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24 Maggio 2018 - 10 Sivan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Elia Richetti,
rabbino
Uno degli argomenti di cui parla la Parashà è quello della Sotà, la donna sospettata d’adulterio. Questo argomento segue il caso di chi non porta le offerte dovute al Santuario. La questione della Sotà è molto complessa, non è facile capire quale meccanismo si sia instaurato nella coppia al punto da costringere la donna ad una cerimonia così spaventosa, rischiosa ed umiliante.
 
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Giorgio Berruto, Hatikwà


Il centro ebraico Pitigliani di Roma da sette anni organizza “Memorie di Famiglia: i giovani tramandano le storie dei nonni”, un’iniziativa ideata e gestita da Giordana Menasci e Anna Orvieto. Si tratta di un’esperienza che vuole coinvolgere attivamente giovani in età scolare, stimolandoli a farsi ricercatori di memoria. In altre parole, a cercare con l’ausilio di genitori e nonni lettere, stralci di diario, cartoline e fotografie, ma anche a intervistare i testimoni degli anni della legislazione razzista e della persecuzione antiebraica in Italia. L’obiettivo non è naturalmente cercare fonti in grado di rivoluzionare la storiografia, ma motivare i ragazzi perché siano agenti attivi in grado di cercare, rielaborare e trasmettere memoria.
 
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L'ultimo saluto a Roth
Philip Roth visto dall’Italia. I quotidiani nazionali dedicano ampio spazio al grande scrittore americano, da poco scomparso all’età di 85 anni. “Roth – scrive Giulio Busi sul Sole 24 Ore – è un Giacobbe postmoderno che si trova a combattere contro se stesso e, contemporaneamente, si divincola tra i sogni, o gli incubi, altrui”. Una lotta “durata ben più di una notte, è anche quella con l’ebraismo, tra dubbi sfinenti e riconquistate certezze. Il lettore che si lascia trasportare dal grande epos ebraico-americano di Roth non deve aspettarsi ricompense immediate. Bisogna conquistarsela, quella metà della profezia che il cuore non sa immaginarsi”. Per Alessandro Piperno (Corriere) “Roth è attratto dalle contraddizioni, e da tutto ciò che è storto e non funziona, è animato dal sospetto che nella vita i conti tornino raramente”. E, aggiunge Pierluigi Battista sul Corriere, era uno scrittore che “sapeva usare le armi dell’umorismo da esercitare su tutto, anche su Israele e sul sogno sionista, che difendeva con passione, ma senza la cecità del seguace fanatico incapace di vedere le proprie manchevolezze”. Nicola Lagioia su Repubblica lo definisce “il profeta del grande romanzo americano”, mentre Furio Colombo (Fatto quotidiano) racconta dei suoi due incontri con Roth, e in particolare di quando l’autore di Pastorale americana gli chiese di Primo Levi: “Voglio parlare di quell’uomo, voglio scriverne”, aveva spiegato Roth a Colombo. Lo scrittore americano incontrerà poi Levi e lo intervisterà, come ricorda Gianni Riotta su La Stampa. Il quotidiano torinesepubblica inoltre un’intervista rilasciata a Roth a Elèna Mortara, curatrice del primo dei Meridiani dedicati proprio allo scrittore. “Sapeva di essere stato un rivoluzionario e di non essere stato sempre capito. – spiega Mortara – In questo momento di grande dolore per la perdita di Philip Roth, la perdita dello scrittore, la perdita dell’uomo, se ne ricerca la voce nei suoi libri, che rimarranno monumentali a raccontare l’America, a partire dalla condizione di quella enclave ebraica a lui familiare che stava entrando nel mainstream americano negli anni del suo esordio, a raccontare la condizione umana in tutta la sua imperfezione e i suoi conflitti. Ma per chi lo ha conosciuto, è un dovere condividere anche, per quanto possibile, il ricordo della sua voce di uomo”.
 
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  davar
sul tavolo alcune richieste chiare
Gaza, Hamas punta alla tregua

Israele pretende delle garanzie
Hamas sarebbe pronto a una “Hudna” con Israele, e cioè a stipulare una tregua. A riferirlo l’emittente televisiva israeliana Canale 10, secondo cui le autorità di Gerusalemme stanno valutando la possibilità di accettare una tregua a lungo termine con il movimento terroristico. Sul tavolo Israele ha messo alcune richieste chiare: la cessazione completa del lancio di razzi e della costruzione di tunnel che sconfinino in territorio israeliano da parte di tutte le organizzazioni operanti a Gaza, l’impegno a prevenire ogni infiltrazione al di là della barriera di sicurezza posta sul confine con la Striscia (quella teatro degli ultimi scontri) e la restituzione sia dei prigionieri sia dei corpi dei soldati israeliani caduti nel conflitto del 2014 e tutt’ora in mano a Hamas. Secondo i giornalisti Alon Ben David e Barak Ravid, Hamas chiede invece l’allentamento del blocco su Gaza.
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l'indagine in corso sull'antisemitismo
Lotta all'odio, ogni voce conta
“L’impegno contro l’antisemitismo nello sport deve iniziare dal far capire ai club e alle organizzazioni antirazziste che si tratta di un problema contemporaneo e in aumento”. Ad affermarlo Johannes Börmann, vicecoordinatore della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo, in occasione della conferenza tenutasi al Parlamento Europeo dal titolo “Football Unites, Racism Divides”. Diverse le voci ebraiche che hanno partecipato ai panel di Bruxelles dedicati al contrasto del razzismo, dell’antisemitismo e di ogni forma di pregiudizio nello sport e in particolare nel calcio (#notinmygame, l’hashtag avviato per la campagna di sensibilizzazione sui social).
Come modelli positivi, sono stati citati alla conferenza a Bruxelles, il Chelsea e il Borussia Dortmund. I Blues di Londra hanno aderito a una campagna diretta in modo specifico al contrasto dell’antisemitismo. Simon Taylor, a capo della Chelsea Foundation, ha spiegato che “la società ha aderito a una nuova campagna ‘Dire no all’antisemitismo’ (#saynotoantisemitism, l’hashtag) focalizzata sulla sensibilizzazione su come si presenta l’antisemitismo nello sport, in collaborazione con le istituzioni ebraiche”. Per capire quale è il volto attuale del pregiudizio antisemita e come sia percepito dal mondo ebraico europeo è stata lanciata in questi giorni un’importante indagine voluta dal Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra) e condotta dall’Institute for Jewish Policy Research (JPR): attraverso un questionario online (compilabile sul sito www.eurojews.eu) il progetto porterà a una definizione più chiara della situazione dell’antisemitismo in quattordici paesi europei. Uno strumento utile per poi poter attuare politiche di contrasto come quelle suggerite a Bruxelles.
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il messaggio dell'american jewish committee
"Primate di Polonia antisemita,

