Elia Richetti,
rabbino
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Uno
degli argomenti di cui parla la Parashà è quello della Sotà, la donna
sospettata d’adulterio. Questo argomento segue il caso di chi non porta
le offerte dovute al Santuario. La questione della Sotà è molto
complessa, non è facile capire quale meccanismo si sia instaurato nella
coppia al punto da costringere la donna ad una cerimonia così
spaventosa, rischiosa ed umiliante.
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Giorgio Berruto, Hatikwà
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Il
centro ebraico Pitigliani di Roma da sette anni organizza “Memorie di
Famiglia: i giovani tramandano le storie dei nonni”, un’iniziativa
ideata e gestita da Giordana Menasci e Anna Orvieto. Si tratta di
un’esperienza che vuole coinvolgere attivamente giovani in età scolare,
stimolandoli a farsi ricercatori di memoria. In altre parole, a cercare
con l’ausilio di genitori e nonni lettere, stralci di diario, cartoline
e fotografie, ma anche a intervistare i testimoni degli anni della
legislazione razzista e della persecuzione antiebraica in Italia.
L’obiettivo non è naturalmente cercare fonti in grado di rivoluzionare
la storiografia, ma motivare i ragazzi perché siano agenti attivi in
grado di cercare, rielaborare e trasmettere memoria.
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L'ultimo saluto a Roth
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Philip
Roth visto dall’Italia. I quotidiani nazionali dedicano ampio spazio al
grande scrittore americano, da poco scomparso all’età di 85 anni. “Roth
– scrive Giulio Busi sul Sole 24 Ore – è un Giacobbe postmoderno che si
trova a combattere contro se stesso e, contemporaneamente, si divincola
tra i sogni, o gli incubi, altrui”. Una lotta “durata ben più di una
notte, è anche quella con l’ebraismo, tra dubbi sfinenti e
riconquistate certezze. Il lettore che si lascia trasportare dal grande
epos ebraico-americano di Roth non deve aspettarsi ricompense
immediate. Bisogna conquistarsela, quella metà della profezia che il
cuore non sa immaginarsi”. Per Alessandro Piperno (Corriere) “Roth è
attratto dalle contraddizioni, e da tutto ciò che è storto e non
funziona, è animato dal sospetto che nella vita i conti tornino
raramente”. E, aggiunge Pierluigi Battista sul Corriere, era uno
scrittore che “sapeva usare le armi dell’umorismo da esercitare su
tutto, anche su Israele e sul sogno sionista, che difendeva con
passione, ma senza la cecità del seguace fanatico incapace di vedere le
proprie manchevolezze”. Nicola Lagioia su Repubblica lo definisce “il
profeta del grande romanzo americano”, mentre Furio Colombo (Fatto
quotidiano) racconta dei suoi due incontri con Roth, e in particolare
di quando l’autore di Pastorale americana gli chiese di Primo Levi:
“Voglio parlare di quell’uomo, voglio scriverne”, aveva spiegato Roth a
Colombo. Lo scrittore americano incontrerà poi Levi e lo intervisterà,
come ricorda Gianni Riotta su La Stampa. Il quotidiano torinesepubblica
inoltre un’intervista rilasciata a Roth a Elèna Mortara, curatrice del
primo dei Meridiani dedicati proprio allo scrittore. “Sapeva di essere
stato un rivoluzionario e di non essere stato sempre capito. – spiega
Mortara – In questo momento di grande dolore per la perdita di Philip
Roth, la perdita dello scrittore, la perdita dell’uomo, se ne ricerca
la voce nei suoi libri, che rimarranno monumentali a raccontare
l’America, a partire dalla condizione di quella enclave ebraica a lui
familiare che stava entrando nel mainstream americano negli anni del
suo esordio, a raccontare la condizione umana in tutta la sua
imperfezione e i suoi conflitti. Ma per chi lo ha conosciuto, è un
dovere condividere anche, per quanto possibile, il ricordo della sua
voce di uomo”.
