di recente, e che mi ha fatto avvertire l'esigenza di
condividere, con i lettori di questo notiziario, alcune delle profonde
emozioni che mi ha suscitato la sua lettura. Si tratta di un libro che
ha in comune, con quello di cui ho già scritto, il carattere fortemente
tragico, mirabilmente accentuato dall'apparenza comica e grottesca,
fatta di un umorismo duramente intriso di angoscia, dolore e
disperazione; ma che, rispetto all'opera del grande scrittore
britannico, si colloca, in un certo senso, all'opposto, in quanto, se
le "Nights" di Jakobson descrivono la tragedia del rapporto oscuro e
inconciliabile tra ebrei e gentili - e quindi, in un certo senso,
l'apparente destino di eterna incomunicabilità, instabilità e
sofferenza, tanto degli uni quanto degli altri -, l'opera a cui faccio
ora cenno non tratta di un conflitto "tra diversi", ma va dritto va al
cuore, con inusitato coraggio, di un dramma che tutti accomuna, e che è
il messaggio nascosto dell'esistenza umana, il senso dell'essere
uomini, l'inesplicabile enigma della vita, dell'amore e del dolore.
Francesco Lucrezi, storico
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Paragraph 175
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Sotto
la scure ideologica del Terzo Reich ricadde altresì l’omosessualità; il
famigerato Paragraph 175 del codice penale nazionalsocialista
parificava l’omosessualità a crimine perseguibile.
Paradossi lunari della Storia, numerose richieste di indennizzo morale
e materiale presentate al Governo della Repubblica Federale di Germania
(Germania Ovest) furono respinte dai tribunali tedeschi in quanto il
Paragraph 175 rimase formalmente in vigore sino al 1994.
Il 29 luglio 1937 Wilhelm “Willi” Heckmann, già attore–musicista in
alcuni film muti, fu arrestato dalla Gestapo a Passau e processato per
reati di omosessualità ai sensi del Paragraph 175; inviato in custodia
detentiva a Dachau, allo scoppio Guerra fu trasferito a Mauthausen.
Francesco Lotoro
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Musica, un valore irrinunciabile
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Il
concorso di composizione musicale ispirato alla tradizione ebraica si
propone di valorizzare un patrimonio musicale e liturgico millenario,
facendolo conoscere. Un nigun riuscito era nelle comunità chassidiche
un momento altamente gioioso e importante, che rendeva meno freddi i
luoghi e guidi inverni. Cantato in sinagoga e nella case, prima di
studiare e di pregare, era un elemento indispensabile per la vita
comunitaria. A Tripoli, dove sono nato, un chazan, che con il suo
Keter, fosse in grado di riaprire il dialogo fra il Cielo e la Terra,
era considerato un bene irrinunciabile.
David Meghnagi, psicoanalista, Università Roma Tre
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Le lapidi allo stadio
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Veria
è una cittadina di circa 100.000 abitanti. Sorge nella regione storica
della Macedonia meridionale. È situata alle falde del Monte Vermion e
si trova a 65 km a sud-ovest di Tessalonica a circa 40 km dal Mare
Egeo. Siamo di nuovo in viaggio con il Kibbutz. Questa volta la nostra
guida è Yaron Enosh, uno dei più popolari conduttori radiofonici
israeliani, appassionato di tutto cio che concerne la storia, la
cultura, l'arte e la realtà greca. Con lui trascorriamo cinque giorni a
Salonicco- Tessalonica tra le vie affollate, sulla passeggiata in riva
al mare e nei luoghi dove vi fu una delle comunità ebraiche più
fiorenti: oltre sessantamila persone di cui sono rimaste solo 1000.
Angelica Edna Calò Livne
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