la Chiesa non lo canonizzi"
"Forte preoccupazione per la proposta di canonizzazione del cardinale August Hlond, Primate di Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale e nel periodo successivo alla guerra".
Ad esprimerla in una lettera inviata al cardinale Kurt Koch, Presidente della Pontificia Commissione per i Rapporti Religiosi con l’ebraismo, è il direttore Internazionale per gli Affari Inter-religiosi dell'American Jewish Committee rav David Rosen.
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qui roma - la serata 
"Sami, gli occhi del coraggio"
“Avrebbero tutto il diritto di odiare la vita, e invece da ognuno di loro arriva un messaggio di impegno e di speranza. Sta a noi, e a tutti voi ragazzi, raccoglierlo”.
Il coraggio dei Testimoni della Shoah al centro della speciale serata organizzata al Centro Pitigliani di Roma per riflettere attorno al film-documentario “Tutto davanti a questi occhi” di Walter Veltroni. Quarantacinque minuti di ripresa sugli occhi di Sami Modiano, tornato dall’inferno di Auschwitz, per molti anni schiacciato dal peso di quei ricordi e oggi instancabile Testimone nelle scuole e nei Viaggi della Memoria. Ad ascoltarlo nella sala piena, sia durante la proiezione che nel successivo confronto, ci sono appunto tanti giovani.
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jciak
Philip Roth al cinema
Ottimi romanzi spesso generano pessimi film. Le eccezioni non mancano, vedi Il Pianista o La scelta di Sofie. Nessuna (o quasi) riguarda però Philip Roth. A scorrere gli articoli in memoria del grande scrittore appena scomparso non si direbbe. Accanto ai romanzi torna infatti puntuale l’elenco dei sette film tratti dalla sua opera – da La ragazza di Tony (1969) a Pastorale americana (2016) – quasi che temi e personaggi siano scorsi fluidi dalla pagina al grande schermo.
Non è andata così, purtroppo. Lezioni d’amore (2008) basato su L’animale morente e diretto da Isabelle Coixet, e il recente Indignazione (2016) di Julian Schamus, tratto dall’omonimo romanzo, si sono avvicinati all’obiettivo di rendere toni, temi e ambienti. Per il resto, il panorama è piatto se non desolato.
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  pilpul
Setirot - Disagio
Più che imbarazzo provo disagio, profondo, lacerante, quasi insopportabile. Per questo capisco benissimo quanto ha scritto qui, martedì, Dario Calimani a proposito del suo non avere firmato l’appello di critica che chiede a Israele di far tacere le armi, «e non perché la pace non sia necessaria, e non perché non pensi che si sarebbero potuti esperire altri mezzi per contrastare la strategia di Hamas (…) ma ho preferito tenermi il disagio del silenzio piuttosto che firmare tacendo la crisi, perché nel chiedere a Israele di rinunciare all’uso sproporzionato della forza di fronte alla protesta/provocazione palestinese a Gaza non sarei riuscito a dar voce agli interrogativi che dovrebbero scuotere ogni coscienza onesta».
Anche io non ho firmato quell’appello, pur essendo sollecitato a farlo da amici cari e da persone che stimo.


Stefano Jesurum, giornalista Leggi

In ascolto - Il Cantico dei cantici
Lo scorso weekend si è tenuto il concorso nazionale corale di Quartiano, giunto alla XXXVI edizione, con la direzione artistica del Maestro Giovanni Acciai, musicologo di fama internazionale e persona colta, dotata di una sensibilità musicale fuori dal comune.
Fino a qualche anno fa le iscrizioni erano numerose e si percepiva l’entusiasmo dei partecipanti, il desiderio di confrontarsi con una giuria per ricevere consigli. Oggi i numeri sono un po’ scesi, per motivi che non sto qui a elencare, ma che come si può intuire hanno molto a che vedere con la discesa in caduta libera dell’educazione e della cultura musicale in Italia.


Maria Teresa Milano
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Talmud Torà 
Consueta lezione settimanale di Talmud Torà. Bambini che ripetono lo Shemà in lontananza, mamme in attesa. Chi lavora al computer (la maternità me lo risparmia da un mesetto), chi passa due ore china sul cellulare, sparuti babbi impegnati in analoghe attività.
Qualcuna ne approfitta per scambiare due chiacchiere, e talvolta gli argomenti di conversazione sono anche interessanti.


Sara Valentina Di Palma
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