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l'indagine in corso sull'antisemitismo Lotta all'odio, ogni voce conta “L’impegno
contro l’antisemitismo nello sport deve iniziare dal far capire ai club
e alle organizzazioni antirazziste che si tratta di un problema
contemporaneo e in aumento”. Ad affermarlo Johannes Börmann,
vicecoordinatore della Commissione europea per la lotta
all’antisemitismo, in occasione della conferenza tenutasi al Parlamento
Europeo dal titolo “Football Unites, Racism Divides”. Diverse le voci
ebraiche che hanno partecipato ai panel di Bruxelles dedicati al
contrasto del razzismo, dell’antisemitismo e di ogni forma di
pregiudizio nello sport e in particolare nel calcio (#notinmygame,
l’hashtag avviato per la campagna di sensibilizzazione sui social).
Come modelli positivi, sono stati citati alla conferenza a Bruxelles,
il Chelsea e il Borussia Dortmund. I Blues di Londra hanno aderito a
una campagna diretta in modo specifico al contrasto dell’antisemitismo.
Simon Taylor, a capo della Chelsea Foundation, ha spiegato che “la
società ha aderito a una nuova campagna ‘Dire no all’antisemitismo’
(#saynotoantisemitism, l’hashtag) focalizzata sulla sensibilizzazione
su come si presenta l’antisemitismo nello sport, in collaborazione con
le istituzioni ebraiche”. Per capire quale è il volto attuale del
pregiudizio antisemita e come sia percepito dal mondo ebraico europeo è
stata lanciata in questi giorni un’importante indagine voluta dal
Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra) e condotta dall’Institute for
Jewish Policy Research (JPR): attraverso un questionario online
(compilabile sul sito www.eurojews.eu) il progetto porterà a una
definizione più chiara della situazione dell’antisemitismo in
quattordici paesi europei. Uno strumento utile per poi poter attuare
politiche di contrasto come quelle suggerite a Bruxelles. Leggi
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Setirot
- Disagio
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Più
che imbarazzo provo disagio, profondo, lacerante, quasi insopportabile.
Per questo capisco benissimo quanto ha scritto qui, martedì, Dario
Calimani a proposito del suo non avere firmato l’appello di critica che
chiede a Israele di far tacere le armi, «e non perché la pace non sia
necessaria, e non perché non pensi che si sarebbero potuti esperire
altri mezzi per contrastare la strategia di Hamas (…) ma ho preferito
tenermi il disagio del silenzio piuttosto che firmare tacendo la crisi,
perché nel chiedere a Israele di rinunciare all’uso sproporzionato
della forza di fronte alla protesta/provocazione palestinese a Gaza non
sarei riuscito a dar voce agli interrogativi che dovrebbero scuotere
ogni coscienza onesta».
Anche io non ho firmato quell’appello, pur essendo sollecitato a farlo da amici cari e da persone che stimo.
Stefano Jesurum, giornalista Leggi
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In ascolto - Il Cantico dei cantici |
Lo
scorso weekend si è tenuto il concorso nazionale corale di Quartiano,
giunto alla XXXVI edizione, con la direzione artistica del Maestro
Giovanni Acciai, musicologo di fama internazionale e persona colta,
dotata di una sensibilità musicale fuori dal comune.
Fino a qualche anno fa le iscrizioni erano numerose e si percepiva
l’entusiasmo dei partecipanti, il desiderio di confrontarsi con una
giuria per ricevere consigli. Oggi i numeri sono un po’ scesi, per
motivi che non sto qui a elencare, ma che come si può intuire hanno
molto a che vedere con la discesa in caduta libera dell’educazione e
della cultura musicale in Italia.
Maria Teresa Milano
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Talmud Torà
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Consueta
lezione settimanale di Talmud Torà. Bambini che ripetono lo Shemà in
lontananza, mamme in attesa. Chi lavora al computer (la maternità me lo
risparmia da un mesetto), chi passa due ore china sul cellulare,
sparuti babbi impegnati in analoghe attività.
Qualcuna ne approfitta per scambiare due chiacchiere, e talvolta gli argomenti di conversazione sono anche interessanti.
Sara Valentina Di Palma
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